Le parrocchie di Crotone tra il Cinquecento ed il Seicento

Crotone, i confini delle cinque parrocchie di Crotone rimaste alla fine del Cinquecento, cui furono annesse le altre sette delle dodici esistenti precedentemente.

Alla metà del Cinquecento vi erano all’interno della città, dodici chiese parrocchiali dette anche cappelle: S. Petro, Santa Narghina, S. Nicola, S. Stefano, Santa Vennera, Santa Dominica, S. Giorgio, S. Angelo, Santa Maria de Prothospatariis, S. Ioanne, S. Nicola de Cropis e Santa Margarita. Davanti ad ogni chiesa parrocchiale vi era un largo con il nome della chiesa: Largo S. Nicola, largo S. Angelo, largo S. Petro, largo Santa Margarita, ecc.

Negli anni seguenti alla morte del vescovo Sebastiano Minturno, avvenuta l’undici novembre 1580, durante la sede vacante, le chiese parrocchiali rimasero intatte, anche se manca la documentazione riguardante la parrocchia di S. Ioanne. Infatti, troviamo le parrocchie di S. Giorgio, Santa Vennera, Santa Dominica, S. Nicola deli Greci, S. Petro, Santa Narghina, Santa Maria, S. Angelo, S. Nicola deli Cropi, S. Stefano e Santa Margarita. Nell’agosto 1578, prima della morte del vescovo di Crotone Cristofaro Berrocal (1574-1578), compare la nuova parrocchiale del SS.mo Salvatore, che sostituisce nel titolo quella di S. Nicola de Grecis. Per alcuni anni la parrocchiale, a volte compare con il titolo del SS.mo Salvatore, a volte conserva il vecchio titolo di Santo Nicola de Grecis.

Il vescovo di Crotone, lo spagnolo Iohannes Lopez (1595-1598), essendosi la città spopolata ed impoverita, riformò il numero delle chiese parrocchiali, e da dodici le ridusse a cinque. Questo avvenne nell’ottobre 1596 in tempo di visita.[i] Le cinque parrocchiali rimaste furono: Santa Margarita, SS.mo Salvatore, Santa Vennera, S. Petro e Santa Maria de Prothospatariis. Quest’ultima era divenuta in precedenza di regio patronato.

Crotone la cattedrale.

L’ambito delle nuove parrocchiali

Furono soppresse le parrocchiali di S. Giorgio, di S. Angelo, di Santa Dominica, di S. Stefano, di Santa Narghina, di S. Nicola de Cropis e di S. Giovanni Battista. Il loro ambito con i parrocchiani fu unito alle parrocchie confinanti.

La parrocchia di Santa Margarita situata alla destra entrando dalla porta della città, si allargò includendo la parrocchia di S. Giorgio. La parrocchia di Santa Maria de Prothospatariis unì quella di S. Angelo, che comprendeva il quartiere della Piscaria situato vicino alle nuove mura ed alla porta di mare. La parrocchia del Santissimo Salvatore unì la confinante Santa Dominica. La parrocchia di Santa Vennera si estese verso la timpa della Capperrina, includendo S. Stefano. S. Petro si estese occupando tutta la parte centrale della città, annettendosi le parrocchiali di Santa Narghina, di S. Nicola de Cropis e di S. Giovanni Battista.

Crotone, chiesa dei SS. Pietro e Paolo. La tradizione popolare indica S. Pietro come la primitiva chiesa di Crotone.

Documenti riguardanti le parrocchie soppresse

Parrocchia di S. Giorgio

Luoghi: il monastero di Santa Chiara, il “rebellinum Civitatis”.

Maggio 1565. Il monastero di Santa Chiara possedeva una casa “jux(ta) Jo(ann)is Francisci Juliani et viam pp.am ac aliam jux(ta) Collem Luciferi in S(anc)ti Georgii”.[ii]

1566. La “casa de m.o pet.o inconochiatore jux.a la casa de marco de vito”.[iii]

1566. La “casa de chi fo del quondam jac.o de miglio al p(rese)nte tenuta per donna antonella de sanda”.[iv] 1570-1571. La “casa del quo.m Jacovo de miglio”.[v] La “casa del quo.m Jac.o de miglio”.[vi] La “casa del quo.m Jacovo de miglio confine la casa del quo.m mariano vitello”.[vii] 1572-1573. La “casa del quo.m jac.o migllio”.[viii] 1585-1586. La “Casa del quo.m Jacovo de miglio”.[ix]

1566. La “casa de macteo la macza q.ale fo di vicenso granato”.[x] 1570-1571. La “casa del quo.m vinc.o granato”.[xi] La “casa del quo.m vic.o granato”.[xii] La “casa dell’herede del quo.m m.o vicenzo granato confine la casa del quo.m marco ant.o famareda”.[xiii] 1572-1573. La “casa del quo.m vic.o granato”.[xiv] 1585-1586. La “Casa del quo.m Vinc.o granato”.[xv]

1566. La “casa de ant.o yesio jux.a la casa de santa chiara et de la her(ede) de mondello cappa”.[xvi] 1570-1571. La “casa fu d’ant.o yesi”.[xvii] La “casa del m.o Ant.o yesi confine le case del diene”.[xviii] 1572-1573. La “casa del quo.m antonio yesi”.[xix] 1585-1586. La “Casa del quo.m Antonio yesi”.[xx]

1566. La “casa del quondam th(omas)e sarcone posseduta per Cesare Gurello in una cammera confine s(anta)a chiara”.[xxi] 1570-1571. La “casa del quo.m thomase sarcone”.[xxii] La “casa del quo.m thomaso sarcone sop.a una Camara affaciante a s.ta chiara”.[xxiii] 1572-1573. La “casa del quo.m tomase sarcone”.[xxiv] 1585-1586. La “Casa del quo.m Thomaso sarcone”.[xxv]

1570-1571. La “casa del quo.m andrea lo ciraudo”.[xxvi] La “casa che fù d’andrea ciraldo confine le case del quo.m cola fr.co perretta”.[xxvii] 1572-1573. La “casa del quo.m andrea lo ceraudo”.[xxviii] 1585-1586. La “Casa del quo.m Andrea lo ceraldo”.[xxix]

1.4.1578. Jo. Battista Famareda possiede una casa grande palaziata, con una casa terrana contigua, dove vi è un molino macinante con la sua mula, nella cappella di Santo Giorio, confine il monastero di Santa Chiara e le case di Marco de Vito.[xxx]

6.5.1578. La casa di Saymbene de Amato era confinante “iux.a R.dum monasterium Sanctae Clarae vinella mediante in parrocchia S.ti Georgii”.[xxxi]

21.5.1578. Francesca de Stilo, vedova del magistro Bernardino Oliverio, comprò dal chierico Prospero Scavello, una casa palaziata con più membri in parrocchia S. Giorgio, confinante con le case di Nicola Antonio Pyrrone ed il monastero di Santa Chiara, vinella mediante.[xxxii]

5.7.1578. La vedova Marina Pilero, di Santo Petro in Galatina, dona al frate Paulo de Maida, priore del monastero di S. Maria de Carmino, una casa palaziata in parrocchia di S. Giorgio “iux.a domum fabii zangalis iux.a domum magistri petri melioti vinella mediante”.[xxxiii]

3.2.1594. Gaspare e Prospero Scavello hanno venduto a D.no Nicolao Antonio Pirrhone “quandam continentiam domorum … positam intus Civitate Crotonis in parrocchia Sancti Georgii jux.a ven.le monasterium Sanctae Clarae vinella mediante, jux.a domos ipsiua Nicolai Antonii Pirrone, quae fuerunt illorum de Presterà, et jux.a aliam domum p.ti D.ni Nicolai Antonii, quae fuit q.m Nicolai Joannis Jacomini introitu vicinali mediante et alios fines, consistentem dictam continentiam in pluribus membris inferioribus et superioribus”.[xxxiv]

1602. Casa di Santa Chiara “olim S. Georgii ora in S.ta Margariate iux.a domos olim q.m Petri Nicolai Catizoni nunc heredum Dionisii Cavarrettae”.[xxxv]

23.3.1627. Prospero e Fabritio Leone figli ed eredi del capitano Julio Cesare Leone possiedono quoddam horreum cum quodam casaleno seu vacuo terrarum conticuo jux.a domos Ar.M.D. U.J.D. Petri Jo.is Ormazza (arciprete della città) ex uno latere et rebellinum Civitatis et iusta domum quae fuit q. Danai la Rotunda et viam pp.cam ex alio latere in parrocchia olim Sancti Giorgii olim Sanctae Margaritae.” Lo vendono all’Ormazza.[xxxvi]

7.9.1628. Matteo Cardea possiede una casa palaziata “cum camera et scala lapidea foris in par. S.tae Margaritae olim S.ti Giorgii iux.a domum Jo. Batt.ae Jerace”.[xxxvii]

6.8.1629. Matteo Cardea possiede una casa palaziata “cum camera et scala lapidea foris in par. S. Margarita olim S.ti Giorgii jux.a domum Jo. Batt.ae Jerace”.[xxxviii]

25.4.1630. Ottavio e Josepho de Berardo possiedono la metà di una casa che fu di Cola Pecorello “in par. S. Margarita olim Santo Giorgio”, confine l’altra metà che appartiene agli eredi di Caterinella Monteleone.[xxxix]

17.11.1630. L’arciprete U.J.D. Petro Jo.e Ormazza dona al figlio Cesare Ormazza una continenza di case “in par. S. Margarita olim S.to Giorgio”, isolata e consistente in una sala e quattro camere con cortile e cisterna.[xl]

1675. “Casa palatiata consistente in quattro membri superiori et quattro bassi et pozzo dentro et casaleno dietro d.ta casa sita et posta nella parrocchia di Santa Margarita jux.a le case del clerico G. Gerace et il monastero di S.ta Chiara stritto mediante nel loco detto S. Giorgio”.[xli]

Crotone, murales raffigurante S. Giorgio in piazza Villaroja.

Parrocchia di Santa Dominica

19.8.1517. Il vescovo di Crotone Antonio Lucifero vende ad Antonio de Altomonte una casa terrana in parrocchia di S. Domenica.[xlii]

31.7.1522. Antonio Altomonte e la moglie Giovanna di Stilo a titolo di permuta assegnano allo spagnolo Matteo della Torre una casa in parrocchia di S. Domenica, confine la casa di Giovanni de Aprigliano.[xliii]

Maggio 1565.Il monastero di Santa Chiara possedeva una casa “jux(ta) petrutii de miglio in s(anc)tae dominicae”.[xliv]

1566. La “casa dele herede de nise gacto jux.a la casa de vito garafalo”.[xlv]

1566. La “casa de her(ede) de ferrante turco confine la casa de agatio lo morello”.[xlvi] 1570-1571. La “casa del quo.m ant.o turco confini la casa d’agacio lo morello, et l’altra casa del detto ant.o”.[xlvii]

1566. La “casa dele her(ede) de marco ant.o varisano jux.a la casa de joanteseo siglano”.[xlviii] 1570-1571. La “casa de marcant.o varisano confine la casa de cola scigliano, et de Gio: ber.no longovucco”.[xlix]

1566. La “casa de m(esser) pet.o foresta confine fran.co turco” “una cammera de decto m(esser) pet.o foresta”.[l] 1570-1571. La “casa del m.co piet.o foresta confine le case de franc.o scurco, et d’unaltra casetta del detto piet.o. Le case del detto Pietro Foresta “sop.a una camera q.ale confina con la casa che fò de cristofaro la macchia”.[li]

1570-1571. La “casa del m.o cesare de Catanzaro confini la casa de donna Joannella de longovucco, et delo scavello”.[lii]

7.1.1578. Tra i beni portati in dote da Elisabetta de Messina che sposa Jo. Francesco Villirillo, vi è “una meza casa in parrocchia de S.ta Dominica jux. una casa de donno notio de Messina iux. la casa de Fran.co deli Mari”.[liii]

3.8.1578. Marco Antonio de Ormatia possiede una casa palaziata “in parrocchia Sanctae Domi.cae iux.a domum Grandonii Syllani, iux.a domum Jo.is Thesei Syllani jux.a domum Jo.is Pauli Varani juxa. Domum Antonelli Turchi.” La vende a Jacobo de Vito.[liv]

Febbario 1585. Isabella Gatta, moglie di mastro Ferrante, vende metà della sua casa dotale sita e posta dentro la città di Cotrone nella parrocchia di Santa Domenica.[lv]

1602. “Domum palatiatam cum domum terranea contigua sita in parrocchia prius S.tae Domenicae et in presentibus S.mi Salvatoris”.[lvi]

1602. Renzo Marino per eredità paterna possiede una “domum palatiatam cum domo terranea contigua sita et posita intus P.ta Civitate in parrocchia prius S.tae Dominicae in presentibus S. Salvatoris iux.a domum Marci Antonii Petrolilli jux.a q.dam Caterinellae Catizonis seu Jo.is Thomae de Lauria, iux.a domum dotalem Fran.ci Alvanise jux.a domum Scipionis Lantari et jux.a aliam domum maiorem Jo. Fran.ci Petrolillo et alios fines”.[lvii]

12.9.1620. Thoma de Secla vendette al reverendo Jo. Fran.co Petrolillo, una casa “in parrocchia SS.mi Salvatoris olim Sanctae Dom.cae”.[lviii]

2.9.1627. Jo. Domenico Collarino vendette a Jo. Petro Albanese, due casette palaziate “in par. SS.mo Salvatore olim S. ta Domenica” (S. Barbara).[lix]

8.8.1632. La cappella del SS.mo Sacramento possiede una casa sita “in par. SS.mi Salvatoris olim S.tae Dom.ae iux.a domos heredum q. Marci Antonii Petrolilli et domos Jo. Jacobi Petrolillo”.[lx]

Crotone, frammento murato nei pressi di via Milone.

Parrocchia di S. Nicola de Grecis

Luogo: Il largo di S. Nicola.

1566. La “casa dele herede de janbatt.a de orlando confine la casa de macteo de ricca”.[lxi]

1570-1571. La “casa del quo.m vinc.o la macchia” (Vittorio la Macchia).[lxii] La “casa del quo.m vic.o la macchia”.[lxiii] La “casa del quo.m vicenzo della macchia confine la casa de matteo de ricca”.[lxiv] 1572-1573. La “casa de victorio la macchia”.[lxv] 1585-1586. La “Casa de Vittorio la macchia”.[lxvi]

1566. La “casa chi fo dela quondam m.ca ipolita vento confine le case di gulli”.[lxvii] 1570-1571. La “casa di polita vento”.[lxviii] La “casa di polita vento”.[lxix] La “casa che fo della quo.m Ippolita vento confini le case de dionisi gulli”.[lxx] 1572-1573. La “casa de polita vento”.[lxxi] 1585-1586. La “Casa de Ippolita vento”.[lxxii]

13.5.1578. Marco Schipani possiede una casa palaziata in parrocchia “S.ti Nicolai de Grecis”.[lxxiii]

10.8.1578. Beatrice Granara possiede una casa palaziata “in parrocchia Sancti Nicolai de Grecis iux.a domum Ambrosii Miscianzia”.[lxxiv]

30.8.1578. Lucretia Simurra, moglie dello spagnolo Anriches Salgado, possiede una casa palaziata “in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum ipsius m.cae Lucretiae jux.a domum m.ci Nardi Jacomini jux.a domum terranam Sancti Nicolai de Grecis vinella mediante”.[lxxv]

23.9.1578. Nardo Jacomino possiede una casa palaziata “cum scala lapidea et meniano de foris in parrocchia S.ti Nicolai de Grecis jux.a domum m.cae Lucretiae Simurra jux.a domum mag.cae Ber.nae de Cicco jux.a domum donnae Minervae Siminara”.[lxxvi]

7.5.1585. Il reverendo donno Jo.es Thomas Cirrellus vende a Jo.es Vin.us Grecus una casa situata “in parrocchia Sancti Nicolai de Greci jux.a domum m.ci Berardinae de Cicco jux.a orreum d.nis Baronis Massanovae viam publicam et alios fines”.[lxxvii]

1699. La chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore possedeva due case basse nella sud.a Parrocchia nel largo di S. Nicola vicino alle case di Giuseppa Sillano.[lxxviii]

Crotone, frammento murato in via Ducarne.

