La Giudecca di Belcastro

Belcastro panorama

Belcastro (CZ).

Secondo il Fiore (I, 218) la città era abitata nel Medioevo “da tre Popoli, Latini, Greci, e Giudei, de quali n’è rimasta la memoria in alcune scritture antiche: de primi due in una carta di numerazione, nella quale i Ministri di quell’impiego scrissero; Audita missa Graeca, accessimus ad Latina; e degli ultimi, in istrumento, nel quale l’anno mille quattrocento novanta tre, Rabi Soledo vendè un suo Fondo ad un Cristiano; onde poi partiti, la lor Sinagoga venne tramutata in una Chiesa, e consacrata à S. Cataldo”.

Il vescovo di Belcastro Giovanni Emblaviti all’inizio del Settecento ci fornisce altre informazioni per individuare il luogo dove era situata la giudecca; egli così si esprimeva: “Quondam haec Civitas trium Populorum erat Communitas scilicet Hebrei, Greci et Latini, priorum verum solum remansit nomen in amplis regionibus obruptis rupibus, et dirutis domibus deformatum” (Rel. Lim. Bellicastren., 1703). Unendo le due fonti, possiamo affermare che gli Ebrei in Belcastro, come anche in Santa Severina, sono stati presenti fin dal Medioevo. Nel Cinquecento dopo la loro espulsione la chiesa dedicata a Santo Cataldo aveva preso il posto della sinagoga. I ruderi della giudecca era visibili ancora alla fine del Seicento; essa era situata alle falde delle rupi con grotte, in un’area ai margini della città, che col tempo era andata in abbandono e dove all’inizio del Settecento si osservavano alcune case in rovina.

L’analisi degli atti del notaio belcastrese Francesco Mazzaccaro della prima metà del Seicento (1631 – 1648) aggiunge ulteriori elementi per situare la Giudecca nel contesto urbano della città.

In essi troviamo numerosi riferimenti al luogo detto “La Sala”. Lo stesso toponimo che si ritrova nella città di Santa Severina (Sala Verde) nel rione Judea. In Belcastro il luogo “La Sala” è descritto situato vicino a “li Grutti”. Esso è nel quartiere Castellaci ma appena fuori del Borgo presso “li  Grutti di sotto S(an)to Catando”(Cataldo).

La città di Belcastro nel Seicento

All’inizio del Seicento la città di Belcastro era formata da tre quartieri: “Lo Burgo”, “Castellaci” e ”La Gregia”. I quartieri si differenziavano in maniera decrescente sia per popolazione che per consistenza socio-economica. I documenti segnalano la presenza di numerose case palaziate e continenze di case nel Borgo (17), meno in Castellaci (9) e quasi nessuna alla Gregia (3). Il Borgo era situato tra la Gregia e Castellaci.

La Sala

Case: Coniugi Giacinto Loca e Porzia Carpansano, Marco Cozzino, Gio. Battista Steriti, Minichella Frangipane, Elisabetta Steriti, Alonso Morelli, Giuseppe Scarrillo, Giulio La Bollita, Antonino lo Preite, coniugi Gio. Vincenzo Villirillo e Catarina Vaianella, Stefano Villirillo, Clorinda Carpansano, Prudenzia Sammarco, Scipione Rizzo.

Casaleni: Alonso Morelli, SS.ma Annunciazione.

Cortile: Marco Cozzino, coniugi Giacinto Loca e Porzia Carpansano

Grotte: Marco Cozzino, coniugi Giacinto Loca e Porzia Carpansano.

Via. La Sala

Documenti

12 settembre 1638. Gli eredi di Alonso Morello (Petro Francesco, il chierico Joanne Jacobo , figli ed eredi di Alonso Morello ed eredi della nonna paterna Vincentia Gargano) ed Isabella de Tino vendono per ducati 310 al chierico Gioseppe Scarrillo una continenza di Case situate  dentro la città di Belcastro nel luogo detto La Sala. Così è descritta la “continentia domorum”: “in pluribus, et diversis membris divisam superioribus et inferioribus una cum largo seu plano contiguo dittor. domor. À parte superiore sitas et positas intus Civitatem Bell.stri in loco nominato la Sala iusta domos heredum q.m Julii la Bollita via med.te vicinale iusta domum Antonini lo preite via p.tta vicinale med.te ex uno latere ex altero latere iusta aliam domum et casalenum ipsorum de Morelli nominato lo palazzetto ex parte inferiori iusta domos heredum q.m Scipionis Rizzo via publica med.te et via nominata la Sala à parte superiori iusta domos ipsorum de Morelli via vicinale med.te et iusta casalenum SS.mae Annuntiationis dictae Civ.tis et iusta domum in qua ad pr.es habitant haredes q.m Joannis Vincentii Villirillo et via publica à parte superiore” (C.161, 1638, 58).

22 ottobre 1638. Il chierico Josepho Scarrillo, figlio del Dottore fisico Joanne Andrea Scarrillo, comprò dagli eredi e figli di Alonsio Morelli ed eredi di Vitinnea Gargano, loro ava paterna, una continenza di case dentro questa città in loco dove volgarmente si dice la Sala, confine le case delli heredi del q.m Giulio la Bollita, vinella mediante le case di Antonino lo Preite (ff. 78v -79).

9 giugno 1639. Catarina Vaianella della terra di Cutro, abitante in Belcastro, vedova di Joanne Vincentio Villirillo, possiede una casa in loco ubi dicitur la Sala iuxta domum haredum q.m Alonsii Morello. La dona al figlio Stefano Villirillo (f. 88).

2 gennaio 1642. Jacinto Loca e la moglie Portia Carpansano possiedono “intus p.ttam Civitatem in loco ubi dicitur Castellaci quadam domum in duobus membris divisam, una cum habitatione subter ditta domo iuxta aliam domum ipsius D. Jacinti et suae uxoris iuxta domum R.di D. Joannis Baptistae Steriti et alios fines et proprie illam eptam annis elapsis à Clorinda Carpansano et Prudentia Sammarco eius tutrice, de quibus domibus ut supra emptis remanet ad beneficium dittor. Coniugum domum dittam la Sala, et habitatione superius et cortilem esistentem et p.ttis domibus remanet ad beneficium ambar. Partium nec non et quendam antrum contiguum p.ttis domibus, et prop.e illum emptum ab heredibus q.m Alonsi Morello. I coniugi Loca e Portia Carpansano vendono “dittam domum in duobus membris divisam medietatem cortilis et antrum” a Marco Cozzino (ff.  161v – 162r).

