Una platea seicentesca del Priorato di S. Pietro “de Nimphis”

San Mauro Marchesato (KR), località “S. Pietro”, ruderi del monastero di S. Pietro di Niffi.

Così all’inizio del Cinquecento, sono descritti i confini tra il feudo di San Mauro e la terra di Rocca Bernarda, nella reintegra del feudo di Santa Severina, fatta nel 1521 dal regio commissario Francesco Jasio, su richiesta del conte Andrea Carrafa: “… descendit ad locum ubi dicunt et sunt petrae irtae et per dictas petras irtas descendit et vadit ad vallem dictam de Manni et per vallem deorsum vadit et ferit ad viam p.cam de Nimphis et volvit et ferit ad locum dictum La Petra Scritta et a dicto loco vadit et ferit ad viam pu.cam dictam de la Conusa et per dittam viam vadit et ferit ad ecc.am dirutam nominatam de Melle Cucchi et a dicta ecc.a ferit a terminum magnum et vadit et ferit ad locum ubi erat molendinum ecc.ae S.ti Petri de Nimphis et per dictum terminum vadit et ferit t.ras S.ti Nicolai de Iagiano et continuando per eundem ter.num ferit ad t.ras gabellae Cur. dittae de la Serra Russa et continuando per dictum terminum dividentem terras eiusdem Curie dictas de l’umbro et terras S.ae Anastasiae dictas de le fosse …”.[i]

Il luogo a sinistra del fiume Tacina, appartenente al corso di Verde, era attraversato dalle importanti vie pubbliche dette di Nimphis e de la Conusa, vi erano i mulini appartenenti al priorato di S. Pietro di Niffi e quello del conte di Santa Severina, oltre ad alcuni luoghi di culto, tra i quali la chiesa diruta detta “de Melle Cucchi”.

In evidenza la località “S. Pietro” nella vallata del Tacina. Particolare del Foglio N° 570 “Petilia Policastro” della Carta 1:50.000 dell’IGM.

Il corso apparteneva a diversi proprietari. I principali nel Seicento erano il feudatario di Santa Severina, la mensa arcivescovile di Santa Severina, l’abbazia di Jaciano, il priorato di S. Pietro di Niffi ed il feudatario di Rocca Bernarda. Vi erano poi alcune piccole terre e vignali appartenenti ad ecclesiastici di Roccabernarda, di San Mauro e di Cutro (D. Marcello Giuliani, Antonio Pancalli, D. Antonino Marescalco, Caietano Brundolillo, D. Prospero Mei, D. Felice Amoroso, Domenico Oliverio). Altri piccoli possedimenti erano del convento di S. Francesco di Paola di Roccabernarda, della chiesa di Santa Caterina di Rocca Bernarda, della confraternita del Rosario di S. Mauro, dell’abbazia di S. Giovanni in Fiore, della confraternita del SS.mo di S. Mauro e del clero di Roccabernarda.[ii] La presenza di diversi e potenti proprietari dava origine a liti interminabili, anche a causa delle esondazioni del Tacina.

Il territorio, infatti, era particolarmente esposto alle esondazioni del fiume, il quale causava non poche distruzioni ai mulini, alle vie e alle coltivazioni della vallata. In una lettera al capitano di Santa Severina, il 23 giugno 1522 da Napoli, il conte Andrea Carrafa, accogliendo le suppliche di Paolo Magna Vacca, procuratore dell’arcivescovo di Santa Severina Giovanni Matteo Sertorio, ordinava al capitano: “Item detto procu.re de d.ta Ecc.a have esposto ch’in la reedificatione delle molina nostre della Canosa site nel territorio della Rocca Bernarda, e stata occupata parte d’una gabella seu territ.o di detta Chiesa nel luogo detto le fosse e massime nel fare dell’aque dutto di dette molina”.

Il procuratore aveva chiesto di indennizzare la chiesa con un altro terreno in territorio di Santa Severina o Roccabernarda. Il conte, al quale apparteneva il mulino, ordinava perciò al capitano di recarsi personalmente assieme all’erario di Santa Severina Carlo Bonaiuto, all’erario di Roccabernarda notaio Elefante e a massari esperti del luogo, per apprezzare il danno e dare tanto terreno alla Chiesa di Santa Severina quanto quello che la corte comitale aveva utilizzato per il nuovo acquedotto.[iii]

I mulini della Conusa in località Cinque Mulini di Roccabernarda (KR).