Parrocchia di Santa Narghina

1566. La “casa dele her(ede) de fran.co de falco confine la casa de Colantonio labruto”.[lxxix] 1570-1571. La “casa de fran.co de falco”.[lxxx] La “casa de fran.co de falco”.[lxxxi] La “casa del detto fran.co confine le case de lucant.o labruto”.[lxxxii] 1572-1573. La “casa de fran.co de falco”.[lxxxiii] 1585-1586. “fran.co de falco”.[lxxxiv]

1566. La “casa de bar.lo serrante confine la casa chi fo del quondam cesero de falco”.[lxxxv] 1570-1571. La “casa de bartolo serrante”.[lxxxvi] La “casa de bartolo serrante confine la casa del quo.m fran.co de falco”.[lxxxvii] 1572-1573. Le “Case de bartolo serrante”.[lxxxviii] 1585-1586. “Bartholo serrante”.[lxxxix]

1583. Scipio de Amato possiede una casa palatiata “in par. S. Narghina”.[xc]

1583. Vincenzo Villirillo possiede una casa palatiata “in par. S.ta Narghina iux.a domum Julius La Piccola iux.a domum q.m Nicolai Game”.[xci]

23.8.1583. Jo.es Paulus Labrutus U.J.D. possiede una continenza di case palaziate “in parrocchia S.tae Narghinae jux. domum Hanibalis Suriani, jux. triponam Sanctae Narghinae jux. vias pp.cas a duobus lateribus cum introitibus a quattuor lateribus”.[xcii]

30.8.1583. Scipio de Amato possiede una casa palaziata “in par. Santa Narghina jux. domum pariete tabularum inter intrate Jacobi la Nocita alias cupino iux. domum dono Julii la Piccola vinella mediante”.[xciii]

30.8.1583. Vincenzo Villirillo possiede una casa palaziata “in parrocchia Sanctae Narghinae jux. domum julii la Piccola”.[xciv]

8.7.1594. La vedova Gesimina Lucifero possiede una “continentiam domorum in pluribus et variis membris consistentem inferioribus et superioribua, cum cortilio, puteo, positam intus dictam Civitatem Crotonis in parrocchia Sanctae Narginae iux.a domum q.m m.ci Ioannis Dom.ci Canale ex uno latere iux.a domum q.m Camilli Venturi ex altero latere viam publicam et alios fines”.[xcv]

9.10.1594. D.na Musessa Pipino, vedova di D.no Joannes Baptista Bernale e madre di Joannes Francesco Fabritio e Scipione Bernale, afferma che fanno parte dell’eredità lasciata dal marito “una continenza di case consistente in più membri inferiori et superiori posta nella parrocchia di S.ta Nargina confine la casa di D.no Gio. Giacomo Cadea con una sala, tre cammare, et uno casaleno per una cammara”.[xcvi]

21.7.1620. Carlo Cesare Scarnera dona al figlio delle case che aveva comprato da Gio. Andrea Canale. La continenza di case “consistente in più membri quali furo del q. Gio. And.a Canale posta nella parrocchia di S.ta Naryna jux.a le case che furno del q. Gio, Paolo Labruto”.[xcvii]

10.9.1620. Jo. Dom.co Labruto possiede la “continentiam domorum consistentem in pluribus membris inferioribus et superioribus cum gisterna positam in parrocchia olim S.tae Narginae ad pr.ns S.ti Petri jux.a domos quae fuerunt q.m Jo.is And.ae Canale et viam p.cam”.[xcviii]

1648. Il beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio della famiglia de Adamo, possiede un casaleno sito “in par. S.ti Petri olim Sanctae Narynae iux.a domos emptis ab Jo. Petro Suriano”.[xcix]

1701. Domenico de Labrutis lascia per testamento la sua continenza di case consistente “in tre camere col vignanello site proprio dietro S. Naina nella par. dei SS. Pietro e Paolo affaccianti alla casa di Antonino Magliari a Tota Fota quali s’habbiano da promettere in dote ad Isabella Letteri”.[c]

Crotone, piazza della Neve detta la Neve Vecchia.

Parrocchia di S. Angelo

Luoghi: Piscaria e Largo Santo Angelo.

Maggio 1565. Il monastero di Santa Chiara possedeva una casa “jux(ta) ottavii suriani in s(anc)ti Angeli parrochiis”.[ci]

1566. La “casa de renzo dele pira confine la casa de masi brancati”.[cii]

1566. La “casa de jo(ann)i bravuso confine la casa dela m.ca joannella pica”.[ciii]

1566. La “casa de marco de simone confine la casa delle her(ede) de not.o Ant.o sillano”.[civ]

1566. La “casa dele her(ede) de simone faraldo chi al p(rese)nte tene puglaniti”.[cv] 1570-1571. La “casa di simone faraldo”.[cvi] La “casa del quo.m simone faraudo”.[cvii] La “casa de simone faraldo confine la casa de m(esser) perruccio lucifero, et de jacovo giurello”.[cviii] 1572-1573. La “Casa del quo.m simone faraudo”.[cix] 1585-1586. La “Casa del quo.m simone faraldo”.[cx]

1566. La “casa del mag.co pompeo lucifero la q.ale fo del quondam cola jorie jux.a la casa ut s.a” (di Simone Faraldo ndr).[cxi] 1570-1571. La “casa del quo.m perruccio lucifero”.[cxii] La “casa del quo.m perruccio lucifero”.[cxiii] La “casa del m.co perruccio lucifero q.ale fù de cola yorge confine la casa de simone faraldo”.[cxiv] 1572-1573. La “Casa del quo.m perruccio lucifero”.[cxv] 1585-1586. La “Casa del quo.m Pirruccio locifero”.[cxvi]

1570-1571. La “casa del quo.m tomascino la picciola”.[cxvii] La “casa di tomascino la picciola”.[cxviii] La “casa de tomascino la picciola confine la casa di Ger.mo tibaldo”.[cxix] 1572-1573. La “Casa de Tomasino la piccola”.[cxx] 1585-1586. La “Casa de Tomascino la piccola”.[cxxi]

1566. La “casa de hier.mo piamonte chi fo de serise de nicotera”.[cxxii] 1570-1571. La “casa del quo.m serisi de nicotera”.[cxxiii] La “casa del quo.m serisi de nicotera”.[cxxiv] La “casa de sirisi de nicotera confine la casa di pietro brancati, et di cesare de nicotera”.[cxxv] 1572-1573. La “Casa del quo.m serisi de nicotera”.[cxxvi] 1585-1586. La “Casa del quo.m Serise de nicotera”.[cxxvii]

1566. La “casa de hier.mo liveri confine la casa de donna diviciana”.[cxxviii] 1570-1571. La “casa di geronimo oliveri”.[cxxix] La “casa di Ger.mo oliveri”.[cxxx] La “casa di ger.mo oliverio q.ale fu de dionisio mazzulla confine la casa di piet.o brancati”.[cxxxi] 1572-1573. La “Casa de ger.o oliveri”.[cxxxii] 1585-1586. La “Casa de Ger.mo liveri”.[cxxxiii]

1570-1571. La “casa de cesare de nicotera”.[cxxxiv] La “casa di cesaro de nicotera”.[cxxxv] La “casa del quo.m cesare de nicotera confine la casa de donna ber.na paudari, et de serise de nicotera”.[cxxxvi] 1572-1573. La “Casa de Ces.e de nicotera”.[cxxxvii] 1585-1586. La “Casa de Cesare de nicotera”.[cxxxviii]

1570-1571. La “casa de luca marvaso”.[cxxxix] La “casa di luca amoruso”.[cxl] La “casa che fu di luca marvaso confine la casa de donno cataldo de adamo q.ale fu de Gio: paulo poherio”.[cxli] 1572-1573. Le “Case de luca amuruso”.[cxlii] 1585-1586. La “Casa de luca amoruso”.[cxliii]

1566. La “casa de diviciana maczulla jux.a la casa de donno joandominico nigro”.[cxliv] 1570-1571. La “casa de dionisi mazzulla”.[cxlv] La “casa di dionisi mazzulla”.[cxlvi] La “casa del quo.m dionisio mazzulla confine la casa de gio(ann)e magro”.[cxlvii] 1572-1573. Le “Case de dionisio mazulla”.[cxlviii] 1585-1586. La “Casa de Dionisi mayulla”.[cxlix]

1566. La “casa de stefano fiascone et de jo(ann)i antoni scavello”.[cl] 1570-1571. La “casa de donno nicola scavello et gioanne de balsamo”.[cli] La “casa di donno cola scavello”.[clii] La “casa de donno nicola scavello, et de Gio(ann)e balsamo confine la casa de m(ast)ro perri, al p(rese)nte è de m(ast)ro nardo calabrese”.[cliii] 1572-1573. Le “Case de Cola scavello”.[cliv] 1585-1586. La “Casa de D. Cola scavello”.[clv]

1566. La “casa de santo luca confine la casa de Marco terranova”.[clvi] 1570-1571. La “casa de matteo d’adamo al presente de santo luca”.[clvii] La “casa di matteo d’adamo”.[clviii] La “casa de matteo d’adamo è de s.to luca confine la casa de marco terranova”.[clix] 1572-1573. Le “Case de matteo de adamo”.[clx] 1585-1586. La “Casa de matteo de adamo”.[clxi]

1570-1571. La “casa fu di tomasi inconochiaturi”.[clxii] La “casa del quo.m thomase inconochiat.re”.[clxiii] La “casa che fò de thomascio Inconocchiatore confine la casa deli heredi de not.o ant.o Scigliano”.[clxiv] 1572-1573. La “Casa del quo.m tomasino Inconochiatori”.[clxv] 1585-1586. La “Casa del quo.m Tomasino InConocchiatore”.[clxvi]

1566. La “casa de m.o cola lo citraro confine la casa de santo jac.o”.[clxvii] 1570-1571. La “casa del quo.m m.o cola lo citraro”.[clxviii] La “casa del quo.m cola lo citraro”.[clxix] La “casa de m.o cola lo citraro confine la casa de s.to Jacovo”.[clxx] 1572-1573. La “Casa del quo.m Cola lo citraro”.[clxxi] 1585-1586. La “Casa del quo.m Cola locitraro”.[clxxii]

1566. La “casa del figlio de donno bap.ta de squillaci confine le case de hier.mo tibaldo”.[clxxiii] 1570-1571. La “casa d’agacio de squillaci”.[clxxiv] La “casa de agacio de squillace”.[clxxv] La “casa che fù del quo.m agacio de squillaci confine la casa de gio(ann)e de secla”.[clxxvi] 1572-1573. La “Casa de agatio de squillaci”.[clxxvii] 1585-1586. La “Casa de Agatio de squillace”.[clxxviii]

1566. La “casa de Jo(ann)e de secra jux.a la casa delo purto”.[clxxix] 1570-1571. La “casa di gio(ann)e de secra”.[clxxx] La “casa de gio(ann)e de secra”.[clxxxi] La “casa de Gio(ann)e de secla confine la casa d’agacio lo polito”.[clxxxii] 1572-1573. La “Casa de gioa(nne) de secra”.[clxxxiii] 1585-1586. La “Casa de Gio(ann)e de secla”.[clxxxiv]

1566. La “casa de donno jand(omi)nico nigro”.[clxxxv] 1570-1571. La “casa di donno Gio: d(omi)nico nigro”.[clxxxvi] La “casa di gio: d(omi)nico nigro”.[clxxxvii] La “casa de donno Gio: d(omi)nico nigro”.[clxxxviii] 1572-1573. La “Casa de gio: d(omi)nico nigro”.[clxxxix] 1585-1586. La “Casa de Jo: d(omi)nico nigro”.[cxc]

1570-1571. La “casa di donno vic.o puglisi”.[cxci] La “casa di donno vic.o puglisi”.[cxcii] La “casa dell’her.e del quo.m donno vicenzo pollisio q.ale fò d’antonello miccello confine la casa di Gioancola delo massaro”.[cxciii] 1572-1573. La “Casa de vic.o puglisi”.[cxciv] 1585-1586. La “Casa de Vinc.o puglisa”.[cxcv]

1566. La “casa de lucantonio misasio jux.a la casa de jancola lo massaro”.[cxcvi]

17.2.1578. “domum palatiatam in par. S.ti Angeli iux. Domos m.ci Jo.is Thesei Sillani jux.a domum no. Vinc. La Piccola jux. domum terraneam Petrolillo”.[cxcvii]

23.3.1578. Julius Grandellus cede al Reverendo Cataldus de Adamo due vacui e quattro pertinenze della casa “in par. S. Angelo”, confinante la sua casa e la casa di Luca Antonio Caracalla.[cxcviii]

28.11.1583. Bartolomeo de Adamo abitava “in parrocchia Sancti Angeli jux. domos her. q. m.ci Pompei Luciferi vinella mediante”.[cxcix]

19.6.1591. Le case dove abitava il notaio Marco Antonio Partitario, e dove ora abita la vedova del notaio, la magnifica Faustina de Meglio, erano situate “in parrocchia Santi Angeli proprie ante dictam cappellam via pp.ca med.te”.[cc]

13.9.1594. Il monastero di Gesù Maria possiede “quandam domum palatiatam positam intus dictam Civitatem in parrocchia S.ti Angeli iux.a domos Lucae Indulcato iux.a domos illorum de Piterà iux.a alias domos D.ni Fabritii Lucifero”. I frati la cedono in enfiteusi a Fabritio Lucifero.[cci]

5.11.1611. Cornelia Barricellis possedeva una continenza di case palaziate “nella Parr.a di S. Angelo, al presente detta di S. M. di Protospataris”, confine le case di Gio. Andrea Barricellis.[ccii]

8.8.1627. Julio Cesare Petrolillo possiede una casa consistente “in duobus membris: camera et sala cum puteo et scala lapidea sitam in par. S.tae Mariae Protospataris olim S.ti Angeli jux.a domum dotalem Fabritii Caparra et domum Ottavii Cizza stricto mediante”.[cciii]

11.4.1628. Le case palaziate della q. Cornelia de Barricellis consistenti in una sala e quattro camere erano situate “in par. olim S.ti Angeli ad pre.ns S.tae Mariae Protospataris jux.a domos heredum q. Jo.is Andreae de Bonellis domum Margaritae Indulcato vias pp.cas”.[cciv]

1649. La chiesa esisteva ancora al tempo del Nola Molise nella contrada Pescheria.[ccv]

1668. “Largo detto S.to Angelo”.[ccvi]

Joanne Lopez, vescovo di Crotone, vedendo che erano troppe 12 parrocchie in una città piccola, le ridusse a 5 e unì i parrocchiani della chiesa di Sant’Angelo a quelli di Santa Maria de Protospatariis.[ccvii]

Crotone, piazza Sant’Angelo.

