Il lento declino dell’antico abitato di Verzino (sec. XVI-XVIII)

Panorama di Verzino (dalla pagina fb del festival Amore e Rabbia di Verzino).

“Si a Savella nun tiegnu furtuna, Me vaju cavu na grutta a Berzina …”.[i] Agli inizi del Seicento il Marafioti, nella scia del Barrio,[ii] identificando Verzino con il centro di Οὐερτῖναι (“Vertinae”) menzionato da Strabone in età augustea,[iii] ci fornisce alcune informazioni utili per comprendere la natura di questo luogo che, durante l’età antica e medievale, influenzò decisamente le attività praticate dai suoi abitatori,[iv] legate allo sfruttamento delle diverse risorse minerarie presenti:[v] “Per distanza dalla predetta Città (Umbriatico ndr) quasi uno spatio di quattro miglia occorre un Castello chiamato Verzìne edificato, come dice Stefano, da gl’Enotrii, ma Strabone vuole, che fosse stato edificato da Filottete: si deve’l territorio di questo Castello molto lodare, perche si nobilita con la preciosità delle diverse cose, che produce; imperò che quivi si ritrovano le minere dell’argento, et alcune pietre bianche, delle quali gli Cittadini fabricano le case, nondimeno quando sono poste al fuoco, doppo la debita trituratione al forno filosofico insino alla fusione col vaso recipiente di sotto in quel modo, che s’usa appresso gl’Alchimisti, si fondono in argento perfettissimo, ma perche ’l guadagno è puoco, non curano i Signori fare alle pietre tal cottura: Si ritrova quivi ’l solfo, l’alume ’l vitriolo, l’alabastrite bianco, e nero, la terra rossa detta rubrica fabrile, v’è la miniera del ferro, si cava la terra samia, che noi altri diciamo terra di Tripoli, con la quale si poliscono le gemme pretiose, e si fa sale terrestre:”.[vi]

Verzino (KR).


Analogamente a molte altre università del Crotonese, il simbolo dei tre castelli compare sullo stemma di Verzino esistente sulla facciata della chiesa arcipretale di S. Maria Assunta.

 

 

Da casale a terra

Agli inizi della dominazione angioina “Bertinum” risulta tassata per once 30 e tareni 12 nella “Cedula subventionis in Iustitiaratu Vallis Grati et Terre Iordane” (1276), [vii] mentre tra le decime per la Santa Sede versate “in casalibus Virzi (sic) et Lucrò”, compare “dompnus Iordanus de Virzino” che, nel 1324, versa “tar. unum” e, nell’anno seguente, “tar. unum et gr. tria”.[viii]

Attraverso il transunto di un originale del 20 giugno 1306, siamo a conoscenza che, in precedenza, il casale ere stato feudo di Abamonte di Cariati, alla cui morte senza figli, i suoi feudi rappresentati da “Cariati con i suoi casali Motta, Scala, San Maurello, Cariati Vecchia e Francavilla”, nonché “Casabona, Verzino, Scapicciato seu Manerio, il feudo di Cerenzia e Caccuri, il feudo di Rossano, tutti posti in Calabria”, erano stati devoluti alla regia corte. Quest’ultima concesse detti feudi a Gentile di Sangiorgio, magister delle regie marescallie e familiare del re, per una rendita annua di 120 once, che gli furono riconfermati in qualità di “baronia di Casabona” nel 1308.[ix]

In seguito Verzino, assieme agli altri feudi appartenenti alla rendita feudale identificata in qualità di “baronia di Casabona”, o “baronia di Cariati e Casabona”,[x] passarono in dominio dei Ruffo di Montalto.[xi] Risale al tempo di Carlo Ruffo, conte di Montalto, nonché signore di Verzino e Casabona, il privilegio dato il 14 aprile 1389 “in Casubono”,[xii] attraverso cui il feudatario concedeva l’esenzione dal pagamento del “diritto di casalinatico” a tutti gli abitanti che, abbandonato il casale di Lucrò, fossero andati ad abitare nella “terra” di Verzino. Questa concessione, dopo le devastazioni della terribile guerra del Vespro e la grande epidemia di peste della metà del secolo, che falcidiarono la popolazione e impoverirono i territori del Crotonese, sarà confermata da sua figlia, la contessa Covella Ruffo, con privilegio dato in Cariati il 10 ottobre 1427,[xiii] segno del permanere dello spopolamento.

In seguito, la “terram Verzini” compare tra i feudi concessi, o confermati, l’undici novembre 1445 in Atri, da re Alfonso d’Aragona a Marino Marzano Ruffo, duca di Squillace, figlio di Antonio Marzano, duca di Sessa e conte d’Alife, legittimo erede della quondam Covella Ruffo di Calabria, principessa di Rossano, e a sua moglie Eleonora de Aragona, figlia dello stesso sovrano.[xiv] In questo periodo Verzino risulta tassata dal fisco per 115 fuochi.[xv]

Arme della famiglia Sangiorgio e della famiglia Ruffo (Ferrante Della Marra, Discorsi delle famiglie …, 1641, pp. 315 e 359).

 

La chiesa di Santa Maria

All’inizio del Cinquecento la chiesa di “S. Mariae de Virzino”, unica chiesa parrocchiale del luogo, è sede di un arciprete. Ricoprì questa carica dapprima il rettore Paolo de Curtis; essendosi poi dimesso, subentrò nel settembre 1517 il chierico cosentino Hieronymo de Curtis. In seguito, per morte di Nicola de Tebaldo, nel gennaio 1556 l’arcipretura fu concessa al chierico Francesco Tropiano.[xvi] Risale a questi anni una descrizione della chiesa.

Il 15 gennaio 1560 il cantore della chiesa militese Joannes Thomasius Cerasia, vicario dell’arcivescovo di Santa Severina Giovanni Battista Ursini, impegnato nella visita dei luoghi pii diocesani, lasciata la terra di Caccuri, si diresse a Verzino con la sua comitiva. Arrivato, davanti alla porta della terra però, non trovò il clero ed i preti del luogo vestiti con le cotte, ad aspettarlo secondo il solito, per associarsi al detto reverendo visitatore, né gli ecclesiastici del luogo si preoccuparono di fornirgli per il suo soggiorno, come spettava loro, un alloggio comodo e adeguato alla sua persona.

Il detto visitatore, comunque, si recò nella chiesa maggiore della terra, dedicata a Santa Maria (Assunta), e visitò l’oratorio dedicato alla Concezione della Beata Maria Vergine, e le cappelle di S. Marco, S. Giovanni Battista, S. Giovanni Evangelista, S. Michele, Santa Caterina appartenente ad una confraternita, S. Giacomo, Santa Lucia, S. Lorenzo, S. Antonio di Padova e, in ultimo, la cappella o chiesa di S. Nicola.[xvii]

Completata la visita della chiesa maggiore della terra di Verzino con le sue cappelle, il visitatore si diresse alle altre chiese, visitando la chiesa dell’Annunziata e la cappella curata di San Basilio, poste entro le mura, nonché la cappella della SS.ma Trinità, e la chiesa, o cappella, dedicata a Santa Maria della Grazia, entrambe poste fuori le mura.[xviii]

La statua di S. Michele Arcangelo nella chiesa di S. Maria Assunta di Verzino (KR).

 

La struttura dell’abitato cinquecentesco

Durante i primi decenni del Cinquecento, Verzino godette di un forte popolamento, raddoppiando in pochi anni la sua popolazione, che passò dai 181 fuochi tassabili del 1521,[xix] ai 268 del 1532[xx] e del 1542,[xxi] ai 311 del 1545, ai 393 del 1561.[xxii]

Alla metà del Cinquecento la terra di Verzino è un abitato cinto di mura, arroccato sopra un colle formato da rocce sedimentarie: arenaria e tufo, alle cui pendici oggi esistono numerose grotte.[xxiii] Le mura racchiudono il piano alla sommità della collina, dove si trovano la chiesa matrice, quelle dell’Annunziata, di San Basilio, e di San Nicola, ed il palazzo del feudatario. Alcuni documenti della seconda metà del Cinquecento, che si trovano conservati tra gli atti dei notari Baldo Consulo di Cirò e Gio. Domenico Durande di Crotone, ci forniscono qualche notizia circa la sua struttura durante questo periodo.

All’interno delle sue mura,[xxiv] ovvero “intus” la terra di “verzini-virzini”, o dei “vertinarum”, esisteva il luogo detto “lo convicinio di Sancto Nicola”. Qui si trovava la domus palaziata che la Magnifica Julia del Monte di Napoli, aveva venduto al notaro Dionisio Morello della Rocca di Neto,[xxv] e la domus palaziata che Ascanio Lachiusa di Celico possedeva assieme ai suoi figli, confinante con la domus di Gorio de Giglio e quella di Joannis Periti,[xxvi] e con la chiesa “maiorem” di Verzino detta “de sancta maria”. Casa che, per l’estrema povertà dei suoi proprietari, fu venduta all’onorabile Joannes Gregorio de Giglio.[xxvii]

Sempre “intus” la terra, alla sommità dell’altura, c’era il luogo detto “la Colla”, dove si trovava la “domunculam terraneam che l’onorabile Bartholo Lumbardo di Verzino, ma abitante a Cirò, vendette a Joannes Longo,[xxviii] mentre sempre dentro ma più vicino alle mura, esisteva il luogo detto “la valle”, dove si trovava la domus palaziata che Anselmo Panfido di Cirò, vendette ad Antonino de Lilio di Verzino, confinante con la domus palaziata degli eredi di Silvio Mataloni e la domus palaziata di Filippo Pilusio.[xxix]

Ancora in prossimità delle mura, esisteva il luogo detto “lo Capo di santo Basile, dove c’era “la piacza de S.to Basilio”,[xxx] antico luogo d’incrocio della viabilità principale, dove si trovava la domus palaziata, confinante con la domus palaziata del Magnifico Octavio Papaioannes di Cirò, che il Magnifico Antonino Madalono di Cirò e sua nipote, la Magnifica Francesca Putina di Verzino, vendettero al nobile Simeon Nasca di Verzino.[xxxi] Quest’ultimo, in seguito, acquistò dal detto Octavio e da suo fratello Prospero, anche la detta loro casa palaziata confinante con la sua.[xxxii]

Da questa parte dell’abitato rivolta ad oriente, apriva la porta cittadina detta “portam de la marina”, all’esterno della quale si estendeva il “burgo”: parte dell’abitato non munita da mura, a cui apparteneva la domus terranea, confinante con la domus degli eredi del quondam Nardo Gauteri, che Valentino Longo di Verzino donò all’ospedale di Santa Maria del Populo di Cirò.[xxxiii] In quest’area di accesso prossima all’abitato murato, identificata “extra portam de la marina”, esistevano anche alcuni orti, tra cui quello del Magnifico Joannes Thoma Rapano di Cariati, appartenente alla dote di sua moglie Francesca Putina, e quelli vicini di Antonino Liluzi e del notaro Francesco Salvati.[xxxiv]

Frammento di iscrizione in cui alcuni riconoscono l’arme della famiglia Giuranna (1536), murato su una parete esterna della chiesa di S. Maria Assunta di Verzino (KR).

