I lavori alla cattedrale di Santa Severina al tempo dell’arcivescovo Alfonso Pisani (1587 – 1623)

Santa Severina (KR), cattedrale e palazzo arcivescovile.

L’arcivescovo Alfonso Pisano era nativo della terra di Morrone della diocesi di Caserta. Figlio secondogenito di Berardino Pisano e di Prospera Santoro, che si erano uniti in matrimonio nel 1551. Quest’ultima era sorella carnale del cardinale di Santa Severina Giulio Antonio Santoro. Fu dottore “in utroque iure”, cioè in legge e in canoni. Il titolo di dottorato lo conseguì a Napoli nel collegio pubblico di Dottori. Perpetuo commendatario del monastero di San Giovanni in Fiore successe nella cattedra arcivescovile di Santa Severina a Francesco Antonio Santoro il 18 luglio 1587. Alfonso Pisano morì il 31 ottobre 1623. Durante la sua lunga permanenza sulla cattedra di Santa Severina la cattedrale fu quasi completamente rifatta, con nuove fabbriche e più ampia. Con scrupolosità ed ingente spesa e “con pensiero e diligenza grande” egli vi attese fino agli ultimi anni della sua vita, quando fu costruita la cupola maggiore. Nel 1616 fondò in Santa Severina il Monte di Pietà per beneficio dei poveri con la dote di ducati 300, 200 li mise l’arcivescovo, 50 il fratello Giulio Pisano e ducati 50 il chierico Giandomenico Franco di Scandale.[i] Fu sepolto nella cattedrale nella cappella di Santa Maria degli Angeli, da lui stesso, assieme al fratello Giulio Cesare, costruita e dotata fin dal 1611.

002 Santa Severina (KR), la cappella di Santa Maria degli Angeli in cattedrale.

Il palazzo arcivescovile e la cattedrale

Lo stato della cattedrale e del palazzo arcivescovile di Santa Severina, dopo la partenza dell’arcivescovo Antonio Francesco Santoro e prima dell’arrivo del nuovo arcivescovo Alfonso Pisano, è descritto in due testimonianze rilasciate in Napoli. Il 28 giugno 1586, il nobile Carolo Susanna della città di Santa Severina, dichiarava a Don Dominico Griscono U.J.D., Generale Auditore dell’Ill.mo Nunzio, che “detta chiesa Cathedrale have Campanile, con quattro Campane bellissime, have sacrestia, lo Choro, et l’organo et tutte l’altre cose necessarie, che appartengono a chiesa Cathedrale e vi sono bellissimi paramenti et ornamenti di diversi drappi e colori e tra li altri vi è li paramenti per celebrare la persona del Prelato”. Due giorni dopo nello stesso luogo, il nobile Hectore Modio U.J.D. della città di Santa Severina, affermava, che “l’habitatione di detta Cathedrale di S. Severina è antiqua quanto è comoda e Mons.r Arcivescovo Francesco Antonio Santoro l’ha molto ampliato et accomodato, di modo che è bonissima habitatione per l’Arcivescovo”.[ii]

Arme dell’arcivescovo di Santa Severina Alfonso Pisani (Ughelli F., Italia Sacra, VIII, 488).

Il nuovo palazzo arcivescovile

Da una relazione del 21 marzo 1589, apprendiamo che il tentativo di restaurare e fortificare l’antico palazzo arcivescovile da parte dell’arcivescovo Francesco Antonio Santoro, non diede i risultati sperati e l’arcivescovo decise perciò di iniziarne uno nuovo dalle fondamenta. Il nuovo palazzo rimasto incompiuto per la partenza del Santoro sarà completato da Alfonso Pisano. “Il palazzo Arcivescovale minaccia rovina, e sebene il predetto Arcivescovo Francesco Antonio si forzò munirlo di speroni, e ripari, pure alla fine ne diede principio ad un altro nuovo à canto al vecchio, quale il presente Arcivescovo ha proseguito, e quasi ridotto à fine con molta sua spesa”.[iii] Alcune cedole di spesa di quell’anno documentano, che i lavori al nuovo palazzo erano ripresi. Infatti, nel dicembre del 1589, l’arciprete della cattedrale D. Mercurio la Grutteria effettuava più pagamenti per conto dell’arcivescovo a Virgilio Scandale, Luca Minicotto, Luca Siverra, Pietrangelo Strati ed altri, i quali con le loro bestie avevano portato calce ed arena alla fabbrica del nuovo palazzo arcivescovile.[iv]