Sempre nello stesso periodo Germino dela Macchia di Santa Severina, “che have servito per tagliamonte in la Compagnia di Minico Gerrano”, chiede al conte di permutare le sue terre con altre terre del conte. Il Della Macchia possiede alcune terre dentro la difesa del Piano del Re, dove pascolano i cavalli del conte (“la raza vostra”), dalle quali “non percipe utilitate alcuna”. Il conte, accogliendo la supplica, l’otto agosto 1522 da Napoli, ordina all’erario Carlo di Bonaiuto di procedere allo scambio.[iv]

Anche i numerosi interventi di riparo a carico dei mulini della Conusa evidenziano le frequenti piene del Tacina. Sappiamo che durante il periodo feudale di Francesco Maria Carafa, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, i mulini furono in gran parte ricostruiti, perché avevano subito gravi danni. I lavori durarono alcuni anni come risulta da un contratto rogato in Cutro il 12 Gennaio 1600.

Il documento ci informa che il mastro Ascanio Faylla di Bisignano, architetto e ingegnere pubblico, e Laurentio Foresta di Cutro, avevano ricevuto da Gio. Battista Oliverio, percettore del Duca di Nocera, ducati 132 come parte del pagamento “della fattura e portatura con loro bovi di 66 pezzi di stramoni et sessanta sei catene di legname che hanno bisognato per lo forte che s’è fatto in reparatione delli molini dela Canosa d’abascio, delli quali stramoni et catene parte sono coperti sotto terra et parte appareno di sopra”.[v]

San Mauro Marchesato (KR), località “S. Pietro”, ruderi del monastero di S. Pietro di Niffi.

Una lite della metà del Seicento riguardante i confini, che vedeva da una parte gli abbati commendatari di S. Pietro in Niffis (il cardinale Benedetto Odescalchi), di S. Nicola di Jaciano (il cardinale Gio. Francesco Ginetti), e l’arcivescovo di Santa Severina Francesco Falabella, contro il feudatario Francesco Filomarino, principe di Rocca d’Aspide, ci informa sui mutamenti del territorio.

“Il Principe pretende che la strada nova odierna che comincia dalli molini della Canosa verso il fiume Tacina, et va a uscire à disotto il Vallone di Mammi, da dove si va a Rocca Bernarda, sia quella che divide i termini di d.o territorio di San Mauro da quello della Rocca Bernarda, mentre questo equivica che la strada vecchia et non la nova era quella che divideva detti termini, della quale strada vecchia ora appena se ne vedono il vestigio vicino la via publica nella crocevia per dove si va al Magazeno dello thesorierato et a Catanzaro, et anco altri poche vestigii di quella si vedono sotto d.o Vallone di Mammi; atteso che il remanente di d.a via vecchia parte s’è rocta e persa per l’impeti dello fiume Tacina che vi scorre vicino, et parte ancora è stata disfatto dalli massari, che hanno arato li territorii della Volta della Corte della Rocca Bernarda di d.o Sig.r Principe come ocularmente si potrà vedere sopra la faccia del luoco. Et i termini del territorio di S. Mauro … il fiume Tacina cominciano dalla detta via vecchia, chiamata la via antica della Canosa, et feriscono alla Chiesa diruta delli Melicucchi, et per il termine grosso inferiore della Cabella di Docime, et feriscono per li molini di San Pietro di Niffi, et per l’ultimi termini della Cabella di S.to Sodaro di Santo Nicola di Jacciano et continuando vanno et feriscono per il rivolo dell’acquaro, termine della Cabella di Serra Rossa, et continuando per d.o termine della Volta di Serra Rossa et per l’ultimo termine della Serra delle Fosse di S.ta Anastasia chiamate le serre delle Fosse vanno et feriscono alla d.a via per dove si va al magazeno del thesoriero et a Catanzaro.”[vi]

San Mauro Marchesato (KR), località “S. Pietro”, ruderi del monastero di S. Pietro di Niffi.

La gabella di S. Pietro

La gabella di San Pietro dove era situata l’abbazia di S. Pietro de Niffi, era nel corso di Verde in territorio di San Mauro. Il corso era stato oggetto fin dal periodo aragonese di liti, in quanto i cittadini di Roccabernarda per antichi privilegi, vantavano gli usi civici, tra i quali quello di pascolo e di far legna, che però erano contestati dal baglivo di Santa Severina, il quale incarcerava gli animali e perseguiva detti cittadini.

Il 16 ottobre 1532 l’università di Rocca Bernarda inviava un corriere al feudatario Galeotto Carrafa, per supplicarlo di dirimere alcune liti riguardanti il pascolo ed altri diritti sul corso di Verde, tra gli abitanti di Santa Severina e quelli di Rocca Bernarda: “Ill.mo S.or mio: Basando la mano de V. S. Ill. alla bona gratia de quella per m.o m.s R.do: Questa Uni.ta manda questo curriero a posta a V. S. Ill.ma avvisandola vogla providire supra la differenzia tene cum li Citatini de S.ta Sev.na in lo Territorio dove se dice Verde s.do questi Citatini servino a V. S. Ill.ma”.[vii]

