Una famiglia Crotonese della Pescheria: gli Scaramuzza

Crotone, ubicazione della casa natale del musicista Vincenzo Scaramuzza.
La presenza della famiglia Scaramuzza a Crotone è già segnalata nella prima metà del Cinquecento. Geronimo Scaramuzza partecipò ai lavori per la costruzione delle fortificazioni di Crotone.[i] Bisognerà attendere parecchio tempo prima di trovare altre informazioni su questa famiglia. Solamente alla fine del Seicento troviamo Gaetano Scaramuzza, che abita in parrocchia di Santa Veneranda.[ii] Più informazioni darà cinquanta anni dopo il catasto onciario di Crotone del 1743,[iii] dove sono annotate due famiglie Scaramuzza: una con capofuoco Francesco Antonio e l’altra con Tommaso.
Da Marc’Antonio Basoino a Maruzza Scavello a Francesco Antonio Scaramuzza
Il reverendo Marc’Antonio Basoino è già presente a Crotone nella seconda metà del Cinquecento.[iv] La sua casa palaziata era situata nella Pescheria, prima in parrocchia di Sant’Angelo e poi in quella di Santa Maria Prothospatariis.[v] Morto senza aver fatto testamento e mancando gli eredi diretti, i beni del reverendo furono aggiudicati dalla Regia Corte alla “più intima in grado”, cioè a Maria detta anche Maruzza Scavello, coniugata con Carlo Scarnera.[vi] Tra i beni ereditati dalla Scavello vi era anche “una casa palatiata con alto e basso sita e posta dentro q(uest)a Città nella Parocchia di S. Maria Protospatariis confine d’una parte le case di Dom(eni)co d’Amico stritto mediante, le case dotali di Giulio Macrì, stritto mediante via p(ubli)ca et altri fini”.[vii]
Rimasta vedova, la Scavello si unì con Gaetano (?) Scaramuzza. Dall’unione nacquero Francesco Antonio ed Andrea, che così sono descritti nel catasto di Crotone del 1743, anno in cui la Scavello risulta nuovamente vedova: “Francesco Antonio Scaramuzza, cittadino massaro d’anni 40. Andrea Scaramuzza fratello massaro d’anni 36. Maruzza Scavello madre vedova di anni 75. Abita in casa propria nella Parocchia di Santa Maria gravata d’annui ducati 6:40, per Capitale di ducati 80 a D. Giovanni Battista Venturi e possiede un casaleno gravato d’un altro annuo canone di carlini sei al Convento di San Francesco di Paola di questa città. Bovi aratori n. 8.”[viii]
Andrea Scaramuzza si unì con Carmena Limari.[ix]

Crotone, la casa natale del musicista Vincenzo Scaramuzza.
Scaramuzza Tommaso
Sempre nel Catasto troviamo la famiglia di Tommaso: “Tomaso Scaramuzza cittadino vaticale d’anni 40. Catarina La Nocita moglie d’anni 30. Domenico figlio d’anni 11. Dionisio figlio d’anni 9. Vincenzo figlio d’anni 6. Michele figlio d’anni 3. Nicola figlio d’anni 1. Abita in casa propria nella parrocchia di S. Maria gravata d’annui ducati 2 (carlini 20) per capitale di ducati 20, dovuti al Convento di S. Francesco di Paola di questa città. Possiede due cavalli per uso di vatica d’annua rendita in stima di ducati 4:80”.[x]
I fratelli Domenico, Cesare e Nicola
Domenico, Cesare e Nicola, figli di Tommaso e di Catarina La Nocita, abiteranno in parrocchia di Santa Maria Prothospatariis,[xi] e saranno abili mastri fabbricatori di edifici in città e nel territorio. Tra l’agosto e il dicembre 1769 le clarisse spendono più di 1400 ducati per costruire la camera delle nuove educande ed una mattonata nella chiesa. I lavori sono affidati ai mastri fabbricatori Domenico e Nicolò Scaramuzza ed al mastro falegname Giuseppe Cirelli.[xii]
Tre anni dopo, su richiesta di Alfonso e del figlio Giacomo d’Aragona, i mastri fabricatori Domenico Scaramuzza e il mastro Pasquale Juzzolino, i massari crotonesi Floro Schiavo, Francesco Tristaino e Gregorio Patrolo di Cutro, i mastri falegnami Antonio Negro e Giuseppe Monaco, ed il mastro forgiaro Giuseppe Monaco, apprezzano e valutano il casino di Ponticelli.[xiii] Ormai affermati costruttori, sono impegnati a tempo pieno dagli Zurlo, che stanno costruendo i casini di campagna nelle loro estese proprietà e rimodernando il loro palazzo e le loro case.[xiv] Il 9 ottobre 1781 il mastro Domenico Scaramuzza, sposato con Angela Russo, dota la figlia Gelsomina, che va sposa a Dionisio Russo.[xv]

Crotone, la casa natale del musicista Vincenzo Scaramuzza.