3 gennaio 1642 Don Jacinto Loca della terra di Zagarise e la moglie Portia Carpansano possiedono intus Civitatem Bellicastri in loco ubi dicitur Castellaci quendam domum magnam seu dittam la Sala una cum appartamento superiore et cum ingressu per cortilem in d.tam domum quem cortilem remanet in communi et indiviso cum Rev. D. Marco Cozzino iuxta domum p.tti Marci, domum R.do D. Joannis Baptistae Steriti archipresbiteri. La vendono a Minichella Frangipane ( Donna Portia Carpansano, moglie di D. Jacinto Loca della terra di Zagarise, possiede “quasdam domos palatiatas consistentem in pluribus membris et atrio positas intus Civitatem Bellicastri et pr.prie illas quae fuerunt q.m J.nis Barthol. Sammarco iuxta domos Minici Cozzino,  Elisabettae Steriti (ff. 162v-163).

 

Li Grutti ( Borgo)

Case: Gio. Battista Castagna, Marcantonio Pisano,  Giulia Lazzaro, coniugi Marcello lo Preite e Francesca Castagna.

Casaleno: Francesco Russo

Orti (celzi): Salvatore Casicotto, Stefano Castellana, Gio. Berardino Greco, coniugi Fabrizio Nicoletta e Prudenzia Saccorusso, coniugi Didaco Scarrillo e Giulia Nicoletta, coniugi Caterina Vaianella e Gio. Vincenzo Villirillo, Giacinto Campanaro, Cesare Calvano, Francesca Castagna, Gioannella Caputo.

Luogo. Nello Burgo seu li grutti di sotto S.to Catando.

Documenti

5 agosto 1635. Salvatore Casicotto possedeva un pede di celzo posto loco d.o li grutti confine l’orto di Stefano Castellana (f. 27).

27 luglio 1637. Prudentia Sacco Russo , vedova di Fabritio Nicoletta, ed i coniugi Didaco Scarrillo e Julia Nicoletta possiedono un ortale di celzi posto dentro la città loco ditto li grutti confine l’orto di Gio. Barardino Greco (f. 33).

9 giugno 1639. Catarina Vaianella , vedova di Joanne Vincenzo Villirillo, possiede un orto cum uno pede sicomi in loco li grutti contiguum casaleno Fran.ci Russi Civitatis Catanzarii. Lo dona al figlio Stefano Villirillo (f. 89).

24 agosto 1640. Jacinto Campanaro possiede un ortale sicomorum “intus menia p.ttae Civitatis in loco li grutti” confinante con l’orto che fu del q.m Cesare Calvano. Lo vende a Francesca Castagna (f. 133).

1 settembre 1648. Joanne Battista Castagna e la madre Julia Lazzaro consegnano agli sposi Marcello Lo Preite e Francesca Castagna “una continentia di case in due camere divisa in loco li grutti confine l’altra casa di essa Gio. Battista che fu di Marcantonio Pisano (ff. 52v – 53).

30 agosto 1648.Il chierico Marcello Castagna possiede una continenza di case “in duobus membris divisam” a lui pervenuta per eredità della fu Joanna castagna, sua nonna, in loco li Grutti iuxta alias domos eiusdem Johannis Baptistae Castagna quae fuerunt Marci Antonii Pisano (f. 104).

I quartieri

Lo Burgo

Cas: Coniugi Lucrezia Flerio e Andrea Tiriolo, Gio. Domenico Spirone, Gio. Angelo Cimino, Antonia Le Donne, Domenico Altomare, Tommaso Greco, coniugi Francesca Rotella e Bernardino Mazzaccaro, Valenzia Zupo, Vincenzo Marioti, Nocenzia Migale, Domenico Borrello, coniugi Antonia Grandello e Andrea Marruccia, Colantonio Loca, Cesare Calvano, Salvatore Casicotto, Vincenzo Catizzone. Matteo e Domenico Pacino, Lupo Pacino, Gioanna Venuta, Luca Sammarco, Marcello lo Preite, coniugi Mosessa Barbaro e Domenico di Cordova, Marcello Castagna, Antonio Catizzone, Vincenzo Curto, coniugi Stefano la Castellana e Polissena Grandello,  Antonia Cimino, Francesco Catizzone e Mosessa Gargano, Gioannella de Amato, Gio. Battista Priamo, coniugi Prudenzia Saccorusso e Fabrizio Nicoletta, coniugi Didaco Scarrillo e Giulia Nicoletta, Matteo Pacino, Lupo Antonio Lazzaro, Francesco Lazzaro, Paolo Le Chiane, Gio. Bernardino Nicoletta, Tommaso Nicoletta, coniugi Andrea Sirleto e Vittoria le Chiane, Geronimo  de Sena, Caterinella Cavallo, Fabrizio Altomare, Giulio Leone, Giacinto Marsano, Marcantonio Pisano, Gio. Tommaso de Diano, Gio. matteo de Diano, Giuseppe Cimino, Gio. Curto, Gio. Domenico Zuccalà, Polissena Scadà, Giuseppe Marsano, Salvatore Curto, Isabella lo Nobile,  Francesco Scarrillo, Clorinda Carpansano, coniugi Lucrezia Bollita e Luca Antonio Castagna, Gio. Antonio Faragò, Francesco Silvestro, Lupo Ratta, coniugi Simeone Pettinato e Giulia Greco, Bartolo Priamo, Felice Cappeluna, Tommaso Altomare, coniugi Antonio Politello e Polissena Diano, Domenico Mele, Nicola e Giuseppe Spirone, Sigismonda Coacia, Gio. Domenico Tiriolo, Matteo Steriti, coniugi Isabella Steriti e Angelo Greco, Domenico Curto.

Casaleni: Fabrizio Altomare, Clorinda Carpansano, coniugi Lucrezia la Bollita e Luca Antonio Castagna.

Largo. Fabrizio Altomare

Trappeto. Domenico Altomare, Cesare Calvano, coniugi Simeone Pettinato e Giulia Greco.

Orto. Cesare Calvano, Gioannella Caputa, Fabrizio Nicoletta, Francesco e Isabella Greco, Gio. Bernardino Greco, coniugi Stefano la Castellana e Polissena Grandello, Michelangelo Tacina, Lupo Antonio Lazzaro, Salvatore Grandello, coniugi Simeone Pettinato e Giulia Greco.