 

La decadenza

Già agli inizi del Seicento, il vescovo di Cerenzìa-Cariati Maurizio Ricci (1619-1626), descrive la decadenza e la povertà della terra di Verzino: “fu terra insigne, ma è mancata assai farà hora da 800 anime governate d’un arciprete, vi sono circa 16 sacerdoti (…) assai ignoranti, et poveri”;[xxxv] tuttavia per la sua posizione interna, al riparo dalle incursioni turche, essa offre ancora una certa garanzia alla sua popolazione, così lo stesso vescovo, comprato dai domenicani un suolo all’interno delle mura, nel 1624 vi erige il seminario.[xxxvi] Istituzione che avrà comunque vita breve, perché il vescovo seguente Francesco Gonzaga, nel 1635 lo trasferirà a Cariati.[xxxvii]

Il terremoto del 1638 segna il declino dell’antico abitato di Verzino che non si risolleverà più dalla distruzione subita; allora di Verzino rimanevano “le rovine miserabili”, con 40 case cascate e 52 inabitabili,[xxxviii] mentre la sua popolazione, tassata nel 1595 per 284 fuochi, era scesa ai 265 del 1648, per poi dimezzarsi a 114 nel 1669.[xxxix]

In relazione agl’ingenti danni subiti, la stessa chiesa matrice, scossa e diruta dal terremoto, fu abbattuta e ricostruita dal vescovo Geronimo Barzellino (1664-1688) in un altro luogo più sicuro. Come ricorda una lapide ancora conservata nel nuovo edificio, l’antica chiesa che si trovava “su un alto e precipitoso clivo”, fu ricostruita “ex novo dalle fondamenta in un altro luogo pianeggiante”[xl]:VNIVERSORUM CONDITOR/ PANDO FIDELIS ADVIRARE PROSPECIO/ HOC/ EX ALTO AC PRAECIPITIOSO CLIVO/ SACRVM TEMPLVM/ AERE SVO A FVNDAMENTIS IN PLANVM/ REDVCTVM/ TINHANC PROPENTIORI ANIMO FOR../ ERECTVM/ SVB TRINIDEI AVSPICIIS DEIPARAE QVE/ DICATVM.

In questo periodo, anche il nuovo feudatario Leonardo Cortese che, nel 1668, aveva comprato Verzino con il suo casale di Savelli da Carlo Filippo Antonio Spinelli Savelli,[xli] costruì un nuovo palazzo nel borgo fuori le mura dove, nel 1684, gli fu concesso di erigere un oratorio privato.[xlii] Come c’informa invece la relazione del vescovo Barzellino del 1679, i lavori della nuova matrice dopo dieci anni non erano stati ancora terminati.[xliii] Il 30 giugno 1686, comunque, lo stesso vescovo provvedeva a consacrarla: PRAESVL PARTENOPAEVS GERVN. ET CARIATE[N.]/ HYERONUMVS BARZELLINVS/ PECVLIARI SIBI ASSISTENTE STVDIO/ IOANNE ANDREA GUARDATO/ IVNII DIE XXX A.D. MDCLXXXVI/ PERFECIT/ SOLEMNIORIQVE IPSEMET POMPA/ CONSECRAVIT.

Panorama di Verzino (KR) con la chiesa di Santa Maria Assunta.

 

La terra di Verzino alla metà del Settecento

Dopo la grave crisi seicentesca, accresciuta dalle ricorrenti carestie ed epidemie, Verzino continuò il lento declino anche durante la prima metà del Settecento; nel 1737 risulta tassata solo per 102 fuochi.[xliv] Ancora nel 1760, come documenta l’apprezzo dell’ingegnere tavolario Giuseppe Pollio, dei circa 700 abitanti solo 220, circa il 30%, erano “di communione”, cioè si può dire adulti, mentre 100 erano bambini ancora senza confessione e 380 avevano avuto solo la confessione.[xlv]

Per Tomaso Aceti, verso la metà del secolo, Verzino era stata una città nobile che, col tempo, aveva perso molto del suo splendore. Dopo aver subito tutte le asperrime calamità e l’ingiuria dei tempi, le rimaneva solo la speranza nell’azione benefica del duca Nicola Cortese: “Verzinae. Oppidum nobile, imo priscis temporibus Civitas, quae tamen multum a suo splendore decessit. Verum enim vero inter tot asperrimas calamitates quas temporum iniuriis perpessa est, spes sibi una effulget sub Duce suo Nicolao Cortesio …”.[xlvi]

D.O.M./ NICOLAUS CORTESIUS PIISSIMUS DUX/ EX DUCIBUS VERTINARUM/ QUI CLAEMENTIAM PROGENITORUM/ IN SE UNO INTEGRAVIT/ HONORIFICA MEDITATIONE/ QUIETEM SIBI AEXEMPLUM SUIS MEMORIA OMNIB(US)/ HOC LAPIDE BENEFICENTIA RELIQUIT/ DONANDO ET UNIVAERSITATI CAEDENDO/ QUIDQUID AB ILLA DEBITO COLLECTU AEXIGEBATUR/ ONERATAM TAMEN VOLUIT/ CHRISIADAE RELIGIONIS CAUSA/ ANIMAEQ. SUFFRAGIO/ UT ANNUALITER ANNIVERSARIUM/ BENEFACTORI CAELEBRARET/ ANNO D(OMI)NI MDCCXXVIII (lapide esistente nella chiesa arcipretale di S. Maria Assunta di Verzino).

L’apprezzo del Pollio documenta la realtà sociale di Verzino di questo periodo, dove l’antica economia silvo-pastorale si intreccia con quella granaria. Tale realtà emerge anche attraverso i dati del catasto onciario del 1743 dove, escludendo i 10 scolari, e i 18 invalidi alla fatica/decrepiti, la base dei lavoratori risulta costituita in larga parte, da quelli dediti all’agricoltura, quasi totalmente impegnati nella coltivazione dei cereali (99 braccianti, 16 massari e 2 ortolani) il 54,67 % del totale e oltre la metà dell’intera forza lavoro del luogo, a cui si vanno a sommare coloro che sono impegnanti all’allevamento degli animali (12 garzoni, 6 caprari, 6 porcari, 6 mulattieri, 4 bovari, 2 giumentari, e 2 pecorari), che rappresentano il 17,75 % del totale, gli artigiani e gli addetti ad alcuni servizi: 4 calzolari, 3 sartori, 2 barbieri, 1 forgiaro, 1 pignataro, 1 polveraro, 1 macellaro, 3 cuochi, 4 servitori, 1 famiglio, 1 sacristano, e 1 barrigello, che rappresentano un altro 10,75 %. Il restante 16,82 % risulta costituito dai 22 sacerdoti (più 4 frati), e dai 10 nobili che vivono civilmente.

L’abitato che porta ancora evidenti, i segni lasciati dal terremoto e dalla lunga crisi,[xlvii] così ci è descritto dal Pollio: “Descrizione del feudo, seu Terra di Verzino. – Riv. Sig. Si degnerà sapere, che la Terra di Verzino sta situata in Provincia di Calabria Citra, edificata sopra di uno spazioso risalto di pietra tufo, avanti del quale nell’andarvi vi è un bel largo piano denominato il Campo con fontana diruta nel mezzo, ed indi siegue il d. risalto con dolce declivio verso detto piano, dov’è situata la terra circondata da Montagne, che li fan corona, a riserba della parte di mezzogiorno, che li sta libera, onde da ogni lato di d. terra si ave una veduta terminata ed amena delle sud. Montagne, tutte coverte di verdure per li orti, giardini, vigne, e territorj, così seminatorj, come boscosi, che vi sono tramezzati da vallone ed acque perenni, in modo, che tal situazione la fa di buona, e perfetta aere, venendo a stare aperta verso mezzogiorno, e dominata da venti salutiferi. – Le case son fabbricate parte di tufi, e parte di brecce vive, che si trasportano da valloni e fiumi convicini, alcune consistono nel solo pianterreno, altre de’ bassi con camere sopra, coverte con tavolati sopra travi, che li fan mezzani superiori, e nelle sommità di tutte vi sono le coverture a tetti. Intorno a detta terra nel risalto su cui detta terra è edificata, si veggono moltissime grotti cavate dentro del med., quali servono per ricovero degli animali di varj particolari. – Molte sono le strade, che tramezzano dette abitazioni, due d’esse sono strade maestre, una delle quali circonda tutta detta terra, ch’è di figura ovale, e l’altra trasversalmente, ma poi le vicinali sono numero undici più piccole denominate di S. Nicola, di S. Basile, Molinari, lo Spirone dell’Arcuri, Via nuova, Porta Lauteri, Valle, la Piazza, Porta Marina e Borgo, come dalla fede fol. 57. – Le med.e sono alquanto penninose, ma con falso piano, secondo la situazione dell’altura, e pienezza del d. risaldo di terra, però quasi tutte sono irregolari e strette, parte appianate nell’istesso modo della terra, e parte inseliciate di brecce vive, specialmente quella, che dal sud. spiazzo nominato il Campo, porta sopra la chiesa Madre più ampia e meglio situata, e questa ave il suo principio da d. spiazzo, nel principio del quale, ed immediate sopra del med. si trova edificato il Palazzo Baronale, tantocchè la sud. strada passa per avanti del med. ma nella sua estenzione da parte in parte fra mezzo alle case trovansi varj larghetti, e specialmente avanti la detta chiesa Madre.”[xlviii]

Indicato dalla freccia l’abitato medievale murato di Verzino (KR).