Mastri fabbricatori, apprezzatori e produttori di “ceramidi, mattoni, ed altro appartenente a fabriche”
Il 2 dicembre 1781 i governanti della città di Crotone accolgono una richiesta del mastro Cesare Scaramuzza. Lo Scaramuzza chiede di censuarsi “un pezzo di terreno, per uso di ceramidi appartenente all’università, vicino il monte, ove dicesi di Cipriano, che attacca al terreno universale, che si censuò il fu mastro Pasquale Iuzzolino, e propriamente in quel pezzo di terreno, ove mastro Antonio Lepera di questa predetta Città ci ave costruito una casetta per commodo, e metterci dentro i ceramidi”.
Per tale motivo lo Scaramuzza chiede ai governanti di nominare due massari esperti, per stabilire la quantità di terreno (nel luogo del Ceramidio) ed offre per lo “ius soli”, di pagare in perpetuo due carlini annui. Inoltre lo Scaramuzza afferma, che giorni prima aveva comprato dal mastro Antonio Lepera una casetta di creta colla fornace, per uso di Ceramidio, sito fuori le porte della città, vicino al monte, ove dicesi di Cipriano, appartenente detto terreno, dove si è edificato il suddetto ceramidio all’università, che attacca al terreno universale, che si censuò il fu mastro Pasquale Iuzzolino, e come che detto Lepera, non curò censuarsi il suolo di detto ceramidio, e dubitando esso compratore, che in avvenire gli venisse contrastato, offre di versare all’università altri annui carlini due in perpetuo.[xvi]
In un atto notarile del maggio 1785 i fratelli Cesare, Nicola e Domenico Scaramuzza sono descritti come “maestri muratori, seu m.ri fabbricatori e prattici apprezzatori non solo di fabriche, di case e palazzi urbani, o siano di città, e dentro il recinto dell’abitato ma ancora di torri, casette, pile e pozzi di campagna, vigne e giardini”.[xvii] In tale veste essi sono spesso chiamati ad apprezzare gli edifici ed i suoli.[xviii] Il 3 dicembre 1780 i mastri muratori Carlo Juzzolino e Cesare Scaramuza per ordine del “Succollettore” Antonio Cimino, si recano assieme all’ingegnere militare Gennaro Tirone dietro la chiesa di San Giuseppe “per giudicare l’annua prestazione perpetua a beneficio del Real Fondo” della cessazione di un pezzo di terreno nel luogo detto “li pozzilli” presso il Baluardo detto l’Armi, suolo richiesto da Baldasarre Zurlo, per edificarvi un magazzino.[xix]
La Cassa Sacra
In questi anni i fratelli Scaramuzza fanno una certa fortuna anche approfittando dei terreni messi sul mercato dalla Cassa Sacra e dalla dismissione di suoli pubblici vicino alle mura. Con istrumento del dì 12 maggio 1785 per notar Vitaliano Pittò, Cesare Scaramuzza ottiene in affitto per il corso di 29 anni, il vignale che apparteneva agli Osservanti, denominato “Poggio Reale”, dell’estensione di t(omolat)e cinque di terre rase ed atte ad ogni uso di semina, confinante a tramontana con le fabbriche del convento, da occidente e mezzogiorno col Poggio Reale, e da oriente col lido di mare”.[xx]