Luoghi. Lo relogio, l’orologio, Li grutti di sotto S.to Catando.

Documenti

11 febbraio 1633. Lucrezia Flerio, vedova di Andrea Tiriolo, possiede una casa palaziata in loco lo Burgo iuxta domum R.di Joannis Dominici Spirone domum Cl. Joannis Angeli Cimino via mediante. La vende ad Andrea Sirleto (f. 50).

2 agosto 1625. Casa di Antonia Le Donne in lo Burgo (f. 54v).

16 agosto 1633. Domenico Altomare comprò dal q.m Cesare Calvano “quoddam tappetum que dum iacebat intus eius domum possidebet positam in loco ubi dicitur lo Burgo iuxta domum Thomae Greco viam Publicam” (f. 61).

26 agosto 1633. Francesca Rotella, vedova di Bernardino Mazzaccaro, possiede una casa palaziata in loco lo Burgo iuxta domum Valentiae Zupi domum Vincentii Marioti (domum loco d.o lo relogio seu lo Burgo) (domibus loco lo burgo iuxta domum Nocentiae Migale9 . La vende a Domenico Borrello (ff.  66v – 67).

30 ottobre 1633. Tra i beni dotali di Antonia Grandello che sposò Andrea Maruccia vi era una casa in loco lo Burgo iuxta domum R.di D. Joannis Dominici Spirone (ff. 75v – 76).

11 agosto 1634. Colantonio Coco abita in loco lo Burgo (f. 105v)

9 aprile 1635. Il fu Cesare Calvano pigliò anni fa un annuo censo “sopra l’orto et le case di esso q.m Cesare poste nello Burgo seu li Grutti di sotto S.to Catando poste dentro d.a Città confine l’orto di sora Gioannella Caputa via med.te l’orto delli heredi del q.m Fabritio Nicoletta via med.te”. Francesco Greco e la sorella Isabella Greco, eredi di Matteo Calvano, erede di Cesare Calvano, lo vendono a Joanne Bernardino Greco (f. 131).

5 agosto 1635. La casa palaziata del q.m Salvatore Casicotto era situata in lo Burgo iuxta domum haredum q.m Vincentii Catizzone viam Publicam (f. 25).

24 agosto 1635. I fratelli Matteo e Domenico Pacino possiedono una casa in duobus membris divisam in loco lo Burgo iuxta domum Lupi Pacino domum Prudentiae Saccorusso via mediante (f. 33).

8 ottobre 1635. Joanna Venuta possiede una casa palaziata in loco lo Burgo iuxta domum Lucae Sammarco domum Marcelli lo Preite et alios fines. La vende a Luca Sammarco (f. 37).

26 agosto 1636. Mosessa Barbaro, vedova di Domenico de Cordova, possiede “una casa consistente in uno membro in loco d.o lo Burgo confine l’altra casa di essa Mosessa le case di Marcello Castagna e la via pub.ca . La vende a Marcello Castagna. (f. 7v).

6 settembre 1636. Antonio Catizzone abitava in una casa palaziata in loco lo Burgo iuxta domum haredum Vincentii Curto. La casa era divisa in due membri con tavole e aveva chianato e catojo (f. 14).

30 aprile 1636. I coniugi Stefano La Castellana e Polissena Grandello possedevano “l’orto delli celzi che y6iene dentro le mura di questa Città loco ditto lo Burgo confine l’orto di Lupo Antonia Lazzaro la via publica etr altri confini et la sua casa che tiene dentro questa Città loco ditto lo Burgo confine la casa di Antonella Grandello vinella mediante (f. 11).

30 ottobre 1636. Gio. Angelo Cimino possiede una casa loco lo Burgo confine la casa degli eredi di Vincenzo Curto. La cede ad Antonia Cimino, vedova di Antonio Catizzone (f. 22).

14 novembre 1636. Il diacono Francesco Catizzone e la madre Mosessa Gargano, vedova di Camillo Catizzone, possiedono na casa palaziata in loco lo Burgo confine un’altra loro casa domum Joannelle de Amato. La vendono a D. Joanne Battista Priamo, tesoriere della cattedrale (f. 25v).

27 luiglio 1637. Prudentia Sacco Russo, vedova di Fabritio Nicoletta, ed i coniugi Didaco Scarrillo e Julia Nicoletta possiedono una casa palaziata in loco lo Burgo confine la casa di Matteo Pacino via med.te, la casa di minico Curto vallone mediante (f. 33).

12 agosto 1637. Lupo Antonio Lazzaro possiede una casa palaziata in loco lo Burgo iuxta domum Fran.ci Lazzaro, domum Pauli le Chiane (f. 34).

17 marzo 1638. Joanne Bernardino Mazzaccaro possiede una casa in loco lo Burgo iuxta domum Thoma Nicoletta (f. 50v).

10 ottobre 1638. Andrea Sirleto e Vittoria le Chiane futuri sposi. La sposa porta in dote una casa palaziata in loco lo Burgo confine la casa di Antonio Politello (f. 76v).

28 febbraio 1639. I fratelli Matteo e Domenico Pacino, figli ed eredi di Francesco Pacino, possiedono una continenza di case in loco lo Burgo confine la casa degli eredi di Lupo Pacino (f. 97).

13 agosto 1639. Geronimo de Sena possiede una casa in loco lo Burgo contiguo all’orto del D.r Michel’Angelo Tacina (f. 108v).

7 ottobre 1641. Domenico Pacino possiede una casa in loco lo Burgo iuxta domum Mattei Pacino domum Caterinelle Cavallo (f. 147).

3 gennaio 1640. Fabritio Altomare possiede una continenza di case “in duobus membris diovisam, et ex parti inferiori unum casalenum, seu planum et largum circum circa d.tae continentiae domorum spettante et pertinente sitam et positam intus p.tam Civ.tem in loco lo Burgo seu l’orologio iusta domum haredum q.m Julii Leone ex parte superiori ex parte inferiori iusta domum Jacinti Marsano. La vende a Marcantonio Pisano (f. 121v).

23 agosto 1640. Marcantonio Pisano comprò da Fabritio Altomare una continenza di case poste dentro la città in loco dove si dice o Burgo confine la casa delli haredi del q.m Giulio Leone via vicinale med.te la casa di Jacinto Marsano (f.130).