Parrocchia di S. Nicola deli Cropi “alias deli pisciuni”

Luoghi: “la ferraria”, “rebellinum Civitatis”, “Ecclesia”, “strata dela Judeca”.

18.8.1564. Rafaele Prato abitava “in parrocchia Sancti Nicolai deli Cropi in strata dela Judeca”.[ccviii]

Maggio 1565. Il monastero di Santa Chiara possedeva “nec non aliam jux(ta) marci lo massaro et aliam jux(ta) Jo(ann)is de nogale et aliam jux(ta) annuntiationis b(ea)tae m.ae nec non et aliam jux(ta) Antonii montacini in S(anc)ti nicolai de Cropis”.[ccix]

1570-1571. La “casa di Gio: ramunno Foresta”.[ccx] La “casa di gio: ramundo Foresta”.[ccxi] La “casa di gio: ramunno foresta confine la casa de fran.co petrolillo”.[ccxii] 1572-173. La “Casa de gio: ramondo foresta”.[ccxiii] 1585-1586. La “Casa de Jo: ramunno de foresta”.[ccxiv]

1570-1571. La “casa di marcant.o magno”.[ccxv] La “casa di marcant.o magno”.[ccxvi] La “casa dell’herede de marco ant.o magno confini la casa de donno matteo perretta”.[ccxvii] 1572-173. La “Casa de marco ant.o magno”.[ccxviii] 1585-1586. La “Casa de marcoant.o magno”.[ccxix]

1566. La “casa de marco ant.o riczuto jux.a la casa de nardo perrecte”.[ccxx]

1566. La “casa dele her(ede) de marco ant.o susanna”.[ccxxi] 1570-1571. La “casa de matteo susanna”.[ccxxii] La “casa di matteo susanna”.[ccxxiii] La “casa del quo.m matteo susanna nominata la ferraria confini la casa de Gio: paulo poherio”.[ccxxiv] 1572-1573. La “Casa de matteo susanna”.[ccxxv] 1585-1586. La “Casa de Matteo susanna”.[ccxxvi]

1570-1571. La “casa di Gio: paulo poherio”.[ccxxvii] La “casa di gio: paulo poheri”.[ccxxviii] La “casa del detto Gio: paolo poherio confine detta casa de matteo susanna”.[ccxxix] 1572-1573. La “Casa de gio: paulo poerio”.[ccxxx]

1570-1571. La “poteca di Gio: th(e)se(o) campitello”.[ccxxxi] La “poteca del quo.m Gio: tho(ma)se campitello confine la poteca dell’Ecc.sia”.[ccxxxii] 1572-1573. La “poteca del quo.m gio: d(omi)nico campi.lo”.[ccxxxiii] 1585-1586. La “potegha del quo.m Gio: d(omi)nico camp.lo”.[ccxxxiv]

1566. La “potega deli m.ci julio cesare et lelio luciferi”.[ccxxxv]

1566. La “casa deli her(ede) de prospero lucifero”.[ccxxxvi]

1566. La “casa dele her(ede) de fran.co pet.olillo confine la casa de octaviano suriano”.[ccxxxvii] 1570-1571. La “casa di fran.co petrolillo”.[ccxxxviii] La “casa del quo.m fran.co petrolillo confine la casa d’ottaviano suriano”.[ccxxxix] 1572-1573. La “Casa de fran.co petrolillo”.[ccxl] 1585-1586. La “Casa de fran.co petrolillo”.[ccxli]

1566. La “casa de m.o Cola fran.co de belcastro confine ut supra” (gli erdi di Fancesco Petrolillo ndr).[ccxlii]

1566. Li “casalini del m.co scipione suriano li q.ali forono de vinzalao susanna”.[ccxliii]

1.6.1578. Oliverina de Oliverio possiede una casa “in parrocchia Sancti Nicolai de Cropis iux.a domos Nicolai Prato vias pp.cas a duobus lateribus”.[ccxliv]

18.8.1583. Luca Montefras… possiede una casa palaziata “in parrocchia S.ti Nicolai de Cropis jux.a domum her. Magistri Marci Pecori jux.a domum magistri Fran.ci Zagaria vinella mediante”. La casa è gravata da un annuo censo di carlini tre dovuti al feudo “delo piscioni”.[ccxlv]

7.7.1591. Il nobile Dionisio Pisanelli, fratello del fu Consalvo e tutore testamentario di Johannes Baptista Pisanelli, figlio di Consalvo, vende a Vincentio Perretta “domum palatiatam sitam et positam intus p.tam Civ.tem in parrocchia S.ti Nicolai de Cropis cum puteo et granarro intus eam jux.a domum m.corum Johannis et Vincentii Perrette jux.a domum nob. Marci Antonii Drago”. La casa era stata comprata da Consalvo Pisanelli, al tempo che viveva, da Donna Iulia de Falco al presente vedova di Artelio Ricca, il 7 agosto 1588 per ducati 50.[ccxlvi]

29.1.1594. Il m.co Joanne Perretta scambia la sua casa con quella di Donna Isabella Jannice, vedova di Antonino Tirioli. Il Perretta possiede “quandam domum palatiatam sitam et positam intus dictam Civitatem in parrocchia Sancti Nicolai de Cropis, jux.a domum m.ci Jacobi Ursi, jux.a domum m.ci D.ni Hortentii Labruti, jux.a domum nob. Joais Baptistae Pisanelli et alios fines … cum scala lapidea foris”. La Jannice possiede “quandam domum palatiatam cum appartamento superiori, et inferiori intus p.tam Civ.tem in p.ta parrocchia S.ti Nicolai de Cropis jux.a domum magnam p.ti m.ci Joannis Perrettae, jux.a domum no. Joannis Baptistae Pisanelli et alios fines”.[ccxlvii]

6.7.1594. I coniugi Dionisio Pisanello e Filisdea Carpenteria abitano “in parrocchia Sancti Nicolai de Cropis alias deli pisciuni iux.a domos m.ci Ioannis Perrettae iux.a rebellinum dictae civitatis et alios fines”.[ccxlviii]

1598. Julio de Squillace e Jo Francesco Squillace, figli ed eredi di Jo. Andrea e Paulo de Squillace/ Angelo de Squillace fratelli e figli di Cola Francesco de Squillace, possiedono nel 1598 delle case “in parrocchia di S. Petro olim S. Nicolai de Cropis iux.a le case di Alfonso Durso al presente di Domenico Durso.[ccxlix]

16.11.1630. Julio e Jo.e Francesco de Squillace, figli ed eredi di Jo. Andrea, possiedono le case dei Squillace “site in par. di S. Petro olim di S. Nicola de Cropis iux.a le case di Gio. Alfonso d’Urso al presente di Domingo d’Urso.[ccl]

Crotone, in evidenza l’area in cui esisteva la chiesa di S. Nicola de Cropis.

Parrocchia di S. Giovanni Battista

Luoghi: Porta Civitatis e regie mura.

1631. Cappella di S. Giovanni delli carcerati.[ccli]

1699. “ecclesiuncula sub titulo S. Jo.is Bap.tae ante portam Civitatis”.[cclii]

1774. Chiesa detta Santo Giovanni Decollato, era molto piccola dentro le mura e situata di fronte alle carceri per uso dei prigionieri.[ccliii]

1793. “Bottega nella fila della fu chiesa di S. Giovanni Battista poggiata alle regie mura”.[ccliv]

Crotone, il luogo in cui esisteva la chiesa di S. Giovanni.

Parrocchia di S. Stefano

Luoghi: Ribellini.

1578. “In parrocchia S.ti Stefani iux. M.ci Julii Susanna iux. Casalena m.ci Dionisii Pipini ribellinos”.[cclv]

5.5.1578. Il Reverendo Fabio Prato ed il fratello il notaio Petro Paolo Prato, entrambi di Isola, possiedono una casa palaziata “in parrocchia S.ti Stefani jux.a domum Jo.is Thesei Syllani jux.a domum monasterii Jesu Mariae”.[cclvi]

12.10.1578. I fratelli Julio Cesare e Horatio Casaczone promettono in dote alla sorella Victoria, che sposa Garcia de Cutanda, una casa palatiata posta nella parrocchia de Sancto Stefano confine la casa de donno Cataldo de Squillatio.[cclvii]

1.4.1585. Bernardino Pignataro possiede una casa “in parrocchia Santi Stefani iuxa. Domum donnae Joannae de Arcuri via mediante”.[cclviii]

17.5.1591. È messa all’asta la casa di Isabella Leone, madre e tutrice di Lelio e Gio. Paulo Lucifero: “Una casa palaciata loco dicto la parrocchia di S.to Stefano iux.a la casa di Colella Micheli, la via publica et altri confini”.[cclix]

1602. “Domum palatiatam sitam intus p.tam Civitatem in parrocchia prius S.ti Stephani et inpresentim S.tae Vennere jux.a domum heredum Dime de Cutanda et iux.a domum Minici Curarelli viam pp.cam”.[cclx]

18.12.1620. Case “in parrocchia S.ti Stefani ad pre.ns S.tae Vennerae iux.a domos q. m.ri Andreae Rizzo et … Pantisani”.[cclxi]

28.5.1629. “Gio. Cola Basoino rettore e cappellano del juspatronato di S.to Luca della famiglia delli Adami posto dentro la cattedrale di V. S. Ill.ma con supp. fa intendere come essendo stato unito al d.o juspatronato in piena visita da mons. Fra Gio.e Lopez pred.re di V. S. Ill.ma uno casalino posto dentro la d.a Città nella parocchia di S.to Stefano ma al presente di S.ta Vennera iusta le case di Horatio Catizone e altri confini come per decreto sotto il di 21 del mese d’otto.e 1596.”[cclxii]

Crotone, in evidenza l’area in cui esisteva la chiesa di S. Stefano.

Documenti riguardanti le parrocchie rimaste dopo la riduzione dell’ottobre 1596

Parrocchia di Santa Margarita

3.1.1556. Anselmo Berlingeri possedeva “magazeni et case in la parrocchia de S.ta Margarita justa le case del m.co Cola Jacomini et le case delliheredi del m.co Vincislao Susanna”.[cclxiii]

Maggio 1565.Il monastero di Santa Chiara possedeva una casa “jux(ta) heredum fr. Colle Casazonis in S(anc)tae margaritae”.[cclxiv]

1.5.1577. “Iosepho Bernardini pbro Cotronen., providetur de parochiali ecclesia, cappella nuncupata, S. Margarithae, Cotron., vac. Per ob. Caesaris Riccio”.[cclxv]

1578. “domum cum casaleno in parocchia S.tae Margaritae jux. Domos V.lis monasterii Sanctae Clarae jux. Domum Fran.ci delo Gara q. fuit hered. q. Nicolai Jo.is Jacomini”.[cclxvi]

9.4.1578. Adriana Calea possiede una casa palaziata in par. S. Margarita confinante con la casa del notaio Gio. Galatio, la casa di Manilio …, la casa di Santa Chiara vinella mediante e … degli eredi di Petro Nicola Catizzone.[cclxvii]

21.10.1579. Elena Berlingerio essendo in debito con Quinto Caparra, gli dà una continenza di case con casaleni in parrocchia di S. Margarita, confine la casa del beneficio posseduto dal sacerdote Marcantonio Basoino.[cclxviii]

11.9.1602. Il monastero di Santa Chiara possedeva una casa palatiata “in parrocchia tunc S.ti Georgi et inpresentiarum S.tae Margaritae jux.a domum inpresentiarum Masii Syllani, jux.a domum dotalem Julii mezacroce, vinella med.te et jux.a vias pp.cas ex aliis lateribus cum vineano et scala lapidea foris”. Messa all’asta fu venduta a Vincentio Maneri.[cclxix]

1602. Casa di Santa Chiara “olim S. Georgii ora in S.ta Margariate iux.a domos olim q.m Petri Nicolai Catizoni nunc heredum Dionisii Cavarrettae sita et posita intus p.ta Civitate in parrocchia S.ta Margarita iux.a monasterium S.tae Clarae iux.a domum reddititia Nicolao Magnanimo via pp.ca”.[cclxx]

1.6.1610. I coniugi Michele Ravarro, “hispano”, e Marianna Rodriguez possiedono metà di casa palaziata che fu del q.m Nicola Pecorelli situata in parrocchia di Santa Margarita confinante con l’altra metà che appartiene a Julio Monteleone e con la casa dell’erede del q.m Francesco Caracalla, via pubblica ed altri confini.[cclxxi]

22.9.1610. Cesare Marzano possiede “incomune et indiviso” col fratello Pirruccio “una casa palatiata in parrocchia S.ta Margarita confine le case di Gio. Cesare Scaczierro ex uno latere et ex alio di Giuseppe Jacino”.[cclxxii]

18.11.1612. Nella dote promessa da Gio. Augustino Pintado alias Milanese, alla figlia Vittoria che va sposa a Gio. Domenico Squillace, vi è “una casa palatiata posta in parrocchia di Santa Margarita confine la casa della N.ra donna del Capo confine la casa di Ger.mo Bayo et altri confini”.[cclxxiii]

26.9.1613. Flora de Spina vedova di Jo. Dom.co Miniscalco, dona al nipote il canonico Jo. Petro Borghesio, una casa palatiata sita in parrocchia Santa Margarita “jux.a domum Jo. Fran.ci Giuliani, jux.a domum Mutii Favara Jux.a domum Jo. Fran.ci Nigri cum pluribus et diversis membris inferioribus et superioribus, cum duobus entratis cum scala lapidea intus et vineano ex uno latere et ex alio latere cum scala lignea”. Dentro la casa vi è un molendino “veterum sine petris”.[cclxxiv]

21.10.1613. Isabella Burghese dona al padre Minichello Borghese, una casa palatiata situata in parrocchia di Santa Margarita “jux.a domum Floris de Spina jux.a domum Sanctae Clarae”.[cclxxv]

19.9.1614. Petro Marzano abita “in par. S. Margarita iux.a domum Antonii de Jeraci iux.a domum Joannis Iacobi Pignanelli”.[cclxxvi]

17.2.1616. Vincenzo de Leotta compra da Diana Caparra una continenza di case in par. S. Margarita consistente in “uno palazzo alto grande con appartamenti superiori et inferiori”, e “una casa terrana seu magazeno conticuo verso la parte di mezzogiorno”.[cclxxvii]

8.6.1620. Marco Antonio Petrolillo compera una casa dai coniugi Francesco Antonio Bruno e Angelella Miniscalco. La casa era stata comprata dai detti coniugi da Elisabetta de Massaris vedova di Jo. Fran.co Galatio, ed era situata “in par. S. Margarita iusta alias domos dittae Elisabettae de Massaris domum R. Archipresbiteri dittae Civitatis”, e consisteva di due camere superiori e inferiori “cum scala lapidea et gisterna”.[cclxxviii]

11.6.1620. Fabio La Nocita vende a Jo. Paulo Basoino una casa palatiata e un’altra terrana contigua “in par. S. Margarita iusta domos Penolepeae Selvagiae et Dianorae Ceraso et domum Jo.is Dom.ci de Squillace muro intermedio”.[cclxxix]