Nel 1786 il mastro Cesare Scaramuzza, con atto del notaio Vitaliano Pittò, compra dagli eredi di Dionisio Sacco un “ vignale , seu giardino alborato, sito sotto le reali mura di questa città, e proprio sotto il baloardo detto di sette cannoni, affacciante al porto, sito tra il romitorio, e terre del beneficio di S. Leonardo Abbate, e detto baloardo, che principia dalla punta medesimo per la parte di Bellamena, e termina in altro regio muro al giardinetto reale detto propriamente Miranda”, col peso di carlini 15 annui a favore del Real Fondo. Il 5 luglio 1787 con atto del notaio Raffaele Labonia, ottiene di chiudere la strada che l’attraversa pagando altri 10 grana al Real Fondo.[xxi]

Crotone, la casa natale del musicista Vincenzo Scaramuzza.
Il catasto di Crotone del 1793
Nicola, Domenico e Cesare Scaramuzza continuarono ad abitare in parrocchia di Santa Maria Protospatari.[xxii] Nel catasto del 1793 troviamo Cesare Scaramuzza, mastro fabbricatore di anni 40. Egli possiede quattro vignali, che appartenevano al soppresso convento degli Osservanti, confinanti con il Ceramidio, più i vignali Saccara e Mendolicchia, che erano della soppressa cappella del SS.mo Sacramento, e un pezzo di terra sotto le mura del Cavaliere, che aveva comprato dagli eredi di Dionisio Manco. Inoltre, aveva avuto in affitto per 29 anni dalla Cassa Sacra l’orto dei Cappuccini, con due bassi del convento con la clausola “ad meliorandum”. Aveva anche una “cavalcatura per uso di vatica”. Doveva pagare ogni anno nel mese di maggio alla Università di Crotone grana venti, per un pezzo di terra avuto in censo dall’Università nel luogo detto il Ceramidio, “per uso di fare solo ceramidi”. Nello stesso catasto ci sono anche il mastro fabricatore Domenico Scaramuzza mastro fabricatore di anni 62, e i fabricatori Fedele Scaramuzza di anni 43, Nicola Scaramuzza di anni 49 e Tomaso Scaramuzza di anni 31.[xxiii]
Figli ed eredi
L’attività edile degli Scaramuzza proseguì a Crotone anche durante i primi anni dell’Ottocento. Nell’agosto 1801 i Reverendi. Can. D. Domenico Inglese, D. Giuseppe Paucci ed i mastri crotonesi Luigi Petra e Tommaso Scaramuzza, testimoniano sulla confinazione di un fondo appartenente a D. Silvestro Spatafora, in località Cupo in territorio di Isola.[xxiv] Nel novembre 1801 i mastri muratori Nicola e Vincenzo Scaramuzza, ed il mastro falegname Saverio Frisenda, tutti di Cotrone, attestano di avere eseguito lavori nei magazzini per il grano, in località Fosso, pertinenti allo Stato di Verzino, per ordine del Sig. D. Nicola Barberio Toscano, per un importo totale di ducati 242. 36.[xxv]Sempre in questi anni siamo a conoscenza di una lite tra il capo mastro Cesare Scaramuzza e l’università di Crotone. Alla fine del Settecento il capo mastro Cesare Scaramuzza, appartenente al terzo ceto, aveva ottenuto l’appalto per il riattamento del ponte sull’Esaro e la costruzione del ponte sul Papaniciaro. Tuttavia, l’opera dopo otto anni, nel 1803, non era stata completata ed i lavori erano sospesi, mentre era in corso una causa tra il mastro e l’università di Crotone.[xxvi] Cesare e fratelli Scaramuzza continuarono ad abitare in parrocchia di Santa Maria Prothospatariis.[xxvii]

Crotone, la casa natale del musicista Vincenzo Scaramuzza.