16  aprile 1642. Joanne Thoma de Diano di Francesco Ant.o possiede una continenza di case in loco lo Burgo iuxta domum  joannis Mattei de Diano domum Dominici Altomare (f. 176v).

15 gennaio 1643. Lupo Antonio Lazzaro possiede “quendam ortalem sicomor. Intus menia Civ.tis in loco ditto lo Burgo iuxta ortum haredum q.mD. Salvatoris Grandello et quendam continentia domorum in loco lo Burgo iuxta domum Pauli le Chiane (f. 205).

13 settembre 1643.Casa di Gioseppe Cimino in loco lo Burgo confine la casa delli heredi del q.m Gioanni Curto (f. 218).

10 settembre 1647. Joanne Domenico Zuccalaà, erede della q.m Polissena Scadà sua madre, possiede una casa palaziata in loco lo burgo confine la casa del Cl. Gioseppe Marsano. La vende al Marsano (8f. 26).

30 luglio 1648. Salvatore Curto, erede della madre Isabella lo Nobile, possiede una casa in loco lo Burgo iuxta domum ipsius Salvatoris, iuxta domum Antoniae Cimino. La vende al Cl. Francesco Scarrillo (ff. 47v – 48).

20 agosto 1648 . Clorinda Carpansano l’anno passato si impegnò a vendere e ora vende a Lucrezia Bollita, moglie di UJD Luca Antonio Castanea “la casa seu palazzzetto, con lo casalino seu largo d’orto contiguo iuxta la casa di detto Lucantonio Castagna, le case di Gio. Antonio Faragò posta allo Burgo dove al presente abita Francesco Silivestro, la casa che fu dello q.m Lupo Ratta, al presente comprata per Antonio Vitello dalli procuratori della chiesa della SS.ma Ann.ta di detta Città”. Lo detto palazzetto, seu casa dentro questo inverno prossimo passato cascò et andò in ruina (ff. 49v -50).

20 agosto 1648. I coniugi Simeone Pettinato e Julia Greco possiedono una continenza di case in pluribus et diversis membris divisam cum horto contiguo in loco lo Burgo iuxta domum haredum qm Bartoli Priamo… una continenza di case in communi et indiviso cum Felice Cappelluna in loco lo Burgo iuxta domum Thomae Altomare vinella mediante, iuxta domum Mattei Steriti via med.te et alios fines una cum tappito de oleo esistente intus dittam continentiam domorum (f. 51).

21 settembre 1648. Gli eredi di Ottavio Pignerio possedevano un annuo censo sopra una casa degli eredi de Borrello in loco lo Burgo iuxta domum Antonii Politello e Polissena Diano coniugi, iuxta domum Dominici Mele (f. 75v).

4 novembre 1648. Il presbitero Marco Cozzino, anche a nome dei nipoti Nicola Francesco e Josepho Spirone afferma che negli anni passati Sigismonda Coacia madre di detti Spirone comprò da Joanne Domenico Tiriolo una casa in loco lo Burgo iuxta aliam domum di detti di Spirone ( . 83).

1 febbraio 1648 . Matteo Steriti promette alla figlia Isabella che va sposa ad Angelo Greco una casa palaziata in loco lo Burgo confine la casa di Domenico Curto (f. 90).

Castellaci

Case: Rinaldo di Amone, Confraternita dell’Annunziata, Gio. Tommaso de Santis, Pietro dell’Olivita, Lupo Antonio Grandello, Chiesa Santa Maria della Sanità, Antonio Varrina, coniugi Andrea Puglise e Adronizia Venuto, coniugi Carlo Altomare e Isabella Venuto,   Dezio Visciglia, coniugi Valenzia Zupo e Nicola Maria Dieni, Giulio Zupo, Paolo Catizzone, Sigismonda e Lucrezia Zupo, coniugi Caterinella Nicoletta e Luca Cannizzaro, Isabella Schipano, coniugi Vincenzo Nicoletta e Laurella Lico, coniugi Caterina Russo e Fabrizio Lico, Andrea Pignerio, Angela Puglisi, Gio. Domenico Puglisi, Domenico Cozzino, Gio. Battista Steriti, Gio. Agostino Gargano, Domenico Rotella, coniugi Luca Varrina e Filuzza Rotella, coniugi Artimizia Marvicuccia e Giulio Bellovedere, coniugi Aurelia Cozzino e Gio. Pontieri, Francesco Amoruso, Vincenzo di Dattolo, Giaicnto Loca, Battista Maurici, Orazio Varrina, Alfonso Pignerio, Tommaso di Dattolo, Domenico Varrina, Pietro Gio. Le Chiane, Lupo Cavallo, Vincenzo d’Elia, Dianora Greco, coniugi Pietro Frius e Livia Florio, Andrea Forino,  SZtefano Villirillo, Alonso Morelli, Stefano Villirillo, Laurenzo Jozzolino, Antonio Catanzaro, Tommaso Forino, Domenico Garcea, Giacinto Loca, coniugi Clorinda Carpansano e Prudenzia Sammarco, Giacinto Rocca, Marco Cozzino, Andrea Forino, Gio. Flerio, Vittoria Castella, coniugi Lorenzo Gatta e Porzia Gallina, Gio. Laudari, Francesco caruso, Francesco Antonio e Tommaso Dudato, Gio. Battista Mauricii, coniugi Lucrezia Castellana e Pietro Antonio Papaleo, coniugi Vittoria Papaleo e Tommaso Bertuccia, Angelo Garcea, Ottavio Urzo, coniugi Tommaso Ratta e Beatrice Pinelli, Diomede Mazzaccaro, Clorinda Carpansano, Bartolo Jentile, coniugi Tommaso Maruccia e Isabella Tirrimbo, Giulio Galati, Tommaso e Domenico Ratta, Isabella Ratta, Francesco Caruso, Artibania Civello, Aurelia Cozzino.

 

Casaleni: Coniugi Carlo Altomare e Isabella Venuti, coniugi Andrea Puglisi e Adronizia Venuto, coniugi Caterina Russo e fabrizio Lico, Pinelli, Angelo Nicoletta, Antonio Catanzaro, Scipione Varrina.

Grotte: Gio. Giacomo Morelli, Giacinto Loco.

Largo: Rinaldo de Amone.

Trappeto: Clorinda Carpansano.