9.11.1620. Consalvo de Martino di Strongoli compra all’asta le case che furono di Claudio Caparra. Le case erano poste in parrocchia di Santa Margarita e consistevano “in una continentia palatiata cum una tutrri et cum duobus aliis membris contiguis et uno casaleno, iux.a dictas domos versus la piaczetta, et d.a turris versus domos quae fuerunt q.m Jo.is And.ae Puglisii modi veri sunt Petri Fran.ci Vezzae cum horreo et mombris inferioribus et superioribus nec non et in uno palaczetto in eodem loco cum horreo subtus iux.a domum Mutii Prothospatari”.[cclxxx]

16.11.1621. Beatrice Patitario, vedova di Pirro Marzano, afferma che Pirro Marzano abitava nelle case “in parrocchia S.tae Margaritae jux.a domos Jo. Cesaris Scazzuno vias pp.cas”.[cclxxxi]

5.3.1622 Gio. Battista di Nola de Molise possiede una casa palaziata in parrocchia di Santa Margarita vicino la piazza nel luogo detto “la ruga del Caro”, confinante con le case di Gio. Francesco Juliano, vie pubbliche e cortile comune vicinale con scala lapidea esterna, “consistente in uno membro seu camara et appartamenti superiori, inferiori, medi”. Le vende al chierico Gio. Battista Rotella.[cclxxxii]

2.9.1622. Beatrice Pugliese vedova di Julio de Leotta, abita “in par. S. Margarita jux.a domum heredum q. Pyrri Marzani et domum Josephi Jacino”.[cclxxxiii]

23.9.1623. Beatrice Schiglietta vedova di Julio lo Massaro, possiede una casa palaziata “in par. S. Margarita iux.a horreum quod fuit q. Antonelli lo Massaro ad presens possessum per Jo. Dom. Villirillo et casalenum seu domum terraneam Jo. Fra.ci Nigri”. La vende a Ottavio Pizzuto.[cclxxxiv]

23.1.1626. Petro Antonio e Josepho Pagano possiedono delle case “in par. S.ta Margarita iux.a domos Petri Fran.ci Vezza et sororis Silvagiae Ceraso ex uno latere et domum Jo. Mattei Simeoni ex alio”.[cclxxxv]

23.3.1627. Prospero e Fabritio Leone, figli ed eredi del capitano Julio Cesare Leone, possiedono “quoddam horreum cum quodam casaleno seu vacuo terrarum conticuo jux.a domos Ar.M.D. U.J.D. Petri Jo.is Ormazza (arciprete della città) ex uno latere et rebellinum Civitatis et iusta domum quae fuit q. Danai la Rotunda et viam pp.cam ex alio latere in parrocchia olim Sancti Giorgii olim Sanctae Margaritae”. Lo vendono all’Ormazza.[cclxxxvi]

16.11.1627. Decio de Napoli possiede una continenza di case in par. di S.ta Margarita confine le case di Fran.co Negro e del notaio Gio. Dionisio Spetiale.[cclxxxvii]

29.7.1628. Bartolo de Martino di Strongoli come erede di Consalvo de Martino, possiede una continenza di case in parrocchia di S. Margarita “in pluribus et diversis membris inferioribus et superioribus cum fabrica nova pro cortile et gisterna et cum casaleno jux.a domum Berardinae de Secla ed i casaleni del jurispatronato del q. Ottaviano Suriano et del canonicato al presente posseduti dal U.J.D. Anibale Syllano nec non palatium in alto et bascio à fronte dittam domum in eodem loco et parrochia jux.a horreum heredum q. Jo. is Batt.ae Mangione et domum Mutii Protospatari”.[cclxxxviii]

6.8.1628. Horatio Vetero possiede una casa palaziata in un alto e basso, “lo bascio diviso in dui nella par. di S. Margarita jux.a la casa di Giulio Mezacroce e le case dell’heredi del q. Vincetio Maneri”. La vende ad Andrea Greco.[cclxxxix]

7.9.1628. Matteo Cardea possiede una casa palaziata “cum camera et scala lapidea foris in par. S.tae Margaritae olim S.ti Giorgii iux.a domum Jo. Batt.ae Jerace”.[ccxc]

27.2.1629. Andrea Greco possiede una casa palaziata “consistente in un alto e basso in par. S. Margarita iux.a domum Vincentii Maneri et domum Julii Mezacroce”. La vende a Vittoria Iaquinta.[ccxci]

28.2.1629. Jo. Batt.a de Nola Molise possiede assieme al fratello Hieronimo, una casa palaziata “in alto et bascio et medio sitam in par. S.tae Margaritae iux.a domos Jo.is Fran.ci Juliani et domum cum apoteca ven.lis monasterii de observatia Civitatis p.ttae stricto mediante vias pp.cas seu cortile dicto dello Caro”. La vende a Jacobo Perretta.[ccxcii]

6.8.1629. Matteo Cardea possiede una casa palaziata “cum camera et scala lapidea foris in par. S. Margarita olim S.ti Giorgii jux.a domum Jo. Batt.ae Jerace”.[ccxciii]

1.2.1630. Il R.do Dottor Gio. Petro Borghesio, canonico della cattedrale e cappellano del castello, dona alla sorella Paula che sposa Jacinto de Arena, “una continentia di case sita et posta nella cappella di S.ta Margarita “consistente in più et diversi membri inferiori et superiori confine la casa di Gio. Fran.co Giuliani, confine la casa di Mutio Favara”.[ccxciv]

25.4.1630. Ottavio e Josepho de Berardo possiedono metà di casa che fu di Cola Pecorello “in par. S. Margarita olim Santo Giorgio”, confine l’altra metà che appartiene agli eredi di Caterinella Monteleone.[ccxcv]

11.6.1630. Annibale e Cesare Marzano figli ed eredi di Pirro Marzano, possiedono “metà di casa in parrocchia Santa Margarita iux.a domos ex uno latere q.m Jo.is Cesaris Zurlo et ex alio q.m Josephi Jacino”.[ccxcvi]

17.11.1630. L’arciprete U.J.D. Petro Jo.e Ormazza dona al figlio Cesare Ormazza, una continenza di case “in par. S. Margarita olim S.to Giorgio”, isolata e consistente in una sala e quattro camere con cortile e cisterna.[ccxcvii]

30.8.1633. Alfonso Giuliano possiede due case grandi et due altre casette in par. S. Margarita sulle quali esige la “pisone” dall’università.[ccxcviii]

23.1.1634. Hippolita Berlingeri vedova di Nicola Antonio Perrone, abitava “in par. S. Margarita iux.a domum Pauli Spina”.[ccxcix]

1.2.1634. Gio. Th.se Facente possedeva una casa palaziata “con due membri et inferiori e mezo cortiglio nella cappella di S.ta Margarita justa le case di Ottavio Pizzuto et le casette dotali della q. Francischella di Ancona moglie di esso Facente”. Un mulino macinante con sua mula sotto detta casa.[ccc]

8.6.1634. L’alfiere Didaco Jacino possiede una casa palaziata nella parrocchia di Santa Margarita confine la casa di Gio. Paulo Thesorero, confine la casa della chiesa di Santa Caterina nel loco detto “la Scalilla”.[ccci]

1675. Casa palatiata consistente “in quattro membri superiori et quattro bassi et pozzo dentro et casaleno dietro d.ta casa sita et posta nella parrocchia di Santa Margarita jux.a le case del clerico G. Gerace et il monastero di S.ta Chiara stritto mediante nel loco detto S. Giorgio”.[cccii]

Crotone, via S. Margherita.

Parrocchia di Santa Vennera

1566. “Tene decto vescovato una casa confine la casa de ant.o de cola yeremia”.[ccciii]

1566. La “casa de balestrera jux.a la casa de frabitio simurra”.[ccciv]

1566. La “casa chi fo del quondam loisio de donato la q.ale la tene cola piczolo jux.a le case de agostino pulliczi”.[cccv] 1570-1571. La “casa del quo.m loise di donato”.[cccvi] La “casa del quo.m loise de donato”.[cccvii] La “casa del quo.m loisio de donato confine la casa di gio: d(omi)nico denaro”.[cccviii] 1572-1573. La “casa del quo.m luisi de donato”.[cccix] 1585-1586. La “Casa de Gio: loisio de donato”.[cccx]

1570-1571. La “casa del quo.m m.o cesare catanzaro”.[cccxi] La “casa del quo.m m.o ces.e Catanzaro”.[cccxii] 1572-1573. La “casa del quo.m Ces.e catan.ro”.[cccxiii] 1585-1586. La “Casa del quo.m m.o Cesare Catanzaro”.[cccxiv]

1570-1571. La “casa del quo.m Antonio turco”.[cccxv] La “casa del quo.m Ant.o turco”.[cccxvi] 1572-1573. La “casa del quo.m ant.o turco”.[cccxvii] 1585-1586. La “Casa del quo.m Ant.no turco”.[cccxviii]

1570-1571. La “casa de Marco ant.o varisano”.[cccxix] La “casa de marcoant.o varisano”.[cccxx] 1572-1573. La “casa del quo.m ant.o varisano”.[cccxxi] 1585-1586. La “Casa del quo.m Ant.no varisano”.[cccxxii]

1570-1571. La “casa di pietro Foresta”. “una camara dela casa di pet.o Foresta confine la casa di xpofaro la macchia”.[cccxxiii] La “casa di piet.o furesta”. “la cam.a dela casa confine de le case de xpofaro la macchia”.[cccxxiv] 1572-1573. La “casa de pietro foresta”. La “casa seu camara dela casa confini li case de Cristofal la macchia”.[cccxxv] 1585-1586. La “Casa de petro foresta”. La “Casa seu Cammera dela Casa confine le Case de Cristofal la macchia”.[cccxxvi]

1566. La “casa de mondello cappa jux.a cola piczolo”.[cccxxvii] 1570-1571. La “casa del quo.m mondello cappa”.[cccxxviii] La “casa del quo.m mondello cappa confini la casa dell’heredi de colella vitello”.[cccxxix] 1572-1573. La “casa del quo.m mundo cappa”.[cccxxx] 1585-1586. La “Casa de Gesimundo Cappa”.[cccxxxi]

1566. La “casa de masi risitano chi fo de not.o jancola de chiane”.[cccxxxii] 1570-1571. La “casa de mase risitano”.[cccxxxiii] La “casa de mase risitano confini le case del quo.m not.o Gioancola, et de gio: th(oma)se caracciolo”.[cccxxxiv] 1572-1573. La “casa de masi risitano”.[cccxxxv] 1585-1586. La “Casa de Mase risitano”.[cccxxxvi]

1570-1571. La “casa di gio: batt(ist)a Scigliano”.[cccxxxvii] La “casa del quo.m Gio: batt(ist)a scigliano confine la casa de marchione barbamayore”.[cccxxxviii] 1572-1573. La “casa de gio: batt.a sciglliano”.[cccxxxix] 1585-1586. La “Casa de Gio: b(atti)sta Scigliano”.[cccxl]

1566. La “casa de de jac.o de notio jux.a la casa” di Notio Trunce.[cccxli]

1566. La “casa de nocio trunce jux.a la casa de joanna de margara”.[cccxlii] 1570-1571. La “casa di nocio truncie”.[cccxliii] La “casa de nocio trunce confini la casa de Gioanne de margara”.[cccxliv] 1572-1573. La “casa de nocio trunge”.[cccxlv] 1585-1586. La “Casa de Nocio trunce”.[cccxlvi]

1570-1571. La “casa del quo.m paulo trunce”.[cccxlvii] La “casa del quo.m paulo trunce confini la casa del detto nocio”.[cccxlviii] 1585-1586. La “Casa de paulo trunce”.[cccxlix]

1570-1571. “Hippolita ruffo per res(iduo) dell’affitto della casa sita in la parrocchia di S.ta vennera”.[cccl]

14.5.1578. Isabella Syllano vedova di Julio Pipino, figlio di Tibaria Susanna, abitava “in S. Vennera”.[cccli]

22.4.1591. Nei capitoli matrimoniali tra Prudentia Strina e Gio. Andrea Bulotta, Donna Elisabetta Capicchiana promette di donare alla nipote Prudentia Strina “la metà della sua casa sita et posta dentro questa città di Cotrone nella parrocchia di S.ta Venera iux.a la casa di Nardo Greco et iux.a la casa di donna Dianora Cavalchino, la casa di Geronimo Varano, la casa di Geronimo Longobucco”.[ccclii]

7.5.1594. Troiulo e Cesare Barbamaiore possiedono una continenza di case “in parrocchia S.tae Vennerae iux.a domos R.di p.b.ri Joannis Baptistae Simurrae viam publicam et alios fines”.[cccliii]

1602. “Domum palatiatam sitam intus p.tam Civitatem in parrocchia prius S.ti Stephani et inpresentim S.tae Vennere jux.a domum heredum Dime de Cutanda et iux.a domum Minici Curarelli viam pp.cam”.[cccliv]

1602. “Tunc S.tae Dominicae nunc vero S.tae Vennere”.[ccclv]

29.8.1610 Prudentia Gianquinta sposata con Nardo Terranova possiede una casa palaziata “in parrocchia S.tae Vennere jux.a domum notarii Pauli Gatti et viam pub.cam”.[ccclvi]

26.9.1610. Tiberia Susanna possiede una “continentiam domorum in pluribus membris inferioribus et superioribus consistentem cum cisterna intus positam in parrocchia S.tae Vennerae jux.a domos haredum q.m Manilii de Vizza et alios fines”.[ccclvii]

1.4.1612. Joanne de Fano promette alla figlia Elisabetta che sposa Berardino Pignataro, “una metà di casa posta nella parrocchia di Santa Vennera confine la casa di Colella Negro”.[ccclviii]

8.7.1612. Elisabetta Zupo vedova di Jo.e Berardino lo Ragazzo, possiede “una casa palatiata nella parrocchia di Santa Vennera confine la casa di Gio. D.co Caivano d’una parte et la casella di Desiderio Cropalati la via pubblica et altri confini”.[ccclix]

21.2.1614. Portia Greco abitava “in par.S. Vennera iux.a domum Lucretiae Leotta”.[ccclx]

28.2.1614. Josepho Tuscano abitava “in par. S. Vennera iux.a domum Minici Remutati”.[ccclxi]

1.4.1614. Joanne Fran.co Oliverio abitava “in par. S. Vennera iux.a domum her.m q. Camilli Monteleonis”.[ccclxii]

15.4.1614. Isabella Scigliano, madre di Jo. Paulo Suriano, nel 1613 vendette “una casa palaziata cum casalenis contiguis in parrocchia S.tae Vennerae iux.a domos her.m Julii de Orlando”, ai fratelli Petrolillo.[ccclxiii]

16.9.1614. Joanne Paulo Varano possiede una casa palaziata consistente in due membri, uno superiore ed uno inferiore, in par. S. Vennera confinante con la casa di Joanne Dionisio Turco. La vende al Turco.[ccclxiv]

25.10.1614. Hieronimo Montoro possedeva una casa “in par. S. Vennera iux.a domum Pauli Lagorita”.[ccclxv]

1.9.1619. Prospero Venturo e Gio. Francesco Juzzolino, figli ed eredi di Fabio Venturi, possiedono una casa nella parrocchia di Santa Vennera, confine la casa di Petro Antonio d’Aprigliano e le case del Tesorerato.[ccclxvi]