Altri Scaramuzza
Sono ricordati: “P. Scaramuzzi”,[xxviii] il diacono Cesare Scaramuzza,[xxix] Leonardo Scaramuzza,[xxx] e Giuseppe Scaramuzza.[xxxi] Vincenzo Scaramuzza musicista e compositore, nacque a Crotone il 19 giugno 1885 da Francesco, insegnante, e da Carolina Macrì. Morì a Buenos Aires il 24 marzo 1968.
Note
[i] Abitanti di Crotone che hanno partecipato alla costruzione delle fortificazioni della città e del castello (1541 – 1560): “Scaramuzza (scaramuza) ger.mo” (28 giugno 1542. Cappelle di Santo Stefano, Santa Vennera et Santa Dominica Ger.mo Scaramuza). ASN, Dip. Som. Fasc. 196, f.lo 4, f. 65.
[ii] Scaramuzza Gaetano. La chiesa della SS.ma Annunciazione possiede un annuo censo di annui ducati sei per capitale di ducati 100 sopra le Case del q.m Giuseppe Messina oggi dell’heredi in par. Santa Veneranda conf. il magazeno d’Isidoro Scarnera e le case di Gaetano Scaramuzza. Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A. D. 1699 Confecta, f. 161v.
[iii] ASN, Catasto Onciario dell’Università di Cotrone del 1743, Vol. 6955, ff. 92, 189.
[iv] Il 23 luglio 1583 il reverendo Marco Antonio Basoino interviene in un atto notarile in rappresentanza del capitolo, ed il primo novembre dello stesso anno, come vicario del monastero di Santa Chiara, è presente all’atto di consegna della dote di Lucretia Mandile. ASCZ, Not. Ignoto Busta 15, fasc. 1583, ff. 210, 363.
[v] Il beneficio di San Tommaso Apostolo della Famiglia Basoino e Zurlo possiede una casa in Par. Santa Maria Prothospatariis, conf. le case di Marc’Antonio Basoino e Geronimo Facente. Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A. D. 1699 Confecta, f. 153. Il Seminario possiede una casa nella Pischeria incontro le case di Basoino, esige un annuo canone di affitto di ducati 8. AVC, Acta della visita del vescovo Anselmus De La Pena, 1720, f. 16v.
[vi] Nell’“Inventario di tutta la eredità che ha lasciato la B. M. del Sig.r Diego Barricellis”, nella “Nota d’oblighi”, D. Carlo Scarnera e Compagni devono docati quarantasei. ASCZ, Not. Antonio Varano, Busta 336, anno 1689, f. 60v. La cappella di Santo Homobono possedeva un annuo censo di “annui doc(a)ti otto sopra le case di Maruzza Scavello, moglie di Carlo Scarnera, site nella Parocchia di S. Veneranda per capitale di docati cento. Acta Sanctae Visitationis ab Ill.mo ac R.mo D.no Episcopo D. Marco Rama A. D. 1699 Confecta, f. 111.
[vii] Crotone 19 marzo 1710. In presenza del giudice a vita ed ad Contractus Domenico Arcuri e del notaio Stefano Lipari , la signora Maria Scavello, moglie di Carlo Scarnera, in presenza e col consenso del marito, dichiara di avere, tenere e possedere “una casa palatiata con alto e basso sita e posta dentro q.a Città nella Parocchia di S. Maria Protospatariis confine d’una parte le case di Domenico d’Amico stritto mediante, le case dotali di Giulio Macrì stritto mediante via p.ca et altri fini … pervenutali ins.me l’altre robbe dall’heredità del q.m Marc’Antonio Basoino morto ab intestato ad essa spettanti come più intima in grado come più chiaramente appare dal decreto di preambolo emanato da questa Regia Corte. E per molti degni riguardi la sua mente moventino ha risoluto darla al Cl.co Bonaventura de Laurentiis suo caro figliastro … per magiormente pervenire più facilmente all’ordini sacri e similmente per mantenersi nel studio nella Città di Napoli, dove al presente si ritrova”, con alcune condizioni, tra le quali che di questa casa ne siano solamente usufruttuari senza potersela vendere. ASCZ, Not. Stefano Lipari, Busta 511, anno 1710, ff. 25-26.