Orto: Francesco Antonio e Tommaso Dudato, Gio. Battista Steriti, Lupo Antonio Grandello.

Documenti

30 maggio 1632. Il clerico Rinaldo di Amone lascia per testamento alla confraternita della chiesa della SS.ma Annunciazione “le sue case q.li tenea dentro il suo cortiglio poste dentro detta Città in loco dove si dice Castellaci confine le case del R.do D. Gio. Thomaso de Santis, le case delli heredi del q.m Gioanni Flerio vinella mediante la via publica. Il 30 maggio 1632 nella piazza pubblica per i priori della confraternita furono messe all’asta e rimasero a Pietro dell’Olivita (f.53).

23 agosto 1633. Il procuratore della chiesa di S. Maria della Sanità, Joannes Vincentius Scarrillus, afferma che la chiesa possiede per donazione di Lupo Antonio Grandello, sacrestano della chiesa, una casa palaziata “in duobus membris divisam sitam et positam in loco ubi dicitur Castellaci iuxta domum Petri Antonii Papaleo iuxta domum Antonii Varrina à parte superiori et alios fines una cum orto contiguo domum p.ttae”.  La casa è venduta a Joanne Agostino Gargano essendo “tutte fracassate et ruinate” ( f. 65).In seguito il 29 ottobre 1633 Joannes Agostino Gargano  cede la casa a Petro Antonio Papaleo e Antonio Varrina (f. 74)

26 marzo 1634. I coniugi Carlo Altomare ed Isabella Venuti possiedono un casaleno scopertum in loco Castellaci iuxta domum dei coniugi Andrea Puglise e Adromitia Venuto. Lo permutano con metà di casa dei coniugi Puglise che è situata a Castellaci iuxta casalenum (f. 98).

27 marzo 1634. I coniugi Carlo Altomare e Isabella Venuti vendono ai coniugi Andrea Puglise e Adromitia Venuto una metà di casa in loco Castellaci iuxta domum haredum Detii Visciglia, casalenum p.ttorum Andreae et Domitiae (f. 99).

9 dicembre 1634. Valentia Zupo , vedova di Nicola Maria Dieni, eredita dal fratello Giulio Zupo parte di una casa in loco Castellaci confine la casa degli eredi di Paulo catizzone. Dopo una lite Valentia Zupo la cede a Sigismonda e Lucrezia Zupo (f. 108).

21 novembre 1635. Caterinella Nicoletta, vedova di Luca Cannizzaro, possiede una casa dotale in loco Castellaci “iuxta domum haredum q.m Pauli Catizzone viam publicam”. La dona alla nipote Isabella Schipano (f. 138).

26 agosto 1636. I coniugi Joanne Vincentio Nicoletta e Laurella Lico affermano che al tempo del loro matrimonio la madre Caterina Russo, vedova di Fabrizio Lico, promise in dote alla figlia “una metà di casa posta dentro la Città loco d.o Castellaci confine la casa di Andrea Pignerio mentre l’altra metà restò a Caterina Russo (f.9)

4 settembre 1637. Angela Puglise, figlia ed erede di Joanne Domenico Puglise, possiede una casa in loco Castellaci iuxta domum dominici Cozzino, domum R.di Joannis Baptistae Steriti. La vende al Cozzino (f. 37).

1 febbraio 1638. Caterina Russo e gli eredi di Fabritio Lico, marito di Caterina,  possiedono un casalino, seu casa, in loco Castellaci confine la casa di Gio. Agostino Gargano. La cedono ai Pinelli (f. 48).

6 aprile 1638. Domenico Rotella promette agli sposi Luca Verrina e Filuzza Rotella una casa palaziata loco Castellaci confine la casa di Pietro Antonio Papaleo (f.57).

30 agosto 1638. Artimitia Marvicuccia , vedova di Julio Bellovideri, consegna ai coniugi Aurelia Cozzino e Joanne Ponteri una casa in loco Castellaci confine la casa di Francesco Amoruso , la casa di Vincentio di Dattolo (f. 65).

2 dicembre 1638. Il chierico Joanne Jacobo Morelli, abitante in Girifalco, (Francesco Morelli e la madre Isabella di Tino) possiede “un antrum situm et positum intus Civitatem in loco ubi dicitur Castellaci iuxta domum Jacinti Loca, a parte superiori iuxta domum Battisti Maurici. Lo vende a Jacinto Loca. (f. 85).

10 aprile 1639. Horatio Verrina, figlio del q.m Vincentio Verrina, possiede una casa in loco Castellaci iuxta domum Alfonsi Pignerio, domum Thomae de Dattolo. La cede a Domenico Verrina (f.101).

16 aprile 1639. Petrus Joanne Le Chiane possiede una casa palaziata “in pluribus membris divisa in loco Castellaci iuxta domum Lupi Cavallo e una casa in loco Castellaci iuxta domum Vincentii d’Elia (f. 103).

8 giugno 1639. Dianora Greco promette ai futuri sposi Petrus Frius e Livia Florio, figlia di Dianora, una casa palaziata in loco Castellaci confine la casa di Andrea Forino .

19 settembre 1639. E messa all’asta una continenza di case in loco Castellaci confine la casa di Stefano Villirillo. Le case furono acquistate da Laurentio Jozzolino. Le case appartenevano agli eredi di Alonsio Morelli (f.116).

7 febbraio 1641. Angelo Nicoletta possiede un casaleno “contiguum domum Antonii Catanzaro in loco ubi dicitur Castellaci. Lo vende ad Antonino Catanzaro (f. 134).

7 settembre 1641. Thoma Fiorino possiede una casa palaziata in loco Castellaci iuxta domum Dominici Garcea (f. 145).

2 gennaio 1642. Jacinto Loca comprò anni passati da Clorinda Carpansano e Prudentia Sammarco una casa “in duobus membris divisam, una cum habitatione subter iuxta domum di Jacinto Rocca iuxta domum R.di Johannis Baptistae Steriti. Le vende a Marco Cozzino.

12 agosto 1642. Andrea Forino possiede una casa in loco Castellaci iuxta domum haredum q.m Joannis Flerio domum Vittoriae le Castella (f. 190).

25 agosto 1643. I coniugi Laurentio Gatta e Portia Gallina possiedono una casa in loco Castellaci iuxta domum Joannis Laudari, casalenum Scipionis Verrina. Lo permutano con Francesco Caruso (f. 214).

