Il clero e le chiese di Cutro agli inizi del Seicento

Il tredici giugno 1625 Donno Fabio Monteleone mandò all’Arcivescovo di Santa Severina una relazione sullo stato del Clero di Cutro, dalla quale si evincono, nei particolari, la sua articolazione e le sue prerogative. Per tale ragione il documento (Archivio di Santa Severina, Fondo Arcivescovile Vol. 2 A, ff. 197-202) si pubblica come trascrizione integrale.

SS. Crocifisso Cutro

Santuario SS. Crocifisso di Cutro (KR)

 

Ill.mo et Rev.mo S.re e p(at)ron mio sempre oss.mo /
Questa matina 13 del presente hò recevuto una lictera dell’Abbate / Vezza delli 12 per la quale m’ordina che mandi a V.S. Ill.ma / relatione in scriptis del Stato dell’anime et altri cose con / tinente in effetto otto capi che per obedire in conformità / di quella dico à V. S. Ill.ma capo per capo. / Jn quanto al primo in questa terra sono anime doimila sei / cento et quattordici, delli quali ne porta la matrice / chiesa magg.re di San Giuliano et per essa il suo rettore che / è l’Arcip.te Don Fabritio Foresta e sono in sua cura anime / 2219 et la parochiale di Santo Nicola che è di quella / rettore D. Marcello di pace porta il pensiero d’anime / 395 che tutti sono le dette anime n.° 2614./
Al 2° Capo dico come in questa terra sono chiese al n° de / quattordici Dè quale / Una matrice Archipresbiterato sotto il tit.o di San / Giuliano che ni è rettore et Arcip.te il detto di foresta / Un’altra parochiale sotto il tit.o di Santo Nicola et / ni è parocho il sudetto D. Marcello di pace. / Tre ne sono confraternità cioè / la chiesa di San Giovan Battista, li confrati della quale van vestiti / di sacchi turchini / quella della ss.ma Annuntiata che và vestita di sacchi rossi. / Et quella di S.ta Catherina che và vestita di sacchi bianchi / le quali confraternità si esercitano in accompagnar li morti, / escono processionalmente li venerdi di marzo, e quella di S. Giovan / che non fanno l’altre esci ad accompagnar il ss.mo Sacram.to nella / solennità della sua festa, il giorno di pasca e S. Giuliano / viene alla chiesa magg.re, et il di della beatiss.a Ascentione / fa processione con il Clero, oltre di più in detta confraternita / vi è stata eretta una congregatione che si fa ogni sabbato à sera, / et in quella della ss.ma Annuntiata fù eretta un’altra congregat.ne / ma si tralasciò si bene ogni sabbato à sera vi si cantano / le lodi di N.ra Sig.ra; et in quella di S.ta Catherina vi si cantano / ogni domenica à sera le lodi in honor di quella S.ta. / Vi è anco una chiesa in honor della B. V. sotto il tit.o della / Visitatione ancorché si chiami S.ta m.a delli martiri Juspatronato / della famiglia di foresta della quale vi è capp.no à vita D. Aurelio / foresta dove ogni venerdì si recita l’officio della S.ta Croce dal / sudetto capp.no con altri di detta famiglia, et vi è eretta novam.te / la congregatione di cento messe per li defunti delli quali è procurator / il detto D. Aurelio. / Vi è ancora una chiesa Juspatronato del dottor Agostino di / mayda sotto il tit.o di S.ta Maria della pietà dove vi / si celebrano tre messe la settimana, havendoli detto dottor / fatto una assignatione d’annui docati dodici sopra una / sua possessione di Celsi posta à terrano. / Vi è ancora una chiesiula nominata S.ta maria delle vigne sotto il tit.o dell’Assuntione / grancia dell’Abbatia di S.to Angelo à frengillo, dove celebrano / li padri di San Domenico una messa ogni Sabbato per un / pezzo di terra che li diede Mons. Belmusto all’hora abba / te. / Vi è la chiesa di Santo Stefano la quale non tiene entrata ma per / devotione li benefattori ci fan celebrar una messa ogni dom.ca. / Vi è la chiesa di San Blasio che non tiene cosa alcuna ma per / devozione loro alcuni devoti vi fanno celebrar una messa ogni dom.ca. / Et vi è la chiesa di S.ta Barbara, la quale ha due caselle contigue / una delli quali si loca c.ni 25 l’anno et l’altra serve per / hospidale dove si ricettano molti poveri, nella quale chiesa / vi si celebrano due messe la settimana per legato del q.m D. Gio : Vittorio Guercio. / Tutte dette chiese stanno in mano di laici che vi si creano li / procuratori et priori laici, fuorché nella Matrice, nella / chiesa di S.to Nicola, et nel Juspatronato nella famiglia di foresta. /