Sul corso di Verde si alternava il pascolo alla semina, ma il feudatario asserendo di aver lo “ius prohibendi” impediva la semina. Egli tramite i suoi ufficiali non smetteva “d’inquietare i coloni, ed affittuarii de territori nominati Duecime, e San Pietro appartenenti al Priorato … e con minaccie l’impedivano, ed impediscono di maiesare alcune parte inculte de territorii anted.i per seminarli nell’inverno seg.te”. Per tale motivo spesso i territori di San Pietro e Ducime rimanevano incolti con grave danno per il priorato, che non poteva affittarli ai coloni ed ai massari, anche perché il feudatario segretamente con minacce intimoriva ed impediva a questi di affittarli, affermando che mettendoli a semina, si sarebbe interrotto il pascolo degli animali.[viii]

Il primo foglio della platea di S. Pietro di Niffi del 1624, conservata all’Archivio Arcivescovile di Santa Severina (KR).

La “Platea delli beni di San Pietro di Niffi” del 1624

Tra i documenti della lite relativa ai confini di alcuni territori, tra l’arcivescovo di Santa Severina, l’abbazia di San Nicola di Jaciano ed il priorato di S. Pietro di Niffi con il Principe della Rocca d’Aspide, vi è una platea del priorato compilata nel 1624.

A quel tempo la chiesa di S. Pietro era ancora attiva ed era circondata dai grandi ruderi del monastero come si legge in un documento dell’epoca: “Il Priorato di San Pietro di Ninfi, hoggi del E.mo Sig. Cardinal Odiscalchi nel territorio di San Mauro nel Corso di Verde possiede due territori. L’uno chiamato di San Pietro di Niffi di capacità di tumolate 60 incirca, dove sta fundata la chiesa di San Pietro circondata da molte fabriche antiche et vecchie. L’altro chiamato Ducime di tumolate 600 come dalla Platea di detto Priorato fatta nell’anno 1624”.[ix]

Avendo avuto ordine di descrivere i beni del priorato, il 26 marzo 1624 Gio. Michele Monizza della città di Taverna, procuratore ed amministratore del cardinale Lelio Falconieri (1585-1648), abbate commendatario del priorato di S. Pietro de Ninfis, situato in diocesi di Santa Severina, non potendo personalmente recarsi sui luoghi, incaricava il reverendo Gio. Tommaso Benincasa del castro di San Mauro, di redigere la platea dei beni del detto priorato.

Per la compilazione di questo documento Gio. Tommaso Benincasa utilizzò le conoscenze che avevano dei luoghi: Nicola Ziaghi, Gio, Matteo Barbaro, Nicola Godano ed Andrea Monteleone di Castro San Mauro, Paulo Scavello della terra di Rocca di Neto, Gio. Tommaso e Gio. Andrea Scolero della terra di Rocca Bernarda e Gio. Jacobo de Vona e Ferdinando Cosentino della terra di Cropani.

Accompagnato da questi esperti e conoscitori dei beni e dei territori del priorato ed da altri (Gio. Jonfrida, Juliano l’Aglii, Domenico Sciaccato), il procuratore si recò sul posto per ispezionare visivamente. Quindi incaricò il regio notaio a contratto Gio. Francesco Benincasa di Castro San Mauro ed il regio notaio Gio. Battista Grimaldis che, utilizzando le informazioni date dagli esperti e dai conoscitori dei luoghi, ebbero il compito di redigere una platea, descrivendo dettagliatamente tutte le terre, gabelle, beni, diritti e redditi, con i loro confini e limiti.

Il 18 novembre 1624, il regio notaio Gio. Battista Grimaldis affermava di aver raccolto tutte le informazioni circa i beni del priorato, accingendosi a “poter mettere in forma probante ad modum libri uno instrumento d’inventario delli beni del Priorato di S. Pietro di Niffi, stipulato ad istanza di Monisig.re Lelio Falconerio e suo procuratore”.

I principali possedimenti del priorato di S. Pietro di Niffi erano situati sull’asse che unisce il Tacina ed il Neto.

Il documento

“In S.to Mauro Cabella detta S. Pietro tt.e 60 Curzo.