22.12.1619. Vincenzo Scolerio dona alla figlia Angelella che sposa Jo. Thoma Triolo, una casa palaziata “sita in par. S. Vennera iux.a la casa di Gio. Paulo di Fano et la casa di Vincentio Scolerio”.[ccclxvii]

1.3.1620. Minico Remutato possiede metà di casa “in par. S. Vennera jux.a la casa di Gio. Tomase la Maza e di Gioseppe Toscano”.[ccclxviii]

15.7.1620. Il notaio Jo. Gregorio Caparra vende a Fabio la Nocita, “una casa consistente in camera et sala situata in parrocchia S. Vennera iusta domum S.ti Sebastiani”.[ccclxix]

18.8.1620. Vincentio Scolerio diede alla figlia Lucretia che si sposava, delle case “in parrocchia ad pre.ns S. Vennerae iusta domum Jo.is Pauli de Fano iusta Villirillo”.[ccclxx]

18.12.1620. Case “in parrocchia S.ti Stefani ad pre.ns S.tae Vennerae iux.a domos q. m.ri Andreae Rizzo et … Pantisani”.[ccclxxi]

20.9.1621. Munda Caparra moglie di Prospero Caivano, vende a Jo. Dom.co Pantisano una casetta terrana di creta fabricata in parrocchia di S.ta Vennera, confine le case del Pantisano.[ccclxxii]

31.1.1622. Dianora Juzzolino vedova del notaio Julio Rigitano, abita nelle case locate da Bartolo Grisafo in parrocchia di S. Vennera, confine le case di Horatio Ricca “stricto mediante”.[ccclxxiii]

23.4.1623. I fratelli Murano possiedono una piccola casa palaziata “in par. S. vennera jux.a domum Prosperi Caivani et domum Jo. Pauli Basoini”, la vendono ad Angelo Pagano.[ccclxxiv]

19.7.1623. La vedova Perna Federico dona alla figlia Lucretia Jorii che sposa Geronimo Curso, “una casa picciola palatiata in par. S. vennera jux.a la casa di Livia de Casazzone”.[ccclxxv]

26.11.1623. I De Vennera possiedono una casa “in par. S. Vennera jux.a la casa di Vincentio Scoleri e di Gio. Paulo de Fano”.[ccclxxvi]

10.12.1623. La casa di Francesco Gaitano era situata in parrocchia di S. Vennera, confine le case di Innocentia Jacomino e la casa di Jo. Dionisio Basoino.[ccclxxvii]

6.9.1625. Beatrice Remutata promette alla sorella Maria che sposa Marino Circhiaro, una casa palatiata in par. Santa Vennera, confine la casa di Simone Toscano.[ccclxxviii]

4.10.1625. Leonardo Thelesio era figlio ed erede di A.M.D. Jo. Paulo Thelesio, che abitava “in par. S.ta Vennera jux.a domum Laurae de Arrichetta et rivellinum Civitatis”.[ccclxxix]

1.8.1626. Jo. Domenico Varano possiede una casa in par. S. Vennera, confine la casa di Jo. Berardino Longobucco e la casa di Martio Serrano.[ccclxxx]

20.8.1626. Laura e Vittoria Nigro, figlie di Petro Nigro, eredi di Nicola Nigro, il quale possedeva “una casa in Par. S. Vennera iusta domum heredum Polybii Maturo et domum Joannis de Fano”.[ccclxxxi]

22.11.1626. Giriberto de Garetto possiede una casa consistente “in duobus membris superioribus et inferioribus in par. S.tae Vennerae jux.a domos quae fuerunt q. Vincentii de Garetto”.[ccclxxxii]

7.3.1627. I coniugi Horatio Jacomino e Elisabetta Scarnera, e i coniugi Luca Facente e Angilella Caitano, permutano le loro case. I coniugi Jacomino possiedono per successione paterna di Elisabetta Scarnera, “una casa palaziata e terrana in par. del SS. Salvatore iux.a domos q. Jo.is Andreae Ormazza et domum Isabellae Bracuna rebellinum Civitatis et vias pp.cas consistentem in pluribus et diversis membris inferioribus et superioribus constructam partim de calce et arena et partem de creta”. I coniugi Facente possiedono “una casa palaziata consistente in un alto e basso constructa de calce et arena in par. S. Vennera juxa. Domum Innocentia Mendicino madre di Horatio Jacomino et camera seu domum Joannis Lapurita cum miniano et scala lapidea comune d.a camera”.[ccclxxxiii]

2.5.1627. La casa di Gio. Francesco Grisafo era situata “in loco detto lo quarterio parrocchia di S.ta Vennera iux.a la casa della venerabile chiesa et monastero di S. Maria della Gratia et la casa di Costanza”.[ccclxxxiv]

29.11.1627. Vittoria Catizone vedova di Gartia de Cutanda, possiede “una continenza di case in par. S.ta Vennera iusta le case dell’heredi di Giulio Susanna et dell’heredi di Scipione Fabiano e Nardo lo Scavello”.[ccclxxxv]

14.11.1629. Pietro Pelusio dona alla figlia Isabella che si sposa con Manilio Vezza, “una continenza di case consistente in più membri superiori e inferiori e cortiglio in par. di Santa Vennera undiq. viis pp.cis confinata quale furno dotale d’esso S. D. Pietro con la q. Portia Foresta madre di detta Isabella”.[ccclxxxvi]

25.11.1629. Angilella Scolerio possiede una casa palaziata in par. S. Vennera, confine la casa di Gio. Paulo di Fano e la casa di Masio la Nocita.[ccclxxxvii]

28.2.1630. Scipione Salviati comprò “una casa palaziata in più membri superiori e inferiori in par. S. Vennera iux.a le case del q. Prospero de Squillace e le case furno di Giulio Fiasco al presente di Carlo de Monte”.[ccclxxxviii]

23.7.1630. Lucretia Salamanca moglie di Natale Grisafulli, possiede una casa palaziata “in par. S. vennera”, confinante con la casa che fu di Vincentio Scolerio al presente di Iuspatronato dei Sillano.[ccclxxxix]

8.11.1630. Carolo Beltrano, figlio ed erede della madre Lucretia Bonello, abita nelle case “in parrocchia S.tae Vennerae iux.a domos Cesaris Manfredi”.[cccxc]

18.11.1630. Bartolo ed il figlio Jo. Fran.co Grisafo del casale di Papaniceforo, vendono ad Horatio de Ricca una casa palatiata in parrocchia di Santa Vennera, “iux.a domum Horatii de Ricca e di Pauli de Ricca”.[cccxci]

15.2.1632. Tra le doti di Feliciana Voce, che sposa Vincentio Misciascio, vi sono “una casa palatiata et una casa terrana discoperta site in la par. di S. Vennera iusta da una parte la casa di Dieco de Olivo et dall’altra parte il magazeno che fu di D. Silvestro … al presente del monastero di S.to Francesco de Assisa quali si trovano pignorate ad Antonino Vitetta”.[cccxcii]

16.4.1632. Le case degli eredi di D. Horatio Berlingerio erano situate “in parrocchia di Santa Vennera iusta domum heredum Polibii Perretta et casalenum Jo. Maria Calabrese”. Esse erano costituite “in più membri inferiori e superiori cioè una sala et tre camere nella parte di mezo e sotto et nella parte di sopra una sala et una camera et una loggetta e scala, un’altra casa palatiata consistente in uno membro conticua alle sud.te case”.[cccxciii]

27.9.1632. Jo. Francesco Tirioli, erede di Antonino Tirioli, possiede una casa consistente “in due membri cum diversis altis et bassis sita in par. S.tae Vennerae jux.a domum haredum Desiderii Cropalati stricto mediante domum Vincentii de Garetto”.[cccxciv]

6.10.1632. Angela de Sena possiede “una casa in par. Santa Vennera jux.a domos Caroli de Monte”, la dona a Innocentia Inperace moglie di Placido Maniscale.[cccxcv]

4.2.1633. Il parroco di S. Petro Don Jo.e Dom.co Venturi, possiede una “casa palaziata in par. S. Vennera iux.a domum Giriberto de Garetto”, la vende a Petruzzo Protospataro.[cccxcvi]

1.1.1634. I frati del convento di S. Domenico possiedono un casaleno diruto sito nella cappella di Santa Vennera, confine la casa di Gio. Francesco Maturo e la casa di Cicco Facente. Lo vendono a Gio. Francesco Maturo m.ro fabricatore.[cccxcvii]

25.3.1634. Nardo Perretta come erede del reverendo Paulo Perretta, possiede una “casa palaziata in par. S.ta Vennera loco d.o Tiferi con scale di pietra e puzzo nella casa di Laura Galasso vidua”.[cccxcviii]

25.3.1634. Cornelia Siciliana vedova di Dionisio Turco, possiede una casa palaziata in par. S. Vennera, confine la casa di Gio. Fran.co Catalano, e confine la casa dotale di Dieco de Franco.[cccxcix]

27.10.1634. La casa di Adriana de Adamo, vedova di Jo. Domenico Pantisano, era situata “in par. S. Vennera iux.a domum heredum Jo.is Fran.ci Greco D. Jo.is Petri Leotta et vias pp.cas”.[cd]

Crotone, chiesa di S. Veneranda.

Parrocchia di Santa Maria de Prothospatariis

3.1.1556. Anselmo Berlingeri abitava “in parrocchia S.tae Mariae de Prothospatariis jux.a moenia nova dictae Civitatis jux.a domos heredum q. m.ci Jo.is Veles de Tappia viam p.cam”.[cdi]

1566. La “casa de valerio montacino confine le case del quondam joalloisio anfosino”.[cdii] 1570-1571. La “casa di valerio montacino”.[cdiii] La “casa di valerio montacino”.[cdiv] La “casa del m.co valerio montacino confini la casa del quo.m Gio: loysio infusino”.[cdv] 1572-1573. La “Casa de valerio montacino”.[cdvi] 1585-1586. La “Casa de valerio montalcino”.[cdvii]

1566. La “casa deli her(edi) de fran.co de abrigliano jux.a la casa de joseph de oliva”.[cdviii] 1570-1571. La “casa di fran.co d’aprigliano”.[cdix] La “casa del quo.m fran.co d’aprigliano”.[cdx] La “casa del quo.m fran.co de aprigliano confine la casa de dionisi furlano”.[cdxi] La “Casa de fran.co d’abriglliano”.[cdxii] La “Casa de fran.co dabrigliano”.[cdxiii]

1566. La “casa de donna lucretia de onna chi fo del quondam jacobo gurello jux.a la casa deli her(edi) di simone faraldo”.[cdxiv] 1570-1571. La “casa del quo.m Jacono garello”.[cdxv] La “casa de Jacovo giurello confine la casa del m.co perruccio lucifero, et simone faraldo”.[cdxvi] 1572-1573. La “Casa del quo.m fr.co gorello”.[cdxvii] 1585-1586. La “Casa del quo.m fran.co burrello”.[cdxviii]

29.11.1583. Casa palaziata confine la casa del m.co Jo. The. de Adamo nella parrocchia di “S. M.a de Prothospatariis”.[cdxix]

1602. “Domum palatiatam consistentem in duobus membris, in duobus superioribus et duobus inferioribus sitam et positam intrus p.ta Civ.te in parrocchia S.tae Mariae de Prothospatariis iuxta domum iuspatronatus illorum de Nigro et iux.a aliam domum eiusdem juspatronatum et iux.a vias pp.cas reddititiam haredibus Scipionis Berlingerii”.[cdxx]

2.4.1609. Il monastero di Gesù e Maria vende a Gio. Dom.co Cirrello una casa in parrocchia di Santa Maria, nel luogo detto “La Piscaria”, confine l’altra casa del compratore.[cdxxi]

6.8.1610. Fabritio Lucifero dona al figlio Jo. Francesco, una “continentiam domorum in parrocchia S.tae Mariae Prothospataro jux.a domos heredum q.m Jo.is Thesei Syllani ex uno latere et ex alio jux.a domos heredum q.m Lucae Indulcato, simul cum domibus positi loco dicto la Judeca emptis per ipsum Fabritium a Donna Julia Piterà Civitatis Catanzarii”.[cdxxii]

5.11.1611. Cornelia Barricellis possedeva una continenza di case palaziate “nella Parr.a di S. Angelo, al presente detta di S. M. di Protospataris”, confine le case di Gio. Andrea Barricellis.[cdxxiii]

2.2.1612. Jo.e Laurentio de Miglio U.J.D. abitava nelle case situate “in parrocchia Sanctae Mariae de Prothospataris jux.a domos Jo.is Gregorii de Oppido et alios fines”.[cdxxiv]

11.5.1613. Laurella Melioti, vedova di Scipione la Piccola, possiede “metà di casa sita nella cappella di Santa M.a Prothospataro confine la casa di Cornelia Barricellis et Margarita Indulcato”.[cdxxv]

30.8.1613. Jo. Lauretio de Miglio U.J.D. abitava nelle case poste “in parrocchia di Santa Maria de Prothospatariis jux.a domos Jo. Gregorii de Oppido, Jo.is Fran.ci Astorello et viam publicam”.[cdxxvi]

26.10.1614. Renso Romeo possiede una casa palaziata consistente in un alto ed un basso in par. S. Maria de Protospatariis confine la casa di Cornelia de Sanda.[cdxxvii]

30.11.1614. Lucretia de Miglio, figlia ed erede di Jo. laurentio de Miglio, possiede una “domuncula terranea in par. S. Maria de Protospatariis iux.a domum Tiberii Campisi”.[cdxxviii]

28.5.1620. Lucretia Vetero vedova di Silvestro Brancati, vende a Jo. Bernardo Casanova, milite del castello, una “casa palaziata consistente in uno membro superiore et inferiore nella parrocchia al presente di S. Maria Protospatari iusta la casa di Polisena Vetera vinella mediante li rivellini di detta Città”.[cdxxix]

1.9.1620. Julia e Antonina Galasia vendono a Gio. Vincenzo Leotta, una “casa palaziata in par. S. Maria Protospataris confine le case del q. Gio. Fran.co Lucifero dell’una parte e le case d’Antonina delli Pira stricto mediante consistente in due camere et un’altra del furno cum dui cortigli”.[cdxxx]

24.3.1621. Francischella d’Aprigliano, vedova di Gasparre de Spina, abitava con il marito in una casa situata “in parrocchia di Santa Maria Prothospataris jux.a domum Scipionis Strina et casalenum” dello stesso Spina.[cdxxxi]

10.8.1621. Jo Vinc.o de Leotta afferma che il primo settembre 1620, comprò da Antonina e Julia Galatio una casa palatiata “in parrocchia S.tae Mariae Prothospatariis iux.a domos heredum q. Io. Fran.ci Lucifero ex una parte et domum Isabellae delle Pira stricto mediante”.[cdxxxii]

3.9.1622. Petro Squeri possiede un “casaleno in par. di S. Maria Protospatari jux.a la casa del monastero di S. Francesco de Assisa”. Il casaleno era stato casa dotale della madre di Stefano Fiasco e da questo venduta allo Squeri.[cdxxxiii]

29.4.1623. Gio. Andrea Berlingeri, procuratore dell’ospedale, afferma che l’ospedale possiede per eredità pervenutagli da Francesco Negro, tre casalini distrutti, disfatti, inabitabili, e di nessun utile, siti in par. di S. Maria Protospataris, confine la casa di Gio. Francesco Squillace, e la casa di Isabella de Strongoli e di Lisdonio Negro. Li vende a Francesco Squillace.[cdxxxiv]