In evidenza il circuito murario medievale “di figura ovale” di Verzino (KR).

 

Santa Maria Assunta

Seguendo la strada maestra detta “la via nova”[xlix] che risale dal “Campo”, costeggiando l’antico abitato murato medievale di forma ovale, si giunge alla matrice di Verzino: “Nella parte superiore di detta terra vi è la Chiesa Parrocchiale, medesima tiene avanti un larghetto, verso quale vi sono tre porte (…) Laterale alla Chiesa sud., vi è un luogo dove dicesi il seminario, atteso prima vi era, oggi dismesso consistente in quattro cameroni coverti a tetto con tre camere laterali similmente coverte, al presente però il tutto diruto, accosto vi era un piccolo orto per comodo di d. Seminario, al presente anco dismesso, e ridotto a terra soda, avendo oggi il solo nome del seminario, (…). Vi è parimenti il campanile, quale sta situato di fuori la porta di d. Chiesa, consistente in tre ordini, ed in tre piani in cui stan situate tre campane e l’orto.”[l]

Santa Maria Assunta di Verzino (KR).

A quel tempo, il seminario paga ancora un censo al convento dei domenicani di Verzino, relativamente alla concessione del luogo dove erano stati fabbricati i suoi edifici,[li] mentre sappiamo che il suo procuratore D. Saverio Cavallo, possiede un palazzo, al presente diruto, “dov’era eretto d.o Seminario”, esigendo l’affitto della “stalla” di detto seminario,[lii] mentre “sotto il seminario”, si trova l’orto di Domenico Cerminara.[liii]

Nelle vicinanze della Matrice esiste il luogo detto “il Rione”, dove si trova la casa della chiesa di Santa Maria della Grazia confinante con quella di Giuseppe Girardi,[liv] area che, attraverso un passaggio in forte pendenza detto “jettaturo”, dove si trova l’orticello di Gio. Paolo Jannino,[lv] comunica con la viabilità sottostante, esistente lungo la base del versante occidentale della collina.

Nella cinta muraria cittadina che limita l’abitato verso settentrione, si apre invece, la porta detta “lateri”, nella quale si trova l’orto di Gio. Domenico Mazzeo,[lvi] e dove si trova anche l’orto del Magnifico Antonio Cavallo. Quest’ultimo possiede in questo luogo anche una casa, consistente in tre camere ed un camerino con tre bassi, affittati al Magnifico Michel’Angelo Magno.[lvii] Il Magnifico Giuseppe Magno possiede invece, una casaleno diruto “nella porta lateri”,[lviii] mentre sappiamo che il Magnifico Giuseppe Giuranna abita in casa propria, consistente in sette camere ed altrettanti bassi, nel luogo detto “la Porta lateri”, affittando uno di questi bassi a Lorenzo Baldino.[lix]

Verzino (KR), la strada che conduceva all’accesso settentrionale dell’abitato.

 

Lo Spirone e S. Nicola

Le abitazioni dei verzinesi si estendevano al tempo, anche lungo la sommità del “spirone”, dove le case e gli orti erano stati realizzati sopra le “timpe”, nelle quali erano state scavate diverse grotte. Il Magnifico Giuseppe Magno possiede due orti “al spirone”, ovvero “nello spirone”, uno che detiene in affitto Antonio Parise,[lx] e l’altro che detiene in affitto Pietro Vivacqua.[lxi] Nel luogo detto “lo spirone” ci sono anche i due orti del Magnifico Domenico Antonio Scerra,[lxii] l’orticello di Pietro Arratta,[lxiii] l’orto di Tomaso Raffa, che corrispondeva un censo enfiteutico alla camera ducale,[lxiv] e l’orto della cappella del SS. Sacramento, confinante con quello della Magnifica Cornelia Figoli,[lxv] mentre i domenicani di Verzino vi possedono mezza tomolata di terra alberata con gelsi e granati, confinante con i beni del quondam Pietro Guido.[lxvi]

I domenicani possiedono anche una casa “nel spirone” data in affitto a Domenico dell’Aquila, confinante con i beni del Magnifico Domenico Scerra,[lxvii] ed esigono un censo da Giuseppe Fabbiano, “per la casa del spirone” appartenuta a D. Vito Casciaro.[lxviii] Possiedono un’abitazione nel luogo detto “il spirone” anche Tomaso Pauletta, padrone di un “basso di casa”,[lxix] e Marta Talarico vedova del quondam Paulo Pauletta, che abita in due camere con i rispettivi bassi.[lxx] Qui si trova anche l’orto della cappella di S. Catarina, confinante con i beni del Magnifico Cesare Longo.[lxxi] Quest’ultimo possiede più grotte nel luogo detto “le timpe dello spirone”,[lxxii] e una casa nel luogo detto “S. Nicola”, “detta nello Spirone”, che dà in fitto a Francesco Pugliano.[lxxiii] Cesare Longo possiede anche un’altra casa nel luogo detto “S. Nicola”, affittata ad Antonio Parise, ed un’altra ancora nello stesso luogo, che affitta a Giovanni Parise.[lxxiv] Confina invece con la “via publica di S. Nicola” e con le case di D. Saverio Cavallo, procuratore del seminario, un casaleno diruto appartenente al Magnifico Domenico Antonio Scerra.[lxxv]

Lo Spirone di Verzino (da gazzettadelsud.it).

 

S. Basile

Oltre alla parrocchiale dedicata all’Assunta, nell’abitato murato esistevano al tempo, i ruderi di altre chiese, come quelli delle cappelle di S. Rocco e di Santa Catarina (il toponimo di quest’ultima permane attualmente), mentre i resti dell’antica cappella ormai “diruta, e profanata” dedicata a S. Basilio, continuavano a dare il proprio nome alla porzione dell’abitato circostante.[lxxvi] Nel luogo detto “S. Basile”, toponimo che si conserva tutt’ora, c’è la casa di Carlo di Fazio in cui abita in affitto Domenico Mele,[lxxvii] il pezzo di terra con pochi alberi di olivo del Magnifico Domenico Antonio Scerra, che confina con i beni di Giuseppe Girardi e di S. Biase,[lxxviii] la casa di Giuseppe Girardi che ne affitta il basso a mastro Tomaso Lappanese, tenendo per sé la camera,[lxxix] e la casa che possiedono in società Leonardo Gaudenza e Domenico Caunata.[lxxx]

In questo luogo si trova anche il “Comprensorio di case” del Magnifico Antonio Giuranna, consistente in otto camere con i loro bassi, di cui tre membri erano affittati a Lucrezia Baldino, uno a Ludovico Bongiorno, due stanze all’università di Verzino per uso del medico, un’altra stanza ad Andrea Cerminara, un basso al Magnifico Michel’Angelo Magno per uso di magazzino, e un altro basso affittato “pro tempore” ai figli di Ludovico Mancino. Lo stesso Antonio Giuranna possiede anche un orto con gelsi neri, attaccato alle dette case che affitta a Marcello Crispino.[lxxxi]

Il Reverendo D. Cesare Cavallo, arciprete di Verzino, esige l’affitto su una casa posta “in S. Basile”,[lxxxii] dove esiste anche la casa che D. Saverio Cavallo dà in fitto,[lxxxiii] mentre la regia corte di Verzino possiede in questo luogo un palazzo detto “il vecchio”, consistente in più camere con i loro bassi, dove al presente abita D. Domenico Cortese, fratello del quondam D. Nicolò.[lxxxiv] Il Magnifico Nicolò Tebaldi possiede due grotte confinanti con il detto palazzo,[lxxxv] mentre la cappellania sita nella chiesa matrice di Verzino sotto il titolo dei Sette dolori e Purgatorio, possiede un orto con tre gelsi neri “sotto il Palazzo vecchio”.[lxxxvi]

Verzino (KR).

 

La piazza e la porta Marina

Nel luogo detto “la piazza”, in cui si concentrano le poche attività commerciali di Verzino, il Magnifico Cesare Longo possiede due case palaziate, una attaccata all’altra, affittate a Elisabetta La Piccola e a Giovanni Dima,[lxxxvii] mentre Faustina Bongiorno, vedova del quondam Agostino Longo, abita in una casa “nella piazza”, pagando un censo enfiteutico alla cappella di S. Lorenzo.[lxxxviii] Francesco Arcuri,[lxxxix] Gio. Paolo Jannino,[xc] ed il Magnifico Antonio Giuranna, possiedono ciascuno un casaleno diruto nel luogo detto “la Piazza”,[xci] dove c’è la bottega che il Magnifico Giuseppe Magno dà in affitto,[xcii] mentre la regia corte possiede qui una bottega confinante con la casa di Pietro Murgia, ed una casa palaziata con una casa terranea attaccata, che servono sia per alloggio che per “bottega lorda”, affittate a Tomaso Marino, confinanti con la casa della chiesa di Santa Maria della Grazia.[xciii]

Non distante dalla piazza e ad occidente di quest’ultima, nel luogo detto la Valle”, si trovano le case dove abitano Pietro Murgia,[xciv] e Giovanni Antonio Spina,[xcv] quest’ultima confinante con la casa di Lucrezia Baldino, vedova del quondam Dom.co Clarizia, nella quale abita gratis suo fratello Lorenzo Baldino,[xcvi] che, a sua volta, possiede un’altra casa nello stesso luogo, e ne affitta “il soprano” al Magnifico Pietro Riccio.[xcvii]

Dalla parte del vecchio abitato rivolta invece verso levante, nel luogo detto “fuora le mura”, esistono un “orticello” relativamente al quale il seminario paga un censo all’arciprete di Verzino, [xcviii] e l’orto alberato di gelsi di Tomaso Bongiorno.[xcix] Sempre da questa parte orientale si apre la vecchia “porta marina”, nella quale Giacomo Tristaino possiede due camere con i rispettivi bassi,[c] dove esiste anche la casa consistente “in un sup.re, ed un inferiore”, del Magnifico Antonio Giuranna,[ci] mentre il convento di S. Domenico di Verzino possiede nel luogo detto “la porta marina”, una casa con il magazzeno che concede entrambi in fitto, ed un casaleno diruto.[cii]

Il luogo risulta caratterizzato anche dalla presenza di alcuni orti, come quello di Domenico Jaquinta,[ciii] quello del beneficio di S. Lorenzo,[civ] e quello del beneficio di S. Marco, confinante con i beni di Matteo Amelio,[cv] mentre “sotto la porta marina”, si trovavano la grotta e la stalla di Domenico Jaquinta,[cvi] e le grotte detenute da Anna Funaro, che pagava un censo perpetuo ai domenicani di Verzino.[cvii] Altri orti e grotte esistevano nel luogo che, per la presenza di una porta di soccorso, posta nella parte più meridionale del perimetro murato medievale, era detto “Portello” o “la portella”, dove c’erano l’orto del Magnifico Domenico Antonio Scerra,[cviii] e una grotta diruta appartenente ai domenicani di Verzino,[cix] mentre il Magnifico Giuseppe Magno possedeva una grotta “nella portella”, che dava in affitto a Giovanni Dima.[cx]

Verzino (KR).

