I conventi domenicani in diocesi di Rossano alla metà del Seicento

La presenza dei Domenicani in Diocesi di Rossano alla metà del Seicento.

Il 15 ottobre 1652 era emanata la Costituzione di Innocenzo X, che stabiliva la soppressione dei piccoli conventi, che avevano meno di sei frati o con rendite insufficienti. Dopo pochi giorni, il 24 ottobre, il Cardinale Spada, prefetto della Congregazione dei Vescovi e Regolari, inviava al procuratore dell’ordine dei Predicatori l’elenco dei conventi, che dovevano essere soppressi. Ciò avveniva in virtù della relazione sullo stato del personale e delle rendite, che tutti i conventi avevano dovuto mandare a Roma nel 1650. I conventi domenicani in diocesi di Rossano erano cinque: Corigliano, Cropalati, Pietrapaola, Longobucco e Campana. L’unico convento che non fu soppresso fu quello di Corigliano; convento ancora in costruzione, ma con entrate superiori alle uscite e che poteva contare su sei religiosi.[i]

La statua di San Domenico nella chiesa matrice di Santa Maria Assunta di Longobucco (CS).

L’ambiente

I viaggiatori che dagli anni della fine del Settecento in poi hanno attraversato i luoghi dove erano situati i monasteri domenicani in diocesi di Rossano, mettono in risalto l’estrema varietà e fragilità del paesaggio. Un ambiente che in breve muta radicalmente appena lasciata la stretta pianura della marina per inoltrarsi con stretti sentieri per vallate e colline verso la Sila.

Sulle pendici delle colline, che si affacciano su valli dove scorrono irruenti torrenti, sono situati i piccoli conventi domenicani di Cropalati, Pietrapaola, Longobucco e Campana. Così alla fine del Settecento il Galanti nel suo “Giornale di viaggio” annota: “Questi monti dalla parte che attacca la Sila sono capaci di alberi detti nel paese carigli, ma che sono cerri. La parte più inferiore che attacca alle colline è coperta di castagni (…). Le colline sono vestite di vigneti, di frutti e di ulivi. Questi ultimi ingombrano buona parte della collina e tutta la pianura fino al mare. Il territorio di Rossano, per sua natura tutto roso dalle acque e scosceso, non è atto alla coltura del grano, vi si coltivano principalmente gli ulivi (…). Vicino alle montagne si coltiva il germano”.[ii]

Ancora più tetra è l’immagine che ne dà all’inizio dell’Ottocento l’ufficiale francese Duret de Tavel: “… queste contrade che presentano l’immagine del caos. Non si vedono che montagne a picco addossate ad altre montagne, dei massi rocciosi che minacciano di schiacciare le abitazioni, e torrenti che muggiscono nel fondo delle vallate profonde e tenebrose”.[iii]

Il mutamento repentino del paesaggio è ben descritto dal viaggiatore inglese Norman Douglas nel suo andare verso Longobucco “Il fiumicello Trionto (…). Scorre fra praterie fiorite, simbolo di rurale serenità. Ma esaurisce ben presto questo suo lirico stato d’animo penetrando in una gola serpeggiante: il paesaggio assume bruscamente un tono epico, le acque rotolano vorticose a valle, costrette da monti le cui pendici appaiono avvolte in un manto di pini scuri (…). Da entrambi i lati scendono gli affluenti, mentre il fiumicello ormai gonfio si contorce stridendo nel suo letto angusto e sbatte contro i massi con assordante fragore. Il sentiero continua a seguire la riva finché il passaggio non si fa troppo difficile; poi è costretto ad attaccare la collina, inerpicandosi in un’ascesa infinita e serpeggiando infine a grande altezza sopra la valle, dentro e fuori delle sue forre tributarie”.[iv]

Di questi luoghi selvaggi e desolati e di paesi isolati e lontani dalla marina scrive il Lenormant alla fine dell’Ottocento: “Il Trionto, che ha origine dalla montagna chiamata Li Tartari, al di sopra di Longobucco, ha un corso di qualche lega appena (…). Passato il Trionto, si entra in una delle parti più anguste delle lunghe strette di Labula. Le ultime scarpate dell’estremità della Serra di Riparosa, distaccata in avanti dalla Sila, vengono a prolungarsi fino al mare, non lasciando tra la loro base ed il litorale che uno stretto passaggio (…). Il paesaggio è selvaggio e desolato (…). Un po’ al di là di Calopezzati il terreno si allarga, e dopo qualche piccola stazione isolata in mezzo al deserto, la quale serve gli abitati molto lontani sulla montagna, come Pietrapaola e Campana”.[v]

Veduta di Longobucco (da willemsen odenthal calabria).

L’economia

Ad una morfologia così varia del territorio corrispondono attività economiche con produzioni tipiche della macchia e del giardino mediterraneo nella fascia costiera-collinare e silvo-pastorali nelle vallate ed a ridosso della Sila. Situati tra il mare e la montagna su colline dominanti le vallate, lungo gli antichi sentieri della transumanza, i monasteri praticano una economia che risente di questa dualità. Grano, vino e soprattutto olio nella parte della marina e collinare; seta, latticini, castagne e germano a ridosso della montagna.

Le relazioni inviate dai singoli monasteri tra il febbraio ed il marzo 1650 documentano la varietà economica del luogo in cui essi si trovano. Così il monastero di Corigliano, ben dotato, per la sua posizione tra la pianura e le colline può contare su rendite provenienti da terreni alberati di ulivi, di querce e di alberi da frutto nonché da vigneti e da terre a semina di grano. I frati possiedono anche delle case, una torre ed un mulino. Diversa è la situazione economica degli altri monasteri, posti più all’interno a ridosso della Sila e quasi sempre in paesi poveri e spopolati. Essi sono circondati da vallate incolte e scoscese, dove predomina la pastorizia come evidenziano le numerose capre dei monasteri di Pietrapaola, Longobucco e Campana.

Il monastero di Pietrapaola, situato tra la collina e la montagna, può contare sia sulle rendite provenienti dall’affitto di terreni seminativi, sia su quelle dei terreni boscosi e sul pascolo. Ha inoltre un vigneto, un oliveto, due gelseti ed alcuni giardini di “acrumi” e di alberi da frutto. Possiede anche una sessantina di capre, due buoi ed un “animale sumerino” per servizio del Convento. Le entrate del monastero di Cropalati rispecchiano la stessa situazione. Esse sono costituite per la maggior parte dai proventi “di oglio, vini, terraggi, pascoli, affitti di terreni, e case locande”. Situato a ridosso delle montagne l’economia del monastero di Longobucco, evidenzia la sua stretta dipendenza dai prodotti silvo-pastorali. I frati dichiarano di possedere numerose terre adatte alla semina, ma per la mancanza di “aratori” sono in gran parte incolte. Ha dei vigneti e dei gelseti, diversi castagneti, un oliveto, tre prati di fieno, ottanta capre, diciassette vacche tra grandi e piccole, cento tomolate di boschi e un animale “somerino”. Il monastero di Campana possiede alcune terre aratorie, una vigna, “trenta sacchi di pampino incirca”, un mulino da macinare grano.

Telaio per filare la seta conservato al Museo di Longobucco (CS).

La cerca

I frati settimanalmente ed al tempo dei raccolti praticavano la “cerca” per le case e per le aie. Dalla “cerca” e dalle elemosine, che essi raccoglievano, possiamo farci un’idea delle principali risorse del territorio nel quale era situato il convento. Tra i prodotti tipici spiccano l’olio, la seta, il lino ed i latticini. I frati del monastero di Corigliano facevano “la cerca del pane che si fa per la Terra due volte la settimana”, “la cerca di grani, orgi, germani, favi, et altri legumi che si fa per la campagna”, “la cerca di lini, e seta” e “la cerca dell’oglio, che si fa per li trappeti”. Quelli di Cropalati raccoglievano pane, grano e legumi, mentre quelli di Campana pane, grano, ma anche latticini e seta. Quelli di Longobucco seta, pane, vino, oglio, cascio e grano.