In primis una gabella seu pezzo di terra detta la cabella di S. Pietro, dove è fundata la chiesa di S.to Pietro, la q.le chiesa è circondata di molte fabriche antiche, et vecchie, et detta cabella è di capacità di tt.e 60 inc.a alla grossa sita, e posta nel territ.o di S. Mauro nel curso di Verde, le quali terre sono cultive et incultive et alborata di molte sciorte d’alberi fruttiferi, come olive, pera, fico, granata, celsi, quercie et altri alberi. Si limita in questo modo v(idelicet). Incomincia dallo vallone, dove si dice Li Monumenta, sopra la chiesa detta delle Melicuccie di Faravazzo, e termine magno, segue lo vallone in su, che confina con la cabella di Docime di d.o Priorato, e per d.o vallone in su L’acqua acqua continua, et va alla valle boscosa detta S.a Domenica, che confina con la d.a cabella di Docime dall’una parte, et d’altra parte le terre dette delle Jermanache, e li frunti frunti à bascio acqua fundente à scirocco, confina similm.te con le terre delle Jermanache dell’Università della Rocca Ber.da, traversa d.o termine delli frunti alla d.a valle di S. Domenica, passa la via, dove sono essere Arie, e va à ferire alla valle, dico alli fini della valle di Mammì terre dell’abbadia di S. Nicola de Jacciano territorio della Rocca Bernarda e li frunti frunti à bascio di d.a valle à bascio continuando d.o termine ferisce, e và alla via detta la Chiubica de Niffi in piedi di d.a valle, per la q.le via si và a Cosenza, e per tutto il Marchesato di Cotrone, et in altri luoghi, e per la d.a via à bascio và a ferire allo d.o vallone delli monumenta dove si incomminciò e finisce. tt.e 60.

Item la p(redi)cta chiesa di S. Pietro tiene le sott.te robbe, e param.ta V(idelicet). Uno calice d’argento vecchio strutto e patena d’argento bascio. Un avant’Altare con pieneta, stola, e manipolo di damasco russo usati. Uno cammiso coll’ammitto di tela alquanto strutti, tre tovaglie per sopra l’altare vecchie. Una pianeta di scotto nero con alcuni ricami vecchia, e strutta. Uno cuscino di tela celendrata usato, et uno corporale di tela di cava usato.

Item dentro d.a cabella di S. Pietro vi sono quattro vignali quali confinano dalla parte di sotto la sopranominata via, e le terre di Gio. Tomaso Scolero verso lo fiume di Tacina, q.ali vignali, uno è di capacità di tt.e sette inc.a cultive, al presente è posseduto dalli frati del Ven.le Monasterio di S. Franc.o di Paula della Rocca Ber.da rende à d.o Priorato di S. Pietro di censo annuo grana ventisette. tt.e 7.

Item l’altro vignale del d.o Priorato è di capacità di due tt.e inc.a, e mezza, al p.nte si possiede per l’heredi di Genberto Tersigna della Rocca Ber.da rende à d.o Priorato di S. Pietro di censo annuo grana ventiquattro. tt.e 2 ½.

Item l’altro vignale del d. Priorato è della capacità d’una tt.a inc.a è posseduto da Giulio Rizza della d.a t.ra della Rocca Ber.da non paga cosa alcuna à d.a Chiesa e Priorato. tt.e 1.

Item un altro vignale di d.a Chiesa di S. Pietro di tumulate dui inc.a al p.nte si possiede da Gio. Tomaso Moschetta, confina con la trazza in piedi la valle d.a di Mammì non paga cosa alcuna a d.a Chiesa. tt.e 2.

Docime Curzo tt.e 600.