 

Il borgo e il palazzo ducale

Fuori dalla porta Marina si estende il “borgo”, caratterizzato dalla presenza di alcuni orti, come i due dell’arciprete D. Domenico Turruthio che li affitta a Giuseppe Mazzeo e a Gennaro Mele,[cxi] ma, soprattutto, dalla presenza del palazzo ducale appartenente alla regia corte di Verzino, consistente in più e diversi membri, con stalla, rimessa, cantina, magazeni e granai, residenza del feudatario di Verzino, il duca D. Nicolò Cortese che, pur nella maestosità delle sue forme originarie, assimilabili ad “un castello con quattro torre negli angoli”, all’attualità, si trova ridotto in uno stato molto precario.[cxii]

A quest’ultimo appartiene anche un altro palazzo contiguo al precedente, composto da una sola camera con un magazzino continuo,[cxiii] mentre “sotto il Palazzo Ducale” abita la Magnifica Cornelia Figoli, vedova del quondam Pietro Guido, che possiede anche un’altra casa terranea unita a quella dove abita, ed ancora un’altra casa terranea affittata a Santo Astorino, più un orto attaccato alle sue case di abitazione.[cxiv] All’“incontro” del “palazzo Baronale” si trova la cappella diruta intitolata alla SS.ma Trinità.[cxv]

Il palazzo ducale di Verzino (fermo immagine dal video “Verzino, tra cultura e natura” di Raffaele Testa, youtube.com).

 

Il Campo

Gli orti si estendono numerosi anche nel vicino luogo detto “il Campo”, dove si trovano quello di Domenico Jaquinta affittato a mastro Nicola Federico,[cxvi] quello del Magnifico Domenico Antonio Scerra,[cxvii] quello di Pietro Frontera, che paga un censo enfiteutico alla camera ducale,[cxviii] quello di Vincenzo Guido con grotte dentro, confinante con l’orto di Leonardo Gaudenza,[cxix] a sua volta confinante con l’orto dove si trovano due grotte, che il Magnifico Antonio Giuranna dà in fitto a Giovanni Capalvo,[cxx] quello della cappella del SS. Sacramento dato a censo a Domenico Caruso,[cxxi] e quello di Francesco Caruso di Cosenza affittato a Felice Mirabelli.[cxxii] Altre grotte esistenti “nel campo”, sono quella che Marcello Crispino affitta a Giuseppe Mazzeo,[cxxiii] e quella che la chiesa di Santa Maria delle Grazie dà in affitto a Giuseppe Carnese.[cxxiv]

Qui possiedono una casa: Giacinto Pugliano, che dà in fitto la sua “casoppola” a mastro Nicola Mauro,[cxxv] Giacomo Raffa,[cxxvi] i domenicani di Verzino, che l’avevano ceduta a censo perpetuo a Catarina Jemma,[cxxvii] Antonio Raffa,[cxxviii] la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cui camera con basso confina con Rosa Parise e la via pubblica,[cxxix] il Magnifico Giuseppe Parise della terra di Ajello,[cxxx] e Giuseppe Greco di Savelli.[cxxxi]

Il palazzo ducale di Verzino (KR).

 

Gli orti

Oltre “il Campo” altri orti, grotte e alcune abitazioni, esistono lungo “lo Valloncello” (“Vallongella”, “Vallonello”), dove si trovano: l’orto detenuto in affitto dal Magnifico Antonio Cavallo,[cxxxii] l’orto di Nicolò Graziano che corrisponde un censo enfiteutico alla camera ducale,[cxxxiii] e l’orto della cappella di S. Antonio di Padova e S. Lucia, sita dentro la chiesa matrice, confinante con i beni di Filippo Parise e la via pubblica.[cxxxiv] Qui si trovano anche un orto con grotta di Salvatore Fittante,[cxxxv] le due grotte del Magnifico Giuseppe Magno,[cxxxvi] una grotta appartenente ai domenicani di Verzino,[cxxxvii] e la casa dove abita Marc’Antonio Murgia.[cxxxviii]

Altri orti li ritroviamo lungo la via pubblica detta “delli Cavalli”, nel luogo detto “li canalicchi”, dove esiste il “Vallone delli Canalicchi”, e dove si trova l’ortale alberato di castagni del Magnifico Cesare Longo, confinante con l’orto di Giacomo Tristaino.[cxxxix] Qui si trovano anche l’orto alberato con gelsi neri del Magnifico Antonio Figoli,[cxl] e l’orto della Magnifica Cornelia Figoli che lo affitta ad Antonio Raffa.[cxli]

Più avanti lungo la via, troviamo l’orto detenuto in affitto dal Magnifico Antonio Cavallo,[cxlii] la grotta di Leonardo Parise,[cxliii] l’orto di Marc’Antonio Lioti,[cxliv] e l’orto “d’inverno” appartenente alla cappella di S. Antonio di Padova e S. Lucia, confinante con i beni del fu Giglio.[cxlv] Altri orti esistevano lungo il “vallone”, nel luogo detto “il Canale grande”, dove passava la via pubblica, confinando un “orto di està alborato”, appartenente alla cappella di S. Antonio di Padova e S. Lucia,[cxlvi] e l’orto di Domenico Jaquinta.[cxlvii] Nel luogo detto “il Canale grande” vi erano anche l’orto di Pietro Arratta, confinante con i beni del Magnifico Domenico Scerra,[cxlviii] e con l’orto alberato con castagni di Rosa Benincasa di Campana, vedova del quondam Giuseppe Piro di Verzino,[cxlix] l’ortale con un albero di noce del Reverendo D. Giacinto Piro,[cl] e l’orto alberato di Castagni dei padri domenicani, confinante con i beni del Magnifico Cesare Longo e quelli di Gio. Andrea Giuranna.[cli]

Orti si ritrovano anche lungo le altre direttrici viarie che, allontanandosi dall’abitato, penetrano nel territorio: a “Bonnato”, dove si trova l’orto alberato di peri e fichi, di D. Giuseppe Guido,[clii] a Caprarizzo (Petrarizzo ?),[cliii] ed in località detta “delle tre Chiese”, dove esiste un orto su cui esige il censo l’economo della cappella di S. Catarina [cliv] e, ancora, presso il fiume Vitravo, dove passa la “via che si và al molino di Umbriatico”.[clv]

Qui, nel luogo detto “lo fego”, si sono gli orti del Magnifico Domenico Antonio Scerra,[clvi] di Giacomo Raffa,[clvii] di Tomaso Clarizia,[clviii] mentre poco più avanti, in località detta “la pietra del fego”, c’è quello di Giuseppe Scalise,[clix] e quello del beneficio di S. Lorenzo,[clx] affittato a Giovanni Capalvo.[clxi] Risalendo ancora, troviamo l’orto di Giuseppe Rocca in località “S. Vito”,[clxii] mentre nel luogo detto “Patione”, esistono l’ortale del Magnifico Michel’Angelo Magno,[clxiii] e l’orto di Tomaso Raffa, confinante con i beni della Magnifica Cornelia Figoli e la via pubblica,[clxiv] nonché le terre e le grotte detenute dal Magnifico Antonio Giuranna, appartenenti al convento di S. Domenico di Verzino.[clxv] Gio. Gregorio Arratta possiede un orto dove si dice “lo gropillo”.[clxvi]

Il palazzo ducale di Verzino (KR).

 

Note

[i] Maone P., Verzino Terra Madre, in Historica an. XV, 1962, n. 6, p. 184.

[ii] “A Gerenthia m. p. sex Vertinae oppidum existit ab Oenotriis, sive ut Straboni placet, a Philoctete conditum abest a mari m. p. undeviginti”. Barrio G., Antiquitate et Situ Calabriae, Liber Quartus, Roma 1571, p. 374.

[iii] Strabone, Geografia VI, 1, 2-3.

[iv] Tombe alla “cappuccina” sono state rinvenute “in prossimità dell’abitato di Verzino, allorchè fu costruito il nuovo rione al di là del Campo”. Maone P., Verzino Terra Madre, in Historica an. XV, 1962, n. 1, pp. 5-6.

[v] Rende P., Risorse minerarie ed attività estrattiva in alcune aree del Crotonese e della Sila in età antica, in www.archiviostoricocrotone.it

[vi] Marafioti G., Croniche et Antichità di Calabria, Libro Terzo, Padova 1601, p. 203.

[vii] Minieri Riccio C., Notizie storiche tratte da 62 registri angioni dell’Archivio di Stato di Napoli, Napoli 1877, pp. 215-216.

[viii] Russo F., Regesto, I, 3970, 5060.

[ix] Maone P., Casabona Feudale, in Historica n. 3-4, 1964, p. 139.