Il patello per la bollitura dei bozzoli del baco della seta in mostra al Museo di Longobucco (CS).

La fondazione

I monasteri domenicani erano situati sulle vie che collegano la marina all’altopiano silano, vicino alla strada pubblica e poco distanti, o appena dentro le mura, di abitati collinari alle falde della Sila. Il più antico era quello di Santa Maria Giacome di Pietrapaola. La sua fondazione, secondo quanto si tramandava, essendo andate perse “le scritture” del monastero a causa del saccheggio del 2 luglio 1644 da parte dei Turchi, era da situarsi alla metà del Quattrocento.

Segue per antichità quello intitolato a Santa Maria Annunziata di Cropalati. Esso fu fondato il 3 agosto 1554, al tempo dell’arcivescovo di Rossano Gio. Battista Castagna, su una chiesa che era stata cappella del duca di Montalto. Sempre al tempo dell’arcivescovo Gio. Battista Castagna per opera del frate domenicano Gio. Battista di Caccuri, prendeva vita il 15 aprile 1565 il monastero di Longobucco intitolato a Santa Maria della Grazia. Circa dieci anni dopo, il 3 aprile 1576, essendo arcivescovo di Rossano Lancelotti de Lancelotti, per volere dell’università di Campana, fu fondato il monastero sotto il titolo di Santa Maria della Grazia. Da ultimo per un lascito dell’Abbate Gioseppe Cioffo nel 1630, dapprima i domenicani di Corigliano si stabilirono in un palazzo nel quartiere “la Giudeca”. Il convento, dopo varie peripezie, con chiesa di San Domenico fu costruito appena fuori le mura. I lavori iniziarono nel 1646 e ancora alla metà del Seicento era in costruzione.

Pelo di capra filato e ritorto in mostra la Museo di Longobucco (CS).

La decadenza

La grave crisi e le mortalità della fine del Cinquecento e dei primi decenni del Seicento colpirono duramente i conventi domenicani che alla metà del Seicento sono in decadenza e poco abitati. La situazione è ben descritta dalla relazione del monastero di Pietrapaola, il più antico e il più importante della diocesi di Rossano.

Fondato alla metà del Quattrocento con il titolo di priorato, nel 1620 fu degradato a vicariato, essendo “mancati l’entrati e Popoli che non hanno possuto coltivare li territorii e possessioni”. Nel 1644 subì la devastazione da parte dei Turchi, così alla metà del Seicento dei dodici frati prefissati all’origine, abitavano ancora nel monastero il vicario, un frate, un oblato ed un garzone. Anche gli altri monasteri hanno subito la stessa situazione. Il monastero di Cropalati è abitato solo da due sacerdoti, un famulo e “per mancamento di Conversi assiste un secolare”.

Il monastero di Longobucco che può ospitare quattro frati conta tre religiosi e un garzone. In quello di Campana la famiglia è composta da tre sacerdoti, un converso, uno oblato e un offerto. Da ultimo quello di Corigliano che è in fase di costruzione: “Vi fu prefisso il numero di dudici frati cioè cinqui Sacerdoti, quattro clerici studenti, e tre Conversi. Al presente vi habitano sei di famiglia acciò il dipiù dell’entrade, che avanzano al vitto delli detti, si possa spendere alla sud.a fabrica. Che quando vi saranno Camere et officine sufficienti si metterà il numero di dudici frati, et all’hora s’erigerà il Titulo di Priorato, giache il Superiore di d.o Convento hoggi tiene titulo di Vicario”.

Alla metà del Seicento i religiosi presenti nei cinque monasteri domenicani erano solamente 21, cioè in quello di Corigliano erano sei, in quello di Campana cinque, quattro a Longobucco e tre a Cropalati e a Pietrapaola.

Lana “Carbellisa” di pecora nera calabrese in mostra al Museo di Longobucco (CS).

Gli edifici

Piccoli monasteri con pochi frati, formati da chiesette e da conventi con scarse stanze abitabili ed officine. Anche quando essi sono di dimensioni discrete, a causa della mancanza di rendite sufficienti, le strutture si presentano quasi sempre malconce ed in parte abbandonate.

Nel monastero di Pietrapaola la struttura delle fabbriche misura 56 passi. Vi sono tre dormitori, dei quali uno è di nuova costruzione, mentre gli altri due sono vecchi. Ci sono anche altri due dormitori, però incompleti. Il convento complessivamente è formato “fra celli di frati et officine venti”. La struttura del monastero di Cropalati misura passi cinquanta. La Chiesa è lunga passi otto e larga quattro. Ha cinque cappelle, altare maggiore e sacrestia.

Il convento è composto da sala grande, tre camere, refettorio, cellaro, cucina, dispensa e stalla. Il monastero di Longobucco misura complessivamente ventitré canne di circuito. Ha tre dormitori, con tre celle per dormitorio, e sette luoghi d’officine nelle parti di basso. La struttura delle fabbriche del monastero di Campana è di circa duecento canne fra officine e dodici celle di frati.

Fa eccezione a tutte queste descrizioni il costruendo nuovo monastero di Corigliano: “nell’anno 1646 si fundò con applauso universale nel d.o luogo fuora li mura, et interim, (…). La Chiesa designata in d.o Convento, che attualmente si fabrica, sarà similmente sotto il titulo di San Domenico e stà designata settanta palmi lunga, e larga palmi trentotto, oltre il Choro, che viene di trenta palmi inquatro, vi stà designata la Sacristia, e campanile commodo, e la Congregatione delli Fratelli del Santissimo Rosario. Il Convento stà designato con tutte l’officine necessarie, come di Capitulo, Refettorio, Hospitio, Cucina, Procure, Granari, Ogliaro, Cellaro, e simili et oltre tutte l’officine necessarie ci vengono vintitre camare per l’habitatione di frati. Dal sudetto anno 1646 s’è fatto di fabrica tricento, e quattordici canne misurate, et apprezzate da mastro Geronimo Simoncini fabricatore con l’assistenza di due altri Mastri con la quale fabrica s’è fatto più di un mezo dormitorio.”

 

Le Relazioni

 

Il convento domenicano di Pietrapaola

“Notam.to dell’Introito et Esito del Conv.to di S. Maria Giacoma nella Terra di Petra Paula del’ordine di Pred.ri Prov.a di Calab.a Citra.

Il Monasterio di S. Maria Giacoma del’ord.ne di Pred.ri situato nella Terra di Petra Paula in luogo aperto vicino alla strada publica, un tratto di Pietra e distante dall’habitato dui tiri di scoppetta fu nell’anno 1450 in circa edificato q.le si pone per tradittione di huomini antichi mentre fu saccheggiato da Turchi l’anno 1644 à 2 di Luglio e si persoro tutti le scritture che percio non si pongono l’assenti necess.rii e bolli pontificii sta nella Diocesa di Rossano.

Ha la chiesa et il Convento sotto il titolo di S. Maria Giacoma. La struttura delle fabriche e di passi 56 tiene tre dormitorii uno nuovo e dui vechi et altri dui mezi fabricati tiene fra celli di frati et officine venti.

Il numero prefisso nella fundat.ne di d.o monasterio fu di dudici di famiglia e fu preso per Priorato, conforme si e mantenuto sino all’anno 1620 con detta famiglia che di poi sonno mancati l’entrati e Popoli che non hanno possuto coltivare li territorii e possessioni e ridotto Vicariato come stà al presente. Li sacerdoti sono il P.re fra Domenico da Loya da Cassano Vic.o il P.re fra Reginaldo Iacomelli di Caccuri Un oblato chiamato Marcello di Paula et un garzone chiamato Antonio Foggia. Possiede seicento tumulati di terra in circa parte aratorie e parti boscosi delli q.li dedutta la spesa la sterilitta casi fortuiti e che non si coltivano per scarsezza di popoli raguagliata la rendita di sei anni a dietro ne riceve il convento anno quolibet tt.la 20 di grano li q.li un anno per l’altro si apprezzano scudi venti 20.