I lavori proseguiranno anche se a rilento e con intervalli negli anni seguenti. Oltre ai viaggi di calce dalla calcara al nuovo palazzo, sono segnalate in questi anni anche spese per i carreri che portano tavole di castagno dalla serra di Mesoraca e “per tanti rrobi” dal monte Giove”.[v] Spesso il rifornimento di tavole dalla serra arcivescovile di Mesoraca al nuovo palazzo incontra difficoltà, sia per l’esiguo pagamento, che per il tempo di percorrenza.

“Molto Rev. S. Padron mio caro. Mando a V.S. le tavule di castagne di S.to Angelo non so si le potranno portare tutte trenta quanto ne ponno mi anno promeso ne caracheranno et una de più loru o promeso dudici carrini per carro perche ci vole uno giorno per andare da qua à S.to Angelo et dui per venire illoco, di modo che quanto alluno deli dui carra allo vovere di questi tempi si guadagna cinquo car.ni lo di et lio fatto lassare di lavorare per venire a portare le supra ditte tavule non ho possuto fare manco li diaconi salvagi che anno boi con ci anno voluto venire che tutti quanti fanno questiarci l’anno ricusato di portarle resti contenta adunque di pagarli come ho detto dudici car.ni et li bascio le mani pregando il S.r la conservi sempre come le disia da polic.o 18 di novembre 1591. D.V.S. molta R.da D. Gio Paulo Lieto suo.”[vi]

Il tesoriere della cattedrale è Incaricato dall’arcivescovo o, in sua assenza, dal vicario generale Gio. Francesco Modio, a seguire i lavori e fare i pagamenti. Ad ogni ordine, egli consegnerà il denaro stabilito al soprastante della fabbrica del nuovo palazzo.

In questi anni furono tesorieri della cattedrale D. Francesco Caruso, morto nel settembre 1589,[vii] al quale seguì D. Mercurio Grotteria, mentre soprastanti della fabbrica del nuovo palazzo furono: dapprima Don Gio Vincenzo Carnevale, poi dal gennaio 1591, il diacono Prospero Vecchio, che reggerà l’incarico almeno fino al 1594. Le spese documentate in questi anni riguardano in genere molti piccoli importi, che quasi settimanalmente sono consegnati dal tesoriere al soprastante per tutta la durata dell’opera. Dal marzo 1590 al luglio 1594 la documentazione superstite enumera 53 pagamenti per un totale di 500 ducati (circa 10 ducati per cedola).