4.12.1623. Lucretia de Miglio figlia ed erede del D.r Gio. Laurenzo de Miglio, sposata con Gio. Batt.a Scorò, possiede una casa consistente in un alto e basso nella parrocchia di S. Maria Protospataris “iuxta la casa di Petruzzo Sacco d’un lato et il palazzetto del R. capitolo dell’altro”.[cdxxxv]

18.12.1623. Tra i beni dotali di Laura de Rasis che sposa Berardino Crescente, vi è un “palazzo proprio al loco dove s’affaccia alli rivellini confine lo palazzo delo Bonaccursio Barricellis et del D. Gio. Dionisio Suriano”.[cdxxxvi]

17.8.1625. Il Rev. D. Fabritio Patitario vendette a Julio Cesare Petrolillo le sue case site nella parrocchia di Santa Maria Protospataris, confine le case dotali di Ottavio Cizza e di Fabritio Caparra.[cdxxxvii]

8.9.1625. Anselmo e Lorentio de Vennera possiedono una casa palatiata “cum scala lapidea foris jux.a domum Jo. Batt.ae Scuro in par. S.tae Mariae Protospataris quae fuit q. Jo. Laurentii de Miglio”.[cdxxxviii]

23.1.1626. Petro Antonio e Josepho Pagano possiedono “una continenza di case palaziate in par. S. maria Prot. cum scala lapidea foris iux.a domos cum horto heredum q. Fabritii Lucifero”.[cdxxxix]

25.2.1626. Francesca Ferraro vedova di Cesare Jannici, dona alla figlia Vittoria Jannici che sposa Mutio de Brindisi, una “casetta palaziata in par. S. Maria Prot. jux.a la casa di Gio.e Strina con uno lato la casa di Nisio Campanella nella quale vi e il puzzo.[cdxl]

28.1.1627. Petro, Hippolita e Dianora Narvaes figli ed eredi di Vittoria Caracalla, vedova di Gasparre Narvaes, abitano “in par. S. Maria Protospataris jux.a domos Jo.is Batt.ae Mangione et domos R. D. Fran.ci et Petri Antoni Bombini”.[cdxli]

4.3.1627. Jo.e Batt.a Tiriolo possiede una “continenza di case in pluribus membris superioribus et inferioribus et antro seu grutta sita in par. S. Maria Protospataris iux.a rivellinum Civitatis seu muros eiusdem”.[cdxlii]

12.5.1627 La casa dei coniugi Ottavio Piterà e Livia Lucifero era “posta dentro d.a Città di Cotrone loco d.o la Judeca nella Parocchia di S.ta Maria protospataris conf.e la casa di Jeronima Galassa et via pp.ca”.[cdxliii]

8.8.1627. Julio Cesare Petrolillo possiede una casa “consistente in duobus membris: camera et sala cum puteo et scala lapidea sitam in par. S.tae Mariae Protospataris olim S.ti Angeli jux.a domum dotalem Fabritii Caparra et domum Ottavii Cizza stricto mediante”.[cdxliv]

5.2.1628. Adriana Berlingeri vedova di Fabritio Lucifero, e Mutio e Gio.e Lucifero figli ed eredi di detto Fabritio, possiedono “due casette terrane in par. S. Maria Protospataris jux.a la casa seu pallazzetto d’essi heredi et dui casalini et le case dell’heredi di Innocentio de Adamo via mediante”. Le vendono a Scipione e Alfonso Protospatari.[cdxlv]

11.4.1628. Le case palaziate della q. Cornelia de Barricellis consistenti in una sala e quattro camere, erano situate “in par. olim S.ti Angeli ad pre.ns S.tae Mariae Protospataris jux.a domos heredum q. Jo.is Andreae de Bonellis domum Margaritae Indulcato vias pp.cas”.[cdxlvi]

11.5.1628. Dianora e Hippolita Narvaes possiedono una casa in par. S. Maria Protospataris confinante con la casa degli eredi di Ottavio Mangione, e la casa degli eredi del notaio Jo. Thoma Bombino.[cdxlvii]

23.3.1630. Paulo Marzano vende a Jo. Andrea Rigitano, “una continentia domorum sita in par. di Santa Maria Prothospataris consistente in una sala et una camara in parte superiori et inferiori cum duobus casalenis contiguis iux.a domum haredum Didaci Lopes iux.a domum haredum Jo.is Dom.ci Pagani”.[cdxlviii]

9.4.1634. La casa palaziata di Jo. Battista Tiriolo era situata “in parrocchia S. Maria Protospataris confine de reliquo vias pp.cas et rebellinum Civitatis”.[cdxlix]

18.10.1634. Fabritio Lucifero figlio della q. Berardina Maiorana e di Jo. Fran.co Lucifero, fa l’inventario della casa abitata dai genitori. La casa è situata “in par. S. Maria Protospataris jux.a domum heredum q. Jois Dom.ci Pagani et prope ante cappellam d.am ecc.am S.tae Mariae et viam pp.cam”.[cdl]

“Joanne Lopez, vescovo di Crotone, vedendo che erano troppe 12 parrocchie in una città piccola, le ridusse a 5 e unì i parrocchiani della chiesa di Sant’Angelo a quelli di Santa Maria de Protospatariis”.[cdli]

Crotone, chiesa di Santa Maria de Prothosptariis.

Parrocchia di S. Petro

Prima del 31.7.1524. Il vescovo di Crotone Andrea de Valle concede in enfiteusi al sacerdote Ruggerio Ponzio una casa in par. S. Pietro, confine la casa di Mondo Marango e la casa di Dionisio Guerriero.[cdlii]

1566. La “casa de hier.mo liveri dove habita”.[cdliii] 1570-1571. La “casa di ger.o oliveri.[cdliv] La “casa di Ger.mo oliveri”.[cdlv] La “casa di ger.mo oliveri dove habita”.[cdlvi] 1572-1573. La “casa de ger.o oliveri”.[cdlvii] 1585-1586. La “Casa de ger.o oliveri”.[cdlviii]

1566. Le “case de fabio de antinoro confine le case de decta m.ca ipolita vento”.[cdlix] 1570-1571. La “casa del quo.m Gio: d(omi)nico d’antinoro”.[cdlx] La “casa del quo.m Gio: d(omi)nico d’antinoro”.[cdlxi] Le “case del quo.m Gio: dominico d’antinoro confine la casa de mad.a ippolita”.[cdlxii] 1572-1573. La “casa del quo.m gio: dom.co de antinoro”.[cdlxiii] 1585-1586. La “Casa de jo: d(omi)nico antinoro”.[cdlxiv]

1566. La “casa de joandionisi di nola confine la casa deli her(edi) del s.or barone de zinga et sop.a lalt.a casa sua confine sup.a”.[cdlxv] 1570-1571. La “casa del quo.m Gio: biase de nola”.[cdlxvi] La “casa del quo.m Gio: biase de nola confine la casa del baron de Zinga”. “un’altra casa confine Gio: ber.no de falco”.[cdlxvii] La “casa de gio: biasi de nola confine la casa del s.or barone de Zinga”. Un’altra “casa del detto gio: brasio confini la casa di gio: ber.no de falco”.[cdlxviii] 1572-1573. La “casa del quo.m gio: blasy de nola confini la Casa del barone de zingha”. “Laltra casa confini gio: ber.no de falco”.[cdlxix] 1585-1586. La “Casa de jo: biase de nola confine la Casa del barone de zinga”. La “Casa confine jo: ber.no de falco”.[cdlxx]

22.2.1578. Jo. Paulus Archimannus e Donna Isabella Gulla possiedono una “casa palaziata dotale in par. S.ti Petri jux. domum magistri Lucae Capicchiani jux. Lucae Capicchiani jux. domum Vinc. Capicchiani jux. domum pbri nicolai …”.[cdlxxi]

17.9.1584. Nardo Capicchiano vende a Fabbio Pelusio una casa in parrocchia di S. Pietro confine la casa di Santo Pelusio.[cdlxxii]

23.5.1591. Beatrice Caponsacco possiede “case che tiene et possiede dentro detta città di Cotrone nella parrocchia di S.to Petro quali furno dell’ex.te q.dam S.r Gio. Fran.co Pipino suo primo marito iux.a le case che furno deli Martorani et le case di Camillo Pipino”.[cdlxxiii]

27.4.1594. Beatrice Caponsacco con il figlio Camillo Pipino. La detta Beatrice possiede “quandam continentiam domorum in pluribus et variis membris inferioribus et superioribus consistente, sitam et positam intus dictam Civitatem in parrocchia S.ti Petri iux.a alias domos ipsius D.nae Beatricis, quae fuerunt q.m D.ni Joannis Fran.ci Pipini sui primi viri et iux.a domos m.cae Hieronimae Vitettae et alios fines”.[cdlxxiv]

10.7.1594. Sono messe all’asta le “case et casaline” dell’eredità di Geronimo Oliverio, poste in parrocchia di Santo Petro.[cdlxxv]

10.9.1594. Il m.co Cesare Barbamaiore, fratello del q.m m.co Troilo Barbamaiore, abitava nelle case poste “in parrocchia S.ti Petri iux.a domos m.orum Fabii Donato et D.ni Fabritii Mangione et alios fines”.[cdlxxvi]

4.11.1594. Horatio, Vittoria, Adriana e Polita Zannari, figli ed eredi della m.ca Isabella Oliverio, possiedono “una casa palatiata con casaleno contiguo posta nella parrocchia di S.to Petro”, e “Quattro case palatiate, tre di esse et una terrana dentro lo cortiglio, contigue l’una l’altra nella medesima parrocchia di S.to Petro”, che essi possiedono “pro communi et indiviso” col m.co Gio. Lorenzo Foresta.[cdlxxvii]

1598. Julio de Squillace e Jo Francesco Squillace, figli ed eredi di Jo. Andrea, e Paulo de Squillace/ Angelo de Squillace, fratelli e figli di Cola Francesco de Squillace, possiedono nel 1598 delle case “in parrocchia di S. Petro olim S. Nicolai de Cropis iux.a le case di Alfonso Durso al presente di Domenico Durso”.[cdlxxviii]

25.9.1610. Livia Lucifero afferma che per morte di Jo.es Petro Lucifero, nipote ex fratre, possiede le case “in parrocchia S.ti Petri in membris inferioribus et superioribus”.[cdlxxix]

27.9.1610. Livia Lucifero, sposata col nobile Ottaviano Piterà di Catanzaro, possiede ed abita con la sua famiglia, nelle case ereditate e dove abitava il nipote Jo.es Petro Lucifero. Le case consistono “in pluribus membris superioribus et inferioribus cum cortilio et scalis lapideis à parte interiori positas intus p.tam Civitatem loco dicto la Judeca in parrochia S.ti Petri jux.a domos heredum q.m Hieronimi Galatio viam pu.cam et alios fines”.[cdlxxx]

8.3.1612. Gio. Batt.a Mangione abita nella par. di S. Petro confine la casa di Gio. Paulo Labruto.[cdlxxxi]

19.7.1612. Jacobo ed il figlio Nicolao la Nocita, possiedono “quamdam apotecam seu bucceriam tabularum fabricatam cum tegulis supra sita ante monsterium Sancti Francisci de Assisa in parrocchia S.ti Petri jux.a aliam apotecam seu bucceriam Angeli de Squillace et Pauli Schipani jux.a muros p.ttae Civitatis et alios fines”.[cdlxxxii]

1.9.1612. Chaterina de Florio, vedova di Blasio de Jerace, possedeva una casa palaziata “in parrocchia di Santo Pietro iusta la casa di Giulio Schipano e la casa di Renzo lo Cosentino”.[cdlxxxiii]

13.9.1613. U.J.D. Jo. Paulo de Labrutis possiede “una continentia di case grande con più et diversi membri superiori et inferiori con cortiglio, stalla, magazeno, horto e gisterna dentro nella cappella di Santo Pietro confine le case del dottor fisico Gio. Andrea Canale d’una parte et lo palazotto di Gio. Batt.a Mangione dell’altra parte via pp.ca et altri fini. Item due case terrane innanti a d.a casa et cortiglio. Item tre palazzotti l’uno contiguo all’altro innanti le dette case grandi alla d.a cappella di Santo Petro justa le case di Jacovo Vitetta, Antonino Truncè, la via pp.ca et altri confini, in uno delli quali palazotti e una scala di fuori di petra”.[cdlxxxiv]

3.1.1614. La casa di Mutio Susanna era in par. S. Petro confine la casa di Horatio Venturo.[cdlxxxv]

14.10.1614. Laura Basoino vedova di Jo. Francesco Calegiurio, abitava “in par. S. Petro iux.a domum Joannis Mariae Garofalo”.[cdlxxxvi]

25.10.1614. Jo.e Laurentio Leotta dona al figlio Jo.e Petro, una casa palatiata in parrocchia S.to Petro “jux.a domum Jo. Fran.ci de Oppido, jux.a domum beneficii Jo Pauli Capicchiani”.[cdlxxxvii]

Nel febbraio 1618, su istanza del correttore del convento di Gesù Maria di Crotone, sono messe all’asta nella pubblica piazza “le case di Cornelia Barricella posti dentro la Citta di Cotrone nella parrochia di Santo Pietro et proprio alla Judeca”. Le case consistenti in più membri e dove abita la Barricella, sono acquistate dal frate Benedittus della Rocella dello stesso convento di Gesù Maria per ducati 136.[cdlxxxviii]

29.5.1620. Hieronima Vitetta madre di Jo. Paulo e Nicola Marzano, abitava “in par. S. Petro iuxta domos Pelei Pipini et domum Jurispatronato de Pelusiis”.[cdlxxxix]

19.7.1620. Laura Pecora “serv. intus monasterium S.tae Clarae”, possiede per eredità materna e paterna, una “casa palaziata iux.ta domum Dionisii Pisanello et domum Isabellae Mannaro in parrocchia S. Petri”.[cdxc]

29.7.1620. Joseph Prestera dona al figlio Jo. Petro, “una continenza di case in parrocchia di S.Petro iusta domum Not. Jo.is Fran.ci Rigitani domos Dionisi Scandilla”.[cdxci]

10.9.1620. Jo. Dom.co Labruto possiede “continentiam domorum consistentem in pluribus membris inferioribus et superioribus cum gisterna positam in parrocchia olim S.tae Narginae ad pr.ns S.ti Petri jux.a domos quae fuerunt q.m Jo.is And.ae Canale et viam p.cam”.[cdxcii]

3.4.1621. Marcello Salviati possiede una casa “in quatuor membris inferioribus et superioribus consistentem in parrocchia ad p.ns S.ti Petri jux.a domum heredum Josephi delli Fossi et domum Jo.is Dom.ci Paudari vias pp.cas”, la dona al figlio Gio. Andrea.[cdxciii]

2.1.1622. Beatrice Maza sposa Nicola Maria Infosino, e gli porta in dote una casa “in par. S. Pietro jux.a la casa di Gio. Domenico Paudari et iux.a la casa di Marcello Salviate”.[cdxciv]

13.9.1622. La vedova Giulia delo Epitropo e Bernardino e Gio. Pietro Crescente, possiedono una continenza di case in parrocchia di S. Pietro, confine le case di Bonaccursio Barricellis e la casa del notaio Gio. Fran.co de Gallipoli.[cdxcv]