16 settembre 1643. I fratelli Francesco Antonio e Tommaso Dudato possiedono dentro la Città un orto cum uno pede sicomi intus in loco Castellaci iuxta domus sup.ttor. fratrum de Dudato, domum Joannis Baptistae Mauricii. Lo vendono al Rev. Johannes Baptista Steriti, arciprete della Cattedrale (f. 219).

24 ottobre 1643. Lucretia Castellana, vedova di Petro Antonio Papaleo promette in dote alla figlia Vittoria, promessa sposa di Tommaso Bertuccia, “una casa palaziata in loco Castellaci confine la casa delli heredi del q.m Angilo Garcea, la casa di Ottaviko Urzo” (solo l’abitazione), (f. 220).

28 gennaio 1647. I coniugi Masi Ratta e Beatrice Pinelli possiedono una casa in Castellaci confine la casa di Gio. Agostino Gargano, la casa del Cl. Diomede Mazzaccaro (f. 6).

7 settembre 1648. Clorinda Carpansano possiede una “continentia di case in più e diversi membris divisa una con lo trappito di far oglio esistente dentro dette case poste dentro detta Città loco Castellaci confine le case di Bartolo Jentile” (ff. 58 -59).

23 settembre 1648. I coniugi Tommaso Maruccia e Isabella Tirrimbo possiedono una continentia di case in duobus membris divisam in loco Castellaci iuxta domum haredum q.m Julii Galati (f. 76v).

12 ottobre 1648. I fratelli Tommaso e Cl. Domenico Dudato posseggono una casa in loco Castellaci iuxta aliam domum Isabellae Ratta. La vendono a Isabella Ratta (f. 80).

1 febbraio 1648. La casa di Francesco Caruso era in Castellaci (f. 90).

26 luglio 1648. Artibania Civello possiede una casa in loco Castellaci  e proprio quella d’abascio contigua ad un’altra sua casa confine la casa di Aurelia Cozzino (f. 100).

La Gregia

Case: Gio. de Lanzo, Gio. Francesco Caputo, Luca Antonio La Rocca, Urania Ballatore, coniugi Giulia Pignerio e Tommaso Romeo, Gio. Tommaso Pignerio, Lucrezia Catalana, Nicola Francesco Caputo, Luca Bollita, Gio. Battista Galati, Porzia de Adamo, coniugi Francesco Catizzone e Angelella Pignerio, Orazio Caputo, Salvatore Faronio, coniugi Paolo Millucci e Caterina Garrupa, Marcantonio Mazzeo, coniugi Festina de Adamo e Gio. Ratta, coniugi Caterina Ratta e Battista Corea, Antonino Vadulato, coniugi Adriana de Nolfi e Mario Rocca, coniugi Caterinella Rocca e Paolino Jozzolino, Elisabetta Conflenti, coniugi Polissena Conflenti e Tommaso de Marco, Antonio Pigneri, coniugi Polita Greco e Francesco Antonio Castellana, Tommaso Cimino, Vittoria  Nicoletta, Andrea Galati, coniugi Vittoria lo Moio e Lattanzio Rocca, Marco Antonio Poleo, coniugi Porzia Papaleo e Gio. Colistra, coniugi Vittoria Colistra e Francesco de Paula, Dianora Salvata, coniugi Caterina Rizzotta e Gio. Battista Scarrillo, Gio. Maria Carvello, Gio. Domenico Catizzone, Mario Rota.

Orti: Coniugi Giulia Caputo e Angelo Morelli, coniugi Polissena Caputo e Fabrizio Nicoletta, Gio. Battista Cimino, Marco Pignerio, Salvatore Casicotto, Cesare Galati, Margarita Ballatore, Francesco Maselli, Urania Ballatore, coniugi Giulia Pignerio e Tommaso Romea, Salvatore Casicotto.

Trappeto: Gio. Tommaso Castellana

Chiesa: Santa Maria La Greca

Documenti

4 gennaio 1633. “Domum q.m Joannis de Lanzo in loco ubi dicitur la Gregia iuxta domum Joannis Fran.ci Caputi via med.te” (f. 41v).

1 novembre 1633. Julia Caputo, moglie di Angelo Morelli, e Polissena Caputo, vedova di Fabrizio Nicoletta, possiedono “quodam petium terreni arboratum cum duobus pedibus sicomorum situm et positum intus Civitatem loco ubi dicitur la Gregia iuxta domum D. Lucae Antonii La Rocca sicomos D. Joannis Baptistae Cimino”. Lo vendono a Marco Pignerio (f. 79).

1 ottobre 1634. Salvatore Casicotto comprò anni fa da Cesare Galati e da sua madre Margarita Ballatore un ortum sicomorum situm et positum intus dittam Civitatem in loc o ubi dicitur la Gregia iuxta ortum ipsius Salvatoris via med.te ortum haredum q.m Fran.ci Maselli (f. 122).

4 agosto 1635. La vedova Urania Ballatore dona alla  figlia Julia Pignerio, vedova di Tommaso Romeo, “una casa che tiene dentro questa Città loco d.o La Gregia con uno pede di celzo di annanti confine la casa di Gio. Thomasi Pigneri, la casa di Lucretia Catalana” (f. 21v).

5 agosto 1635. Salvatore Casicotto possedeva un ortale  di celzi posto in loco d.o la Gregia confine la chiesa di S.ta Maria la greca (f. 27).

30 aprile 1636. Nicola Francesco Caputi ha comprato anni fa “una casa da Luca Bollita e Costanza Galati coniugi sita e posta dentro questa Città lo co la Gregia confine la casa di Don Gio. Battista Galati vinella mediante la via pub.ca”. In seguito convenne con i coniugi Portia de Adamo e Marco Pignerio e cambiò questa casa con uno appartamentop dotale di Portia de Adamo ugualmente situato a La Gregia confine la casa di Francesco Catizzone (f. 11v).

3 settembre 1636 Joanne Thoma Pignerio possiede una casa palaziata in loco la Gregia iuxta domum Fran.ci Antonii Castellana via pub.ca et cum tappetum existente intus p.ttam domum” (f. 13).

5 giugno 1638. Francesco Catizzone e la moglie Angilella Pignerio possiedono una casa palaziata in loco la Gregia iuxta domum Horatii Caputi domum heredum q.m Joannis Baptistae Scarrillo (f. 60v).