Item la cabella d.a Docime di d.o Priorato di S. Pietro sita e posta nel territ.o del castello di S. Mauro nel curso di Verde di capacità di tumolate seicento inc.a coltive, incoltive e boscose si limita in q.sto modoV(idelicet). Principiando della Colla detta di Solazzo, per la quale Colla passa la via, che và in d.a Cabella, et in altri luoghi, confina con la cabella detta Cotura della Mensa Arciv(escov)ale di S.ta Sever.na principiando il termine della d.a Colla ascende verso Aquilone li frunti frunti acqua fundente all’occidente, e continuando d.o termine li frunti frunti gira per sopra lo vanco piano, e fere ad un timparello, e continuando d.o termine ascende alla Serra alta dove sono m.te pietre tra la d.a cabella di Docime, e la d.a cabella della Cotura, segue d.o term.e e fere in capo alla valle detta delle Pasqualie, alla colla sotto la valle detta delli Frasselli dello piano del Rè di detta mensa Arciv(escov)ale di S.ta S.na, dove vi soleno essere l’Arie, segue d.o termine per dirittura ascendendo alla timpa delli Scoglii, e confina con d.o piano del Rè, sopra la d.a valle delle Pasquali e per frunti frunti di d.a timpa acqua fundente al mezzo giorno, confina sempre con d.a cabella del Piano del Rè, e li frunti frunti à bascio và à ferire alla Colla Scannata sopra li Vancora della fico dolce, dove sono certi ogliastri, passa per d.a Colla continuando d.o term.e di piano per dirittura per un pezzo và e fere alla Colla sop.a lo Celsaletto di d.a Cabella del Piano del Rè, gira a bascio e li frunti frunti acqua fundente alla Valle detta di Rattù allo pizzo in piedi di d.a valle sop.a la timpa, ed essendo per direttura alla bocca del vallone acqua fundente, dico corr.te di detto di Rattù, e segue acqua acqua ad alto lo vallone e in su sempre continuando, e limitando con la d.a cabella per piano del Rè arriva in capo la valle sop.a una timpa tagliata nell’Azzoppaturo dell’acqua dello vallone che viene fra lo piano del Rè, e le Destre sotto la fossa detta dello Carramone esce per dirittura della d.a timpa ad alto alle Destre sop.a la d.a valle, dove vi sono molti scogli di pietra come uno termonazzo grande, e per d.o termine continuando per direttura ascende in su , e fiere alla via larga publica, che si va allo fiume di Tacina, confinando con le destre delle Jermanache, da dove và alla chiubica di Niffi, e continuando per lo d.o term.e di d.a cabella la via via, descende in capo la foresta in mezzo la via, dove vi sonno due mozzoni di quercia, e descende per direttura a Corrituro dell’acqua in mezzo la d.a via in capo la valle d.a di S.ta Dom.ca, sopra la cabella di S. Pietro, dove è fundata d.a chiesa, e continuando sempre lo vallone à bascio, và e fere alla via dove si dice li Monumenta alla via publica, passa la d.a via, e segue lo vallone à bascio, e confina con le volte dette S. Pietro delle differentie sotto lo casaleno della Chiesa detta di Faravazzo, e delle Melicuccie, dove vi è un termine grande, e segue continuando per d.o termine, arriva, e s’unisce allo termine della cabella di S. Sodaro dell’abbatia di S. Nicola di Jacciano confina alla volta boscosa, et ascende d.o termine su continuando, e limitando colla d.a cabella di S. Sodaro, esce alla via publica, e la via via abascio per alquanto, e dopò passa la via, e fere allo vallone acqua corr.te viene dalla d.a cabella di Docime, e di Malinello, e dall’altra parte lo vallone confina colla destra della d.a cabella di S. Sodaro continuando d.o termine in su, che ascende e si unisce col term.e grande fra la manca di d.a cabella e la pred.a destra di S. Sodaro, ascende per direttura in su , e fere alla serra alta, e la serra, serra, acqua fundente al mezzo giorno continuando d.o termine grande descende per direttura allo Galice siccagno, che viene dalla colla detta dell’Oryo, e descende il termine à bascio, e galice, galice, et esce al piano alla via publica, e la via via continuando d.o termine sop.a la via confina colla destra di d.a cabella di S. Sodaro, che confina colla cabella di Serra Rossa della Corte della Rocca Bernarda, vallone mediante, e continuando d.o termine ascendendo per la destra ad alto, e fere alla serra alta fra la destra pred.a acqua fundente all’oriente, e la manca acqua fundente all’occidente, và la serra serra, e fiere alla Collicchia vicino la Colla del Oryo, e confina dalla parte di mezzo giorno coll d.a cabella di Serra Rossa, e continuando d.o termine fere ad una Serratella, dove c’è una troppa di scino grande, continuando per lo d.o term.e la serra serra acqua fundente à scirocco, confina semp.e colla d.a cabella di Serra Rossa e và, e fere ad un’altra collina, continuando passa d.o term.e, et ascende ad un altro timpone continuando la crista scrista della parte di mezzo giorno la d.a cabella di Serra Rossa, e della parte di tramontana la d.a cabella di Docime, dove si dice la Valle di Marinato, e la crista crista delli scini ascende, e fiere allo timpone pizzuto, che confina colla cabella di S. Litania di Scipione Grimaldi di S. Mauro, e la pred.a cabella di Serra Rossa, e per la serra serra acqua fundente alla Valle della Bruca di d.a cabella di Docime, e per la crista crista delli Scini và confinando colla d.a cabella di S. Litania dalla parte di scirocco et ascende in su, e va a ferire per dirittura allo timpone alto sopra la timpa di d.a cabella di S. Litania di Docime e la cabella di Castellaci della Mensa Arciv(escov)ale di S. Severina, dove si dice lo Portello di Castellaci, passando d.o portello fiere alla Serra alta, e continuando sempre la serra serra dalla parte orientale la pred.a cabella di Castellaci, et dalla parte occidentale la d.a cabella di Docime, e continuando la serra serra và, e fiere e si unisce col termine primo detto della Cotura della d.a Mensa Arciv(escov)ale di S. Severina, e finisce lo termine di Castellaci, e d.a cabella di Docime segue il suo termine la serra serra della Cotura, e continuando và à ferire, et arriva alla colla pred.a di Solazzo da dove incomminciò ad esser limitata d.a cabella di Docime e finisce.

Cabelluzza di l’Acquaro Curzo tt.e 40.