31 marzo 1590. Il vicario generale, l’arcidiacono Gio. Francesco Modio, ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria, di consegnare a Don Gio. Vincenzo Carnevale “soprastante della fabrica del novo palazzo”, ducati 10. 12 aprile 1590. Il vicario generale Modio ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria di consegnare a Don Gio. Vincenzo Carnevale, “soprastante della fabrica del novo palazzo”, ducati 26. 14 aprile 1590. Il vicario generale Modio ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria di consegnare a Don Gio. Vincenzo Carnevale “soprastante della fabrica del novo palazzo” ducati 10. 2 maggio 1590. Il vicario generale Modio ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria di consegnare a Don Gio. Vincenzo Carnevale “soprastante della fabrica del novo palazzo” ducati 18. 17 maggio 1590. Il vicario generale Modio ordina al tesoriere di consegnare al R. D. Gio. Vincenzo Carnevale ducati 10 da spendersi “nella fabrica del Palazzo arcivescovile”. 28 maggio 1590. Il vicario generale ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria di consegnare a D. Vincenzo Carnevale, ducati 15 da spendere “per servizio del novo palazzo”. 5 giugno 1590. Il vicario generale ordina al tesoriere D. Mercurio Grotteria, di consegnare a D. Vincenzo Carnevale ducati 4 da spendere “per servizio del novo palazzo”. 20 luglio 1590. Gio. Vincenzo Carnevale dichiara di aver ricevuto da D. Mercurio la Grotteria ducati 8 e mezzo in più partite “per servizio del palazzo novo”. 10 gennaio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 3 da spendere “alla fabrica del novo palazzo”. 15 gennaio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere D. Mercurio della Grotteria di consegnare “al soprastante della fabrica del novo palazzo arcivescovile” D. Gio. Vincenzo Carnovale, ducati 12 per spese del detto palazzo. 21 gennaio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere D. Mercurio della Grotteria di consegnare al diacono Prospero Vecchio, “soprastante alla fabrica del nuovo palazzo arcivescovile”, ducati 16. 4 febbraio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere D. Mercurio della Grotteria di consegnare al diacono Prospero Vecchio, “soprastante alla fabrica del nuovo palazzo arcivescovile”, ducati 5. 8 febbraio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al diacono Prospero Vecchio ducati 8, da spendere “nella fabrica”. 24 febbraio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al subdiacono Prospero Vecchio ducati 10, da spendere “nella fabrica del palazzo novo”. 5 marzo 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al subdiacono Prospero Vecchio, ducati 8 da spendere “per la fabrica del nostro palazzo”. 12 marzo 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al subdiacono Prospero Vecchio, ducati 8 da spendere “per la fabrica del nostro palazzo”. 20 marzo 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al subdiacono Prospero Vecchio, ducati 6 da spendere “per la fabrica del palazzo arcivescovile”. 9 aprile 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al diacono Prospero Vecchio, ducati 4 da spendere “nella fabrica del novo palazzo”. 21 aprile 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 10, da spendere al palazzo arcivescovile. 24 aprile 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 6 da spendere al palazzo arcivescovile. 3 maggio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 12 da spendere al palazzo arcivescovile. 17 maggio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 12 da spendere “alla fabrica”. 18 maggio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriero di consegnare al diacono Prospero Vecchio ducati 4, per spendere “alla fabrica arcivescovile”. 24 maggio 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati 4 al diacono Prospero Vecchio, da spendere “nella fabrica arcivescovile”. 5 giugno 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati 5 al diacono Prospero Vecchio, da spendere nella fabrica arcivescovile. 10 giugno 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare carlini 15 al diacono Prospero Vecchio da spendere nella fabrica arcivescovile. 28 giugno 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare al subdiacono Prospero Vecchio ducati 4 e mezzo, da spendere “per la fabrica del nostro palazzo”. 1 agosto 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati 24 e sette carlini e mezzo al diacono Prospero Vecchio, da spendere “nella fabrica arcivescovile”. 20 agosto 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati 14 al diacono Prospero Vecchio da spendere “nella fabrica arcivescovile”. 4 novembre 1591. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 3, da spendere “alla fabrica arcivescovile”. 7 gennaio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 3, da spendere “alla fabrica arcivescovile”. 14 gennaio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 6, da spendere “alla fabrica arcivescovile”. 12 febbraio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a D. Prospero Vecchio carlini 25, da spendere “alla fabrica del novo palazzo arcivescovile”. 17 febbraio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati due da spendere “alla fabrica del novo palazzo arcivescovile”. 25 febbraio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati quattro e mezzo, da spendere “alla fabrica del novo palazzo arcivescovile”. 1 marzo 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati tre, da spendere “alla fabrica del novo palazzo arcivescovile”. 7 marzo 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 20 per spendere “alla fabrica del novo palazzo”. 25 marzo 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 2, per spendere “alla fabrica del novo palazzo”. 26 marzo 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 8, per spendere “alla fabrica del novo palazzo”. 14 aprile 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati dieci a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile”. 14 aprile 1592. Alfonso Pisano ordina al Mag.co Gio. Bartulo Sacco: “consignerete al tesoriere R.do Mercurio dela Grutteria ducati venti che si spenderanno per la fabrica arcivescovile che vi si restituiranno da detto”. 14 maggio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati diciannove a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile”. 1 luglio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati dieci a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile”. 12 luglio 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati quattro e mezzo a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile. 27 agosto 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere D. Mercurio Grutteria di consegnare a Don Prospero Vecchio ducati 10, da spendere “per la fabrica del palazzo novo”. 2 ottobre 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati cinque a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile. 10 ottobre 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati tre a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica del palazzo nostro arcivescovile”. 6 novembre 1592. Alfonso Pisano rdina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati ducati 7, da spendere “alla fabrica arcivescovile”. 7 novembre 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati cinque a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica arcivescovile”. 31 dicembre 1592. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare ducati dieci a D. Prospero Vecchio, “per la fabrica arcivescovile”. 14 marzo 1593. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio ducati 15, “per spesa della fabrica arcivescovile”. 10 maggio 1593. Alfonso Pisano ordina al tesoriere di consegnare a Prospero Vecchio carlini quattro in beneficio della chiesa. 26 luglio 1594. Alfonso Pisano ordina al tesoriere D. Mercurio la Grutteria di consegnare ducati 10 a D. Giovanni Cosentino “procuratore della nostra fabrica che serviranno per questa fabrica”.[viii]