Item per erbaggi computati li sei anni precedenti dedutti l’anni sterili ne riceve il Conv.to un anno per l’altro scudi quattro 4.

Item possiede cinque vigne dalle quali tolti ogni spesa e caso fortuito raguagliati li sei anni a dietro ne riceve il Conv.to barrila di vino settantadui vagliono scudi dudici 12.

Item possiede tre giardine di acrumi et altri frutti che detrattone ogni spesa casi fortuiti e sterilita computati li sei anni precedenti ne riceve il Conv.to l’anno scudi sedici 16.

Item possiede molti oliveti dalli quali dedutte le spese casi fortuiti e sterilita computati li sei anni a dietro ne riceve il Conv.to quolibet anno militra ottanta vagliono scudi venti a ragg.ne di grana vinticinque il militro 20.

Item possiede un’altra possessionetta harborata dalla quale detratta ogni spesa e caso fortuito computati li sei anni prec.ti ne riceve il Conv.to anno quolibet scudi otto 8.

Item possiede dui celsiti che raguagliati li sei anni adietro ne riceve il Conv.to anno quolibet scudi otto 8.

Item possiede di censi esigibili di casi et altri scudi quaranta 40.

Item possiede di censi inesigibili scudi dudici 12.

Item possiede di affitto di case scudi dui 2.

Item possiede capre numero 63 li quali stanno a gabella ni have il conv.to quolibet anno scudi quattro e mezo 4.2.0.

Item possiede dui bovi l’uno delli q.li e quasi morto per esser sgradato; dall’altro computati l’anni precedenti ne riceve il conv.to scudi otto ogni anno 8.

Item tiene un animale sumerino per servitio di d.o Convento.

Item delli elemosine, processioni, messi et altre opere pie, le messi a ragg.ne di un carlino d’elemosina l’uno ragguagliatii li sei anni a dietro ne riceve il Conv.to l’anno scudi dieci 10.

165.59

Et versa vice il monasterio sudetto ha peso perpetuo di messi trecento l’anno.

Item pagha anno q(uo)libet di rendito alla ducal corte carlini vitt’otto 2.4.0.

Item per le Collette del Rev.mo G.le P.le Compagni per li Capitoli P.li e G.li ogni anno scudi quattro e mezo 4.2.10.

Item per reparare le fabriche, porte, vasi di cocina et altre cose che si struggono in dies scudi setti l’anno 7.

Item per il vitto necess.rio per li frati comprendendo il grano, vino, oglio et altre cose necessarie et per l’oblato e garzone a ragg.ne di scudi venti per ciascheduno scudi ottanta 80.

Item per la sacrestia e sacre suppellettile cere, ogli, vini, ostie, musiche e simili suole spendere un anno per l’altro scudi setti 7.

Item per vestiarii di frati a raggione di scudi sette per uno e per salario del garzone la ragg.ne di scudi otto in le spendere ogni anno scudi vinti novi 29.

Item per medici medicine avvocati procuratori barberi calzolari liti e lavandara raguagliati li sei anni precedenti spende anno quolibet scudi quindici 15.

Item per compra di orgio fieno ferri et altre cose necessarie per la bestia raguagliati li sei anni passati spende anno quolibet scudi dieci 10.

Item per compra delle scarpe, pianelli e calzetti, spende un anno per l’altro scudi dudici 12.

Item per vitto di sup.ri, visitatori et altri in occasione di visite suole spendere ogni anno carlini quindici 1.2.10.

Item per ospidare religiosi et altri forastieri spende un anno per l’altro carlini quindici 1.2.10.

Item per spese di biancherie di tavola e di letti fatto il raguaglio di sei anni a di uno spende anno quolibet carlini 20.2.

Il Convento sta in fieri che si sono mezi fabricati dui dormitori nuovi da pedam.ri e per finirli vi bisognano sop.a sei cento docati.

Ha bisogno di chiostri mentre si devano diruire le dormitorii vechi mali diruti.

… hoggi li 2 di feb.ro 1650.

Io fra Dom.co d’Aloisio da Cass.no vicario aff.mo q.to di sop.a

Io fra Ragimoldo Iacomelle di Caccuri aff.mo come di sopra.

Entrata 165.59

Uscita 130.90

Supera l’entrata 34.69

Sommario dello stato del Convento di S.ta Maria Giacome di Pietra Paula

Il Convento di Pietra Paula ha il n.o prefisso di Religiosi 12 al presente alimenta n. 3.

Cioè

Il P. f. Domenico da Coya da Cassano

Il P. f. Reginaldo Iacomelli di Caccuri

Marcello di Paula obl.o

Ant.o Foggia

Ha entrata in terreni censi essigibili elemosine et altro 165:59

Uscita

Paga alla Cam.a Ducale 2.36

Contributioni 4.18

Rifacimenti 7

Sacrestia 7

Vitto e vestito 69

Medici Proc.ri Visite, ospiti e altro 41:36

130:90

Il convento sud.o ha peso di Messe perp.e n. 300

Entrata 165:59

Uscita 130:90

Havendo dunque il Conv.to sud.o d’Entrata 165:59

E d’Uscita straordin.a 40:54

Detratto resta lib.o per vitto e vestito 125:05

Noi Deputati habbiamo revisto et essaminato lo stato del sud.o Conv.to di Pietra Paula e determinato in virtù dell’entrata che alimenti Religiosi n. 3 e si puole mantenere tre frati a rag.e di scudi 40 per bocca et il rimanente ni estint.e de i Debili.”[vi]

La vallata del fiume Nicà.

Il convento domenicano di Cropalati

“Relatione del Conv.to della t.ra di Cropalati q.le e sotto il titolo di S.ta M.a Annuntiata dell’or. Di Predicatori dentro d.a t.ra acanto le muraglia q.le t.ra è tutta murata nella diocese di Rossano, Provincia di Calabria Citra la d.a Chiesa p.a era cappella del Duca di Mont’Alto e dal detto concessa alla Religione a tempo della felice memoria di Gio. Batt.a Castagna Arcivescovo di Rossano, sotto la data delli 3 d’Agosto 1554. La struttura di d.o M.ro è di passi cinquanta. La Chiesa lunga passi otto, e larga passi quatro di dentro cinque Cappelle con l’altare maggiore, dove v’è il SS.mo con lampa di continuo accesa, un ceretto piccolo e la sacrestia.

Le stanze di d.o Monastero sono una sala grande, seu cerrituro, tre camere, un refettorio, cellaro, cocina, dispensa, e stalla.

Vi sogliono stare assignati, un Vicario, un sacerdote, un converso, un tersino et un famulo.

Al presente sono dui sacerdoti, cioè il P. fra Pietro Cigliastrino, d’Altomonte, et il P. fra Gabriello Marino d’Altomonte, un famulo Tomaso di Marco, per mancamento di Conversi assiste un secolare Fortunato Bavoleo.

Tiene d’entrada d.o M.rio d’oglio, vini, terraggi, pascoli, affitti di terreni, e case locande da fertile et infertile una con le fronde di celsi, deductis expensis … un anno l’altro d.i cinquanta e mezzo. 50.2. 10.

Dalla Cappella del Rosario d.ti dudici ogn’anno 12.

Dalla detta cappella in cera, et oglio ne riceve d.o monastero ogn’anno d. ti 4.

D’affitti di posess.i e censi enfiteotici annui d.ti quarantadui, tre tari e dieci grana dalli quali sono inesigibili d.ti quindici, tari quattro e grana dieci 42.3.10.

Dalla sacrestia per messe, litanie, processioni et altre elemosine ogni anno d.ti dui. 2.

