Storia di una chiesa del centro storico di Crotone. Da San Nicola dei Greci a San Salvatore a Sant’Acacio

Crotone, chiesa parrocchiale Ortodossa Rumena dedicata a Sant’Acacio Martire precedentemente dedicata a San Salvatore.

Il 6 novembre 1569 moriva il vescovo di Crotone Antonio Sebastiano Minturno. Dopo alcuni anni di sede vacante l’undici agosto 1574 era consacrato vescovo di Crotone lo spagnolo Cristoforo Berroral (Berrocal). Seguirà il 6 ottobre 1578 Marcello Maiorano. Durante il breve vescovato di Cristofaro Berroral fu soppressa la parrocchia di Santo Nicola dei Greci e fu istituita la nuova parrocchia del SS.mo Salvatore, la festa del quale si celebra il 6 agosto (Trasfigurazione Domini).

La soppressione della parrocchiale di San Nicola dei Greci, una delle dodici chiese parrocchiali di Crotone, è da attribuirsi alla persecuzione del rito greco da parte della curia romana. Il rito greco era stato introdotto nel Crotonese dall’emigrazione albanese. A ricordo della chiesa di San Nicola dei Greci rimarrà ancora nel Settecento in parrocchia del SS.mo Salvatore il luogo detto il “largo di S. Nicola”.[i] La nuova parrocchiale ci appare per la prima volta in un atto notarile in data 31 agosto 1578.[ii] La presenza della nuova parrocchiale è confermata da atti notarili successivi, che la collocano nella parte alta della città, vicino alle case dei nobili De Nola,[iii] alle mura della città, al luogo detto “il Fosso” ed al “rivellino” della città.[iv]

I luoghi dove erano le chiese di San Nicola dei Greci (1) e di San Salvatore (2).

La parrocchia del SS.mo Salvatore

Il vescovo di Crotone, lo spagnolo Iohannes Lopez de Aragona (1595-1598), essendosi la città spopolata ed impoverita, riformò il numero delle chiese parrocchiali e da dodici le ridusse a cinque. Questo avvenne nell’ottobre 1596 in tempo di visita.[v] Tra le cinque rimaste è annoverata anche la chiesa del SS.mo Salvatore, che estese la sua giurisdizione su una parte della confinante soppressa parrocchiale di Santa Domenica.[vi]

I parroci

Il primo parroco di San Salvatore del quale abbiamo notizia è Nicolaus Joannes Basoino, designato come professore di sacri canoni, già canonico della cattedrale, che nell’ottobre 1598 è parroco della chiesa di San Salvatore. In quell’anno egli inizia a comporre il manoscritto, che raccoglie i miracoli della Madonna del Capo.[vii] La sua attività come parroco di San Salvatore è documentata per tutti i primi decenni del Seicento.[viii]

Egli lascerà la parrocchia al Reverendo Fabrizio Bonelli, che da un atto notarile del 16 gennaio 1636 ne risulta in possesso.[ix] Nel settembre 1640 il Bonello assume la carica di arciprete della chiesa di Crotone e deve lasciare quella di parroco della chiesa di San Salvatore.[x] Dopo la rinunzia del Bonelli, nel dicembre dello stesso anno assume la carica di parroco di San Salvatore il Reverendo Gio. Battista Venturi.[xi]

Il Venturi manterrà la carica fino alle sue dimissioni.[xii] Nel febbraio 1665 succederà Carlo Bonelli.[xiii] Il parroco Carlo Bonelli ancora alla fine del Seicento amministrava la chiesa di San Salvatore, come risulta dalla “Visita” del vescovo Marco Rama, dove troviamo una descrizione dettagliata di tutti i beni e degli arredi, dei quali disponeva la chiesa.[xiv]

Al parroco Carlo Bonelli seguirà Antonino Asturello, il quale risulta parroco del SS.mo Salvatore nella “Visita” del 1720 del vescovo di Crotone Anselmo de la Pena.[xv] Antonino Asturello manterrà la carica per diversi anni.[xvi] Ad Antonino Asturello segue il parroco Michele Labonia, come risulta nella Nota delle Chiese e dei Luoghi pii del febbraio 1777.[xvii]