Le iscrizioni con il suo nome e la sua arme poste sulla riquadratura delle finestre del nuovo palazzo arcivescovile di Santa Severina (KR), ricordano l’opera dell’arcivescovo Alfonso Pisani (1587-1623).

La ricostruzione della cattedrale

Alla fine del Cinquecento il nuovo palazzo arcivescovile era stato completato, mentre la cattedrale, nonostante alcuni interventi dell’arcivescovo per dotarla di ornamenti[ix] e di suppellettili sacre,[x] si presentava degradata e pericolante. Dalla “Relatione dello stato della Chiesa Arcivescovale di Santa Severina”, presentata nel 1603 da D. Gio. Francesco Greco, canonico della cattedrale e procuratore di Alfonso Pisani, che era impedito d’infirmità, apprendiamo, che il nuovo palazzo arcivescovile è ormai completato e che l’arcivescovo stava per iniziare i lavori di restauro e di rifacimento fin dalle fondamenta della cattedrale.

“In mezzo di detta Città ci è una commoda pianura, dove stà posta la chiesa Arcivescovale sotto il titolo di Santa Anastasia Romana Vergine et Martire di mezzana grandezza, di forma antiqua, et assai impedita di ale, et cappelle, quali l’Arcivescovo presente ha tentato di sgombrarli, et ridur la chiesa in miglior forma, mà perche s’è conosciuto che la detta chiesa non può ricevere riparatione per esser le mura piccole, vecchie, et fabricate di creta, stà tuttavia con animo di reedificarla dalli fondamenti di miglior, et più moderna forma … et per servitio di essa chiesa contiguo ad essa vi ha edificato un nuovo Palazzo per star l’Arcivescovo con molta spesa; massime all’intempiature, et in far depingere alcune camere di esso di alcune historie del testamento nuovo, et vecchio.”[xi]

In questi anni l’arcivescovo ed il fratello Giulio Cesare costruiscono e dotano[xii] per sé ed i loro eredi la cappella dedicata a Santa Maria degli Angeli.[xiii] Nonostante la malattia,[xiv] l’arcivescovo, dopo aver fatto costruire la cappella di famiglia, procede nel suo intento di riedificare completamente la cattedrale. Il 4 dicembre 1621 l’arcivescovo, non potendo recarsi a Roma “ad visitandum limina Apostolorum ob eius infirmam valetudinem”, nominava il canonico della chiesa cattedrale Nicola Antonio Sacco come suo procuratore. Tra gli “Avvertimenti à D. Col’Antonio Sacco”, che dovrà recarsi a Roma, vi è: “Che Mons. Arciv.o ha ridotta con molta sua spesa la chiesa Arcivesc.le à miglior forma di fabrica che non era p.a havendole fatta quasi tutta nuova e ci attende con pensiero, e diligenza grande et adesso si stà facendo la cupola magg.re”.