[viii] ASN, Catasto Onciario dell’Università di Cotrone del 1743, Vol. 6955, f. 92.
[ix] Crotone 10 settembre 1747. (Vendita e censo). Il sacerdote secolare Domenico Coccari / Andrea Scaramuzza e la moglie Carmena Limari / Fra Antonio La Piana di Bagnara dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, locale del monastero di Gesù e Maria. ASCZ, Not. Antonio Asturi, f. 128.
[x] ASN, Catasto Onciario dell’Università di Cotrone del 1743, Vol. 6955, f. 189.
[xi] Il convento di San Francesco di Paola esige da Nicola Scaramuzza per canone sopra la casa in par. di Santa Maria, confinante alle case di Domenico e Cesare Scaramuzza, annui carlini dodeci 1-20. ASCZ, Cassa Sacra. Lista di carico, 1790, f. 18v. Il censo fu assegnato ad Antonio Morelli, arciprete della cattedrale. Ibidem, f. 71.
[xii] AVC, Platea monastero di Santa Chiara, 1769 / 1770.
[xiii] Crotone 20 dicembre 1772. Nella stima del casino di Ponticelli degli Aragona: “noi predetti di Juzzolino e Scaramuzza, M.ri fabricatori apprezzassimo tutta la fabrica di calce del casino, magazeni, chiusa, e casella nella vigna dello stabile sudetto in tutto per docati trecento novanta. La fabrica di creta alle divisioni de magazeni di cola ducati trenta quattro e carlini cinque. E li ciaramidi mattonate cantoni pietre in tutte quell’officine come pure li ciaramidi di detta vigna e copelliera in somma importano docati cento undici e grana sessanta otto. Io Dom.co Scaramuzza fo fede come sopra. ASCZ, Not. Antonio Asturi, Busta 917, anno 1772, ff. 117-118.
[xiv] Crotone 16 gennaio 1776. Gregorio Paglia, Lorenzo Lo Santo e i mastri Nicolò Bruno e Tomaso Poerio di Crotone, dichiarano: “… vedendosi in ogni occorenza fabricare in detto di loro palazzo poscia in ogni tempo li mastri Dom.co e Nicolò Scaramuzza fabricatori, come sono stati ed al presente sono della Casa di essi Sig.ri (Zurlo), fabricandoli casini di campagna casi in affitto”. ASCZ, Not. Gio. Domenico Siciliano Busta 1528, anno 1776, f. 2. Nel 1778 i mastri fabricatori Pasquale Iuzzolino e Domenico Scaramuzza, ed i mastri falegnami Antonio Negro ed Antonio Lucà, su richiesta degli eredi Zurlo sono chiamati ad apprezzare e valutare i casini di Bucchi e di Capo Colonna. ASCZ, Not. Vitaliano Pittò, Busta 1589, anno 1778, ff. 69-72.
[xv] Crotone 9 ottobre 1781.Il mastro Domenico Scaramuzza e la moglie Angela Bruno e la figlia la “donzella Gelsomina” / Dionisio Russo, figlio del fu Leonardo. ASCZ, Not. Raffaele Labonia, f. 91.
[xvi] ASCZ, Not. Gerardo Demeo Busta 1330, anno 1782, ff. 55 56.
[xvii] ASCZ, Not. Giuseppe Smerz Busta 1774, anno 1785, f. 57.