Vi sono tre monasterij cioè / Uno di padri Capuccinj sotto il tit.o di S.ta maria d’Assuntione / ancorché la chiamano alcuni S.ta maria della Sanità. / Un altro di padri reformati sotto il tit.o del ss.mo Salvatore / et il terzo di padri Domenicani sotto il tit.o di S.ta maria della gratia. /
Jn quanto al terzo capo si dice che vi sono le prenominate tre / confraterie cioè di S. Giovanbattista, ss.ma Annuntiata, et S.ta / Caterina con le predette loro costitutioni et osservanze et esercitij / spirituali già detti. /
Al 4° capo si dice che il num.o di preti sono in tutto trentasette n° 37 / Jn sacris vi sono quattro doi diaconi et doi suddiaconi n° 4 / Clerici in minoribus ottan’uno n° 81 / Clerici coniugati n° tre n° 3 / Jaconi selvaggi n° nove n° 9 / Commissario di feste uno che è ancora clerico coniugato n° 1/ serviente di Corte n° 1 mastro d’atti n° 1 / Un’offerto di padri reformati n° 1 / Un’altro offerto di padri domenicani n° 1/ et un tertiario di padri cappuccini n° 1 / Jn quanto alle franchezze che godino li preti et clerici / che vivono unitame.te con loro parenti e fratelli godono / pro virili, quelli che son capi nelle loro case godono di quanto/ possedino. / Li Jaconi selvaggi godono il foro, l’immunità della testa / per li fiscali, il datio della farina et carne et sono esenti / di soldati et d’ogni altro peso della Terra, et così il comm.o / delle feste et mastro d’atti, ma li coniugati godono quel che / li concede il Concilio di Trento, et li Sacri Canoni, ma / l’offerti padri godeno l’essentioni come li Jaconi salvaggi. /
Al 5° si dice che le monache vezzoche ò di casa sono al num.ro di / cinq.ta tre. / Delli quali sei ne vestono l’habito di San Domenico, sidici / l’habito capuccinale, et trent’una l’habito de padri / reformati di S. fran.co d’Assisi et non godono cosa alcuna / di franchezza ne anco il foro da certi anni in qua sibeni / prima godevano ogni franchezza et il foro. /
Al 6° si dice che la chiesa matrice di San Giuliano archipres / biterale tiene d’entrata tt.a di grano doicento et sessanta / per le decime ch’esige da parochiani à rag.ne di tre quarti / à parichio et il bracciale à tre mondella di grano / q.to di censi di vignali. / Entrata in danari quindici et lo Jus mortuorum delli capi / di casa à tre car.ni l’uno e figli di famiglia a doi può / importare l’anno D.ti quindici che sono in tutto D.ti trenta. / Esige la meta dell’intorci di funerali delle chiese di Cutro / purchè non sia fig.o famiglia che esigeria il tutto, et / delli monasterij la quarta. / L’offerta la pasca, il Natale, et la festa di San Giuliano / che può importar docati dieci incirca. / Delli matrimonij esige una gallina et il fazzoletto. / Il servimento di detta chiesa è questo la messa cantata / ogni festa di precetto et domenica, le prime Vespire / nelle feste solenni, la settimana santa li divini officij / et la notte della Natività di N. S. et tiene per serv.o / dell’administratione di sacram.ti doi capp.ni et il sacrestano / li quali hanno il loro stipendio in grano cioè tt.a dodici / per capp.no et il sacrestano octo che sono tt.a 32. /
Di più dentro la detta chiesa matrice vi sta situata la / cappella del Santiss.o Sacramento dove fu eretta la Archiconfra / ternità con l’habiti bianchi segnati con il calice et hostia / ma non esce per la Terra perché è quasi sfatta ne vi è eser / citio perché circa l’accompagnar del S.mo Sacramento qua / ndo si porta all’infermi l’accompagnano li Clerici / et tiene d’entrata D.ti cinq.ta cinque tari 1 et grana 19 / dove vi si celebrano dieci messe la settimana et ogni / lunedì una messa cantata per lo quale servimento si / dona al clero dal procuratore d.ti quaranta. /
La parochiale di S.to Nicola tiene in decime ch’esige da / suoi parochiani alla medesima raggione ch’esige l’Arcip.te / tt.a quaranta in circa di grano, et dieci altri di censo / da certi vignali son tutti tt.a cinq.ta 50 / Censi in danari d.ti cinque, et lo jus mortuorum di suoi pa / rochiani alla medesima raggione ch’esige l’Arciprete / pùò importare d.ti cinque l’anno che in tutto 10 / La metà dell’intorci di funerali delle chiese di Cutro quando / non sia fig.o famiglia che li toccheria tutta la cera et / nelli monasterij la q.a / L’offerta di pasca, Natale et il di della festa di S. Nicola / può importar d.ti tre / Et esige di più dalli matrimoni di suoi parochiani una / gallina et il fazzoletto quando si congiungono in matrim.o. / Tiene una vigna al ponte piantata alle terre della chiesa / et il frutto poco sopra avanza la spesa. / Il servim.to è quello che vi si celebra la messa letta tutti li / giorni di dom.ca e feste di precetto et nelli Solenni la Cantata. / Tiene per l’administratione di sacramenti il suo cappellano / al quale dona tt.a nove di grano, et al sacrestano tre che sono / in tutto tt.a 12. /