Segue una relazione, che riassume i lavori fatti eseguire dall’arcivescovo alla cattedrale: “Santa Severina è Città della Calabria Ultra discosta dal Mare Adriatico (Ionio) dieci miglia sopra un alto monte circondato d’ogni parte da vaste rupi fatto dalla natura come inacessibile, cosi inespugnabile nella sommità del quale vi è una commoda pianura, nella quale stà posta la chiesa Arcivescovale Metropolitana sotto l’invocatione di Santa Anastasia Romana Vergine, e Martire di mezzana grandezza, la quale perché era di forma antiqua, et assai impedita d’ale, e cappelle è stata da da Mons. R.mo Alfonso Pisani Arciv.o d’essa ridotta à miglior forma moderna con dieci archi lavorati di pietra di Policastro, e delle Castella, con due ale intempiate con quattro finestre lavorate di pietre bianche di Policastro per ciascheduna ala, et con una cupola che si sta tuttavia facendo in forma. … e con tre cappelle di pietre di Cimigliano di diversi colori, et con pietre di verde antico, broccatello di Spagna, e marmori di Carrara et altre pietre mischie con molta spesa. L’una à man sinistra per suo Juspatronato sotto il titolo di Santa Maria delli Angeli con un quadro di prezzo, quale detto Mons. Alfonso e Giulio Cesare Pisani suo fratello hanno dotata, et ornata di proprio. L’altra è a man destra di S. Leone Altare privileggiato con un reliquario sopra per conservarnosici le Reliquie e l’altra a man sinistra di Santa Anastasia Romana Vergine e Martire con quadro dell’istessa Santa Anastasia di prezzo, e con un reliquario sopra.”[xv]

005 Cattedrale di Santa Severina (KR), arme dell’arcivescovo Alfonso Pisani (1587-1623).

I mastri roglianesi

Dai documenti dell’epoca sappiamo che alcuni mastri impegnati in questi lavori provenivano da Rogliano. Il mastro Nardo Cozza risulta presente a Santa Severina almeno dall’ottobre 1619. In una richiesta di scomunica inoltrata all’arcivescovo Alfonso Pisano, il mastro denunciava, che gli erano stati rubati alcuni attrezzi da lavoro, utili per procedere nei lavori alla fabbrica della cattedrale. “8bre 1619. Ill.mo et R.mo Mons.re. M.ro Nardo Cozza humilss.o servo di V. S. Ill.ma e R.ma supp.do Le fa intendere, come fa perso molti ferri, et istrum.ti necessaryssimi al compimento della Chiesa di V. S. Ill.ma. Però La supp.ca resti ser.ta ord.re che si faccino le solite monitioni di scomunica contra chiunque gli havesse rubato, ò ritenutosi infra.tti instrum.ti cioè una mazza di valore di 32 car.ni uno prisaro di 17 car.ni quattro manipoli di quattro car.ni l’una, et quattro scalpelli di un tarì l’uno et oltre à questo un paro di calzette di saietta negra et altri stigli e robbe che non si ricorda, che lo riceverà à sing.ma gra. de V. S. Ill.ma.” Seguono il 20 ottobre 1619 l’emanazione di monizioni e l’ordine al Cantore di raccogliere le informazioni e di farne una relazione all’arcivescovo.[xvi]

Nel luglio 1622 il mastro è ancora accasato in Santa Severina, come risulta da un’altra supplica rivolta all’arcivescovo, dove egli denuncia i danni sofferti al giardino di San Vito, che aveva preso in fitto dal capitolo della cattedrale, giardino: “alborato d’olive, cerse, fiche, ed altri alberi fruttiferi con una casa e ritegno d’acqua”.[xvii]