Item un altro pezzo di terra del d.o Priorato detto la Cabelluccia dell’Acquaro sita, e posta similm.te nel d.o tenim.to di S. Mauro nel Curso di Verde di capacità di tumulate quaranta inc.a, confina dalla parte maestrale insino allo occidentale colla cabella detta delle fosse della Mensa Arciv(escov)ale di S. Severina, dalla parte di sopra verso tramontana confina col vignale della Corte di S. Severina detto Piccolo, dalla parte verso oriente confina col vignale di S.to Nicola di Plastò della Rocca Ber.da detto di D. Carlo, e la via via confina colla cabella di Canzonero della pred.a Corte di S. Severina, confina all’acquaro, che và alli molina di Vissota, passa lo p.tto acquaro il term.e confina colle terre, seu cabelluccia detta di Necuzzo e per d.o term.e in su arriva e s’unisce col term.e di d.a cabella delle fosse da dove s’incominciò e finisce.

Vignale in Serra Rossa Curzo tt.e 5.

Item un altro pezzo di terra di d.o Priorato, similm.te sito, e posto nel terr.o di S. Mauro nel corso di Verde di capacità di tum.te cinque inc.a aratorie confina dalla parte di sopra verso tramontana la via publica, e dalla parte verso occidente confina col termine di Serra Rossa, confine S. Sodaro e l’Acquaro, che và alli molina della Conusa, e dalla parte verso levante, mezzo giorno confina co un vignalicchio dell’heredi di Dom. Tersigna, e lo vallone che viene di Serra Rossa, e dalla destra di S. Sodaro, e le pred.e terre di Serra Rossa sonno della Corte della Rocca Bernarda.

Altro Vignale in Serra Rossa Curzo tt.e 3.

Item un altro vignale sito, e posto in d.o luogo, e curzo di capacità di tum.e 3 inc.a limitato, e terminato tutto à torno della cabella pred.a di Serra Rossa della Corte pred.a della Rocca Bernarda e per mezzo d.o Vignale passa l’Acquaro, che và alli molina della Conusa per direttura sotto l’Arie di Serra Rossa pred.a.

Vignale nella Colla di Verde Curzo tt.e 3.

Item uno pezzo di terra di 3 tum.e inc.a sito, e posto similm.te nel territ.o, e curso pred.to di Verde dove si dice la Colla di Verde confina dalla parte di sopra col vignale di Prospero Oliverio che fù delli Juliani sito in d.a Colla, e dalla parte di sotto il Vallone, che viene di Caravà, e le terre di d.a cabella quale sono del Ven. Monasterio di S. Fran.co di Paula della Rocca Ber.da, e la via seu trazza sotto le manche dette dello Pozzillo in d.a Colla di Verde.

Altro Vignale detto Colla Curzo tt.e ½.

Item un altro pezzo di terra di capacità d’un mezzo tumulo posto in mezzo la Cabella di Castellace della Mensa Arciv(escov)ale di S. Severina sito in d.o territ.o e curzo di Verde, dove v’è un piede di ogliastro grande, et è limitato e terminato tutto à torno delle d.e terre di Castellace e proprio dove si dice lo stazzo vecchio alle quali terre della parte di bascio confina colla cabella di Caravà.

In Santa Severina Latina Curzo tt.e 100.

Item la Cabella detta della Latina sita, e posta nel territ.o di S. Severina nel Curzo di Turrotio se limita in questo modo v(idelicet) Principiando dal Vallone corr.te che descende dalle manche di Ferrato sotto Lo piano dello Cugno di Brisi della Corte di d.a Città di S. Severina per lo term.e fra la cabella di Faraone di d.a Corte continuando il term.e vi è uno pantano d’acqua con due piedi di frassini, cioè uno dalla parte di sopra di d.o piano, e l’altro dalla parte di basso, continuando d.o term.e ascende la crista crista fra la d.a cabella di Faraone, e la d.a della Latina và à ferire alla colla scannata, et esce allo timpone alto del scupoletto confina la cabella di S. Elia di Giulio Cesare Modio di S. Severina, e lo Prioratello d’esso Priorato. Dalla parte di tramontana và la serra serra acqua fundente all’oriente, e continuan.do d.o term.e, esce e fere allo timpone alto sopra la Valle di S. Martino, et alla colla Scannata della Corte d’essa Città, et il term.e passando d.a Colla segue la serra serra e fere alla serra alta di d.a cabella di Scrivo seguendo la serra serra acqua fundente all’Oriente và à ferire alla Colla sopra la Valle della Fraca, e d.o term.e continuando segue la serra serra di Scrivo , e và à ferire, e si unisce col termine della Cabella detta la Petrarella della sud.a Corte confine la d.a cabella di Scrivo, e d.o term.e seguendo e continuando descende alla vallata à basso, tra la d.a Cabella della Pietrarella, et essa Latina, dove vi è uno scoglio grande della parte di dentro d.a Latina, e d.o term.e segue la vallata vallata, seu galice à basso, e và à ferire al term.e della d.a cabella della Latina, e la cabella detta le Chiuse di D. Gio.e Cosentino, e d.o term.e continuando và e fere alla via publica, che si và verso Torrotio, e và a ferire allo timparello detto di S. Vennera, et d.o term.e continuando và à ferire per dirittura al casalena di S. Vennera propr.o innanza la porta e descendendo à basso và à ferire allo termine di d.a chiusa seguendo la via publica appunta allo term.e del Vignale detto della Fraca di d.a Corte, e continuando d.o term.e ascende alla serrata serrata per sop.a la valle di d.o Vignale della Fraca, e dividendo la serrata và à ferire allo term.e grande fra la d.a valle della Fraca, e la Latina et le terre dette delli Carusi , ascendendo fere allo timparello alto fra lo vignale delli Carusi, e la d.a Latina, segue d.o term.e, e continuando descende per dirittura lo Cristone à basso, e fere allo Vignale grande delli Carusi, e d.a Latina continuando và alla via publica, e passa d.a via à basso continua d.o term.e, e descende al Vallone confine le Chiuse di D. Gio.e, e lo Cugno di Zoyara, e per lo Vallone acqua currente ad alto và a ferire al vignale d.o di Mandato, e continuando l’acqua l’acqua lo vallone in su và e fere al term.e primo detto tra Faraone, e la Latina, sotto lo piano del Cugno di Brisi, da dove si cominciò e finisce, quale terre sono di capacità di tum.e cento inc.a cultive, et incultive.