Dalla elemosina si fa due volte la settimana di pane, in uno l’anno un tu.lo di grano un anno per l’altro 0.4.0.

Dalla cerca del grano, ligumi un anno per l’altro tu.la quattro carlini trentadui 3.1.0.

Nell’altare maggiore tiene di peso di messa perpetua tutte le Domeniche e feste di precetto di tutto l’anno per li benefattori 100.

Nella cappella del Rosario settanta messe l’anno 70.

Nell’altri altari cento messe l’anno 100.

270.

Paga d.o monast.o ogn’anno alla Mensa Arcivescovile di Rossano in grano tumula sei che importano d.ti venti e mezzo 7.2.10.

In denaro alla d.a mensa carl.ni sei e grana diece nove e mezzo 0.3.19 ½.

All’Arcidiaconato di d. a Mensa gra. Tre annui. 0.0.3.

Alla Madonna della Cancella di d.a terra in danaro carl.ni diece annui 1.0.0.

In oglio alla d.a madonna un militro annuo 1.2.10.

Per la Colletta della Visita del P. P.nciale ogn’anno carlini trenta cinque 3.2.10.

Per il Capitolo Prov.le ogni due anni d.ti tre 3.0.0.

Per l’andata al Capitolo g.le ogni tre anni d.ti tre 3.0.0.

Per vino per le messe, ostie, cera, oglio per le lampe et altre reparationi per d.a chiesa di biancherie, et altri suppellettili un anno per l’altro cossi per la chiesa come per il convento d.ti venti otto 28.

Per vestiario di ciascheduno frati, scarpe, calzetti, pianelli d.ti ventisette 27.

Per vitto per li frati d.ti ventiquattro 24.

Per medico e medicine e barbiero d.ti novi 9.

Per l’ospiti carlini quindici 1.2.10.

Per la lavandara d.ti tre 3.

Per reparatione di fabrica cossi per il convento come per la chiesa un anno per l’altro d.ti sei 6.

Li 2 feb. 1650.

Io Fra Pietro Cigliastrino d’Altomonte

Io Fra Gabriello marino di altomonte

Uscita 115.09

Entrata 110.20

Sup.a l’uscita 5.69.

Sommario dello stato del Convento della S.ma Annuntiata di Cropalati

Il Convento di Cropalati di presente mantiene Relig.si et un servente n. 3.

Cioè

Il P. f. Piero Cigliastrino di Altomonte

Il P. f. Gabriele Marino d’Altomonte Tomasso di Marco.

Ha entrata in terreni, Censi et elemosine 110.20

Somma 110.20

Uscita

Paga Canoni 12.78

Capitoli et altro 8.83

Chiesa Sacrestia et altro 27.60

Vitto e vestito 48.45

Medico hospiti rifacimenti et altro 18.23

Il Convento sud.o ha peso di messe perpetue n. 270

115.89

Uscita 115:89

Entrata 110:20

Supera l’uscita 5:69

Noi Deputati habbiamo revisto et essaminato lo stato del sud.o Convento di Cropalati, e determinato in virtù dell’entrata, che mantenghi quel che puole. Non se ne fa assegnam.to alcuno.”[vii]

Cropalati (CS) e la vallata del fiume Trionto.

Il Convento Domenicano di Longobucco

“Relatione della dispositione del Convento dell’ordine dei Predicatori di Longobucco Prov.a di Calab.a Citra.

Il monastero di S. M.a della Gr.a dell’ordine di Predicatori situato nella t.a di Longobucco, Diocese di Rossano, in luogo aperto, contiguo à una strada publica, distante dall’habitato tre canne incirca, fu nel’Anno 1565 adì 15 d’Aprile fondato dal Padre frà Gio. Batt.a di Caccuri Predicatore G.le dell’ordine per special commissione del P.re Provinciale con l’assensi necessarii, e con la facoltà di Monsig.r Arciv.o di Rossano Gio. Batt.a Castagna, e con bolla part.re di Confermat.nela felice memoria di Papa Pio quinto, ottenuta tre anni doppò d.a fondat.ne, spedita a di 17 d’ottobre 1568 con applauso com.e di tutta l’Uni.tà di d.a T.ra, senza nessuno peso di messe, ne patti d’Altra cond.ne.

Sta la Chiesia et il Convento sotto il titolo d. S.a M.a della Gr.a: la struttura delle fabriche è di Canne ventitrè di circuito; tiene tre dormitorii, con tre Celle per dormitorio, e sette luoghi d’officine nelle parti di basso.

Il num.o che vi fu prefisso al tempo della sua fondat.ne fu di quattro frati, al p.nte vi stanno di famiglia quattro persone, cioè tre religiosi, et uno garzone. Li Religiosi sono Il Padre frà Nicolò Bevilacqua da Longobucco, lettore, e Vic.o di d.o Monasterio, il Padre frà Dom.co Piscitello da Bisignano, Il fratello converso è fra Gio.e Leppo da Malvito.

Possiede il Convento tumulate di terre aratorie, tumulate cento cinquanta in circa, delle quali per la scarsezza dell’Aratori non ne riceve il Convento più di Tumula vinti l’anno, detratte tutte le spese, così di Grandini, sterilità, et altri casi fortuiti, raguagliata la rendita di sei anni à dietro, li quali s’apprezzano scudi quattordici l’anno – 14.00.

Item possiede due vigne di vino dalle quali tolta ogni spesa, o caso fortuito, raguagliati li sei anni adietro ne riceve il convento diece some di Vino l’anno, quali un’anno per l’altro rendono al monasterio scudi diece – 10.

Item possiede dui cento sacchi di fronde de Celsi, dalli quali detratte le spese, e casi fortuiti, raguagliai li sei anni passati, ne riceve il convento scudi quaranta l’anno. 40.

Item possiede diversi castagneti, che fatto il calculo delli sei anni, e detratta ogni spesa e caso fortuito, rendono al convento quindici scudi l’anno. – 15.

Item possiede un oliveto dallo quale detratte tutte le spese, e casi fortuiti secondo il calculo delli sei anni, ne riceve il convento quindici militri d’oglio l’anno, quali s’apprezzano un anno per l’altro scudi tre e mezo. – 3.2.10.

Tiene di censi esigibili quattordici scudi l’anno. D’inesigibili scudi undici l’anno. Sono inesigibili per essere morti li p.li obligati, e le robbe hipotegate ad altri anterioti.

Item suole cavare d’elemosine, come seta, pane, vino, oglio, cascio, grano scudi venti l’anno. – 20.

Item possiede tre prati di fieno, dalli quali detratta ogni spesa, e fatto il calculo delli sei anni ne suole havere il convento scudi quattro l’anno. – 4.

Item possiede ottanta capre, dalle quali levata ogni spesa e casi di mortalità e fortuiti fatto il calculo delli sei anni precedenti ne suole havere il convento otto scudi l’anno. 8.

Item possiede vacche tra grandi e piccole diece sette, dalle quali detratta ogni spesa, e casi fortuiti, fatto il calculo delli sei anni passati, ne suole ricevere il convento otto scudi l’anno. 8.

Item possiede cento tumulate di boschi, dalli quali il monastero non ne riceve niente.

Item possiede uno animale somerino dallo quale riceve il convento raguagliati li sei anni, otto scudi l’anno di conduttura di biade e di musto. 8.

130.50.

E vice versa d.o monasterio ha peso di messe perpetue, otto la settimana 417.

Item paga anno quolibet otto giulii all’Abbadia di S. Pietro, e delle Mione 0.4.0.

Item paga per le collette del Padre Rev.mo G.le Pr.le, Compagni e per li cap.li P.li e Generali scudi sei l’anno. 6.

Item per reparatione di vasi di cucina, et altre cose si strugono in dies, e riparatione di porte e fenestre dieci giulii l’anno. 1.

