Il palazzo dei Suriano nel luogo di Crotone detto “Il Cutetto”

Crotone luogo detto “Il Cutetto”, localizzazione del palazzo Suriano.

L’abbate Giovanni Pietro Suriano.

Gio. Pietro Suriano sposò il 29 aprile 1626 Vittoria Lucifero, figlia di Adriana Berlingieri e di Fabrizio Lucifero. Dalla loro unione nacquero Livia (24.12.1634), che sposò Gioseppe Lucifero, il cui figlio Fabrizio diverrà marchese di Apriglianello,[i] Orazio (28.3.1637), Mutio, arcidiacono di Crotone e poi arcivescovo di Santa Severina, Luccia, che sposò nel 1656 il vedovo Ottavio Cesare Berlingieri,[ii] e Antonio, luogotenente del regio secreto e mastro portolano.

Egli abitava in parrocchia di Santa Maria Prothospatariis[iii] al limite con la parrocchia di San Pietro. Dopo la morte della moglie, avvenuta il 22 gennaio 1638,[iv] il chierico Gio. Pietro ebbe nel 1646 in commenda, acquistandola dal concittadino abbate Giacomo Vezza,[v] l’abbazia di S. Giovanni Calabita in diocesi di Rossano, che tenne fino alla sua morte avvenuta nell’ottobre 1659.[vi] Fece parte della confraternita del Rosario, eretta nel convento domenicano di Santa Maria delle Grazie di Crotone,[vii] e fu rettore del beneficio semplice di S. Maria delle Grazie di iuspatronato dei Lucifero in cattedrale.[viii]

Per proteggere il patrimonio da possibili smembramenti e vendite da parte degli eredi, prima di morire istituì un perpetuo fedecommesso sui suoi beni.[ix] I figli ed universali e particolari eredi per testamento, l’arcidiacono Mutio Suriano ed il fratello Antonio, abitarono nelle case al limite della parrocchia di San Pietro, che confinavano con le case di Luca Facente, di Marco Antonio e Gio. Francesco Petrolillo,[x]10 e di Alfonso d’Alessandro.[xi]

Risale al tempo in cui la casa, o palazzo, fu abitata da Antonio Suriano che, su richiesta del chierico Antonio Petrolillo, nei primi giorni del maggio 1670, fu effettuata una perizia da alcuni mastri fabbricatori, su una abitazione appartenente al monastero di Gesù Maria dei minimi di San Francesco di Paola. La casa, che era situata nel luogo detto “il Cutetto”, e confinava con le case del Petrolillo e di Antonio Suriano, minacciava di rovinare e di danneggiare le vicine abitazioni. Essa inoltre rappresentava un grave ed evidente pericolo per l’incolumità dei vicini.[xii]

Tra i figli di Antonio Suriano,[xiii] ricordiamo Giuseppe, che sposò Geronima Sculco, figlia del barone di Montespinello Bernardo Sculco, Elisabetta, Giovanni e Pietro. Morto nel 1672 Antonio Suriano, il 27 dicembre dello stesso anno, il figlio Giuseppe chiese che si facesse l’inventario dei beni lasciati dal padre. A tal fine il notaio Nicola Sacco si portò nelle case dei Suriano, che confinavano con quelle degli eredi di Luca Facente, ed in presenza dei nobili e vicini proprietari, Giacinto Aragona e Bernardo Barracco, procedette a compilare la lista dei beni.[xiv]

Crotone luogo detto “Il Cutetto”, palazzo Suriano.

Da Pietro a Francesco Antonio Suriano

Pietro sposò Maria o Maruzza del Castillo, figlia di Vittoria Lucifero e Diego del Castillo, nonché sorella di Antonio del Castillo,[xv] che tra l’altro, gli portò in dote 10 salmate di terre in località “l’Olivella”, ed altre 20 a “Maccuditi e Majorana”.[xvi] Essi ebbero cinque figli, due maschi e tre femmine. Tra questi Ippolita, che sposò nell’ottobre 1717, il vedovo marchese di Apriglianello Fabrizio Lucifero,[xvii] Giuseppe, che divenne canonico della cattedrale, Francesco Antonio e Teresa. Quest’ultima, nel 1723 iniziò il noviziato nel monastero di Santa Chiara e, divenuta clarissa col nome di Maria Teresa,[xviii] fu anche più volte badessa (1747, 1763) e vicaria.[xix]