1.8.1623. Costantia Fiasco vedova di Francesco Quaranta, possiede “duas domos palatiatas parvas de creta in par. S.ti Petri jux.a domos illorum de Margara et contra domos Jo. Dom.ci Labruto”. Le vende al Labruto.[cdxcvi]

16.12.1623. Mutio Suriano dona al figlio Julio, “una continenza di case in par. S. petro juxta le case del Rev. Hieronymo Facente”.[cdxcvii]

21.2.1626. Gio. Domenico Terranova di Giulio, possiede una casa palaziata in par. S. Pietro vicino la casa dell’heredi di D. Gioseppe Oliverio e la casa di Livia Lucifero.[cdxcviii]

20.11.1627. I fratelli Antonio e Dionisio Scandilla anni prima, si erano divisi una loro casa “in par. S. Pietro jux.a le case dell’heredi di Manilio Susanna e le case di Gioseppe Presterà”.[cdxcix]

1.2.1628. Nicola e Francesco La Nocita possiedono la casa paterna situata “in par. S. Pietro iux.a la casa di Gianna Gagliardo Gio. Dom.co Paudari et dell’eheredi di Gio. Dom.co Fezza”.[d]

29.11.1628. Fabritio Leone, fratello ed erede del Rev. Prospero Leone, abita con la madre Alfimatia Crescente, “in par. S. Petro iux.a domos heredum Manilii Susanna et domum Felicianae de Angelis”.[di]

9.9.1629. Giglia dell’Epitropo, vedova di Luca Antonio Crescente ed erede di Petro Crescente, possiede “una continentiam domorum sitam in Par.a S.ti Petri jux.a domos Bonaccursii de Barricellis et domum her. Jo. Fran.ci de Gallipoli rebellinum Civitatis”.[dii]

9.10.1629. “Casa palaziata con cortilio puzzo et scala lapidea in par. S.ti Petri jux.a domum Jo.is Batt.ae Mangione quae fuit Jacobi de Alezandro jux.a domum Jo.e Fran.ci de Squillace et jux.a domum Horatii Venturi quae fuit Cesaris Bonelli”.[diii]

6.10.1630. Mosessa Pagano vedova di Jo. Dom.co Labruti, abita in “una continentia domorum consistente in pluribus membris inferioribus et superioribus cum gisterna posita in parrocchia olim S.tae Narginae et al p.ns S.ti Petri iux.a domos quae fuerunt q. Jo.is And.ae Canale”.[div]

16.11.1630. Julio e Jo.e Francesco de Squillace, figli ed eredi di Jo. Andrea, possiedono le case degli Squillace “site in par. di S. Petro olim di S. Nicola de Cropis iux.a le case di Gio. Alfonso d’Urso al presente di Domingo d’Urso”.[dv]

15.8.1632. Lucretia Mantise vende una “casa in par. S. Petro iux.a domum heredum q. Josephi Nigro e Anna Calizzi a Nofrio de Sanda”.[dvi]

6.1.1634. Mercanzia Gauyello vedova di Dionisio Scandella, possiede “una casa palaziata con puzzo dentro in par. S. Pietro confine la casa dotale di Gioseppe Presterà e confine la casa dell’heredi di Carmenia Susanna”.[dvii]

1648. Il rettore del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio della famiglia de Adamo, possiede “un casaleno sito in par. S.ti Petri olim Sanctae Narynae”, confinante con le case dell’abate Jo. Petro Suriano.[dviii]

1701. Domenico de Labrutis lascia per testamento la sua “continenza di case consistente in tre camere col vignanello site proprio dietro S. Naina nella par. dei SS. Pietro e Paolo affaccianti alla casa di Antonino Magliari a Tota Fota quali s’habbiano da promettere in dote ad Isabella Letteri”.[dix]

Crotone, campanile della chiesa dei SS. Pietro e Paolo.

Parrocchia del SS.mo Salvatore

30.8.1578. Lucretia Simurra, moglie dello spagnolo Anriches Salgado, possiede una casa palaziata “in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum ipsius m.cae Lucretiae jux.a domum m.ci Nardi Jacomini jux.a domum terranam Sancti Nicolai de Grecis vinella mediante”.[dx]

10.3.1594. Le case di Scipione Rotella erano situate “intus dictam Civitatem in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum Joannis de Franco et rebellinum dictae Civitatis”.[dxi]

1602. “Domum palatiatam cum domum terranea contigua sita in parrocchia prius S.tae Domenicae et in presentibus S.mi Salvatoris”.[dxii]

1602. Renzo Marino per eredità paterna, possiede “una domum palatiatam cum domo terranea contigua sita et posita intus P.ta Civitate in parrocchia prius S.tae Dominicae in presentibus S. Salvatoris iux.a domum Marci Antonii Petrolilli jux.a q.dam Caterinellae Catizonis seu Jo.is Thomae de Lauria, iux.a domum dotalem Fran.ci Alvanise jux.a domum Scipionis Lantari et jux.a aliam domum maiorem Jo. Fran.ci Petrolillo et alios fines.”[dxiii]

17.9.1611. Isabella Modio vende a Gio. Paolo Varano una continenza di case in par. SS. Salvatore confine la casa di Cesare Borromeo e la casa di Isabella Paparella.

9.1.1612. Marianna Serra possiede una casa palaziata in par. SS. Salvatore confinante con la casa della SS.ma Anuntiata e la casa di Berardino Varisano.[dxiv]

28.11.1612. Il reverendo Jo.e Thoma Basoino, primicerio della cattedrale, afferma che il primiceriato possiede una casa che fu del q.m Gio. Giacomo Cadea, che è del tutto diruta e collassata, posta in parrocchia del S.mo Salvatore vicino a detta chiesa del Salvatore, e confinante con la casa del q.m Jo.e Bapt.a Calabrese e via pubbliche. Tale casa ormai ridotta a casaleno, è venduta all’asta a Gio. Domenico Marino.[dxv]

21.1.1614. Donna Lucretia Ormazza, vedova di Jo. Hieronimo Berlingerio, possiede “una continentia di case con più et diversi membri sup.ri et inferiori con cortiglio scoperto et magazeni di sotto sita et posta nella cappella del SS.mo Salvatore jux.a le case del q. Horatio Scarnera via pp.ca”, e “Uno palazotto con due case terrane a lato confine le case predette affacciante al castello di d.a Città confine le case del sudetto di Scarnera”. Ne vende la metà al figlio Gio. Andrea Berlingerio.[dxvi]

27.8.1619. Gio. Francesco Gaitano dona alla figlia Lucretia, che sposa Jo.e Fran.co Catalano, una “casa palaziata sita nella parrocchia del SS.mo Salvatore iux.a la casa di Oratio Nigro la casa de heredi di D. Cesare Severino la casa di D. Giuliano de Rizon della Cerra”.[dxvii]

25.9.1619. Jo. Francesco Gaitano vende a Fabritio Syllano, una casa palaziata “in parrocchia del SS.mo Salvatore iux.a domum Horatii Nigro domum herd. D. Cesaris Severino”.[dxviii]

16.5.1620. Joanna Ricca vedova di Antonino de Laudi, possiede due case in par. del SS.mo Salvatore: una vicino la casa di Gio. Matteo Simioni e di Renzo Corrale, e l’altra vicino la casa di Gio. Paulo Varano e Aniballe Stricagnulo.[dxix]

25.8.1620. I coniugi Dianora Spina ed il milite del castello Alonso de Bagos, possiedono una casa palaziata “in par. SS. Salvatore iux.a la casa di Vittoria Cittadina e la casa di Joanna Narrayeni”.[dxx]

12.9.1620. Thoma de Secla vendette al reverendo Jo. Fran.co Petrolillo una casa “in parrocchia SS.mi Salvatoris olim Sanctae Dom.cae”.[dxxi]

5.10.1620. Scipione Mendicino possedeva “una casa in par. del SS. Salvatore iusta la casa di Munda di garetto e la casa di Cicco de Nicotera”.[dxxii]

30.6.1621. Julia Citaro vedova di Petro Benincasa, abitava in parrocchia del SS.mo Salvatore “iux.a domum D.ae Pietatis et domum Andreae de Spina”.[dxxiii]

5.3.1622. Gio. Battista di Nola de Molise assieme al fratello il dottore Geronimo, che però è assente, dichiara di possedere una casa palaziata in parrocchia del SS.mo Salvatore, confinante da una parte, con le case di Isabella Mangione, figlia ed erede di Dianora de Nola, e dall’altra parte, le case terranee dello stesso Gio. Battista, il cortile detto di Nola e vie pubbliche. La casa palaziata consiste in due camere, con appartamenti inferiori e superiori e medi. La vende al clerico Gio. Batt.a Rotella.[dxxiv]

10.7.1623. Andrea Greco e la moglie Antonina Vacca possiedono “una casa palatiata picciola cum una camara et dui membri sita in par. SS. Salvatore iux.a la casa dell’heredi di Ambrisio Miscianza”, la promettono in dote alla figlia Jacoba che sposa Thoma de Vito.[dxxv]

24.7.1623. Victoria Vitetta, vedova di Antonino de Bartulo, Francesca Catalana e Hieronimo Castagnino, possiedono una piccola casa palaziata “in par. SS. Salvatore jux.a domum Aurelia Cerrello”, la vendono alla Cerrello.[dxxvi]

10.8.1626. Aniballe e Didaco Stricagnolo danno alla sorella Francischella che sposa Andrea de Brindisi, “una casa palaziata picciola sita nella parrocchia del SS.mo Salvatore justa la casa di Gio. Andrea Miscianza e la casa dei Strincagnolo”.[dxxvii]

16.8.1626. La vedovaVittoria Vitetta posssiede “una casa in par. SS. Salvatore iusta domum Aurelia Cirrello e la casa di Antonella Varano”.[dxxviii]

7.3.1627. I coniugi Horatio Jacomino e Elisabetta Scarnera e i coniugi Luca Facente e Angilella Caitano permutano le loro case. I coniugi Jacomino possiedono per successione paterna di Elisabetta Scarnera, “una casa palaziata e terrana in par. del SS. Salvatore iux.a domos q. Jo.is Andreae Ormazza et domum Isabellae Bracuna rebellinum Civitatis et vias pp.cas consistentem in pluribuset diversis membris inferioribus et superioribus constructam partim de calce et arena et partem de creta. I coniugi Facente possiedono una casa palaziata consistente in un alto e basso constructa de calce et arena in par. S. Vennera juxa. Domum Innocentia Mendicino madre di Horatio Jacomino et camera seu domum Joannis Lapurita cum miniano et scala lapidea comune d.a camera”.[dxxix]

22.3.1627. Hieronimo Berlingeri, figlio ed erede di Pompilio Berlingeri e di Feliciana Pelusia, possiede “una casa palaziata in par. SS.mo Salvatore jux.a le case che furno del q. Gio. Andrea Ormazza”.[dxxx]

2.9.1627. Jo. Domenico Collarino vendette a Jo. Petro Albanese “due casette palaziate in par. SS.mo Salvatore olim S. ta Domenica” (S. Barbara).[dxxxi]

1.5.1628. Jo. Petro Albanise vende a Francesco Ricca, una casa palaziata che egli aveva comprato dal q. Jo. Dom.co Collarino. La casa confina con la sua casa e la casa di Vittoria Pantisano.[dxxxii]

17.9.1628. Horazio Iacomino e la moglie Elisabetta Scarnera, possiedono una casa palaziata dotale “in par. SS. Salvatore iux.a domum heredum q. Jo.is And.ae Ormazza et domum Isabellae Bracuna rebellinum Civitatis”. La casa costruita parte di calce ed arena e parte di creta, è venduta a P.o Jo.e Maneri.[dxxxiii]

18.3.1629. Il Rev. U.J.D. Fran.co Petrolillo possiede “una continenza di case in par. SS. Salvatore iux.a le case degli eredi di Marco Antonio Petrolillo e la casa della cappella seu iuspatronato dei Syllani da un lato e dall’altro la casa da esso stesso comprata da Faustina e Didaco Iacino e Petro Narvaes”. La continenza consiste “in quattro membri superiori e inferiori con gisterna et scala lapidea”. La scambia con quella posseduta da Peleo e Minichello Petrolillo che è situata nella stessa parrocchia “iux.a la casa di Jo. Paulo Pipino locum d.a La Scalilla”.[dxxxiv]

28.5.1629. Gio. Cola Basoino “rettore e cappellano del juspatronato di S.to Luca della famiglia delli Adami posto dentro la cattedrale di V. S. Ill.ma con supp. fa intendere come essendo stato unito al d.o juspatronato in piena visita da mons. Fra Gio.e Lopez pred.re di V. S. Ill.ma uno casalino posto dentro la d.a Città nella parocchia di S.to Stefano ma al presente di S.ta Vennera iusta le case di Horatio Catizone e altri confini come per decreto sotto il di 21 del mese d’otto.e 1596.”[dxxxv]

16.9.1629. Censo che grava una casa di Horatio Catizzone “sita in par. SS.mo Salvatore iux.a domos R.do Jo. Fran.ci Petrolillo et il rebellino del castello”.[dxxxvi]

28.2.1630. Tra i beni dotali concessi a Feliciana Pelusio, sorella di Ferdinando, e Pompilio Berlingeri, vi fu “una continenza di case in par. SS. Salvatore jux.a le case di Lauretia Ormazza”.[dxxxvii]

6.7.1630. Jacomella Greco, vedova di Masio de Vite, abitava nelle sue case dotali “in par. SS. Salvatore iux.a la casa di Jo. Thoma Miscianza”.[dxxxviii]

10.10.1630. Lucretia Gutella abita “in parrocchia del S.mo Salvatore iux.a domum Antonini Manfreda”.[dxxxix]

27.3.1632. “Case di Jo.es Batt.a Palmeri in par. SS.mi Salvatoris justa domum R. Julii de Franco ex uno latere quae fuit delli Baglioni et de reliquis isolata”.[dxl]

28.3.1632. Mutio e Cesare Varano possiedono “un casaleno discoperto in par. del SS.mo Salvatore”, confinante con le loro case palaziate e la casa del Iuspatronato dei de Leone.[dxli]

23.5.1632. Le case di Horatio Nigro erede di Jo. Batt.a Palmeri, figlio ed erede del q. not. Jo. Hier.o, erano situate “in par. SS.mo Salvatore jux.a domos R. D. Julii Franco isolatas de reliq.”.[dxlii]

8.8.1632. La cappella del SS.mo Sacramento possiede una casa sita “in par. SS.mi Salvatoris olim S.tae Dom.ae iux.a domos heredum q. Marci Antonii Petrolilli et domos Jo. Jacobi Petrolillo”.[dxliii]

15.9.1632 Nella dote di Jacinta Greco, vedova di Masi de Vito, che sposa Andrea Manfreda, vi è una casa “nella parrocchia del SS.mo Salvatore jux.a la casa di Masi Miscianza et del q. Gio. Paulo Varano”.[dxliv]

16.12.1632. Portia Nigro, moglie di Mario de Labrutis, erede di Horatio Nigro. Le case, che furono di Gio. Battista Palmeri dove abitava Horatio Nigro, erano “in parrocchia del SS.mo Salvatore iux.a domos R. Julii de Franco et de cetero isolatas”.[dxlv]

25.5.1634. Jo.e Petro Zupo promette in dote alla figlia Elisabetta, promessa di Jo. Petro Venincasa, una casa palaziata nella cappella del SS.mo Salvatore confine la casa di Giando … “et proprio allo timpone di Santo Lorenzo”.[dxlvi]

1699. La chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore possedeva due case basse “nella sud.a Parrocchia nel largo di S. Nicola vicino alle case di Giuseppa Sillano”.[dxlvii]

Crotone, la chiesa del SS. Salvatore.