Item per la sacristia e sacri suppellettili, cere, oglio, vino, hostie e simili cose, cinque scudi l’anno. 5.

Item per lo vitto necessario per li frati comprendendo il pane, vino, oglio, et altre cose necessarie, à ragione di scudi venti per bocca sessanta scudi. 60.

Item per vestiario de frati à ragione di sette scudi per uno vent’uno scudi. 21.

Item per salario e vitto del garzone, scudi quattordici. 14.

Item per medici, medicine e barbieri, raguagliati li sei anni precedenti spende anno quolibet scudi tre. 3.

Item per compra di fieno, orgi e ferro per la bestia raguagliati li sei anni, spende scudi diece l’anno. 10.

Item per compra di scarpe, pianelli e calzetti, otto scudi l’anno dico 8.

Item per vitto di Superiori, visitatori et altri in occorenze di visite, e vitto di cavalcature, raguagliato un anno per l’altro suole spendere quindici giulii l’anno. 1.2.10.

Item per hospiti Religiosi et altri forastieri, raguagliati li sei anni, spende venti giulii l’anno, un anno per l’altro. 2.

Item spese di biancherie di tavola e di letti, fatto il raguaglio di sei anni adietro, spende venti giulii l’anno. 2.

Noi infra.tti col mezo del n.ro giuramento attestiamo d’haver fatto diligente inquisi.ne dello stato dello monasterio sud.to e che tutte le cose espresse di s.a e ciascheduna d’esse sono vere, e reali, e che non habiamo tralasciato d’esprimere alcuna entrata, ò uscita, ò peso del med.o monasterio, che sia pervenuto alla n.ra notitia, et in fede habbiamo sottoscritto la presente di nostre proprie mani, e signata col n.ro solito sugello , questo dì primo di Marzo 1650.

Io fra Nicolò Benincasa di Longobucco Lettore e Vicario.testifico come sopra.

Io fra Dom.co Piscitello da Bisignano testifico come sopra.

Entrata 130.50.

Uscita 133.90

Supera l’uscita 3.40.

Sommario dello stato del Convento di S. Maria delle Gratie di Longobuggo

Il Convento di Longobuggo di presente alimenta Religiosi al n. di 4.

Cioè

Il P. f. Nicolo Bevilacqua da Longobuggo

Il P. f. Domenico Piscitello da Bisignano

f. Gioseppe Leppo da Malveto

et un Converso

Ha entrata certa e incerta 130:50

Uscita

Paga Canone e Contributioni 6.40

Sacrestia 5

Vitto e Vestito 89

Medici et altro 27

Visite de superiori 1.50

Ospiti 2

Biancherie et altri straordinarii 3

Il Convento sud.o ha peso di messe perp.e 417

133:90

Uscita 133:90

Entr.a 130:50

Sup.a l’uscita 3:40

Noi Deputati habbiamo revisto et essaminato lo stato del sud.o Conv.to di Longobuggo e determinato in virtù dell’Entrata che alimenti Religiosi n. 4 e non si fa assegnamento alcuno.”[viii]

Longobucco (CS).

Il convento domenicano di Campana

“Notam.to dell’Introito et Esito del Convento di Santa Maria della Gratia nella Terra di Campana dell’ordine de Predicatori Diocese di Rossano Prov. Di Calabria Citra. Il Monasterio di S.ta Maria della Gra.a dell’Ord.e di Predicatori situato nella Terra di Campana Diocese di Ross.no in luogo aperto contiguo ad una strada publica distante dall’habitato trenta canne incirca fu nell’anno 1576 a 3 del mese di Aprile fundato da questa Uni.ta con l’assensi necessarii con la facoltà di Mons.r Lancelotti de Lancelotti all’hora Arciv.o di Ross.o con Bulla di Confirmat.ne della fel. Mem.a di Gregorio Papa Decimo 3.o.

Sta la chiesa et il Convento sotto il titolo di Santa Maria della Gratia.

La struttura delle fabriche di Canne duecento incirca fra officine et celle di frati num.ro dodeci non ci fu n.o prefisso di Sacerdoti né di conversi, al presente vi sono di fameglia tre Sacerdoti un converso uno oblato che sta intra setta monastarii et un altro offerto che sta extra setta monasterii.

Li Sacerdoti sonno fra And.a di Altomonte lett.re … frà Gio. Celestino di Altomonte frà Roberto l’Alimena di Montalto lett.re lo converso è fra andrea di capola di Marcorano Li oblati Gio. Battista di Donato di Campana, Cataldo Fran.co di Campana.

Possiede il Convento tumulate di terre haratorie cinquanta incirca delle quali detratte le spese di casi grandini, sterilità et altri fortuiti raguagliata la rendita di sei anni adietro né riceve il Conv.to anno quolibet l’altro di grano cinq. Li quali un’anno per l’altro rendono di grano quattro scudi. – 4.

Item possiede una vigna di vino della quale tolta ogni spesa e caso fortuito raguagliati li sei anni adietro ne riceve il convento venti Barili di vino quali un’anno per l’altro rendono al monasterio scudi sette. – 7.

Item possiede trenta sacchi di pampino incirca dalle quali ne riceve il convento uno anno per l’altro conforme il calculo delli sei anni precedenti scudi sette. – 7.

Item possiede uno molino da macinare grano che tolta ogni spesa raguagliati li sei anni passati rende al monasterio ogni anno scudi diece. – 10.

Item possiede di Censi e Renditi esigibili da diverse persone scudi ottanta. 80.

Item tiene denari depositati di Capitale scudi cento novanta.

Item suole cavare dall’elemosina della seta, della cerca del grano, di latticini, di pane et altre cose simili raguagliati li sei anni passati scudi 25. – 25.

Item dall’elemosina delle Processioni delle messe a raggione di grana diece la messa et altre opere pie raguagliati li sei anni come di sopra suole ricevere sei scudi. – 6.

Item possiede Capre num.o novanta che tolta ogni spesa raguagliati li sei anni passati rende al monasterio ogni anno scudi nove. – 9.

E viceversa il sud.o Monasterio ha per peso perpetuo di otto messe la settimana. 130.

Item paga anno quolibet di renditi car.ni cinque e messo 0.2.15.

Item per le Collette di P.re Rev.mo Gen.le Provin.le e Compagni per li Cap.li P.le e Gen.le scudi sei e mezzo. 6.2.10.

Item per riparare le fabriche, porte, vasi di cocina et altre cose si struggono in dies scudi sette l’anno. 7.

Item per la Sacristia e sacra suppellettili, cere, oglio, vino, ostie legna e simili che si suole spendere uno anno per l’altro scudi sei. 6.

Item per il vitto necessario comprendendo il grano, vino, oglio et altre cose ad necessarium a raggione di venti scudi per bocca scudi cento diece. – 110.

Item per vestiarii di frati a ragg.ne di scudi sette per uno suole spendere ogni anno scudi trenta quattro. – 34.

Item per … P.ri, Barbieri, Calzolari, …, lavandare raguagliati li sei anni precedenti … e medicine che se donano gratis spende anno quolibet scudi diece. 10.

Item per la compra di scarpe, Pianelle e Calzetti uno anno per l’altro scudi dudici. 12.

Item per il vitto de Superiori, Visitatori, altri frati … visite suole spendere ogni anno car.ni quindici. 1.2.10

Item per ospitare Religiosi et altri forastieri spende un anno per l’altro car.ni quindici. 1.2.10.

Item per spese di Biancheria di tavola e di letti fatto conguaglio di sei anni adietro spende anno quolibet spende car.ni venti. 2.

Item perche stà in fieri ha bisogno di chiostri, Dormitorii et altre officine.

17 di Marzo 1650.

Io Fra Andrea Iannovare di Altomonte Lettore e Vicario.

Io Fra Giovanni Celestino si Altomonte m. deputato

Io Fra Alberto Alimena di Mont’alto lettore et deputato.