Nel 1781 Michele Labonia lascia la carica di parroco ed assume quella di Tesoriere della Cattedrale di Crotone,[xviii] e nel maggio dell’anno seguente provvede alla carica di parroco di SS. Salvatore Bruno Sacco.[xix] Segue poi per breve tempo il parroco Nicola Pollinzi, come risulta dallo stato delle anime del 1801/1802.[xx] In seguito, la chiesa è amministrata, essendo assente Nicola Pollinzi, dall’economo curato Bruno Sacco.[xxi] Al Pollinzi ed al Sacco segue il parroco Vincenzo Smerz,[xxii] il quale risulta parroco di San Salvatore fino al settembre 1854, quando si dimette e subentra Lorenzo Aquilani.[xxiii]

Sigillo della chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore di Crotone.

Le proprietà e le rendite della chiesa

Alla fine del Seicento al tempo del vescovo Marco Rama, la chiesa del SS.mo Salvatore poteva contare sulle entrate provenienti dai fondi rustici in grano, o in denaro, a seconda che le terre fossero affittate a semina o a pascolo. I fondi erano costituiti dalla gabella “Giancavalieri” e da cinque “Vignali”, uno dei quali era occupato abusivamente. Affittava inoltre, una casa palaziata e due case basse. Esigeva inoltre, due canoni e pagava un censo annuo al primiceriato della cattedrale.[xxiv]

Venti anni dopo la situazione era immutata per quanto riguarda l’economia, mentre si riscontrano alcune modifiche nell’arredamento e nelle suppellettili della chiesa, che col tempo erano state notevolmente aumentate ed arricchite. Alla fine del Seicento vi era un solo “Quadro con l’Imagine de Padre Eterno”; venti anni dopo ci sono: “Un Quadro colla Trasfigurazione del Signore”, “Un Quadro coll’ Imagine della Trinità”, “Un Quadro coll’ Imagine di S. Antonio di Padova”, e “Un Quadro coll’Imagine della Beata Vergine del Capo”. Nella chiesa vi era anche “un Confessionario ed uno Guardarobba nuovo”, e nella sacristia numerosi paramenti sacri.[xxv]

In seguito, le rendite della chiesa divennero minori, sia perché i vignali diminuirono ed uno rimase “litiggioso”,[xxvi] sia per la tassazione introdotta sui beni ecclesiastici, sia infine, per il succedersi di annate sterili. Così dopo il terremoto del 1783 avendo la parrocchia “una rendita minore di quella prescritta da Sua Maestà” fu soppressa.[xxvii]

Crotone, chiesa parrocchiale Ortodossa Rumena dedicata a Sant’Acacio Martire precedentemente dedicata a San Salvatore.

L’edificio

La chiesa subì gravi danni dal terremoto del 1783. A causa di questo evento la cura delle anime fu trasferita nel giugno del 1785 nella chiesa di San Giuseppe. “Lo Stato delle anime” della parrocchia del SS.mo Salvatore allora oscillava tra i settecento e gli ottocento parrocchiani.[xxviii]

Soppressa la chiesa, nel 1788 furono incaricati due pubblici mastri muratori a fare una perizia ed a valutare i danni dell’edificio.[xxix] L’interno della chiesa tutta rovinata e quasi cadente[xxx] così è descritto: “Porta da entrare. Parte destra della chiesa: altare di S. Anna (quadro di S. Anna, Maria V., S. Lucia, S. Domenico assai vecchio). Altare Maggiore (Quadro della trasfigurazione del Salvatore). Porta sinistra: altare S. M. Addolorata (Quadro dell’Addolorata). Sacrestia.[xxxi]

Pochi anni dopo, essendo vescovo di Crotone Ludovico Ludovici (1792-1797), la chiesa fu ricostruita più lunga e più larga.[xxxii] Essa confinava a tramontana con le case, che erano state dei Nola Molise. Le case, poi palazzo, alla metà del Seicento erano passate in proprietà delle clarisse di Crotone e successivamente, alla metà del Settecento, ai Farina.[xxxiii] Da Francesco Antonio Farina all’inizio dell’Ottocento il palazzo pervenne ad Alfonso Barracco.