La presenza in Santa Severina di altri mastri provenienti da Rogliano, con mogli, figli, fratelli ed affini, è documentata da un’altra richiesta di scomunica rivolta al vicario generale dell’arcivescovo Fausto Caffarelli. Questa supplica mette in evidenza che i mastri, i quali presero parte alla costruzione della cattedrale, si accasarono e strinsero accordi economici con artigiani del luogo. Il 17 marzo 1629 Il chierico selvaggio Ottavio Altimare della chiesa arcivescovale di Santa Anastasia, inviava questa supplica: “questi mesi passati si gionse con la bottega con mastro Mattheo Cranso di Rogliani, et un altro suo fratello, et figlio à guadagno con venti sei ducati di capitania con grandissima speranza di guadagno adesso per alcune cause volendo esso Ottavio dividersi da detti non solo non li fu dato guadagno alcuno, ma molta parte della robba gl’è stata occultata et il dinaro defraudato, onde crede che li poteva spettare più di ducati sei la sua parte del guadagno, et non gli è stato dato un tornese”.[xviii]

Proseguimento dei lavori

Alla morte dell’arcivescovo Pisano i lavori alla cattedrale non erano stati completati. Essi continueranno e per molti anni ancora.[xix]

Santa Severina (KR), cupola della cattedrale.

Note


[i] AASS, Fondo Capitolare, cartella 4D.

[ii] Visitatio.e apo.lica Sanctae Severinae 1586, Pro Eccl.ia Sanctae Severinae, S.C.C. Visit. Ap. 90.

[iii] Relatione dello stato della chiesa metropolitana di Santa Severina, Sanctae Severinae 21 Martii 1589.

[iv] Santa Severina, 17 dicembre 1589. “Io sottoscritto Virgilio Scandale, Luca Minicodotto, Luca Siverra, Petrangelo Strati per la presente ricevono dal R.o S.r Arcivescovo carlini decesette et grana sei quali sono per quaranta quattro viagi di calce anno condotto con loro bestie dalla calcara di Santo Giorgio insino allo palazzo a ragione di quattro grana lo viagio 1 – 1 – 16”. Sottoscrivono Gio. Bartolo Sacco, Francesco Palermo e Lionardo Palermo. AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D. Santa Severina, 10 dicembre 1589. Virgilio Scandale, Francesco Manica, Petro Angilo Strati e Luca Scima, ricevono dall’arciprete D. Merurio la Grutteria “tari tre e grana tredici per la conduttura di tom. 308 di calce … viagio e di tom. cento sedici di arena a grana due … et un tari di puo si dona a Luca Scriena Ducati tutti sono la soma di docati sette carlini sette grana tre.” Ibidem.

[v] Santa Severina, 19 maggio 1590. Il vicario generale Modio ordina al tesoriere Don Mercurio la Grutteria della città di Santa Severina: “vi piaccia pagare all’infrascritti carreri, et uno per tutti che hanno portati le tavole di castagna dalla serra di Mesoraca a un docato per ciascheduno carro che sonno in numero carri undici che la paga sarà ducati 11” (Prospero Schipano, Matteo Mayorana, Vartolo Arratta, Liverio Piperi, Cornelio Catanzaro). AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D, fasc. 5. Santa Severina, 26 febbraio 1592. Gio. Vincentio Migali e Gio. Domenico Caivano, dichiarano di aver ricevuto dal tesoriere della cattedrale D. Mercurio la Grutteria, ducati 25 “per tanti rrobi che avemo portato da monte Giove a q.le Ill.mo mons.re”. AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D, fasc. 6.

[vi] AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D.

[vii] Lascio à Mons.r Ill.mo Arciv.vo di Santa Severina scuti d’oro 20. AASS, Fondo Capitolare, cartella 4D, fasc.4, testamento del tesoriere della Cattedrale D. Francesco Caruso, 6 settembre 1589.