25 settembre 1638. Salvatore Faronio promette ai futuri sposi Paolo Millucci e Caterina Garrupa una casa in loco la Gregia confine la casa di Marcantonio Mazzeo (f. 72).

7 novembre 1638. Festina de Adamo, vedova di Joannis Ratta, promette in dote alla figlia Caterina Ratta promessa sposa di Joannes Baptista Corea, una casa in loco la Gregia confine  la casa di Antonino Vadulato (f. 84).

6 gennaio  1639. Adriana de Nolfi, vedova di Mario Roca, dona alla figlia Caterinella Roca promessa sposa di Paulino Jozzolino “una continentia di case, una con lo piano contiguo a d.e case site in loco la Gregia confine le case delli heredi del q.m Gio. Battista Scarrillo (f. 87).

10 febbraio 1639. Elisabetta Conflenti promette alla sorella Polissena Li Conflenti promessa sposa di Tommaso de Marco una casa loco la Gregia confine la casa di mastro Antonio Pigneri (f. 95).

27 agosto 1641. Polita Greco moglie di Francesco Antonio Castellana possiede una casa in loco la Gregia confine la casa di Masi Cimino, la casa di essa Polita (f. 140).

4 settembre 1641. I coniugi Polita Greco e Antonio Castellana possiedono una casa in loco la Gregia iusta domum Angelelli Pignerio domum Thomae Cimino. La vendono a Luca Antonio la Rocca (f. 142).

12 novembre 1641. Vittoria Nicoletta possiede una casa in loco la Gregia iuxta domum Andreae Galati (f. 158).

12 novembre 1641. Vittoria Lo Moio, vedova di Lactantio Rocca possiede una continenza di case in loco la Gregia confine la casa di Marco Antonio lo Poleo (f. 159).

6 novembre 1646. Portia Papaleo, vedova di Joanne Colistra, promette alla figlia Vittoria Colistra promessa sposa di Francesco di Paula, una casa in loco la Gregia confine la casa di Dianora Salvata, confine la casa di Gio. Maria Carvello via med.te (f. 4).

11 marzo 1647. Caterina Rizzotta, vedova di Joanne Baptista Scarrillo, promise di dare in dote alla figlia Portia una casa palaziata il loco la Gregia iuxta domum Cl. Joannis Dominici Catizzone, iuxta domum heredum q.m Marii Rota. Ora la dà. (f. 16).

Luoghi della città

Santa Maria

Case: Coniugi Anna Lazzaro e Giacomo Invida, Luca Antonio Pitera.

Chiesa diruta San. Giovanni.

15 gennaio 1643.Anna Lazzaro, vedova di Jacobo Invida, possiede una continenza di case dentro la città “in loco ubi dicitur Santa Maria iuxta ecc.am dirutam Sancti Joannis domum Cl. Lucae Antonii Pitera della città di Catanzaro (f. 205)

La Porta delli Canali

Orto.(celzi): Gio. Agostino Gargano, Salvatore Casicotto, coniugi Orazio Caputo e Porzia Mele, coniugi Matteo Pignerio e Maria Jozzolino.

19 ottobre 1633. Joannes Agostino Gargano possiede in loco d.o la Porta delle Canali confine l’orto di Salvatore Casicotto (f. 68).

6 settembre 1648. I coniugi Horatio Caputi e Portia Mele promettono in dote a Matteo Pignerio e Maria Jozzolino “la meta delli celzi della porta delli canali, cioè la metà d’adalto della catena in su” ( 56v – 57).

Santo Nicola

Case: Pietro e Caterinella Alessi, Pietro Ballatore.

25 luglio 1638 Il cl. Petro e Caterinella Alessi possiedono una casa posta dentro la città in loco S.to Nicola iuxta domum Petri Ballatoris” (f. 70).

La Ryllusa

Casa: I coniugi Isabella Ballatore e Orazio Pignerio, Cappella del SS.mo Sacramento, Domenico Garcea, Seminario, Andreana Garofalo , Dezio Visciglia.

Piano: Cesare Caputo.

5 gennaio 1636. Isabella Ballatore, moglie di Horatio Pignerio, possiede una casa dentro la città in loco la Ryllusa iuxta domum Capellae Corporis Xpti iuxta domum Dominici Garcea iuxta domum Seminarii eiusdem Civ.tis. La vende ad Andreana Garofalo.(f.1).

3 maggio 1638. Detio Visciglia possiede metà di casa dentro la città loco la Ryllusa confine lo piano che fu del q.m Cesare Caputo (f. 58v)

Lo Posterello

Casa: Gio. Tommaso Faragò, coniugi Francesco Carnevalare e Giulia Bruno, Pietro Alessi, convento dei conventuali. Pietro Ballatore, Agostino Sammarco.

Casa Diruta: Tommaso e Domenico Altomare.

Orto: Luca Antonio La Rocca.

3 novembre 1633. I coniugi Francesco Carnevalare e Giulia Bruno possiedono una casa palaziata divisa in due membri dentro la città loco lo Posterello confine le case di Gio. Tommaso e Francesco Faragò. (f.80).

7 gennaio 1635. Il chierico Petro Alessi dona al convento di S. Francesco dei conventuali di Belcastro “un’altra metà di continentia di case poste dentro la città loco lo Posterello confine la casa di Pietro Ballatore, cioè quelle di abascio” (f. 136v).

2 novembre 1648. Agostino Sammarco possiede una continenza di case “in pluribus et diversis membris divisam” dentro la città “in loco lo Posterello iuxta domum dirutam thomae et Dominici Altomare iuxta domum et hortum Presbiteri Lucae Antonii La Rocca “ (f. 81).

La Piazza

Case: Pietro Alessi, conventuali, Gio. Francesco Caputo, Giacinto Sammarco, Francesco Carrozza, Francesco Greco, Giacomo Scarrillo, Gio. Mito, Antonia Sammarco, Clorindia Carpansano, Andrea Marruccia, Luca Antonio La Rocca, Didaco Giglotto,  coniugi Maria Maselli e Pietro Giacomo Borrello, Giulia e Diana Carrozza.

Botteghe: Pietro Alessi , conventuali.

Sedile della Città.

Case dirute : Antonia Sammarco.

Chiesa: San Rocco.