Pietro Suriano ricoprì numerose cariche pubbliche, tra le quali quella di sindaco dei nobili (1691/1692). Oltre alle proprietà paterne ereditò anche i vincoli ed i pesi che le gravavano. Tutti i suoi beni erano vincolati da un legato per la celebrazione di numerose messe in suffragio degli antenati nell’altare della famiglia dei Suriano, di cui aveva il iuspatronato; altare che era situato in cattedrale sotto il titolo dell’Immacolata Concezione.[xx] I beni ereditari, inoltre, erano vincolati dal fidecommisso fondato dall’avo, l’abbate Gio. Pietro Suriano, per mantenere intatto nel tempo il decoro e quindi il potere dei Suriano.

Pietro Suriano abitava in parrocchia di Santa Maria Prothospatariis, al limite con quella di S. Pietro, e le sue case confinavano con le case del primicerio Geronimo Facente,[xxi] con due case “dirute” del beneficio della famiglia Petrolillo di Santa Maria de Jesu, e con le case di Antonio Petrolillo.[xxii] Proprietario di molto bestiame e di vaste terre, morì nell’agosto 1708 lasciando eredi universali e particolari per testamento i figli: il chierico Francesco Antonio e Giuseppe. Essendo essi minori fu nominato tutore Annibale Berlingieri. L’eredità pur gravata da molti debiti, era più che sostanziosa e comprendeva tra l’altro, il palazzo in parrocchia di Santa Maria Prothospatariis, confinante con le case dell’arcidiacono Geronimo Facente e di Antonio Petrolillo, un giardino con sua torre e vigne, terreni per un totale di 180 salmate tra cui un vignale, l’Olivella, Maccuditi e Majorana, Scarano, Passo Vecchio, Catizzone, Patrimoni, Vezza, Magliarello, una bottega in piazza sotto le case di Marino Bernale, numeroso bestiame (vacche, vitelli. vitellacci, scrofe, tori, buoi, pecore ecc.), ed uno schiavo bianco trentenne di nome Giachino.[xxiii]

Arme dei Suriano: “Un campo verde con fascia torchina, sopra la quale sono due pali d’argento posti per dritto, e sotto due sbarre d’argento”.

Pochi anni dopo il palazzo con i casaleni degli eredi di Pietro Suriano, confinava con le case portate in dote da Antonia Barracco ad Antonio Suriano; case che erano state di Felice Barracco ed ora erano di Giuseppe Riccio, presso le mura delle Fontanelle,[xxiv] con due casette del beneficio dei Petrolillo,[xxv] e con il palazzo formato da due quarti degli eredi di Antonio Petrolillo, uno abitato dai coniugi Bruno Carvello e Prudenza Petrolillo, e l’altro dai coniugi Pietro Greco e Lucrezia Petrolillo.[xxvi]

Avendo ereditato oltre ai beni anche i debiti degli antenati, cioè dell’avo Antonio e del padre Pietro, i fratelli Giuseppe e Francesco Antonio si trovarono ben presto alle prese con i creditori. Tra gli altri, vi era un debito di ducati 1000 al 6% con Antonio, Felice, Filippo e Bernardino Suriano. Raggiunto un accordo con i creditori, ed avuto uno sconto di 200 ducati, i fratelli dovettero vendere 8 salme di terra a ducati 50 la salma, nelle località Passo Vecchio e Catizzone, al marchese Fabrizio Lucifero ed al figlio di costui Francesco. Non riuscendo tuttavia a racimolare tutta la somma da restituire, nel gennaio 1718 riuscirono ad avere altri 200 ducati in prestito da Francesco Lucifero, con la condizione di restituirli entro 4 anni a ducati 50 l’anno, ma qualora ciò non fosse avvenuto, passato il termine, avrebbero dovuto pagare un tasso annuo del 5 per cento, cosa che avvenne.[xxvii]

Crotone luogo detto “Il Cutetto”, palazzo Suriano.