[viii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 1D, fasc. 2.

[ix] Santa Severina, 26 marzo 1592. “Io D. Mercurio Grutteria tesoriero per la presente confesso essere debitore del m.ci Gio. Bartolo Sacco procuratore de Mons. Ill.mo Arciv.o di S.ta Sev.a docati dece otto et un tari quali sono per duo fonti che servono alla Arciv.le Chiesa pertanto io sopraditto prometto restituire li detti D. 15 et un tari a ogni sua requisitione et a cautela del sup.a ditto jo d.Mercurio tesoriero l’ho fatto la presente de mia pp.a manu. S.ta Sev. li XXVI di marzo 1592. Io supra ditto D. Mercurio tesorero.” AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 19B,1592.

[x] Santa Severina, 4 dicembre 1590. L’arcivescovo Alfonso Pisano fa una donazione alla cattedrale di Santa Anastasia consegnando i beni al tesoriere Mercurio Gructeria. “In p.s un avante altare di tila di arg.to con l’arme de esso monsig. Ill.mo con passamano d’oro seu riza de oro di ricamo. Item una pianeta di tila di arg.to con li medesmi passamano di oro. Uno peviale di tila di arg.to con li passamano d’oro et frangia di oro inferrato di taffitu russo con le arme di monsig.re p.o. Uno grembiule di tila di arg.to con una croce d’oro con frangia di oro. Doi tonicelle di tila d’argento con passamano d’oro et con li fiocchi di seta bianca et oro con le loro manipoli et stole. Doi coscini di tila di arg.to con passamano d’oro et busteri di oro et seta. Una cascia di corporali di tila di arg.to con passamani di oro. Uno cingolo di seta bianca con fiocchi di oro. Uno paro di sandali di tila d’arg.to et passamano d’oro. Una tovaglia di lunda di palmi dece sette di ragliamo di oro con frangie di seta et oro. Item uno avante altare di damasco bianco con la Croce di recamo et l’arme di monsig. Una pianeta di damasco bianco con le stola et manipoli. Doi coscini di damasco bianco con borteni di oro et seta. Una casa di corporali di damasco bianco. Una tovaglia di decesette palmi di riza bianco. Item uno avante altare di damasco e velluto verde con l’arme di mons. Uno avante altare di damasco carmosino a velluto car.no con l’arme di monsig. Ill.mo. (f. 32) Uno avante altare di Giabellotto paunazo con l’arme di monsig. et passam.o giallo. Una pianeta dell’istesso giabellotto et passamani gialli con stola manipole et arme. Doi tonicelle dell’istesso giabellotto con passamani e fiocchi gialli et paunazi di seta. Doi coscini dell’istesso giabellotto e passamano. Una casa di cop.le dell’istesso giabellotto et passamani gialli. Una caperta di velluto verde per lo missale. Una mitria di tela bianca. Una tovaglia di tela di costanza con una riza di diversi colori di seta di palmi decesette. Uno paro di corp.li con oro. Uno paro di corporali laverati di filo anozato con una croce in mezo et quattro evangelista alla banda. Uno paro di corporali lavorati con pizilli. Un paro di corporali bianchi con pizilli et lavoro piccolo. Una coperta di calice di filo bianco fatta a riza. Unaltra coperta di calice con seta di diversi colori per ogne parte ci e un Il.mus”. AASS, Fondo Arcivescovile, Not. Santoro, Vol. 12, ff. 32-33.

[xi] SCC. “Relatione dello stato della Chiesa Arcivescovale di Santa Severina”, 1603.