Documenti

7 novembre 1635. Il chierico Petro Alessi si veste l’abito dei conventuali di Belcastro e dona al convento “una metà di continentia di case site nella piazza di questa città confine le case di Francesco Caputo , la via publica et altri confini una con la metà delle botege che in dette case vi sono” (f. 136).

7 novembre 1635. Le case di Jacinto Sammarco erano in loco dove si dice la Piazza (f. 136v).

25  settembre 1638. Il chierico Petro e Caterinella Alessi possiedono una continenza di case in loco la piazza iuxta domum Joannis Francisci Caputi (f. 70).

17 ottobre 1639. Francesco Carrozza possiede una continenza di case in loco La Piazza “iuxta sedilem d.ae Civitatis, domum Fran.ci Greco” (f. 119).

17 marzo 1642. Case che furono del q.m Jacobo Scarrillo poste in loco la Piazza “iuxta domum heredum q.m Joannis Mito” (f. 171).

4 luglio 1642.Antonia Sammarco, figlia di Clorindia Carpansano e figlia ed erede di Jacinto Sammarco, possiede “una continentia di case derute site et poste in loco d.o La Piazza confine le case di Andrea Marruccia” (f. 179).

8 novembre 1647. Il Rev. D. Luca Antonio La Rocca acquistò all’asta l’anno passato una casa in loco la piazza iuxta domum Didaci Giglotto,  il quale la rivendè a Maria Maselli ed al marito Petro Jacobo Borrello (f. 31v – 32).

13 settembre 1648. Le sorelle Julia e Diana Carrozza possiedono una continenza di case “in loco la Piazza, seu Santo Rocco, iuxta sedilem d.ae Civitatis” (f. 62).

Lo Murato (La Gregia)

Casa. Gio. Tommaso Gargano, Giacomo Schipano, Tommaso Pignerio.

Casaleno. Gio. Paolo Gargano, Salvatore Olivo, Luca Antonio Mele, Tommaso Pignerio.

Grotte. Gio. Paolo Gargano, Fabrizio de Diano, Lucantonio Rocca, Tommaso Pignerio.

Largo. Gio. Paolo Gargano, Tommaso Pignerio.

Orto. Gio. Paolo Gargano, Fabio de Diano, Lucantonio Rocca, Tommaso Pignerio.

Documenti

10 novembre 1634. Joanne Paulo Gargano possiede un orto “cum duobus pedibus sicumorum et tribus antris situm et positum in circumferentiis eiusdem Civ.tis et proprie in loco ubi dicitur sotto lo murato iuxta ortum ipsius Joannis Pauli. L’orto fu acquistato anni prima da Fabio de Diano. Lo vende a Lucantonio Rocca ( f. 124v).

19 novembre 1634. Gio. Paolo Gargano possiede un orto con due piedi di celzi et tre grutti sito dentro lo territorio di questa città loco d.o lo murato o salici confine l’altro orto di esso Gio. Paulo la via publica. L’orto fu comprato anni prima dal Gargano da Fabio de Diano ed ora lo vende a Lucantonio Rocca (f. 60).

4 dicembre 1634. Joanne Paulo Gargano possiede “duas domos ligatas unam cum altera et quedam casalenum et proprium illum quem emit à Salvatore Olivo una cum largo seu terreno quantum tenet ante dittis domibus usque dum adest casalenum p.ttum  sitas et positas dittas domos et casalenum intus dittam Civ. Tem in loco ubi dicitur lo murato iuxta domos  ipsius Joannis Pauli, viam publicam a parte inferiori à aprte superiori iuxta domum Jacobi Schipani vinella mediante casalenum R.di D. Lucae Antonii Mele Archipresbiteri. Vende il tutto a Joanne Thoma Pignerio (f. 126v).

Mura

Orto. Elisabetta de Diano, Tommaso Sammarco, Pietro Ballatore.

19 settembre 1639. Soror Elisabetta de Diano, monaca domestica di S. Francesco di assisi, possiede un orto “arboratum sicomis ficis et aliis arboribus situm et positum supter menia eiusdem Civ.tis in loco ubi dicitur lo varvarello iuxta ortum Petri Ballatoris. Lo vende a Jo. Thoma Sammarco ( f. 114).

 

Torre

Orto. Giacinto Sammarco.

7 novembre 1635. Orto di Jacinto Sammarco “sotto la torre” ( f. 136v).

 

Peste e Carestia

Napoli fe tumulto l’anno 1647 a 22 di giugno per lo quale tumulto fu in questa Città di Belcastro carestia che si pagò un pane onze sei non ostante che lo grano valeva a car(li)ni dudici lo tu(mo)lo. L’anno seg(uen)te 1648 lo grano all’aera si vendì a car(li)ni sidici e dicessette lo tumulo.

L’anno 1648 del mese di maggio si fe la campana grande del vescovato vescovo D. Francesco Napoli di Palermo in decto anno e dimorava in Catanzaro.

Nella Città di Belcastro l’anno 1648 del mese di X.bre che lo grano si vendiva a car(li)ni dudici il tumulo per insino al mese di maggio si alterò il prezzo a car(li)ni dicedotto, ma si patì molto, non per mancam(en)to di grano che non fossi stato nella Città, quanto perche li cittattini che teneano detto grano più presto secretam(en)te lo vendevano a forastieri che à cittattini.

L’anno 1653 all’ultimo di marzo in Belcastro venne il vescovo D. Carlo Sgombrini, successore a Mon.s Fran.co Napoli di Palermo, e il d.o vescovo Sgombrini dell’oriolo, e venne il giorno di luni al trado.

Nel anno 1653 in Belcastro furono erette due conf(raterni)te l’una nella chiesa della Pietà e l’altra alla chiesa del’An(nuntia)ta nelle quali v’erano di fratelli di ricetto settanta(?) per ciascheduna.

L’anno 1655 e 56 in Belcastro fu carestia al principio della raccolta lo grano si vendi a car(li)ni sex e dopo aql mese di marzo, aprile, e maggio fu grandiss.ma penuria e si bene il grano si vendiva a car(li)ni dicesette lo pane a pesa era onze sei il t.. per il mal governo.

In detto anno 1656 fu la peste nella Città di Napoli, e fu di grandissimo danno nel Regno e principiò dal mese di marzo et alli 24 di giugno stava nella più forte d.a peste per il che si dubitava. La città nella prima metà del Seicento.


Creato il 18 Febbraio 2015. Ultima modifica: 9 Maggio 2015.

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