Note

[i] Status ecclesiae Crotonensis 1597, SCC. Relationes 271/A.

[ii] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 311v.

[iii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[iv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15

[v] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3.

[vi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[vii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[viii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5.

[ix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[x] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15

[xi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3.

[xii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[xiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[xiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5.

[xv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[xvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[xvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[xviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[xix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5.

[xx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[xxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15

[xxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[xxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[xxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5.

[xxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[xxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[xxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[xxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5.

[xxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[xxx] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 102.

[xxxi] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 177.

[xxxii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 203.

[xxxiii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 252.

[xxxiv] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 32.

[xxxv] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[xxxvi] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 18.

[xxxvii] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 80v.

[xxxviii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 23.

[xxxix] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 55.

[xl] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 147.

[xli] ASCZ, Busta 334, anno 1675, ff. 26-30.

[xlii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/14 f. 2.

[xliii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/16, f. 1.

[xliv] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 312.

[xlv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15

[xlvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[xlvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[xlviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[xlix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[l] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[li] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[lii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[liii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 15.

[liv] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 280.

[lv] ASCZ, Busta 43, anno 1585, f. 101.

[lvi] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[lvii] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[lviii] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 56.

[lix] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 51v.

[lx] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 56.

[lxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[lxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3v.

[lxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[lxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[lxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[lxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[lxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[lxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3v.

[lxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[lxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[lxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[lxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[lxxiii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 185.

[lxxiv] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 286.

[lxxv] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 316.

[lxxvi] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 341.

[lxxvii] ASCZ, Busta 43, anno 1585, f. 111v.

[lxxviii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 116.

[lxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[lxxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[lxxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[lxxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[lxxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[lxxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[lxxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[lxxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[lxxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[lxxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[lxxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[xc] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 118.

[xci] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 130.

[xcii] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 112.

[xciii] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 124.

[xciv] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 130.

[xcv] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 132.

[xcvi] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 271.

[xcvii] ASCZ, Busta 49, anno 1620, f. 17.

[xcviii] ASCZ, Busta 49, anno 1620, f. 43.

[xcix] ASCZ, Busta 133, anno 1648, f. 22.

[c] ASCZ, Busta 497, anno 1701, f. 77v.

[ci] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 312.

[cii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[ciii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[civ] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4v.

[cxl] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxli] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxlii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxliii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxliv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cxlv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[cxlvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12v.

[cxlvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cxlviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cxlix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cl] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cli] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[clii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[cliii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[cliv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[clv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[clvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[clviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[clx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[clxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[clxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[clxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[clxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[clxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[clxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59v.

[clxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[clxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[clxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5.

[clxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[clxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[clxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[clxxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[clxxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clxxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[clxxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[clxxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[clxxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[clxxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[clxxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[clxxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[clxxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[cxc] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxci] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[cxcii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13.

[cxciii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[cxciv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[cxcv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cxcvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[cxcvii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 75.

[cxcviii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 105.

[cxcix] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 184.

[cc] ASCZ, Busta 49, anno 1591, f. 95.

[cci] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 261.

[ccii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/14 ff. 13-14.

[cciii] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 48v.

[cciv] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 28.

[ccv] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, Napoli 1649.

[ccvi] ASCZ, Busta 253, anno 1668, f. 19v.

[ccvii] AVC, Rel. Lim. Crotonen., 1733.

[ccviii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 162.

[ccix] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 312.

[ccx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[ccxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13v.

[ccxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5v.

[ccxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[ccxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13v.

[ccxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5v.

[ccxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 5v.

[ccxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13v.

[ccxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5v.

[ccxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 6.

[ccxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13v.

[ccxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 6.

[ccxxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5v.

[ccxxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 13v.

[ccxxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 60.

[ccxl] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 7.

[ccxli] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5v.

[ccxlii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxliii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16v.

[ccxliv] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 222.

[ccxlv] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 102.

[ccxlvi] ASCZ, Busta 49, anno 1591, ff. 19-20.

[ccxlvii] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 23.

[ccxlviii] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 126.

[ccxlix] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 144.

[ccl] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 144.

[ccli] AVC, Libro dei Morti.

[cclii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, A. D. 1699 confecta, f. 17v.

[ccliii] AVC, Dalla Vis. Lim. Joseph Capocchiani, 18 aprile 1774, f. 353v.

[ccliv] AVC, Catasto Onciario Cotrone, 1793, f. 116v.

[cclv] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 7.

[cclvi] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 171.

[cclvii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 366.

[cclviii] ASCZ, Busta 43, anno 1585, f. 103.

[cclix] ASCZ, Busta 49, anno 1591, f. 37.

[cclx] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[cclxi] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 72v.

[cclxii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 52.

[cclxiii] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 168.

[cclxiv] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 311v.

[cclxv] Russo F., Regesto, V, 22850.

[cclxvi] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 1.

[cclxvii] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 134.

[cclxviii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/16, ff. 10-10v.

[cclxix] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602, f. 305.

[cclxx] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[cclxxi] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 2.

[cclxxii] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 92

[cclxxiii] ASCZ, Busta 49, anno 1612, f. 60.

[cclxxiv] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 151.

[cclxxv] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 161.

[cclxxvi] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 55.

[cclxxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 15.

[cclxxviii] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 32.

[cclxxix] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 30.

[cclxxx] ASCZ, Busta 49, anno 1620, f. 52. 7.9.1617. “Domo posita in loco d.o S.ta Margarita iux.a domum Mutii Spataro et Cesaris Scazzurro nec non super quadam domo palatiata cum quadam camera contigua et casaleno posita in loco d.o S.ta Margarita iux.a domum Cesaris Scazzurro et Fra.ci Vezza”.

[cclxxxi] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 16.

[cclxxxii] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 31.

[cclxxxiii] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 89v.

[cclxxxiv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 77.

[cclxxxv] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 6.

[cclxxxvi] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 18.

[cclxxxvii] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 76.

[cclxxxviii] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 58.

[cclxxxix] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 65.

[ccxc] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 80v.

[ccxci] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 5.

[ccxcii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 7.

[ccxciii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 23.

[ccxciv] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 4.

[ccxcv] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 55.

[ccxcvi] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 29.

[ccxcvii] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 147.

[ccxcviii] ASCZ, Busta 108, anno 1633, f. 30.

[ccxcix] ASCZ, Busta 118, anno 1634, f. 3.

[ccc] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 30.

[ccci] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 80.

[cccii] ASCZ, Busta 334, anno 1675, ff. 26-30.

[ccciii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[ccciv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[cccv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15

[cccvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3.

[cccvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[cccviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[cccix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[cccxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3.

[cccxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[cccxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3v.

[cccxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[cccxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3v.

[cccxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cccxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 3v.

[cccxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cccxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[cccxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[cccxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[cccxxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxxxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cccxxxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[cccxxxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[cccxxxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[cccxxxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxxxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cccxxxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11.

[cccxxxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[cccxxxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxl] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[cccxli] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[cccxlii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15.

[cccxliii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxliv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58.

[cccxlv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 5v.

[cccxlvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cccxlvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 11v.

[cccxlviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 58v.

[cccxlix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v

[cccl] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 2v.

[cccli] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 193.

[ccclii] ASCZ, Busta 49, anno 1591, ff. 46-47.

[cccliii] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 69.

[cccliv] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[ccclv] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[ccclvi] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 38.

[ccclvii] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 102.

[ccclviii] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 56.

[ccclix] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 69v.

[ccclx] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 5.

[ccclxi] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 6.

[ccclxii] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 9.

[ccclxiii] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 25.

[ccclxiv] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 52.

[ccclxv] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 76.

[ccclxvi] ASCZ, Busta 117, anno 1619, f. 63.

[ccclxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1619, f. 94v.

[ccclxviii] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 14.

[ccclxix] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 35.

[ccclxx] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 48.

[ccclxxi] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 72v.

[ccclxxii] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 12.

[ccclxxiii] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 17.

[ccclxxiv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 37v.

[ccclxxv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 61.

[ccclxxvi] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 88.

[ccclxxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 103.

[ccclxxviii] ASCZ, 117, anno 1625, f. 49v.

[ccclxxix] ASCZ, Busta 117, anno 1625, f. 59.

[ccclxxx] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 60.

[ccclxxxi] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 72.

[ccclxxxii] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 132.

[ccclxxxiii] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 14v.

[ccclxxxiv] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 27.

[ccclxxxv] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 79.

[ccclxxxvi] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 84.

[ccclxxxvii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 97.

[ccclxxxviii] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 39.

[ccclxxxix] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 99.

[cccxc] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 55.

[cccxci] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 61.

[cccxcii] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 15.

[cccxciii] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 22v.

[cccxciv] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 84v.

[cccxcv] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 96.

[cccxcvi] ASCZ, Busta 108, anno 1633.

[cccxcvii] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 2.

[cccxcviii] ASCZ, Busta 118, anno 1634, f. 14.

[cccxcix] ASCZ, Busta 118, anno 1634, f. 16.

[cd] ASCZ, Busta 118, anno 1634, f. 69.

[cdi] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 168.

[cdii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[cdiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[cdiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cdvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cdviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[cdix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[cdx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cdxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cdxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 16.

[cdxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6v.

[cdxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 5.

[cdxix] ASCZ, Busta 15, anno 1583, f. 181.

[cdxx] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[cdxxi] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/16, ff. 14-14v.

[cdxxii] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 41.

[cdxxiii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/14 ff. 13-14.

[cdxxiv] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 45.

[cdxxv] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 86.

[cdxxvi] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 143.

[cdxxvii] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 81.

[cdxxviii] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 83.

[cdxxix] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 23.

[cdxxx] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 53v.

[cdxxxi] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 24.

[cdxxxii] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 5.

[cdxxxiii] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 89.

[cdxxxiv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 41.

[cdxxxv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 101.

[cdxxxvi] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 112.

[cdxxxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1625, f. 40.

[cdxxxviii] ASCZ, Busta 117, anno 1625, f. 50.

[cdxxxix] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 6.

[cdxl] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 7.

[cdxli] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 7.

[cdxlii] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 13v.

[cdxliii] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 28v.

[cdxliv] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 48v.

[cdxlv] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 22v.

[cdxlvi] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 28.

[cdxlvii] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 37v.

[cdxlviii] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 11.

[cdxlix] ASCZ, Busta 118, anno 1634, f. 17.

[cdl] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 160.

[cdli] ASV, Rel. Lim. Crotonen., 1733.

[cdlii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/14, ff. 3-4.

[cdliii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[cdliv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[cdlv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdlvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdlvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[cdlviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cdlix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[cdlx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[cdlxi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdlxii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdlxiii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[cdlxiv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cdlxv] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1566-1567 e 1597, Fs 315, f.lo 6, f. 15v.

[cdlxvi] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 4.

[cdlxvii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 12.

[cdlxviii] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1570-71, Fs 315, f.lo 9, f. 59.

[cdlxix] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1572-1573, Fs 315, f.lo 10, f. 6.

[cdlxx] ASN, Dip. della Sommaria, Mensa Vescovile di Crotone 1585-1586, Fs 315, f.lo 13, f. 4v.

[cdlxxi] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 81.

[cdlxxii] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/16, ff. 10v-11.

[cdlxxiii] ASCZ, Busta 49, anno 1591, f. 61.

[cdlxxiv] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 66.

[cdlxxv] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 200.

[cdlxxvi] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 229.

[cdlxxvii] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 288.

[cdlxxviii] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 144.

[cdlxxix] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 100.

[cdlxxx] ASCZ, Busta 49, anno 1610, f. 104.

[cdlxxxi] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 54.

[cdlxxxii] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 71.

[cdlxxxiii] ASCZ, Busta 117, anno 1619, f. 39.

[cdlxxxiv] ASCZ, Busta 108, anno 1613, f. 102.

[cdlxxxv] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 2.

[cdlxxxvi] ASCZ, Busta 113, anno 1614, f. 66.

[cdlxxxvii] ASCZ, Busta 108, anno 1614, f. 188.

[cdlxxxviii] ASCZ, Fondo Miscellanea, busta 26, s.n..

[cdlxxxix] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 27v.

[cdxc] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 37v.

[cdxci] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 43v.

[cdxcii] ASCZ, Busta 49, anno 1620, f. 43.

[cdxciii] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 26.

[cdxciv] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 2.

[cdxcv] ASCZ, Cassa Sacra, Atti Vari, Busta 383/16, ff. 17-18.

[cdxcvi] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 68.

[cdxcvii] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 109.

[cdxcviii] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 8.

[cdxcix] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 80.

[d] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 21.

[di] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 99.

[dii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 40.

[diii] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 60.

[div] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 51.

[dv] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 144.

[dvi] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 68.

[dvii] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 13.

[dviii] ASCZ, Busta 133, anno 1648, f. 22.

[dix] ASCZ, Busta 497, anno 1701, f. 77v.

[dx] ASCZ, Busta 15, anno 1578, f. 316.

[dxi] ASCZ, Busta 49, anno 1594, f. 30.

[dxii] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[dxiii] AVC, Notaio Gio. Francesco Rigitano, Fs. 1602.

[dxiv] ASCZ, Busta 108, anno 1612, f. 35.

[dxv] ASCZ, Busta 49, anno 1612, f. 75.

[dxvi] ASCZ, Busta 108, anno 1614, f. 168.

[dxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1619, f. 47.

[dxviii] ASCZ, Busta 117, anno 1619, f. 67.

[dxix] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 25.

[dxx] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 49v.

[dxxi] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 56.

[dxxii] ASCZ, Busta 117, anno 1620, f. 61.

[dxxiii] ASCZ, Busta 133, anno 1621, f. 56.

[dxxiv] ASCZ, Busta 117, anno 1622, f. 30v.

[dxxv] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 59.

[dxxvi] ASCZ, Busta 117, anno 1623, f. 65.

[dxxvii] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 67v.

[dxxviii] ASCZ, Busta 117, anno 1626, f. 69v.

[dxxix] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 14v.

[dxxx] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 20.

[dxxxi] ASCZ, Busta 118, anno 1627, f. 51v.

[dxxxii] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 35.

[dxxxiii] ASCZ, Busta 118, anno 1628, f. 82.

[dxxxiv] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 14.

[dxxxv] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 52.

[dxxxvi] ASCZ, Busta 118, anno 1629, f. 52.

[dxxxvii] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 38v.

[dxxxviii] ASCZ, Busta 118, anno 1630, f. 86v.

[dxxxix] ASCZ, Busta 49, anno 1630, f. 52.

[dxl] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 17.

[dxli] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 19v.

[dxlii] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 34.

[dxliii] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 56.

[dxliv] ASCZ, Busta 117, anno 1632, ff. 80-81v.

[dxlv] ASCZ, Busta 117, anno 1632, f. 110.

[dxlvi] ASCZ, Busta 108, anno 1634, f. 73.

[dxlvii] AVC, Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama Ordinis Eremit.rum S.ti Augustini, A. D. 1699 confectae, f. 116.


Creato il 12 Marzo 2015. Ultima modifica: 4 Novembre 2022.

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