[xii] Il 19 settembre 1615, l’arcivescovo Alfonso Pisani in aumento della dote del suo juspatronato, chiamato Santa Maria degli Angeli, eretto, dotato e costrutto da lui e dal fratello Giulio Cesare Pisani, dona al capitolo la gabella Fisa di Volo, con che il capitolo sia obligato celebrare una messa per l’anima di tutti i prelati che sono stati in questa chiesa e dopo la sua morte per l’anima sua: “fare celebrare una messa il dì detto Juspatronato e celebrare l’anniversario ogni secondo giorno di mese non impedito di domenica o di altra festa, ma di eseguirlo li seguenti giorni non impediti”. I fratelli Pisani donano al capitolo mille ducati “e di quelli farne compra di stabili sicuri, o annue entrate con peso però di celebrare tante messe per ciascheduno anno quanto importano i frutti di quelli computandosi l’elemosina di ciascuna messa alla raggione di grana dodici e mezzo alla loro cappella di Santa Maria degli Angeli”. Nell’altare di Santa Maria degli Angeli: “Una messa il giorno per b.m. di mons. Pisani, per la quale il Capitolo possiede la gabella Fisa di Volo con peso di un notturno e messa cantata per ciascheduno mese. Mons. Pisani comprò in beneficio del Capitolo la Gabella detta La Valle Grande e vignale di Sebastiano Ballatore nel territorio della Città nel curso di Paganò, Il Giardino di Santo Vito che fu di Manilio Infosino e donò il prezzo delle case che furono di Lupa Antonio Ambrosio di Cutro con le rendite il capitolo deve celebrare tante messe.” AASS, Fondo Capitolare, cartella 4D.

[xiii] Epigrafe nella cappella di S. Maria degli Angeli: “SACELLUM HOC DEIPARAE VIRGINI DICATUM ALPHONSUS PISANUS ARCHIEPISCOPUS S. SEVERINAE, ET IULIUS CAESAR FRATRES PRO SE, SUISQUE HAEREDIBUS CONSTRUCTIONE, ET DOTATIONE IN JUS PATRONATUS EREXERUNT ANNO DOMINI MDCXI”. Ughelli F., Italia Sacra, IX, 489.

[xiv] Il 10 dicembre 1615 la relazione è esibita in Roma dal procuratore il canonico Camillo Infosino, essendo l’arcivescovo ammalato. SCC. Relationes, 1615.

[xv] AASS, Fondo Arcivescovile, cartella 19B, 1621?

[xvi] Luglio 1622. “Ill.mo et Rev.mo Mons.re. Nardo Cozza di Rugliano habitante in Santa Severina divotissimo servo di V.S. Ill.ma supplicando Le fa intendere che, tenendo in affitto il giardino di Santo Vito per docati quaranta l’anno gli sono stati fatti in quello molti danni eccedenti la valuta di quindeci et forse venti docati. Perciò supplica V.S. Ill.ma resti ser.ta ordinare che si faccino le solite monitioni di scomunica tanto contra chi l’ha fraudato nel pampino delli celsi dati à metà, quanto contra chi si ha alzato semente più di quella che vi havea posta, o dannegiatoli lo seminato, sì de detto giardino, come anco de fuora, overo rubatoli qualsivoglia sorte di robbe di fuora, e di casa una resta di coralli, che teneva per pegno, una zappa, una mannara, uno secchietto, cuculli, seta et ogni altra sorte di robbe fraudateli”. Il 22 luglio 1622 Alfonso Pisani scomunica. AASS, Fondo Capitolare, cartella 3D. fasc. 1, Memoriali di scomunica.

[xvii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 3D. fasc. 1, Memoriali di scomunica; cartella 6D, fasc. 5.

[xviii] AASS, Fondo Capitolare, cartella 3D. fasc. 1, Memoriali di scomunica.

[xix] SCC., Rel. Lim. 1625 Fausto Caffarelli. “Ecclesia Cathedralis Metropolitana Deo in honorem Virginis et Martiris Anastasiae Romanae, eiusdem Civitatis Patronae dicata, nova, et ampla aedificatione ab Alphonso Pisano Antecessore meo decorata, in augustae Maiestatis speciem exsurgit, et propediem suae magnitudinis culmen attinget”.


Creato il 25 Febbraio 2024. Ultima modifica: 25 Febbraio 2024.

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