[xviii] Crotone 18 febbraio 1783. Maria Lomare, vedova di Carmine Lucente, e Serafina Lucente, vedova di Antonio Sconzo, vendono a Giovanni Messina “una casetta quale casetta per le grandi piogge dell’Autunno del prossimo passato anno 1782 venne a demolirsi, con aver cascata una muraglia, e quasi tutto il tetto, e continua demolirsi”. La casetta è apprezzata da Cesare Scaramuzza e Gio. Juzzolino “Periti eletti di comune consenso tra le parti” per ducati 35. ASCZ, Notaio Raffaele Labonia, f. 29.
[xix] ASCZ, Not. Gerardo de Meo, Busta 1329, anno 1781, f. 24.
[xx] AVC, C. S. Lista di carico, 1790, f. 23v.
[xxi] Il vignale attraverso il quale passava la strada, è descritto come un giardino alberato situato sotto il baluardo dette dei Sette Cannoni (Don Pedro) e precisamente, tra il romitorio e le terre del beneficio di San Leonardo Abbate ed il baluardo. Esso si estendeva dalla punta del baluardo e finiva al muro del giardinetto reale detto Miranda. ASCZ, Not. Rafaele Labonia, Busta 1666, 1787, ff. 33-39.
[xxii] Il convento di San Francesco di Paola esigeva un canone di carlini 12 annui sopra la casa di Nicola Scaramuzza in parrocchia di Santa Maria Protospatari, confine alle case di Domenico e Cesare Scaramuzza. AVC, C. S. Lista di carico, 1790, f. 18v.
[xxiii] AVC, Catasto Onciario Cotrone 1793, ff. 22-23, 29v, 63v, 108v, 128v.
[xxiv] ASCZ, Not. G. Reale, 24 agosto, 1801, ff. 20-21.
[xxv] ASCZ, Not. Luigi De Meo, 15 novembre 1801, ff. 22v-24.
[xxvi] Lucifero A., Cotrone dal 1800 al 1808, Pirozzi 1922, pp. 103, 130, 132.
[xxvii] Il Capitolo esigeva annui duc. 5.50 per un capitale di Duc. 100 da Cesare e fratelli Scaramuzza, infissi sopra la di loro casa. Catasto di Cotrone del 1805, f. 146v. Il Seminario esige un censo di annui 1.20 sopra la casa di Domenico Scaramuzza. Ibidem, f. 165.
[xxviii] “P. Scaramuzzi di Crotone, già prigioniero per presunta reità di Stato”, 1808. ASN, Intendenza di Napoli.
[xxix] 11 febbraio 1840. “Pro Caesare Scaramuzza, diacono Cotronen. Dioc., dispensatio super defectu aetatis – 12 m. ad presbyteratus ordinem.” Russo F., Regesto, XIV, 75284.
[xxx] Primo luglio 1847. “Leonardo Scaramuzza providetur de archipresbyteratu saecularis collegiatae Insulae, Cotronen. Dioc., qui ibi est quinta dignitas, cum annexa cura animarum, cuius fructus 24 duc. cum incertis 60, vac. per dimissionem Hiacinthi Oliveri, cui a Gregorio XVI de decanatu eiudem ecclesiae provisum est”. Russo F., Regesto, XIV, 76540. 9 ottobre 1849. “Leonardo Scaramuzza, pbro Insulan. ac Vicario foraneo, in 34 aetatis an. constituto, providetur de canonicatu in maiori ecclesia Cotronen., vac. per dimissionem Bernardini Milelli”. Russo F., Regesto, XIV, 76952. 1852, Cotrone. “Leonardus Can.cus Scaramuzza Sacrista Maior.” AVC, Libro dei Morti.
[xxxi] 27 novembre 1850. “Vincentio Carvelli providetur de canonicatu SS. Annunciationis B.M.V. in maiori ecclesia Cotronen., vac per ob. Iosephi Scaramuzza, de mense Februarii def.” Russo F., Regesto, XIV, 77143.
Creato il 24 Giugno 2025. Ultima modifica: 24 Giugno 2025.