Entrata 140

Uscita 190.04

Sup.a l’uscita 42.04

Sommario dello stato del Convento di S. Maria delle Grazie della Terra di Campana

Il convento di Campana alimenta di presente Religiosi n. 5

Cioè

Il P. f. Andrea di Altomonte

f. Gio. Celestino di Altomonte

f. Roberto Alimena di Montalto

f. Andrea di Napoli

Gio. Battista di Donato

Ha entrata in terreni 18

Simile 10

Censi 80

Ha denari effettivi 190

Frutto di Bestiame 9

Elemosine 31

Somma 148

Uscita

Paga Canone 0.46

Contributionie Capitoli 6.46

Rifacimenti Sacrestia 13

Vitto e Vestito 144

Barbiere liti ospiti et altro 24.92

Biancherie et altri straordinarii 2

Ha bisogno di fabricare Dormitorii e altre officine necessarie

Il Convento sud.o ha peso di Messe perpetue n. 408

190:84

Uscita 190:84

Entrata 148

Supera l’Uscita 42:84

Havendo dunque il Convento sud.o di Entrata 148

Ed di uscita straordinaria 21:90

Detratto resta lib.o per vitto e vestito 126:08

Noi Deputati habbiamo revisto et essaminato lo stato del sud.o Convento della Terra di Campana e determinato in virtù dell’Entrata che possa alimentare 3 Religiosi. Non se ne fa assegnamento alcuno.”[ix]

Campana (CS).

Il convento domenicano di Corigliano

“Relatione fatta dal Vicario di San Dom.co di Corigliano alla S. Cong.ne per obedire alla Constitutione della Santità di n.ro Sig.re Papa Innocentio X publicata in Roma sotto li 22 di Decembre 1649.

Il Monasterio di San Domenico del sud.o Ordine situato nella Terra di Corigliano di Calabria citra Diocese di Rossano sta fundato nel quartiero detto La giudeca, e proprio nelli mura di detta Terra di muodo che detto muro è tra la Chiesa et il Convento, la porta della Chiesa viene nella strada publica, ma il Convento sta più remoto dalla d.a strada.

Fu fondato et eretto nell’anno 1630 nel detto luogo della giudeca, e proprio nelle case del q.m Abbate Gioseppe Cioffo, il quale lasciò la sua facultà alla Religione Domenicana per fundarsi un Convento in d.a Terra di Corigliano, e non altrove, le quali case sono alquanto dentro l’habitato. Ma prima che si facesse atto alcuno fu porretto memoriale dall’Uni.ta di Corigliano a Sua Santità esponendo in quello, che detto Abbate havea lasciato la sua heredità alli sudetti frati per fundarsi un Convento, e che dalla d.a facultà, et elemosine consuete v’erano docati cinquicento l’anno, e che per la fertilità del Paese detti docati cinquicento sariano stati sufficientissimi ad alimentare il numero di dudici frati, e più, à causa che in d.a Terra sono sufficienti docati trenta per ciascheduno frate. Il quale memoriale fu rimesso dalla Sacra Congregatione à Monsig.re Ill.mo D. Pietr’Antonio Spinelli in quel tempo Arcivescovo di Rossano, da cui fu presa informatione, et intesi l’altri Regolari, quali tutti assentirono, e fattane relatione alla S.C. da quella li fu risposto, che facesse erigere d.o Convento. Il virtù della quale adi 23 d’Agosto 1630 adempite prima tutte le conditioni necessarie, e precise le conditioni prescritte nelli decreti della felice memoria di Clemente ottavo, di Gregorio quinto decimo, ed Urbano ottavo decretò, che s’erigesse detto Convento. In virtù del quale decreto si fundò à di 5 di Settembre 1630, e fu fundato senza obligo alcuno secondo la dispositione del Testatore, e nella detta fundatione fu fatta conditione, che trovandosi in detta Terra luogo migliore di dette case di fabricarsi il Convento si potesse trasferire in altra parte.

Dopo perche in d.o luogo non vi era luogo proportionato di fabricar detto Convento nell’anno 1634 con il consenso dell’Ill.mo Ordinario fu trasferito nel Cozzo detto dell’Acquanova, e perche d.o luogo era vicino del Convento di Padri Minimi infra lo spatio di cento quaranta canne fu impedita la fabrica dalla S.C. ad istanza di detti Padri Minimi, con li quali si litigò sino all’anno 1640, che finalmente s’hebbe ordine di trasferir d.o Convento in altra parte per lo che nell’istesso anno si trasferì nel mezo della Terra nel luogo detto il Gabelluccio, e perche poco tempo dopo entrornò le Monache nel Monasterio detto di Santa Chiara vicino detto luogo pretesero d.e Monache litigare l’istessa distanza sotto pretesto, che si bene entrorno al Monasterio dopo d.a fundatione, la fabrica di quelle era fatta prima, per la qual causa li frati della Provincia per non litigare e spender tutte l’entrade a liti, siocome s’era fatto per il passato.

Nell’anno 1642 di nuovo si ritornò nelle d.e case di d.o Abbate dove si fece una nova Chiesiola sotto il titulo di San Domenico lunga di palmi quaranta, e larga palmi trentadoi, dove si pretese fabricare d.o Convento nel d.o Palazzo, ma dopo fatta meglio consideratione da più persone esperte, che in d.o luogo non poteva venire Convento ben formato, e steva molto soggetto a diversi Palazzi di Secolari; nell’anno 1646 si fundò con applauso universale nel d.o luogo fuora li mura, et interim, che non si faranno le Camere et officine necessarie li frati di d.o Convento habitano nel sud.o Palazzo e celebrano i divini offici in d.a Chiesa.

La Chiesa designata in d.o Convento, che attualmente si fabrica, sarà similmente sotto il titulo di San Domenico e stà designata settanta palmi lunga, e larga palmi trentotto, oltre il Choro, che viene di trenta palmi inquatro, vi stà designata la Sacristia, e campanile commodo, e la Congregatione delli Fratelli del Santissimo Rosario. Il Convento stà designato con tutte l’officine necessarie, come di Capitulo, Refettorio, Hospitio, Cucina, Procure, Granari, Ogliaro, Cellaro, e simili et oltre tutte l’officine necessarie ci vengono vintitre camare per l’habitatione di frati. Dal sudetto anno 1646 s’è fatto di fabrica tricento, e quattordici canne misurate, et apprezzate da mastro Geronimo Simoncini fabricatore con l’assistenza di due altri Mastri con la quale fabrica s’è fatto più di un mezo dormitorio.

Vi fu prefisso il numero di dudici frati cioè cinqui Sacerdoti, quattro clerici studenti, e tre Conversi. Al presente vi habitano sei di famiglia acciò il dipiù dell’entrade, che avanzano al vitto delli detti, si possa spendere alla sud.a fabrica. Che quando vi saranno Camere et officine sufficienti si metterà il numero di dudici frati, et all’hora s’erigerà il Titulo di Priorato, giache il Superiore di d.o Convento hoggi tiene titulo di Vicario.

Al presente vi sono li seguenti frati / Il P.re fra Mauritio Galtarelli da Calopezzati Vicario, il P.re fra Vincenzo Montalbano da Calopezzati, fra Mauritio Marino da Cerisano Converso professo, fra Francesco Arabia da Rogliano Tertiario, Horatio Cariati da Corigliano oblato, e Mastro fabricatore, Ascanio d’Alessandro garzone.

Possiede detto Convento un pezzo di terre con torre alborato di quercie, et altri arbori di tumolate vintiotto, il quale per dieci anni adietro s’è affittato e perceputo docati quindici l’anno di moneta di Regno deduttone tutte le spese d.ti 15.

Item possiede una possessione arborata di diversi arbori fruttiferi, quali per dui anni, che il Convento l’ha posseduta deduttone le spese s’è affittata per docati novi l’anno di moneta del Regno. D.ti 9.