Il 6 marzo 1722 con atto del notaio Pelio Tirioli, i due fratelli “bonariamente e fraternamente, senza strepito”, decisero di dividere l’eredità paterna. Furono tolti i pesi e le parti spettanti alle tre sorelle, una delle quali era già sposata con il marchese Fabrizio Lucifero, mentre le altre due andarono a carico di Francesco Antonio. Fatta la divisione a Giuseppe spettarono 85 salme di terre a Li Patrimonii, a Scarano ed a Vezza; a Francesco Antonio 50 salme di terra nella gabella Magliarello, il giardino con vigne, terre vacue, torre et ortalizii, la bottega in piazza sotto il palazzo dei Tronca, ed il palazzo di famiglia confinante con le case di Gregorio Arrighi, e le case che erano state di Gio. Battista Petrolillo.[xxviii] Il palazzo divenne quindi la dimora della famiglia di Francesco Antonio che, ottenuta il primo gennaio 1719, la dispensa papale sull’impedimento di consanguineità, aveva sposato Faustina Berlingieri,[xxix] figlia di Annibale, fratello di Carlo arcivescovo di Santa Severina, e di Anna Suriano.

Francesco Antonio Suriano fu più volte sindaco dei nobili (1724/1725, 1741/1742). Dal Catasto Onciario di Cotrone del 1743, risulta che la sua famiglia è composta dalla moglie coetanea quarantaquattrenne Faustina Berlingieri, dai figli Pietro di sette anni, Luccia di 20 anni e Maria di 10, e dal fratello il canonico Giuseppe Antonio Suriano di 40 anni. Nel suo palazzo patrimoniale, sotto del quale vi è un mulino centimolo e del quale affitta un basso, abitano anche tre servi: Giuseppe e Rosaria Votti e Barbera Mantelli. Egli risulta intestatario anche dei beni del fratello e cioè di una chiusa e dei territori di Magliarello, Li Patrimonii, Vezza e parte di Scarano. È anche proprietario di una bottega in piazza sotto il palazzo di Diego Tronca che affitta.[xxx]

Il palazzo risulta confinante con quello della signora Petrolillo, sotto del quale abitano in una camera superiore con il suo basso, i coniugi Beatrice Greco e Dionisio de Silva,[xxxi] via mediante con quello degli Sculco,[xxxii] vicino ai luoghi detti “il Cutetto”[xxxiii] ed “il Fosso”.[xxxiv] Il 17 giugno 1755 il papa Benedetto XIV, accogliendo la supplica, concedeva ai due coniugi l’indulto di un oratorio privato nel loro palazzo.[xxxv]

Crotone luogo detto “Il Cutetto”, palazzo Suriano.

Il palazzo tra il Sette e l’Ottocento

Da Francesco Antonio Suriano e Faustina Berlingieri nacquero Nicola, che intraprese la carriera ecclesiastica, Luccia, Maria, che sposò Gasparro Ramires, figlio dello spagnolo Giuseppe Antonio e di Mariangela Ramires Arellano, e Pietro. Quest’ultimo, morto il padre, divenne proprietario del palazzo. Esso allora confinava dalla parte delle mura della città con il palazzo degli Arrigo, che da Gregorio era passato al nipote Salvatore Arrigo,[xxxvi] mentre nelle vicinanze c’erano i palazzi di Girolamo Cariati, venduto in precedenza dai Riccio a Leonardo di Cola, e di Tommaso Sculco.[xxxvii] Pietro Suriano allargò la sua proprietà acquistando nel maggio 1785 dalla Cassa Sacra una casa locanda, situata sotto il suo palazzo, che era stata di proprietà della chiesa di San Giuseppe.[xxxviii]

Morto Pietro Suriano, nel catasto onciario del 1793 risulta che gli eredi possiedono terre a Magliarello, Li Patrimoni, Vezza, Vignale Madamma Adriana, una chiusa, Scavone e Spina, conservando ancora la bottega in piazza.[xxxix] Ereditò il figlio Giuseppe,[xl] il quale in seguito risulta abitare con il figlio Pietro in contrada il Fosso (1812).

Crotone luogo detto “Il Cutetto”, palazzo Suriano.

Note

[i] Malevitana, seu Crotonen., Mainardi 1729, pp. 47-48.