[x] Al tempo di Antonio Ruffo, tra i possedimenti del conte di Montalto menzionati in occasione del pagamento dell’adoha nel 1378, risulta la baronia di Cariati e Casabona: “Comes Montisalti. Pro Baronia Cariati et Casalloni (sic) milites sex.” Biblioteca comunale di Bitonto, Fondo Rogadeo, Ms. A 23 p. 110 (secondo ASNA, ex Reg. ang. 373, f. 93).

[xi] Rende P., Vicende feudali di Cariati, Cerenzìa e altre terre vicine durante il Medioevo, in www.archiviostoricocrotone.it

[xii] Maone P., Casabona Feudale, in Historica n. 3-4, 1964, p. 143.

[xiii] Maone P., Verzino Terra Madre, in Historica an. XV, 1962, n. 1, p. 9.

[xiv] ACA, Cancillería, Reg. 2908, ff. 83r-88r.

[xv] “Verezinum f(ochi) CXV unce 1 t(ar)r(i) 2 gr(ana) 16.” Biblioteca Civica Berio di Genova, Liber Focorum Regni Neapolis, IX, 3, 20, f. 84v.

[xvi] Russo F., Regesto, III 15835, IV 20399.

[xvii] AASS, 16B, ff. 92-96v. Pesavento A., Visita alle chiese di Caccuri, di Verzino, di Crucoli e alla cattedrale d’Umbriatico (1560), www.archiviostoricocrotone.it

[xviii] AASS, 16B, ff. 96v-97. Pesavento A., Visita alle chiese di Caccuri, di Verzino, di Crucoli e alla cattedrale d’Umbriatico (1560), www.archiviostoricocrotone.it

[xix] Pedio T., Un foculario del Regno di Napoli del 1521 e la tassazione focatica dal 1447 al 1595, in Studi Storici Meridionali, 2/1991.

[xx] Giustiniani, Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli, tomo X, Napoli 1805, pp. 38-39.

[xxi] 11 maggio 1542 XV indizione, Cosenza. Relativamente ai pagamenti fiscali ordinari “de fochi et Sali” delle terre di Calabria Citra, Verzino risulta tassata come in precedenza: “Verczino taxata f(uochi) 268 ha da pagare per anno d. 404-3-8.” ASCS, notaio Napoli di Macchia vol. 14-15, 1541-42, f. 55v.

[xxii] Giustiniani, Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli, tomo X, Napoli 1805, pp. 38-39.

[xxiii] “È nostro convincimento che parecchio, sulla storia di Verzino, si potrebbe sapere dall’esplorazione delle molte grotte, scavate nei fianchi e nel sottosuolo della collina su cui sorge il paese, e delle gallerie che, a dire di parecchi Verzinesi, collegavano alcune di esse, se non sfociavano addirittura in luoghi reconditi, in aperta campagna.” “Durante alcuni recenti lavori si sono trovate tracce di gallerie sotto il Palazzo Comunale e sotto casa Bisceglie.” “Situate sotto alcune delle case più vecchie del paese, sono lunghe alcune centinaia di metri, larghe da cinque a sette metri ed alte sino a tre o quattro metri con le volte e le pareti coperte di fuliggini.” “È difficile pensare che queste grotte immense siano dovute per intero all’opera dell’uomo. Alcune comuni grotte sono sovrapposte, come se fossero stati edifici a due e a tre piani: di esse ce ne sono a decine.” Maone P., Verzino Terra Madre, in Historica an. XV, 1962, n. 1, pp. 6-7.

[xxiv] 13 marzo 1566, Cirò. “iuxta menia terre virczini”. ASCZ, Notaio Cadea Cesare Cirò, busta 6, ff. 37-38v.

[xxv] 16 giugno 1573, Cirò. La m.ca Julia del Monte di Napoli, vedova del quondam m.co Vincentio de Vienna di Napoli, era creditrice di ducati 65 nei confronti del notaro Dionisio Morello della Rocca di Neto, per la vendita di una domus palaziata posta “intus t(er)ram vertinarum in loco Sancto nicolao”. ASCZ, Notaio Consulo B., busta 8, f. 24v.

[xxvi] 11 agosto 1584, Cirò. Ascanio Lachiusa di Celico pertinenze di Cosenza, abitante in Cirò, con i figli pupilli Jacobo, Joannello e Ursulina seu Caterina La Chiusa, possiedono la domus palaziata posta “intus t(er)ram verzini in loco ubi dicitur lo convicinio di Sancto Nicola jux.a domum Gorii de giglio jux.a domum jo(ann)is periti” e altri fini. ASCZ, Notaio Durande G. D., busta 35, ff. 230-231.

[xxvii] 16 settembre 1584, Cirò. Ascanio Lachiusa, con i figli pupilli Jacobo, Joannello e Ursulina La Chiusa, avuti dalla quondam Minica Garascia sua moglie, a causa della sua estrema povertà, vende all’“hon: Jo(ann)es Greg.s de giglio de t(er)ra verzini”, la domus sita “intus t(er)ram virzini loco dicto s(an)to nicola juxta domus Gorii de giglio, juxta maiorem ecclesiam dictam de sancta maria, partem inferorem domum blandictiae garasciae”, Alberto Perito e altri fini. ASCZ, Notaio Durande G. D., busta 35, ff. 240-241v.

[xxviii] 31 ottobre 1588, Cirò. L’onorabile Bartholo Lumbardo della terra di “verzini”, abitatore della terra di Cirò, vende all’onorabile Joannes Longos della terra di “virzini”, la “domunculam terraneam sita in t(er)ra verzini in loco dicto la Colla juxta domum do: …lina lappa… iuxta domum Julii Infosini” e altri fini. ASCZ, Notaio Durande G. D., busta 35, f. 523.

[xxix] 18 gennaio 1576, Cirò. Anselmo Panfidus della terra di Cirò vende ad Antonino de Lilio “t(er)rae vertinarum”, la domus palaziata sita e posta “intus dictam t(er)ram vertinarum loco dicto la valle”, confine la domus palaziata degli eredi di Silvio Mataloni, la domus palaziata di Philippo Pilusio, “moenia t(er)rae p(raedi)ctae” e altri fini. ASCZ, Notaio Consulo B., busta 8, ff. 156v-157.

[xxx] 12 settembre 1587, Cirò. Un palazzo “alla piacza di s(anc)to basile”. ASCZ, Notaio Durande G. D., busta 35, f. 419.

[xxxi] 11 settembre 1581, Cirò. Il Mag.co Ant.no Madalono di Cirò, agente sia in proprio che in nome della mag.ca Fran.ca Putina “de t(er)ra vertinarum”, figlia del quondam mag. Fran.co Putino “de eadem t(er)ra vertinarum”, vende al “no: simeon Nasca de dicta vertinarum”, la domus palaziata “cum Antro et hortale extra menia dictae t(er)rae vertinarum”, sita in loco detto “la piaza de S.to Basilio”, confine la domus palaziata dotale del Mag.co Octavio Papaioannes, “moenia dictae t(er)rae vertinarum” e altri fini. ASCZ, Notaio Consulo B., busta 8, ff. 461v-462.

[xxxii] 8 luglio 1592, Cirò. I m.ci Octavio e Prosper Papaioannes, fratelli di Cirò, vendono a Simon Nasca “de t(er)ra virzini”, la domus palaziata com “meneano et scala lapidea”, posta “in t(er)ra virzini loco detto lo Capo di s(an)to Basile”, confine la domus di detto Simone, la domus di Terisio Gat… . ASCZ, Notaio Durande G. D., Busta n. 36, ff. 278v-279.

[xxxiii] 3 febbraio 1593, Cirò. Valentino Longo, figlio del quondam Gratiano Longo “t(er)rae vertinarum”, dona all’ospedale di Santa Maria del Populo di Cirò, la “domum unam t(er)raneam sitam et positam in dicta t(er)ra vertinarum et proprie in loco dicto lo burgo iuxtam domum her.m q(uondam) Nardi gauterii : viam pp.cam et alios fines”. ASCZ, Notaio Consulo B., busta 9, ff. 261v-262.

[xxxiv] 20 settembre 1582, Cirò. Il mag. Joannes Thoma Rapano di Cariati, tanto per suo conto, quanto in nome e parte di Fran.ca Patina sua moglie nipote di Ant.no Madalono di Cirò, riceve in parte della dote di sua moglie: un ortale “in terra p.ta vertinarum in loco dicto extra portam de la marina”, confine l’ortale di Ant.no Liluzi, l’ortale del not.ro Fran.co Salvati e altri fini. ASCZ, Notaio Consulo B., busta 8, ff. 529-530.

[xxxv] ASV, Cariaten. et Geruntin. SCC Relationes 187A, 1621.

[xxxvi] ASV, Cariaten. et Geruntin. SCC Relationes 187A, 1625. 21 ottobre 1624. “Confirmatio erectionis Seminarii clericorum a Mauritio (Ricci), episcopo Cariaten., factae, in terra Virzini, Cariaten. dioc. quia abest a periculo incursionum Turcarum, super fundo, quem emit pretio 200 duc.” Russo F., Regesto, VI, 29125

[xxxvii] ASV, Cariaten. et Geruntin. SCC Relationes 187A,1643.

[xxxviii] Lutio D’Orsi, I terremoti delle due Calavrie, Napoli 1640, p. 45.

[xxxix] Giustiniani, Dizionario Geografico-Ragionato del Regno di Napoli, tomo X, Napoli 1805, pp. 38-39.

[xl] Maone P, Verzino terra madre, in Historica, n. 5/1962, p. 130.

[xli] Pellicano Castagna M., La storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, vol. I, 1984, pag. 392.

[xlii] 22 aprile 1684. “Pro Nicolao Cortese, Barone Vertinorum, et Sabellorum, Cariaten. dioc., et Baronissa eius moderna uxore, indultum oratorii privati in dictis locis, etiam in hospitum nobilium suorum praesentia.” Russo F., Regesto, IX, 45113.

[xliii] ASV, Cariaten. et Geruntin. SCC Relationes 187A, 1679.