Item possiede un’altra possessione con casa vigna, celsi, e diversi arbori fruttiferi per donatione fatta da Violante Lavorata con peso di due messe la settimana la quale per cingue anni, che il Convento l’ha posseduta deduttone le spese s’affittava ogn’anno d.ti quindici di moneta del Regno. D.ti 15.

Di più la d.a Violante ha fatto donatione sequuta sua morte di due case con peso d’un’altra messa la settimana e si potranno affittare docati cinqui l’anno deduttone le spese.

Item possiede un altro pezzo di terre di tumolate dudici arborata d’olive e quercie, le quali per molti anni adietro s’è affittata quattro tumula di grano, tre tumola di germano, e cinqui militra d’oglio ogn’anno. Il grano raguagliandolo un anno con l’altro si mette ad un docato il tumolo, il germano a carlini otto il tumolo, e l’oglio a grana vinticinqui il militro, che in tutto importano docati sette, tari tre, e grana cinqui di moneta del Regno. 7.3.5.

Item possiede un’altra tumolata e meza di terre, che s’affitta ogn’anno un tumolo di grano, che importa un docato di Regno. D.ti 1.

Item possiede una vigna, che si cultiva per il Convento, e raguagliato un anno con l’altro suole rendere sei salme di musto l’anno, che raguagliati li prezzi d’un anno con l’altro delli musti convicini, atteso in d.a Terra vi sono diversi prezzi secondo la diversità di siti, importano carlini vinti la salma, che in tutto sono docati dudici, ci bisogna di spesa per cultivarla docati quattro l’anno, e carlini tre l’anno si pagano per la guardia, siche restano in beneficio del Convento docati sette,e carlini sette di moneta del Regno. 7.3.10.

Item possiede quattro pezzi d’olive, le quali fatto il calculo di sei anni adietro ne riceve il Convento cento quaranta militri d’oglio l’anno deduttone tutte le spese, e raguagliati li prezzi d’un anno con l’altro si può vendere a grana vinticinqui il militro ch’importano docati trentacinqui di moneta del Regno d.ti 35.

Item possiede un trappeto per macinar l’olive, il quale fatto il calculo di sei anni adietro deduttone tutte le spese, se ne riceveno docati vinticinque l’anno di moneta del Regno d.ti 25.

Item possiede un molino da macinar grano, ch’è solito affittarsi trenta tumola di grano, ch’è solito affittarsi trenta tumola di grano l’anno, che raguagliando il prezzo d’un anno con l’altro ad un docato il tumolo importano docati trenta, che deduttone le spese di docati cinqui l’anno restano d.ti vinticinqui di moneta di Regno d.ti 25.

Item possiede un giardino di celsi, che raguagliate sei annate indietro deduttone le spese si ne percipe docati diciotto, e mezo l’anno di moneta di Regno 18.2.10.

Item possiede dentro la Terra di Corigliano più, e diverse case raguagliate sei annate indietro deduttone le spese se ne percipe di moneta di Regno docati cinquanta cinqui. D.ti 55.

Item possiede un palazzo dove al presente s’habita, che quando li frati si ritireranno al novo Convento s’affitterà d.ti sidici l’anno.

Item tiene e possiede annui censi redimibili docati doicento e decisetti, e tari quattro, che s’esigono da più, e diverse persone per capitale di docati doi milia, e cento settanta otto, delli quali, docati cinqui annui sono inesigibili et altri docati dieci annui sono litigiosi, ma non v’e pericolo di perdersi 217.4.

In muodo che tutta l’entrada di possessioni, olive, celsi – 15.

32.3.5

166.1.0

Molini, case, et annui censi redimibili sono di moneta di Regno d.ti quatrocento trent’uno, tari tre e grana cinq. 431.3.5

Li quali redutti in moneta Romana sono scudi quattrocento et undici. 411.

Di più detto Convento tiene una donatione fatta da fran.co Pilluso di d.a Terra huomo di cinquanta quattro anni incirca di tutti suoi beni mobili e stabili sequuta sua morte, il quale al presente possiede di facultà docati mille cinquecento in circa.

Di più detto convento sole percipere secundo il calculo fatto da sei anni indietro per le messe quotidiane per le quali si da un carlino per ciaschiduna messa letta, e carlini due per ciaschiduna messa cantata docati vinticinque l’anno 25.

Ma quando sarà accresciuto il numero di frati s’augmenterà ancora il concorso di messe, di più quando si farà la Chiesa vi sono molti, che ci vogliono erigere Cappelle, e li doteranno di annue entrade.

Item suole percipere d.o Convento per le processioni di morti et offerta che si fa nella Chiesa li giorni festivi calculato un anno con l’altro per sei anni a dietro docati sei l’anno di moneta di Regno 6.

Item per la cerca del pane che si fa per la Terra due volte la settimana, calculato come di sopra rende d.yi dieci l’anno 10.

Item la cerca di grani, orgi, germani, favi, et altri legumi che si fa per la campagna calculate come di sopra e levatone le spese della cavalcatura per il cercatore importano docati vinti l’anno. 20.

Item per la cerca di lini, e seta raguagliando un altro con l’altro, come sopra, e deduttone le spese importano docati sei l’anno.6.

Item per la cerca dell’oglio, che si fa per li trappeti raguagliati l’anni come di sopra importano dudici militri d’oglio l’anno, e raguagliati li prezzi d’un anno con l’altro si mette a grana vinticinqui il militro, che sono docati tre. 3.

29

Le quali partite uniti tutti insieme fanno la somma di d.ti settanta di moneta di Regno per ciascheduno anno .70.

Che redutti in moneta Romana fanno la somma di scudi sessanta sei e mezo. 66.2.10.

In muodo che tutta l’entrada sopradetta d’elimosina e stabili di moneta di Regno docati cinquicento e carlini sidici, e mezo.

Et in moneta Romana sono d.ti quattrocento settanta sette, e mezo.

All’incontro d.o Convento ha peso di due messe la settimana, come s’è detto di sopra e d’un’altra messa la settimana resterà gravato dopo la morte della sopradetta Violante ne v’è altro obligo. Ne meno ci restò obligo alcuno di messe non celebrate. La solita elemosina per ciascheduna messa letta è d’un carlino di Regno, e per ciascheduna messa cantata ò anniversario sono carlini doi, come si è detto sopra.

Item d.o Convento è gravato d’un annuo Canone d’undici tt.la e tt.la tre di grano per il molino,e per la possessione detta di sop.a con casa , e vigna, che raguagliati li prezzi d’un anno con l’altro importano in dinari docati undici, e grana trenta sette, e mezo di moneta di Regno 11.1.13 ½.

Item paga un annuo censo di docati dudici con potestà d’affrancarsi per capitale di d.ti cento cinquanta alla ragione d’otto per cento per certe case comprate da d.o Convento. 12.

Item è gravato per piu, ed diverse partite di renditi perpetui per li sudetti stabili docati cinqui tari tre, e grana quattordici 5.3.14.

Che in tutto sono d.ti vinti novi, e gr. undici, e mezo di Regno 29.0.11 ½.

Che redutti in moneta Romana sono scudi vinti sette, e giulii sette 27.3.10.

Item d.o Convento per contributione, seu colletta del P.re Rev.mo G.nle, Procurator dell’Ordine, Provinciale, Compagni, pieghi di Lettere, Vestiarii di Moderatori di studii, docati quattro e mezo l’anno di moneta di Regno 4.2.10.

Item per la Colletta del Capitolo Provinciale, che si celebra ogni doi anni detto Convento paga carlini trenta per ciascheduno Capitulo, che ogn’anno importa car.ni quindici 1.2.10.

Item per il Capitulo generale celebrandosi ogni tre anni raguagliando l’uni con gl’altri, che quando si celebra a Roma altre volte nella Spagna, o nella Francia si spende per conto fatto di più Capituli carlini trenta per ciascheduna volta, che importa ogn’anno carlini dieci 1.