[ii] Ottaviano Cesare Berlingieri circa l’anno 1656 passò alle seconde nozze con Luccia Suriano, figlia dell’Abbate Gio. Pietro Suriano, il quale promise in dote ducati 1800, di cui 300 in beni mobili ed il resto in denaro contante. ASCZ, Busta 335, anno 1685, f. 50.

[iii] AVC, Libro dei battezzati, Parrocchia di S. Maria.

[iv] “Adi 22 de jan. 1638 morse la S.ra Vittoria Lucifera et si sepelli nella cattedrale.” AVC, Cart. 20, Liber Mort. ab anno 1601 usque ad ann. 1698.

[v] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, Napoli 1649, p. 78.

[vi] Russo F., Regesto, VII, 38896.

[vii] ASCZ, Busta 229, anno 1651, f. 43.

[viii] Alla sua morte il beneficio passerà al figlio, l’arcidiacono Mutio Suriano. Russo F., Regesto, VIII, 39081.

[ix] ASCZ, Busta 660, anno 1718, ff. 8-20.

[x] ASCZ, Busta 229, anno 1661, f. 48.

[xi] Le case che erano state di Alfonso d’Alessandro erano situate in parrocchia di S. Pietro e confinavano via mediante, con le case dell’abbate Gio. Pietro Suriano. Esse furono comprate dal capitano Fulvio Leone e poi cedute al chierico Fabrizio Spina. ASCZ, Busta 312, anno 1666, ff. 56-57.

[xii] La perizia fu fatta il 5 maggio 1670 dai mastri fabbricatori Gio. Andrea di Messina e Giulio Lucifero. ASCZ, Busta 334, anno 1679, f. 20.

[xiii] Morto Antonio, ereditarono i figli Giuseppe, Giovanni e Pietro. Russo F., Regesto, VIII, 43320.

[xiv] “Nella saletta vi sono quadri grandi e piccoli n.° ventiotto, seggi usati et vecchi n.° diciotto, un boffettino con dui tiraturi vecchio, uno orologio di camera, uno lamperi di cristallo, dentro laltra camara appresso la saletta Una trabacca con sua capizzera tutta adorata usata con sua cortina di filondenti con pizzillo attorno con zagarella gialla e rossa nova, dui scrittori con li soi pedi usati, dui specchi di dui palmi e mezo, sei casci di studio con li suoi pedi con libri grandi et piccoli n.° centoventinove, quadri di diversi santi, fra grandi e piccoli n.° ventisei, due seggi piccoli di corio usati, uno bauglio usato dentro del quale vi sono …”. ASCZ, Busta 333, anno 1672, f. 46.

[xv] ASCZ, Busta 336, anno 1692, f. 138.

[xvi] ASCZ, Busta 497, anno 1708, ff. 46-52.

[xvii] Ippolita Suriano portò in dote a Fabrizio Lucifero ducati 2000 che, a 50 ducati la salma, equivalgono a 40 salmate di terra, nelle località Maccuditi e Majorano, Olivella e Passo Vecchio. ASCZ, Busta 659, anno 1717, ff. 193-196.

[xviii] Nel 1723, prima di iniziare il noviziato, Teresa Suriano fa atto di rinuncia in favore dei fratelli, i quali, a loro volta, assegnano al monastero la dote spirituale di ducati 300 al 4%, infissi sulla loro gabella Li Patrimoni, tramutati in seguito in 5 salmate di terre a Scarano. ASCZ, Busta 854, anno 1742, ff. 37-42.

[xix] Suor Maria Teresa Suriano morì in Santa Chiara il 23 luglio 1787. AVC, Liber Mortuo. ab an. 1756 usque ad annum 1790.

[xx] Nell’altare della Concezione in cattedrale dovevano essere celebrate messe settimanali per Lucrezia Suriano, Elena Suriano, Mutio Suriano, Elisabetta Presterà, Joseph Suriano, Oratio Suriano, Hieronyma Sculco, Abbate Jo. Petro Suriano, Antonio Suriano e Lucrezia Lucifero. Inoltre, un’altra messa settimanale in suffragio di Victoria Lucifero doveva essere celebrata nell’altare di Santa Maria delle Grazie dei Lucifero. AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, ff. 57v-58.

