Le due colline del centro storico di Crotone

Crotone. In evidenza il timpone S. Lorenzo e la timpa della Capperrina.

L’attuale centro storico di Crotone, racchiuso in gran parte dalle mura e dai baluardi cinquecenteschi ed in parte da mura di età precedente, racchiude al suo interno la “timpa della Capperrina” ed il “timpone San Lorenzo”. Le due colline sono separate da un vallone, che dall’attuale Piazza o “Piano del castello” discende verso la cattedrale e la campagna.

Le due colline nel passato svolsero due funzioni completamente diverse. Di questo possiamo esserne certi, anche se i documenti in nostro possesso sono scarsi.

La timpa o rupe della “Capperrina” o “Cappellina” ancora nella seconda metà del Quattrocento conservava delle fortificazioni costruite in età precedenti. Il toponimo è più volte richiamato nei documenti aragonesi, riguardanti i lavori di fortificazione della città all’affacciarsi del pericolo turco. Tra il 1484 ed il 1486 i lavori riguardarono proprio le mura della Capperrina. Furono costruiti: il muro di Milino, la grande torre della Capperrina, “li bombarderij et altri posteroli in pedi la turre de santa panayia”, “uno peczo de muro coniuncto alla porta nova de milino”, “la porta seu bombardera de la casa macta dela capperrina necessaria per la securta de ditta cita”, il muro nuovo “deli rebellini dela capperrina” e la porta della nuova casamatta che si sta innalzando sopra “santo nicola”.[i] Tutti questi toponimi ci informano quanto fosse fortificata questa parte alta della città, mentre nessuna notizia abbiamo di fortificazioni nella parte alta del timpone di San Lorenzo.

Il Nola Molise alla metà del Seicento oltre ad identificare nella timpa della Capperrina l’antica acropoli aggiungeva: “Per tornare al detto castello, e sapere quanto grande era, dall’istesse parole di detto Livio, dicendo, che da una parte soprastava al mare, e dall’altra parte alla campagna, chiaramente ci dimostra, che quello, ch’oggi è castello, che soprastà al mare, era unito con quello, che si chiamava Cavaliero, che soprastava alla campagna e tanto era grande l’antico castello, anzi prima, che detto luoco chiamato il Cavaliero, che li moderni haveano fatto, come un forte dentro la città, pochi anni sono si deroccasse, vi si vedeva una bellissima cisterna, e molti altri edifici, e muri sotterranei, che sino al castello di hoggi si stendevano” ed “Vi era uno stagno detto Melimno, hoggi detto Melino sotto l’antico Castello dalla parte del Molo”. L’area identificata dal Nola Molise per l’“antico castello” andava quindi dal baluardo Don Pedro all’attuale castello”.[ii]

Nei documenti del Cinquecento e dei primi anni del Seicento, il toponimo Capperrina sarà ancora presente nel titolo di un canonicato della cattedrale[iii] ed in alcuni atti notarili.[iv]

Crotone. In evidenza la posizione del timpone S. Lorenzo e quella della timpa della Capperrina.

 

Il Timpone di San Lorenzo

Il timpone di San Lorenzo ci appare per la prima volta in un atto del notaio crotonese Dionisio Speziale. Il 25 maggio 1634 Gio. Petro Zupo prometteva la dote alla figlia Elisabetta che andava sposa a Gio. Petro Venincasa. Con la condizione che Gio. Petro Zupo vi possa coabitare con la sua moglie e figli vita durante, tra i beni vi è una casa palaziata situata in parrocchia del SS.mo Salvatore, che confinava con la casa di Giando man… in “e proprio allo timpone di San Lorenzo”.[v]

Crotone. In evidenza il timpone S. Lorenzo e la timpa della Capperrina.

 

Le parrocchie di Santa Veneranda e del SS.mo Salvatore

All’inizio del Seicento, dopo il riordino e la diminuzione delle parrocchie attuata dal vescovo Giovanni Lopez, tutta l’area della sommità della timpa della Capperrina farà parte della diocesi di Santa Vennera, che estenderà il suo ambito parrocchiale acquisendo parte delle soppresse parrocchie di Santa Domenica[vi] e di Santo Stefano,[vii] mentre dalla parte del timpone di San Lorenzo troviamo la nuova parrocchiale del SS.mo Salvatore che, fin dal tempo del vescovo di Crotone Cristofaro Berrocal (1574-1578), aveva sostituito la vecchia parrocchiale di Santo Nicola de Greciis.[viii] La chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore, situata in un’area cittadina particolarmente povera e spopolata[ix] nel 1602, durante la visita del vescovo Tommaso de Monti, verrà integrata nelle rendite.[x] Così oltre ad avere quelle della soppressa parrocchia di San Nicola de Greciis,[xi] potrà contare su alcune rendite che facevano parte della soppressa parrocchia di Santa Domenica.[xii]

Crotone. In evidenza il timpone S. Lorenzo.