[xliv] Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. p. 86. Per l’anno 1732, Verzino fu tassata per106 fuochi. Barbagallo De Vitis M. R., Una fonte per lo studio della popolazione del regno di Napoli: La numerazione dei fuochi del 1732, p. 54.

[xlv] Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. p. 86.

[xlvi] Thomi Aceti academici consentini, ex Vaticani Basilici clerici beneficiati in Gabrielis Barii franciscani Deantiquitate & situ Calabrii. Nunc primum ex autographo restitutos ac per capita distributos, prolegomena, additiones, & noti quibus accesserunt animadversiones Sertorii Quattrimani patriciicosentini, Roma: Sumptibus Hieronymi Mainardi, 1737, p. 353.

[xlvii] Andrea Mauro massaro, possiede “un casaleno diruto con due grotti per uso prop.o” (ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 856v). Domenico Parise bracciale, possiede due casaleni diruti (Ibidem, f. 863v). Domenico Cerminara bracciale possiede “un casaleno diruto” (Ibidem, f. 864). Il Mag.co Antonio Scerra possiede un “comprensorio di case, consist.e in quattro cam.e con loro bassi, ed un casaleno diruto” ed un molino diruto (Ibidem, f. 868v). Il Mag.co Giuseppe Magno possiede “un casaleno diruto” (Ibidem, f. 26). Il Mag.co Giuseppe Giuranna possiede una “casa palaziata consist.e in due cam.e, e due bassi, e vi stanno attaccati due casalena diruti” (Ibidem, f. 886).Vincenzo Guido massaro, possiede una grotta diruta (Ibidem, f. 901v). Il Mag.co Antonio Giuranna di Verzino abitante a Cirò possiede “un casaleno diruto” (Ibidem, f. 906v).

[xlviii] Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. pp. 79-80.

[xlix] Il Rev. Sig.r D. Cesare Cavallo, arciprete e curato di questa terra di Verzino sotto il titolo di S. Maria Assunta, esige per “affitto di una casa, luogo d.o la via nova car.i otto”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 928.

[l] Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. pp. 83-84.

[li] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino esige dal “Seminario, dove fabricò il Seminario censo car.i tre e mezo”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919v.

[lii] D. Saverio Cavallo procuratore del Venerabile Seminario Apostolico, possiede “un Palazzo, dov’era eretto d.o Seminario, q.ale Palazzo present.te è diruto.” “Più esigge per affitto della stalla di d.o Seminario car.i undeci.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 929.

[liii] Domenico Cerminara bracciale anni 49, possiede “un’orto sotto il seminario per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 864.

[liv] La chiesa di Santa Maria della Grazia possiede nel “luogo d.o il Rione” una “casa con due membri sup.ri, ed un’inferiore, giusta la casa di Gius.e Girardi, rende annui car.i trenta quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 915.

[lv] Gio. Paolo Jannino bracciale di anni 40, possiede “un’orticello luogo detto jettaturo, e vi è di peso annui gr(an)a due, e mezo alla Cam.a Ducale, per prop.o uso.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 878.

[lvi] Gio. Domenico Mazzeo bracciale di anni 30, “possiede un orto nella porta lateri per uso prop.o”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 876.

[lvii] Il Mag.co Antonio Cavallo di anni 54 possiede una “casa, nella porta d.a lateri, palaziata consistente in tre camere, ed un camerino con tre bassi, affittati al m.co Michel’Ang.o Magno per duc.ti sei annui”. “Possiede un’orto luogo d.o la porta lateri per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 858.

[lviii] Il Mag.co Giuseppe Magno vive civilmente del suo di anni 37, possiede un casaleno diruto “nella porta lateri”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 877.

[lix] Il Mag.co Giuseppe Giuranna nobile vivente di anni 49, abita “in casa prop.a consist.e in sette camare, e sette bassi luogo d.o la Porta lateri. Uno di q.esti bassi stà affittato a Lorenzo Baldino per car.i sei”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 886.

[lx] Antonio Parise bracciale di anni 33, possiede “un’orto al spirone per lo q.ale ne paga di affitto al m.co Gius.e Magno gr(an)a diece per anno.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 855.

[lxi] Il Mag.co Giuseppe Magno che vive civilmente del suo, di anni 37, possiede “due orta nello spirone uno affittato ad Ant.o Parise, l’altro a Pietro Vivacqua per car.i tre”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 877v.

[lxii] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra che vive civilmente del suo, di anni 38, possiede “due orti luogo d.o lo spirone sbarrati.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 868v.

[lxiii] Pietro Arratta bracciale di anni 35, possiede “un’orticello luogo d.o lo spirone per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 896.

[lxiv] Tomaso Raffa bracciale di anni 36, possiede “un’orto luogo d.o il spirone per uso prop.o e vi tiene di peso gr(an)a due, e mezo censo enfit.co che paga alla Cam.a Ducale.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 900.

[lxv] D. Giacinto Piro procuratore della cappella del SS.mo Sacramento, possiede “un’orto nel spirone conf.e q.ello della m.ca Cornelia Figoli, ne percepisce ogn’anno grana venti”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 917.

[lxvi] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, possiede “luogo d.o lo spirone tt.a meza di t(er)ra alborata con celzi, e granata, giusta i beni del q.m Pietro Guido, discussa la rend.a car.i due”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 918v.

[lxvii] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, possiede una casa “nel spirone”, “giusta i beni del m.co Dom.co Scerra affittata a Dom.co dell’Aquila per car.i dodeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 920.

[lxviii] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, esige da Giuseppe Fabbiano “per la casa del spirone del fù D. Vito Casciaro gr(ana) quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919v.

[lxix] Tomaso Pauletta capraro di anni 19, possiede “un basso di casa luogo d.o il spirone per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 900v.

[lxx] Marta Talarico vedova del quondam Paulo Pauletta, di anni 60, abita in “due cam.e colli di loro bassi luogo d.o il spirone.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 904v.

[lxxi] Il Rev. Sig.r D. Saverio Cavallo economo della cappella di S. Catarina, esige “un annuo rendito sop.a l’orto del spirone conf.e al m.co Cesare Longo grana diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 912.

[lxxii] Il Mag.co Cesare Longo, nobile vivente di anni 35, possiede “più grotti nel luogo d.o le timpe dello spirone rendono car.i cinque annui”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 861.

[lxxiii] Il Mag.co Cesare Longo, nobile vivente di anni 35, possiede nel luogo detto S. Nicola una casa “detta nello Spirone affittata a Fran.co Pugliano per car.i quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f.861v.

[lxxiv] Il Mag.co Cesare Longo, nobile vivente di anni 35, possiede una “casa luogo d.o S. Nicola, stà affittata ad Antonio Parise per car.i dudeci”. Più “altra casa in d.o luogo, affittata a Giov.e Parise per car.i venti”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, ff. 861-861v.

[lxxv] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra, vivente civilmente del suo, di anni 38, possiede “un casaleno diruto conf.e le case del sig.r D. Saverio Cavallo, e via publica di S. Nicola.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 869v.

[lxxvi] “Oltre della descritta chiesa Parrocchiale, varie altre cappelle vi sono in d. terra e suo territorio, una di esse detta di S. Basile sta dentro la medesima terra, al presente diruta, e profanata (…). Altra cappella d. S. Catarina, al presente diruta, (…) un’altra detta di S. Rocco parimente dentro della terra, ed è pur diruta”. Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. p. 84.

[lxxvii] Carlo di Fazio bracciale di anni 25, possiede una “casa nel luogo d.o S. Basile, affittata a Dom.co Mele per car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 859.

[lxxviii] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra, vivente civilmente del suo, di anni 38, possiede “un pezzo di terre con pochi piedi di olive, luogo d.to S. Basile giusta i beni di S. Biasi, di Gius.e Girardi, e via publica stim.a la rend.a per annui carlini quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 869.

[lxxix] Giuseppe Girardi massaro di anni 39, possiede una “casa luogo d.o S. Basile, consist.e in una cam.a, ed un basso, la cam.a per uso prop.o, ed il basso affittato a m(ast)ro Tomaso Lappanese per car.i quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 883v.

[lxxx] Leonardo Gaudenza massaro di anni 40, possiede “in società con Dom.co Caunata una casa luogo S. Basile, che detto Caunata li paga di affitto per la metà della med.a car.i quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 887v.

[lxxxi] Il “Mag.co Antonio Giuranna di Verzino abit.e nel Cirò nobile vivente. Possiede un Comprensorio di case luogo d.o S. Basilio consis.e in otto cam.e colli di loro bassi, de’ quali si trovano affittati tre membri a Lucrezia Baldino, e Luca Rotondo per doc.ti quattro; altro membro affittato a Ludovico Bongiorno per car. venti; altre due stanze affittate alla m.ca Un(ivers)ità per commodo del Medico per car. venti cinque; altra stanza affittata ad And.a Cerminara per car. quindeci; un basso affittato per per uso di magazeno al m.co Michel’Angelo Magno per car. venticinque; altro basso dato pro temp.e alli figli di Ludovico Mancino per car. cinque, che tutti uniti sono duc.ti tredeci”. “Possiede un’orto attaccato con d.e case con piccole piante di celzi neri, affittato a Marcello Crispino per car.i sedeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 905v.

[lxxxii] Il Rev. Sig.r D. Cesare Cavallo arciprete e curato di questa terra di Verzino sotto il titolo di S. Maria Assunta esige per l’affitto di una casa “in S. Basile car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 928v.

[lxxxiii] D. Saverio Cavallo proc.re del Venerabile Seminario Apostolico, possiede una casa nel “luogo d.o S. Basile, ne percepisce annui car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 929.

[lxxxiv] La regia corte di questa terra di Verzino possiede un “Palazzo d.o il vecchio, sito nel luogo d.o S. Basile consist.e in più cam.e con i di loro bassi, dove al p(rese)nte abita l’Ill(ust)re D. Dom.co Cortese fratello di d.o fù D. Nicolò.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 930.

[lxxxv] Il Mag.co Nicolò Tebaldi nobile vivente di anni 22, possiede “due grotti, conf.e al Palazzo vecchio, in una vi tiene la metà, e nell’altra la quarta parte, ne percepisce car.i sei l’anno.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 894.