Item uno vignale di capacità di tre tom.e inc.a cultive, che và con d.a Latina confina dalla parte da basso la Cabella della Pietrarella e dalla parte di sop.a vicino la via confina con le Chiuse dette di Gio.e Cosentino.

Prioratello Curzo tt.e 75.

Item uno pezzo di terra d.o lo Prioratello di S. Pietro sito, e posto nel territ.o di S. Severina nel Curzo di Paganò di tum.e 75 inc.a, cioè 25 cultive, e 50 boscose, le quali terre dalla parte di levante confina con S.to Elia, e la Valle di S. Martino ad alto esce alla Colla Scannata di Scrivo, e confina colla Latina, e le serre serre ad alto và à ferire, e limita il timpone dello Scopuletto e le Fosse di Collura similm.te di S. Elia, che fu delli Novellisi, hoggi posseduta per Giulio Cesare Modio della Città di S. Severina, e la valle a basso lo corrituro, corrituro esce all’umbro à basso di d.a cabella di S. Elia, dove sono certi piedi di vruche grandi, e l’Umbro à basso lo vallone, vallone, và insino in piedi la valle dello Lupo, e dopò lo d.o terr.o viene lo piano in su, e confina nell’istessa valla detta di S. Martino, quale valle confina colla Cabella di Scrivo dalla parte orientale.

Vignali in Maleni Curzo tt.e 3 ½.

Item uno pezzo di terra sito, e posto nel terr.o pred.o di S. Severina nel curzo di Paganò nel luogo detto la valle di Maleni di capacità di tumulate tre, e mezza inc.a confina dalla parte da basso col vignale della Corte di S. Severina, e dalla parte di sop.a le terre.

Nella Rocca di Neto S.to Nicola di Juca Curzo tt.e 100.

Item la Cabella detta S. Nicola di Juca del d.o Priorato di S. Pietro di Niffi di capacità di tt.e 100 inc.a cultive sita, e posta nel territ.o della Rocca di Neto Prov.a di Calab.a Citra nel curso di Juca si limita in questo modo. Dalla parte di basso verso oriente confina al fiume di Neto e la Cabella dello Dattilo della baronal Corte di detta T.ra e per sop.a lo Dattilo confina con altre terre della d.a Corte, et anco confina con un pezzo di terra comprato da Marc. Ant.o Laurello di d.a T.ra, e dalla parte di tramontana confina à dui vignali della Cabella di Corvalino del Seminario di S. Severina, e continuando d.o term.e descende, e confina colli terreni dell’heredi del q.m Fabritio Pignanello della sud.a T.ra della Rocca di Neto. Dalla parte dell’occidente confina alla Volta detta di Covello, quale dicono essere della d.a baronal Corte della Rocca di Neto, di novo confina d.o term.e al d.o fiume di Neto, e finisce il term.e di d.a Cabella.

In Belcastro Lufrerio Camera tt.e 55.