 

Il Vallone

Tra la Timpa della Capperrina ed il Timpone di San Lorenzo vi è un vallone. Sulla sua destra, al piede della Capperrina, sale una via (l’attuale Discesa Zeusi – Via Garibaldi), che va in direzione della non più esistente torre Marchesana; sulla sinistra un’altra via al piede del timpone San Lorenzo (l’attuale via Milone) sale per andare oltre la collina verso la marina.

Crotone. In evidenza la timpa della Capperrina.

 

Note

[i] Pesavento A., Fortificazione della città e castello di Crotone negli ultimi anni aragonesi, La Provincia KR, n. 24, 25, 26 (1998).

[ii] Nola Molise G. B., Cronica dell’antichissima e nobilissima città di Crotone, 1649, pp. 47, 55.

[iii] Canonicato detto di S.to Nicola de la Capperrina,1579.

[iv] “Copia di testamento del R.do dominico fiasco che lascia una meza casa sua palatiata a Jhesu M.a di Cotrone alla Capperrina juxa la casa de donno … garetto et vitaro zangale in anno 1543”. ASCz. Misc. B. 26, “Notatione dele scritture e intrati di Jhsu M.a di Crotone”. Crotone, settembre 1613. Costanza Fiasco con Gio. Battista Salerno di Corigliano. La Fiasco promette in dote “tre case alla Cappellina alla cappella di s.ta vennera vicino la casa di Marcello Mazulla et due altre case alla cappella di s.to Pietro vicino le case di Ant.no truncè, et inanzi lo cortiglio di Gio. Paulo Labruto dove essa habita”. ASCz, Not. Dionisio Speziale, B. 108, f. 74.

[v] ASCz, Not. Dionisio Speziale, B. 108, f. 73.

[vi] “tunc S.tae Dominicae nunc vero S.tae Venerae”; “Duobus domibus sitis et positis intus p.tae Civitatis Crotonis in parrocchia tunc S.tae Dominicae nunc vero S.tae Venerae iuxta domum heredem Jo.is Fran.ci Villirilli iux.a domum Pauli de Gerace et iux.a domum Siglae Melis et alios fines”, Arch.Vesc.Crot., Not. Gio. Francesco Rigitano fasc. 1602. Crotone 1 giugno 1626. Le cappelle della Circoncisione e del SS. Sacramento e il monastero di San Francesco di Paola possiedono un casaleno nella parrocchia di Santa Vennera che prima era di Santa Dominica confinante con la casa di Vincenzo Scolerio. Lo danno in censo enfiteutico a Natale Crisafulli. ASCz, Not. Protentino Gio. Antonio, B. 117, ff. 43v-44r.

[vii] “Domum palatiatam sitam intus praed.ta civitate in parocchia prius S.ti Stephani et in praesentem S.tae Vennere iux.a domum heredum Dom.ci de Cutanda et iux.a domum minici crisafulli viam p.cam” Arch.Vesc.Crot., Not. Gio. Francesco Rigitano fasc. 1602. 18 dicembre 1620. “Case in parrocchia S.ti Stefani ad pre.ns S.tae Vennerae iux.a domos q. m.ri Andreae Rizzo et … Pantisani”, ASCz, Not. Protentino Gio. Antonio B. 117, anno 1620, f. 72v. 28 maggio 1629. Gio. Cola Basoino rettore e cappellano del juspatronato di S.to Luca della famiglia delli Adami posto dentro la cattedrale di “V.S. Ill.ma con supp. Fa intendere come essendo stato unito al d.o juspatronato in piena visita da mons. Fra Gio.e Lopez pred.re di V.S. Ill.ma uno casalino posto dentro la d.a Città nella parocchia di S.to Stefano ma al presente di S.ta Vennera iusta le case di Horatio Catizone e altri confini come per decreto sotto il di 21 del mese d’otto.e 1596”. ASCz, Not. Protentino Gio. Antonio, B. 118, anno 1629, f. 52.