[xxi] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 117v.

[xxii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f.148v.

[xxiii] ASCZ, Busta 497, anno 1708, ff. 46-52.

[xxiv] ASCZ, Busta 611, anno 1712, f. 72; Busta 612, anno 1715, f. 191.

[xxv] Nel 1720 il beneficio di S. Maria de Jesu senza altare e cappella, di iuspatronato della famiglia Petrolillo, possedeva due case in parrocchia di S. Maria Prothospatariis, confinanti con il palazzo di Lucrezia Petrolillo e i casaleni di D. Francesco Antonio Suriano. AVC, Anselmus de la Pena, Visita, 1720, f. 42.

[xxvi] Il primo quarto, abitato dai coniugi Greco, consisteva in più membri, “cioè metà della sala con due bassamenti, Ante camera con due bassamenti, il camerino sopra il portone, casa di Rosa hoggi per cucina del medesimo, con due bassamenti, casa dove habita hoggi Rosa con uno bassamento, casa del Cutetto con uno bassamento, casa d’Annicella con uno bassamento”; l’altro quarto, abitato dai coniugi Carvello, consisteva in “metà della sala con due bassamenti, uno habitato da Flaminia, l’altro da S. Francesco D’Assise, la cucina con due bassamenti, camera con gisterna con due bassamenti, dispensa hoggi habitata da Giovanne Coronella con uno bassamento, camerino con uno bassamento, casa di Cropalati con uno bassamento”. ASCZ, Busta 611, anno 1711, ff. 42-43.

[xxvii] Il debito con Francesco Lucifero fu saldato nel 1732, quando i due fratelli sborsarono al marchese ducati 306 e grana 4. ASCZ, Busta 664, anno 1732, ff. 222v-225.

[xxviii] ASCZ, Busta 661, anno 1722, ff. 36-37.

[xxix] Russo F., Regesto, X, 53709.

[xxx] ASN, Cam. Som., Catasto Onciario Cotrone, 1743, vol. 6955, f. 77.

[xxxi] ASCZ, Busta 912, anno 1748, f. 88.

[xxxii] ASCZ, Busta 857, anno 1754, f. 443.

[xxxiii] I coniugi Dionisio de Silva e Beatrice Greco possiedono “una continenza di case locande seu quarto inferiore del palazzo ereditario della q.m Lucretia Petrolillo, fu madre d’essa Beatrice, con alcuni membri e casette al medesimo attaccate, che in tutto consistono in dieci stanze seu camere e sei bassamenti ed esclusione del quarto superiore di d.o palazzo che si appartiene al signor Francesco e sorella di Capuano”, situato davanti la chiesa di S. Maria Prothospatariis nel luogo detto “il Cutetto” e confinante, dalla parte di dietro, al palazzo di Giuseppe e Francesco Antonio Suriano. ASCZ, Busta 860, anno 1760, f. 107v.

[xxxiv] ASCZ, Busta 668, anno 1749, f. 173v.

[xxxv] Russo F., Regesto, XII, 63635.

[xxxvi] Salvatore Arrigo come erede dello zio Gregorio possedeva una casa palaziata, composta da portone, cortile, scala di cantoni, sei camere superiori, cucina e bassi, che confinava da una parte, col palazzo di Pietro Suriano e dall’altra, con le mura della città. ASCZ, Busta 917, anno 1769, ff. 102-104.

[xxxvii] ASCZ, Busta 1345, anno 1781, f. 19.

[xxxviii] AVC, Lista di Carico, Cassa Sacra, 1790, f. 58.

[xxxix] Gli eredi avevano l’obbligo di far celebrare 18 messe settimanali in suffragio di Lucrezia Suriano, Elena Suriano, Gio. Suriano, Mutio Suriano, Elisabetta Suriano, Presterà Seniore, Giuseppe Suriano Seniore, Vittoria Lucifero, Gerolima Sculco, Lucrezia Suriano Seniore e Orazio Suriano. AVC, Catasto Onciario Cotrone, 1793, ff. 47v-48.

[xl] AVC, Lista di Carico, Cassa Sacra, 1790, f. 29.


Creato il 9 Marzo 2015. Ultima modifica: 9 Dicembre 2022.

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