La Confraternità di San Giovanbattista tiene d’entrata d.ti / vintisei per quattro botteghe che loca et tanti censi sop.a alcuni vignali. / Tiene doi cappellani che celebrano ogni settimana due messe / per li benefattori in detta chiesa et se li pagano docati cinque / per uno l’anno, et docati nove al sacrestano che in tutto sono D. 19. /
La confraternità della ss.ma Annuntiata tiene d’entrata annui / d.ti sessant’uno tari tre e grana 2 ½ / et un tt.a di grano / Il servitio che si fà in essa è questo che tiene quattro / cappellani che celebrano quattro messe la settimana / et cantano le lodi della Madonna ss.ma ogni sabbato / la sera, seppelliscono li morti dell’hospidale dove si / recettano li poveri infermi et hanno per loro elemosina / docati sei per uno che in tutto sono d.ti 24. / Dove vi è l’organo /
La confraternità di Santa Catherina hà docati venti / quattro d’entrata in tanti censi e peggioni di case / et botteghe. / Tiene quattro cappellani che vi celebrano quattro messe / la settimana et cantano le lodi di detta s.ta ogni / domenica à sera come si è detto di sopra. /
Santa Maria della pietà Juspatronato del dottor Agostino / di mayda hà docati dodici annui assegnatieli dal / detto dottore per tre messe la settimana che fa ser / vire il detto dottor Agostino in la detta chiesa D. 12 /
Santa Maria delli martiri sotto il tit.o della Visitatione / Jus patronato della famiglia di foresta tiene d’entrata / docati dicinove / et tt.a dodici di grano ogni anno che paga Giulio Cesare / di fiore / Tiene quattordici fosse et quando si locano sin’hà / per suo allogherio cioè un tt.o per fossa. / Hà obligo di celebrar quattro messe la settimana / Dona al sacrestano che serve et scopa detta chiesa tt.a tre / di grano /
Santa maria delle vigne tiene un pezzo di terra assegna / to come si è detto dal Cardinal Belmusto all’hora / abbate dell’Abbatia di S.to Angelo alli padri domenicani / di S.ta Maria della gratia di Cutro accio ci celebrassero ogni / sabbato una messa la settimana et non ha altro. /
S.to Stefano non tiene cosa alcuna / et così San Blasio / S.ta Barbara tiene Carlini 25 d’entrata per allogherio di / una casella nelle quali tre chiese vi si celebra la messa / per devot.e d’alcuni devoti preter del legato preditto / del q.m D. Gio: Vittorio guercio di due messe la settimana in Santa Barbara. /
Al 7.mo si dice che si fanno li sudeti esercitij et servitij nelle / predette chiese come si è detto di sop.a et in particolare nelle / chiese di cura cioè San Giuliano et S.to Nicola et nella ss.ma / Annuntiata vi è l’organo come si è detto, dove ancora / l’anni passati fù eretta una congregatione sotto il tit.o della / presentatione della B.V. dove si faceva molti esercitij spi / rituali ma essendo mancata la devotione e fervore si disfece. /
Jn quanto all’ottavo capo si dice che vi sono doi oblati l’uno / della chiesa di Santa Maria della gratia di padri Domenicanj, / un altro di padri reformati di san fran.co d’assisi et un tertiario / di padri capuccini che godono quelle franchezze che sogliono / godere li Jaconi salvaggi, et non vi sono altri oblati, / ne meno dell’Hospidal della ss.ma Annuntiata, dove / si riceveno poveri, infermi esercitandosi in quelli / l’officio di Charità per quanto si può. /
Et questa relazione faccio à V.S. Ill.ma conforme l’ordine / che Il Sig.re Abbate Vezza me hà dato nella sua / quale questa matina m’e stata data da un correro / ch’andava à giro et per obedire hò subbito eseguito / quanto mi e stato comandato con che facendo / à V. S, Ill.ma profondissima rev.a li bacio humilmente / il piede pregandoli da N.ro S.re Dio ogni vero bene /

Di Cutro à 13 di Giugno 1625
D.V.S. Ill.ma e R.ma
humiliss.o Servo et Creato
D. fabio monteleone


Creato il 10 Febbraio 2015. Ultima modifica: 16 Febbraio 2015.

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