Item uno pezzo di terra in Lufrerio sito, e posto nel terr.o di Belcastro Camera chiusa di capacità di tt.e cinquanta cinq. inc.a si limita in questo modo v(idelicet). Dalla parte verso il mare di scirocco a basso confina col territ.o delle Camere, che possede Paulo Carpanzano della Città di Taverna, che prima furno di Cesare Caputo di Belcastro dal lato di ponente confina colla Cabella di Ciccio e Diego di Diano, figli et heredi di Fabritio di Diano di d.a Città di Belcastro. Dalla parte di sop.a verso maistrale confina colla Cabella detta L’acqua della Fico di Fran.co Campagna della Città di Catanzaro e la Capella di S.to Domenico della d.a Città di Belcastro. Dalla parte verso tramontana confina colle terre di S.ta Genia, hoggi possedute dalla Religione di Malta; e dall’altro lato verso levante per dritto al fiume di Tacina confina colle terre dette li Cugnuoli dentro il territorio di Mesoraca, e confina colle terre nom.te di Condoleo della Corte di Mesoraca e fra d.i Cugnuoli, Condoleo e d.a Cabella di S. Pietro si divide il territorio di Belcastro, e di Mesoraca.

Cabella della Fico Camera tt.e 40.

Item un pezzo di terra di capacità di tt.e 40 inc.a nominato la Cabelluzza della fico sito, e posto nel terr.o pred.o di Belcastro confina dalla parte di sop.a verso maestrale colle terre delli heredi di Gio. Batt.a Carpanzano della d.a città di Belcastro, e le terre nom.te di S.ta Jenia della Religione di Malta confina colla via publica, e per d.a via confina colle manche nom.te di S.ta Jenia della Mensa Vescovale di Catanzaro, e per d.a via tira, et arriva allo vallone currente, che divide il d.o territ.o di Belcastro, e di Mesoraca, e và il vallone ad alto, e confina colle terre delli d.i heredi del d.o Carpansano, q.ali terre sono camera chiusa.

In Mesoraca Vignale nel Curzo di Vrucuso Curzo tt.e 15.

Item un altro pezzo di terra di d.o Priorato, che và colla d.a Cabella della fico di capacità di tt.e quindici inc.a situato nel territ.o della t.ra di Mesoraca dentro del curso di Brucoso confina al vallone colla d.a Cabella della fico, il q.ale vallone e l soprad.o, che divide il territ.o di Belcastro e Mesoraca. Dalla parte d’abasso verso levante confina, e và alla via publica, et dalla parte verso tramontana confina colle terre della Ruchicella terre della sud.a Mensa di Catanzaro; e dalla parte verso la montagna confina colle terre dette di Vrucuso della Corte di d. a T.ra di Mesoraca.

In Cotrone Vignale di Briglianello Camera tt.e 6.

Item uno pezzo di terra di capacità di tum.e sei inc.a camera chiusa sito, e posto nel territ.o di Cotrone sotto l d.o casale di Papanici quando si và à basso in Cotrone, confina dalla parte sinistra le terre di Briglianello via mediante, e dalla parte d’abasso le terre di D. Girolamo Facente, e dall’altra parte il fosso della vigna di Salvatore Franco di d.o casale di Papanice.

Vignale nelle Cortine Camera tt.e 1 ½.

Item un altro vignale di tre mezzolorate inc.a camera chiusa sito, e posto in d.o territ.o di Cotrone similm.te sotto l d.o casale di Papanice limitato, e terminato à torno delle terre dette di Cortine al p.nte possedute d.e Cortine per Gio. Gerolamo Pagano di Cutro, e di D. Gio. Batt.a Venuto della T.ra di Melissa.

Censi in S. Sev.na Vignale della Pietrarella Curzo tt.e 16.

Item detto Priorato tiene, e possiede uno vignale, seu pezzo di terra sito, e posto nel corso di Terrotio territ.o di S. Severina nominato la Pietrarella confina colle cabelle di Volo del Rev. Capitolo della Città pred.a, il q.ale vignale rende anno quolibet à d.o Priorato tt.e sei di grano bianco li paga il d.o Rev. Cap.lo di S.ta Sev.na, quale censo è à beneplacito del Priore di d.o Priorato, è di capacità di tum.e 16 inc.a.

Vignale della Forestella Curzo tt.e

Item tiene un altro pezzo di terra nel d.o territ.o e Curso sito, e posto dentro la Gabella d.a La Forestella di Gio. Fran.co Franco del Casale di Scandale, il q.ale vignale rende à d.o Priorato anno quolibet tumulo uno e mezzo di grano bianco, li paga il d.o Gio. Fran.co Franco à d.o Priorato, il q.ale censo è à beneplacito di d.o Priore similm.te.”[x]

Note

[i] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 49v.

[ii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 9A, f. 178.

[iii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 1A, f. 182.

[iv] AASS, Fondo Arcivescovile volume 2A.

[v] ASCZ, Not. G. F. Terranova, Busta 58, anno 1600, f. 6v.

[vi] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 41A, ff. 68-69.

[vii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 2A.

[viii] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 47A, f. 341.

[ix] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 41A, ff. 60-71.

[x] AASS, Fondo Arcivescovile, volume 41A, ff. 62-66v.


Creato il 26 Aprile 2016. Ultima modifica: 6 Novembre 2023.

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