[lxxxvi] Il Rev. D. Francesco Antonio Tristaino della città di Cariati, cappellano della cappella dei Sette dolori e Purgatorio, possiede a titolo di patrimonio della cappellania sita nella chiesa di Verzino, “un’orto sotto il Palazzo vecchio, con tre piedi di celzi neri, discussa la rend.a per annui car.i sei”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 921v.

[lxxxvii] Il Mag.co Cesare Longo, nobile vivente, di anni 35, possiede “una casa palaziata nel luogo d.o la piazza, il di cui super.re stà affittato a Giacinto Pugliano per car.i venti, ed il basso stà affittato ad Elisabetta la Piccola per car.i sette”. “Possiede altra casa palaziata in d.o luogo, attaccata colla soprad.a che stà affittata a Giov.e Dima per car.i trenta”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 861.

[lxxxviii] Faustina Bongiorno vedova del quondam Agostino Longo, abita “in casa prop.a nella piazza, e ne paga alla Capp.a di S. Lorenzo per censo enfit.o annui car.i quattro.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 904.

[lxxxix] Francesco Arcuri bracciale di anni 23, possiede “un casaleno luogo d.o la piazza diruto”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 873.

[xc] Gio. Paolo Jannino bracciale di anni 40, possiede “un casaleno diruto luogo d.o la piazza.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 878.

[xci] Il Mag.co Antonio Giuranna di Verzino abitante a Cirò, nobile vivente, possiede “un casaleno diruto nel luogo d.o la Piazza.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 905v.

[xcii] Il Mag.co Giuseppe Magno, compadrone della cappella di S. Andrea, possiede nel “luogo d.o la Piazza una bottega, che s’affitta ogn’anno per car.i sei.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 911.

[xciii] La regia corte di questa terra di Verzino possiede una “bottega luogo d.o la piazza, conf.e la casa di Pietro Murgia, solita affittarsi per car.i sei.” Possiede “altra casa palaziata, con casa terrana alla med.a attaccata, quali servono per allogiam.to, e per bottega lorda, conf.e la casa della Chiesa di S. Maria delle gr(azi)e affittate a Tomaso Marino per duc.ti quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 930v.

[xciv] Pietro Murgia massaro di anni 40, abita “in casa prop.a luogo d.o la Valle.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 895.

[xcv] Giovanni Antonio Spina bracciale di anni 28, abita “in casa prop.a luogo d.o la Valle”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 879.

[xcvi] Lucrezia Baldino, vedova del quondam Dom.co Clarizia, di anni 40, possiede “una casa luogo la Valle conf.e con Gio. Ant.o Spina, nella q.ale abita Lorenzo Baldino suo f(rate)llo gratis.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 904.

[xcvii] Lorenzo Baldino bracciale di anni 45, possiede “una casa luogo d.o la valle, il soprano di q.esta affittato al m.co Pietro Riccio per car.i venti”, “il basso di d.a casa serve per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 887.

[xcviii] Il Rev.Sig.r D. Cesare Cavallo, arciprete e curato di questa terra di Verzino sotto il titolo di S. Maria Assunta, esige dal Venerabile seminario per “l’orticello fuora le mura, g(ra)na cinque.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 928v.

[xcix] Tomaso Bongiorno bracciale di anni 33, possiede “un’orto con celzi, luogo d.o fuora le mura, stim.a la rend.a car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 900v.

[c] Giacomo Tristaino bracciale di anni 52, possiede “due cam.e con di loro bassi nella porta marina per uso prop.o”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 878v.

[ci] Il Mag.co Antonio Giuranna di Verzino abitante in Cirò nobile vivente, possiede una “casa consist.e in un sup.re, ed un inferiore nella porta marina che minaccia rovina, e come tale non percepisce cosa veruna.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 905v.

[cii] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, possiede nel “luogo d.o la porta marina una casa col magaz.no, e casaleno diruto, il soprano s’affitta car.i diece otto, ed il magaz.o car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 920.

[ciii] Domenico Jaquinta bracciale di anni 16, possiede “un’orto sito alla porta della marina per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 863.

[civ] Il Rev. arciprete Sig.r D. Carlo Cesare Cavallo, beneficiato di S. Lorenzo, per affitto di “un’orto luogo d.o la porta marina g(ra)na diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 914.

[cv] Il Cl.co D. Marc’Antonio Tebaldi, beneficiato della cappella di S. Marco, juspatronato di detti Tebaldi, possiede “un’orto luogo d.o la porta marina, giusta li beni del q(uonda)m Matteo Amelio”, che rende carlini quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 915.

[cvi] Domenico Jaquinta bracciale di anni 16, possiede “una grotta sotto la porta marina per cellaro, seu cantina per uso prop.o”, e “una stalla in d.o luogo affittata a Tomaso Funaro per car.i quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 863.

[cvii] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, esige da Anna Funaro come erede di suo marito, “sop.a le grotte della porta marina censo perpetuo grana diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919.

[cviii] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra vive civilmente del suo di anni 38, possiede “un orto dove si dice Portello per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 868v.

[cix] Il Ven.le Convento di S. Domenico di Verzino possiede “una grotte luogo d.o la portella col peso di gr(an)a quindece censo enfit.co alla Mensa Vesc(ovi)le di Cariati, stim.ta di ness.a rend.a per esser diruta.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 918v.

[cx] Il Mag.co Giuseppe Magno vive civilmente del suo di anni 37, possiede una “grotte nella portella affittata a Giov.e Dima per grana quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 877v.

[cxi] Il Rev. Sig.r Don Domenico Turruthio arciprete, possiede “due orta uno affittato a Gius.e Mazzeo, e l’altro a Gennaro Mele” per carlini otto, “siti nel luogo d.o lo Borgo”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 908.

[cxii] “Vi è in detta terra il Palazzo Baronale, che nel tempo della sua edificazione dovea senza dubbio far mostra di un mag. edificio trovandosi nella parte del piano di detta terra immediate dopo il cennato spiazzo detto il Campo in una situazione perfetta quadra con più ordini, ed a forma di un castello con quattro torre negli angoli, ma nello stato, in cui oggi è ridotto, apporta ad ognuno, che lo guarda della tristizia (…)”. Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. pp. 82-83.

[cxiii] La regia corte di questa terra di Verzino, possiede “Il Palazzo Ducale sito nel luogo d.o il Borgo, in isola, consist.e in più, e diversi membri con stalla, rimessa, cantina, magazeni, seu granai, q.ali tutti servivano per prop.o commodo di d.o Ill(ust)re D. Nicolò fu Duca di Verzino. Altro Palazzo consist.e in una cam.a, ed un magazeno contiguo al sop.a d.o, che anche serviva per prop.o commodo.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 930.

[cxiv] La Mag.ca Cornelia Figoli vedova del quondam Pietro Guido, di anni 41, come erede usufruttaria, abita in casa propria del quondam suo marito, “sita sotto il Palazzo Ducale.” (f. 902v) Possiede “altra casa terrana unita con quelle dove abbita per uso prop.o. Altra casa terrana in d.o luogo, affittata a Santo Astorino per car.i quindeci”. “Più un orto attaccato alle case di sua abitaz.e, per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 903.

[cxv] “Oltre della descritta chiesa Parrocchiale, varie altre cappelle vi sono in d. terra e suo territorio, (…) Un altra, che sta incontro il palazzo Baronale intitolata della SS. Trinità, al presente anch’è diruta”. Pollio G, Apprezzo del feudo di Verzino (1760) nell’archivio Comunale di Savelli. p. 84

[cxvi] Domenico Jaquinta bracciale di anni 16, possiede un “orto nel luogo d.o lo Campo affittato a m(ast)ro Nicola Federico per annui gr(an)a diece.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 863.

[cxvii] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra vive civilmente del suo di anni 38, possiede “un orto luogo d.o il Campo per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 868v.

[cxviii] Pietro Frontera bracciale di anni 47, possiede un “orto luogo d.o il Campo per uso prop.o.” Paga alla camera ducale il censo enfiteutico di grana due e mezzo. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 895.

[cxix] Vincenzo Guido massaro di anni 44, possiede “un orto con grotte dentro, luogo d.o il Campo conf.e l’orto di Leon.o Gaudenza per uso proprio.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 901v.

[cxx] Il Mag.co Antonio Giuranna di Verzino abitante a Cirò, possiede “un’orto con due grotte giusta i beni di Leon.o Gaudenza, affittano a Giov.e Capalbo per car.i diece.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 906. Giovanni Capalvo bracciale di anni 49, tiene in affitto “un’orto del Sig.r Ant.o Giuranna, e ne paga car.i diece all’anno, sito nel Campo.” Ibidem, f. 877.

[cxxi] D. Giacinto Piro Proc.re della capp.a del SS.mo Sagramento, esige da Dom.co Caruso “per l’orto nel Campo annui car.i due di censo”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 917.

[cxxii] Francesco Caruso di Cosenza, ortolano di anni 30, possiede “un orto luogo d.o lo Campo affittato a Felice Mirabelli per gr(an)a venticinque.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 925.

[cxxiii] Marcello Crispino massaro sessagenario, possiede “una grotta nel campo affittata a Gius.e Mazzeo per car.i quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 892.

[cxxiv] La chiesa di Santa Maria delle Grazie possiede nel “luogo d.o il Campo una grotte per uso di cantina affittata a Giuseppe Carnese per car.i quattro e mezo”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 915v. Giuseppe Carnese macellaro di anni 49, possiede nel “luogo d.o il Campo una grotte che serve per uso prop.o.” Ibidem, f. 883.

[cxxv] Giacinto Pugliano bracciale di anni 33, possiede “una casoppola luogo d.o il Campo affittata a m(ast)ro Nicola Mauro per car.i sei”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 881.

[cxxvi] Giacomo Raffa decrepito ed invalido di anni 71, possiede “una casa luogo d.o il Campo inaffittata che da pieno a vacuo puol fruttare car.i quindici”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 884v.