[viii] A ricordo della vecchia parrocchiale rimarrà il toponimo. Tra i beni della chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore vi erano “due case basse nella sud.a Parocchia nel largo di S. Nicola vicino alle case di Giuseppa Sillano”. A.V.C., Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama, 1699, f. 116.

[ix] Crotone 7 marzo 1627. I coniugi Horatio Jacomino e Elisabetta Scarnera possiedono per successione paterna di Elisabetta Scarnera “una casa palaziata e terrana in par. del SS. Salvatore iux.a domos q. JO.is Andreae Ormazza et domum Isabellae Bracuna rebellinum Civitatis et vias pp.cas consistentem in pluribus et diversis membris inferioribus et superioribus constructam partim de calce et arena et partem de creta.” ASCz, Not. Protentino Gio. Antonio B. 118, anno 1627, f. 14v.

[x] Crotone, 26 agosto 1613. D. Mutio Mangione davanti all’altare maggiore della cattedrale, prende possesso del beneficio di Santo Nicola de Tolentino alias de Infosinis per libera rinuncia dall’ultimo rettore Joannes Bulduni presbitero de Offida (Not. Gio. Dionisio Speziale, f. 46). Secondo una testimonianza il beneficio che si trovava dentro la cattedrale fu soppresso durante la visita fatta dal vescovo nel 1602 e le sue entrate assegnate alla vacante chiesa parrocchiale del Ss. Salvatore per la sua necessità e povertà. Protesta pertanto l’odierno parroco Gio Cola Basoino (Not. Gio. Dionisio Speziale, f. 49).

[xi] Crotone, 30 agosto 1578. Lucretia Simurra, moglie dello spagnolo Anriches Salgado, possiede una “aulam palatiatam prope salam et menianum lapideum domorum m.cae Lucretiae in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum ipsius m.cae Lucretiae jux.a domum m.ci Nardi Jacomini jux.a domum terranam Sancti Nicolai de Grecis vinella mediante”. ASCz, Notaio Ignoto B. 15, F.lo 1578, f. 314-316.

[xii] Renzo Marino per eredità paterna possiede una “domum palatiatam cum domo terranea contigua in parrocchia prius S.tae Dominicae in presentibus S. Salvatoris iuxta domum marci antonii petrolilli iux.a domum Caterinellae Catzonis seu Jois Thomae de lauria, iux.a domum dotalem Franc.i Alvanise iux.a domum scipionis lantari et iux.a aliam domum maiorem Jo.is Franc. Petrolillo“ (1602). 8 agosto 1632, la cappella del SS.mo Sacramento possiede una casa sita “in par. SS.mi Salvatoris olim S.tae Dom.ae iux.a domos heredum q. Marci Antonii Petrolilli et domos Jo. Jacobi Petrolillo” (ASCz, Not. Protentino Gio. Antonio B. 117, anno 1632, f. 56). 12 settembre 1620, Thoma de Secla vendette al reverendo Jo. Fran.co Petrolillo “una casa in parrocchia SS.mi Salvatoris olim Sanctae Dom.cae” (ASCz, Not. Protentino G. A. B. 117, anno 1620, f. 56). 2 settembre 1627, Jo. Domenico Collarino vendette a Jo. Petro Albanese “due casette palaziate in par. SS.mo Salvatore olim S. ta Domenica” (S. Barbara) (ASCz, Not. Protentino G. A. B.118, anno 1627, f. 51v). 8 agosto 1632, la cappella del SS.mo Sacramento possiede una casa sita “in par. SS.mi Salvatoris olim S.tae Dom.ae iux.a domos heredum q. Marci Antonii Petrolilli et domos Jo. Jacobi Petrolillo” (ASCz, Not. Protentino G. A. B. 117, anno1632, f. 56). 2 settembre 1620, Thoma de Secla vendette al reverendo Jo. Fran.co Petrolillo una casa “in parrocchia SS.mi Salvatoris olim Sanctae Dom.cae” (ASCz, Not. Protentino G. A. B. 117, anno 1620, f. 56).


Creato il 15 Maggio 2020. Ultima modifica: 15 Maggio 2020.

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