Item si spende per la Sacristia per la cera tantum dieci libre di candele l’anno, che a grana trenta doi la libra importano carlini trenta doi di Regno 3.1.0.

L’oglio della Lampa si riceve dal Procuratore del Santissimo Rosario.

Le Suppellettili di Sacristia, Vini, hostie, musiche, e simili, si ricevono delli Divoti, e non si spende cos’alcuna.

Item ha di spesa ordinaria per il vitto di ciascheduno frate sei tumola di grano l’anno, vino una salma, e meza di musto per ciascheduno, che sono d.ti tre, e sei di grano, che sono novi, per minestra, pietanza e sopra pasto raguagliando un giorno con l’altro, e li giorni che si digiunano e non si digiunano importano grana doi il giorno per ciascheduna bocca, che per un anno intiero fanno la somma di d.ti setti, e carlini tre, che uniti con il vino e grano in tutto sommano d.ti sidici, e carlini tre di Regno 16.1.10.

Item per vestimento di ciascheduno frate ogn’anno docati sette per li pianelli, e calzetti un altro docato e per le scarpe dui altri docati, che in tutto sono d.ti dieci l’anno 10.

Si che in tutto per ciascheduno frate sono per le sudette robbe docati vinti sei, e carlini tre, che agiontovi quattro altri frati in questo convento ttra sacerdoti, conversi, et oblati giache tanto si spende per il P.re Vicario, come di tutti l’altri, sommano altri docati cento, e cinqui, et un tari. 105.1.0.

Item per un garzone per il suo vitto bisognano tt.la novi di grano, che sono docati novi, una salma, e meza di musto, che sono carlini trenta, per suo sodo docati setti, per li vestiti carlini vinti, per le scarpe carlini vinti quattro, per minestra, e companatico docati quattro, che in tutto sono d.ti vinti sette, e tari doi 27.2.0.

Item per il vitto d’un animale somerino ci bisognano vinti tt.la d’orgio l’anno, che raguagliando il prezzo d’un anno con l’altro si mette à carlini quattro il tumulo, che sommano d.ti otto per ferri, imbasto, funi, accette, e simili d.ti cinqui che in tutto sono d.ti tridici 13.

Li quali docati tridici, et vintisette per il garzone s’avanzano nel servitio della fabrica in carriar pietre, arena, calce, e simili, et il servimento di carriar legna acqua, e simili per uso, e servitio del Convento si tira d’avanzo.

Item ci bisogna oglio per luci, e minestre ogn’anno trenta militri d’oglio, che raguagliando il prezzo d’un anno con l’altro si tira a grana vinticinqui il militro che in tutto sono docati sette e mezo. 7. 2. 10.

Item si da di salario al Medico carlini vinti l’anno. 2.

Item si spende per medicine raguagliati sei anni adietro un anno con l’altro, altri carlini vinti l’anno 2.

Item per salario del Barbiero ogn’anno carlini diciotto 1.4.0.

Item per il salario della Lavandara altri carlini diciotto l’anno senza altra spesa 1.4.0.

Viaggi per li Capitoli questo convento non ne fa, ma quando sarà eretto in Priorato potrà spendere raguagliando un anno con l’altro carlini quindici l’anno.

Item per la visita di Superiori per il vitto del P.re Provinciale, Compagni, e Cavalcature carlini quindici l’anno 1.2.10.

Item per alloggi, et hospitationi di frati, e secolari raguagliando un anno con l’altro carlini trenta 3.

Item per le spese estraordinarie, come biancherie, vasi di creta, rame, letti, et altre cose simili d.ti dieci 10.

Di muodo che tutte le sopradette spese oltre li debiti retroscritti sono di moneta di Regno d.ti doi cento, et undici tari tari tre, e grana dieci 211.3.10.

Che ridutti in moneta Romana fanno la somma di scudi doicento, et uno, e giulii sei d.ti 201.3.0.

Alli quali giontovi li scudi vinti setti, e giulii setti, che si pagano ogn’anno di censo come di sopra fanno la somma di scudi duicento trenta novi, e giulii tre, che deddutti dalli scudi quattrocento settanta sette restano per servitio della fabrica scudi doicento trenta otto.

Noi infra.tti col mezo del n.ro giuramento attestiamo d’haver fatto diligente inquisitione, e recognitione del Stato del sudetto Convento, e che tutte le cose espresse di sopra, e ciascheduna d’esse sono vere, e reali, e che non habbiamo tralasciato d’esprimere alcuna entrada, ò uscita, ò peso del sud.o Convento, che sia pervenuto alla n.ra notitia, et in fede habbiamo sottoscritto la p.nte di n.ra propria mano, e signata con il solito sigillo hoggi 23 di febraro 1650.

Io fra Mauritio da Calopezzati Vicario attesto come sopra.

Io fra Vincenzo da Calopezzati deputato attesto come di sopra.

Entrata 474.58

Uscita 227.47

Supera l’Entrata 247.03

Sommario dello stato del Convento di S. Domenico di Corigliano

Il Convento di Corigliano ha il n. prefisso di 12 religiosi . Al presente ne alimenta n. 6.

Cioè

Il P. f. Mauritio Galiarelli da Calopezzati vicario.

Il P. f. Vincenzo Montalbano da Calopezzati.

f. Mauritio Marino da Cerisano.

f. Francesco Arabia da Crogliano.

Horatio Cariati da Corigliano.

Ascanio d’Alessandro Garzone.

Ha entrata certa in terreni 44.63

Simile 556.92

Censi esigibili 206.53

Elemosine 66.50

Vi è una donatione di d.ti 1500 dopo la morte di persona, che al presente ha 54 anni

Somma 474.58

Uscita

Paga Canoni 26.97

Contributioni 5.88

Sacrestia 2.94

Vitto vestito 152.10

Medici, medicine Capitoli et altro 30.15

Biancheria et altri straordinari 9.50

Si fabrica il Convento che però al presente li frati habitano in un loro palazzo, che poi l’affiteranno et in tanto tutto l’avanzo l’impiegano nella fabrica.

Il Convento sud.o ha peso di messe perpetue n. 102.

Somma 227.47

Entrata 474:58

Uscita 227:47

Havendo dunque il Convento sud.o d’entrata 474.58

E d’uscita straordinaria 65.22

Detratto resta lib.o per vitto e vestito 409.36

Noi Deputati habbiamo revisto et essaminato lo stato del sud.o convento di Corigliano e determinato in virtù dell’Entrata che mantenghi Religiosi n. 6 a 40 scudi per bocca e li scudi 169 in fabrica qual finita mantenghi di più 3 frati.”[x]

Il paesaggio tra Campana e Scala Coeli (CS).

Note

[i] Russo F., Regesto, 36838, 36845.

[ii] Galanti G. M., Giornale di viaggio in Calabria, Rubbettino, 2008, pp. 46-47.

[iii] Duret de Tavel, Lettere dalla Calabria, Ed. Rubettino, 1996, p.110.

[iv] Douglas N., Vecchia Calabria, Giunti 1992, p. 298.

[v] Lenormant F., La Magna Grecia, Frama Sud 1976, I, pp. 335-336.

[vi] ASV, Congr. super Statu Regul. 1950 (12), Relationes 25, ff. 246, 407-410.

[vii] ASV, Congr. super Statu Regul. 1650 (12), Relationes 25, ff. 235v-236r; 361-364.

[viii] ASV, Congr. super Statu Regul. 1650 (12), Relationes 25, ff. 261v-252r; 484-487.

[ix] ASV, Congr. super Statu Regul., 1650 (12), Relationes 25, ff. 266v-267v; 508-511.

[x] ASV, Congr. super Statu Regul.,1650 (12), Relationes 25, ff. 231-232; 337-344.


Creato il 21 Maggio 2019. Ultima modifica: 21 Maggio 2019.

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