[cxxvii] Il Ven.le Convento di S. Domenico di Verzino, esige da Catarina Jemma “per la casa nel Campo censo perp.o car.i undeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919v.

[cxxviii] Il Rev. Sig.r Giacinto Piro procuratore del Rev. Clero, esige “sop.a la casa sita nel Campo di Ant.o Raffa per lo cap(ita)le di duc.ti diece aff(ranca)bili annui car.i diece.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 912v.

[cxxix] La chiesa di Santa Maria delle Grazie possiede “una cam.a col suo basso luogo d.o il Campo conf.e Rosa Parise e via publ.ca si affitta annuatim car.i ventiquattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 915v.

[cxxx] Il Mag.co Giuseppe Parise della terra di Ajello, nobile vivente, assente in Roma, di anni 36, abita in casa pp.a luogo d.o lo Campo consist.e in tre cam.e e due bassi”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 922v.

[cxxxi] Giuseppe Greco “di Savella”, ortolano di anni 30, abita “in casa pp.a luogo d.o il Campo.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 923.

[cxxxii] Il Mag.co Antonio Cavallo vivente civilmente del suo, di anni 54, “per affitto di un orto luogo d.o Vallongella gr(an)a venticinque.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 858.

[cxxxiii] Nicolò Graziano bracciale di anni 30 possiede “un’orto per uso prop.o nel luogo d.o il Valloncello, sop.a del q.ale tiene di peso gr(an)a tre di censo enfit.co, che in ogn’anno paga alla Cam.a Ducale.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 892v.

[cxxxiv] Il Rev. Sig.r Don Nicolò Galotti, cappellano della cappella di S. Antonio di Padoa e S. Lucia, sita dentro la chiesa matrice, juspatronato dei SS.ri Giuranna, possiede un orto “luogo d.o il valloncello, giusta li beni di Filippo Parise, e via publ.ca, stim.ta la rend.a per annui car.i cinque”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 910v.

[cxxxv] Salvatore Fittante bracciale di anni 40, possiede “un orto con grotta luogo d.o il Valloncello per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 898.

[cxxxvi] Il Mag.co Giuseppe Magno che vive civilmente del suo, di anni 37, possiede “due grotti luogo d.o lo Valloncello, non percepisce cos’alcuna.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 877v.

[cxxxvii] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, possiede una “grotte luogo d.o lo Vallonello non si è stim.a di ness.a rend.a per esser infruttuosa.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 918.

[cxxxviii] Marc’Antonio Murgia massaro di anni 27, abita “in casa pp.a luogo d.o lo Valloncello.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 890v.

[cxxxix] Il Mag.co Cesare Longo, nobile vivente, di anni 35, possiede “un’ortale di tt.a meza con castagne, conf.e al Vallone delli Canalicchi, la via publ.a d.a delli Cavalli, e di Giacomo Tristaino”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 861v. Giacomo Tristaino bracciale di anni 52, possiede “un’orto luogo d.o li canalicchi stim.to di ness.a rend.a.” Ibidem, f. 878v.

[cxl] Il Mag.co Antonio Figoli possiede “un orto, alborato con celzi neri” nel “luogo d.o li canalicchi”, confine i beni di Giacomo Parise. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 853v.

[cxli] La Mag.ca Cornelia Figoli vedova del quondam Pietro Guido, di anni 41, possiede “un’orto nel luogo d.o li canalicchi affittato ad Ant.o Raffa per car.i diece”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 903.

[cxlii] Il Mag.co Antonio Cavallo vivente civilmente del suo, di anni 54, ha in affitto un orto “luogo d.o la via delli Cavalli gr(an)a venti.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 858.

[cxliii] Leonardo Parise massaro decrepito di anni 74, possiede “una grotte dove si dice la [via] delli Cavalli di ness.a rend.a.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 889.

[cxliv] Marc’Antonio Lioti bracciale di anni 26, possiede “un’orto luogo d.o la via delli Cavalli per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 889v.

[cxlv] Il Rev. Sig.r Don Nicolò Galotti, cappellano della cappella di S. Antonio di Padoa e S. Lucia, sita dentro la chiesa matrice, juspatronato dei SS.ri Giuranna, “nella via delli cavalli possiede un orto d’inverno, giusta li beni del fu Giglio, e via publ.ca stim.a la rend.a” annui grana quindici. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 910v.

[cxlvi] Il Rev. Sig.r Don Nicolò Galotti, cappellano della cappella di S. Antonio di Padoa e S. Lucia, sita dentro la chiesa matrice, juspatronato dei SS.ri Giuranna, possiede un “orto di està alborato, luogo d.o il Canale grande, conf.e col vallone, e via publ.ca stim.a la rend.a per annui car.i quattro, discussa per car.i cinque”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 910v.

[cxlvii] Domenico Jaquinta bracciale di anni 16, possiede un “orto nel luogo d.o lo canale grande, conf.e la via publica, e vallone stimata la rend.a per annui car.i cinque per esser alborato.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 863.

[cxlviii] Pietro Arratta bracciale di anni 35, possiede un “orto luogo d.o il Canale grande, giusta li beni del m.co Dom.co Scerra, stim.a la rend.a per annui car.i tre, e vi tiene di peso car.i quattro censo enfit.co che in ogni anno paga al m.co Dom.co Scerra, q.al peso assorbisce la rend.a sud.a.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 896.

[cxlix] Rosa Benincasa di Campana, vedova del quondam Giuseppe Piro di Verzino, di anni 36, possiede un “orto luogo d.o il Canale grande con castagne, giusta i beni del m.co Dom.co Scerra, e Pietro Arratta stim.a la rend.a per car.i quattro”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 905.

[cl] Il Rev. Sig.r D. Giacinto Piro, procuratore del Rev. Clero di Verzino, possiede “nel Canale grande un ortale con un piede di noce, stim.a la rend.a per annui car.i cinque”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 913.

[cli] Il Ven.le convento di S. Domenico di Verzino, possiede nel “luogo d.o il Canale grande un pezzo di terra, osia orto, di tt.e quattro c.a alborato con castagne, giusta i beni del m.co Cesare Longo, e Gio. And.a Giuranna per stim.a la rend.a per annui car.i otto, col peso di celebrarsine tante messe basse per il q(uonda)m Gio. Dom.co Giuranna, quante loro fruttano.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919.

[clii] D. Giuseppe Guido possiede “un’orto alborato con pera, e fichi luogo d.o Bonnato, stim.ta la rend.a per annui car.i diece.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 857v.

[cliii] Orti e grotte si trovavano nel luogo detto “lo Caprarizzo”, dove il Magnifico Antonio Figoli possiede un orto “luogo d.o lo Caprarizzo” affittato a Francesco Funaro per carlini cinque, “Più un’altr’orto in d.o luogo con una grotte, affittato a Dom.co Mauro per car.i cinque” (ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 854), e dove il Magnifico Nicolò Tebaldi, nobile vivente di anni 22, possiede un “orto, con grotte, dove si dice Caprarizzo ne percepisce g(ra)na otto l’anno”, “Più per le grotti del Caprarizzo, rivelate dal m.co Ant.o Giuranna che d.o Tebaldi, tiene in esse la quarta porzione, e gli spetta di rata grana venti” (Ibidem, f. 894). Il Mag.co Antonio Giuranna possiede “otto grotti con piccolo orticello” (Ibidem, f. 906v).

[cliv] Il Rev. Sig.r D. Saverio Cavallo economo della cappella di S. Catarina, esige “sop.a l’orto delle tre Chiese annui car.i tre”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 912.

[clv] Il Mag.co Antonio Cavallo possiede una clausura di terre nel “luogo d.o Vitravo, conf.e col fiume e via che si và al molino di Umbriatico”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 858.

[clvi] Il Mag.co Domenico Antonio Scerra vive civilmente del suo di anni 38, possiede un “orto luogo d.o lo fego sbarrato.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 868v.

[clvii] Giacomo Raffa decrepito ed invalido di anni 71, possiede “un’orto luogo d.o lo fego per uso prop.o.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 884v.

[clviii] Tomaso Clarizia bracciale di anni 46, possiede “un’orto luogo d.o il fego, e vi tiene di peso gr(an)a quindeci di censo enfit.co, che corrisponde alla Cam.a Ducale.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f.899v.

[clix] Giuseppe Scalise morto dopo aver fatto la rivela, possiede “un’orto luogo d.o la Pietra del fego, sop.a del q.ale tiene di peso alla Cam.a Ducale annui gr(an)a cinque, e serve per prop.o uso.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 880v.

[clx] Il Rev. Sig.r D. Carlo Cesare Arcip.te Cavallo Benef.to di S. Lorenzo, possiede “un orto luogo d.o la pietra del fego affittato per car.i sette”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 914.

[clxi] Giovanni Capalvo bracciale di anni 49, tiene in affitto “un’orto della Capp.a di S. Lorenzo luogo d.o la pietra del fego, e ne paga car.i sette in anno.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 877.

[clxii] Giuseppe Rocca invalido di anni 40, possiede un “orto luogo S. Vito, e vi è di peso annui car.i diece, censo enfit.co che paga alla Mensa di Cariati ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 876v.

[clxiii] Il Mag.co Michel’Angelo Magno vive civilmente del suo di anni 52, possiede “un ortale, il q.al’è dismesso luogo d.o Patione, stim.to di ness.a rend.a.” ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 891v.

[clxiv] Tomaso Raffa bracciale di anni 36, possiede “un orto luogo d.o Patione, giusta li beni della m.ca Cornelia Figoli e via publ.a, stim.a la rend.a per gr(an)a quindeci”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 900.

[clxv] Il Ven.le Convento di S. Domenico di Verzino, esige dal Mag.co Antonio Giuranna “sop.a Patione, e grotte grana cinq.ta perpetuo”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 919.

[clxvi] Gio. Gregorio Arratta, invalido e sessagenario, possiede “un orto dove si dice lo gropillo, giusta i beni del m.co Michel’Ang.o Magno, e di S. Pietro, stim.ta la rend.a per annui car.i venti”. ASN, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti onciari, Busta 7011, f. 881.


Creato il 23 Agosto 2022. Ultima modifica: 23 Agosto 2022.

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