Il barone Luigi Barracco, figlio di Alfonso e di Emanuela Vercillo, sposato con l’aristocratica crotonese Chiara Lucifero, nel 1828 attuò dapprima una permuta acquisendo una casa della chiesa parrocchiale del SS. Salvatore, il cui atto è stipulato nel 1839, per ricostruire ed ampliare il suo palazzo.[xxxiv] In seguito, dopo il terremoto dell’otto marzo 1832, si impossessò anche della chiesa. Il 12 marzo 1833, nonostante l’opposizione del vescovo Leonardo Todisco Grande (1833-1849), un decreto reale ordinava la demolizione della chiesa del SS.mo Salvatore, resa esecutiva l’otto agosto 1834.

Una nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Salvatore sarà costruita successivamente nel largo del castello accanto alle mura del fosso del castello. La chiesa sarà frequentata anche dai soldati del castello e dalle loro famiglie sotto la cura del loro cappellano. Il 2 febbraio 1909 Il vescovo di Cariati e amministratore apostolico di Crotone Lorenzo Chieppa, istituiva una nuova chiesa parrocchiale fuori della città nel borgo della marina. Furono perciò ridefiniti i limiti delle parrocchie. Fu abolita la parrocchia di Santa Margarita, e le sue rendite date alla nuova parrocchiale sotto il titolo della Beata Maria Vergine del SS. Rosario di Pompei. La chiesa parrocchiale di San Salvatore rimase una delle sei parrocchie della città di Crotone (1. SS. Dionisii in Cathedrali, 2. SS. Pietro e Paolo, 3. S. Veneranda, 4 SS. Salvatore, 5. Santa Maria de Prothostatariis. 6. SS. Rosario).[xxxv]

Crotone, chiesa parrocchiale Ortodossa Rumena dedicata a Sant’Acacio Martire precedentemente dedicata a San Salvatore.

La chiesa seguì le vicende del centro storico di Crotone. Giovambattista Maone così la descrive alla fine del Novecento: “Ristrutturata recentemente, è molto accogliente, semplice, ampia, piena di luce. L’altare principale di marmi policromi ha per sfondo una riproduzione dell’Ascensione di Nostro Signore. Altro piccolo altare in marmo, dello stesso stile, si trova al centro della parete opposta all’entrata. Sul palco che orna la entrata a Nord, vi è un antico organo. La chiesa è aperta solo per le messe festive, che sono celebrate dai Padri Stimmatini del Monastero di Santa Chiara.[xxxvi]

Con lo spopolamento del centro storico e la costruzione del nuovo insediamento di case popolari in località Fondo Gesù, era stata costruita anche una nuova chiesa dedicata al SS. Salvatore, che assumerà il titolo della vecchia parrocchiale. Nel 1975 avviene la translazione della parrocchia del SS.mo Salvatore nella chiesa del “Fondo Gesù”. Non più parrocchiale, la chiesa rimase per alcuni anni chiusa, finché nel 2015 fu riaperta come chiesa ortodossa sotto il titolo di Sant’Acacio Martire, un centurione romano, che assieme a novemila suoi soldati, subì il supplizio sul monte Ararat per essersi rifiutato di rinnegare la fede. Esso è rappresentato con corona di spine e ramo di acacia o nelle sembianze di vescovo.

Crotone, momento liturgico nella chiesa parrocchiale Ortodossa Rumena dedicata a Sant’Acacio Martire (da diocesiortodossa.it).

Note


[i] AVC, Anselmus de La Pena, Visita 1720, f. 31.

[ii] Crotone ultimo di agosto 1578. Lucretia Simurra, moglie dello spagnolo Anriches Salgado, possiede una casa palaziata “in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum ipsius m.cae Lucretiae jux.a domum m.ci Nardi Jacomini jux.a domum terranam Sancti Nicolai de Grecis vinella mediante vias pp.cas et alios fines”. ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1578, f. 316.

[iii] Crotone, 5 giugno 1583. Il giudice Gio. Matteo Jacomino ed il notaio Marco Andrea Patitario si recano nella casa ereditaria di Ottavio de Nola, figlio ed erede del qm notaio Bernardino de Nola. La casa è situata “intus dictam Civitatem in parrochia S.ti Salvatoris jux.a suos notorios confines. Trovammo un contratto di vendita di cinque annui censo fatto per lo stesso R.do Gio Domenico e Matteo Malerba eredi della q.m Francesca.” ASCZ, Not. Ignoto, Busta 15, anno 1583, f. 15. Le Case dei Nola Molise situate in parrocchia del SS.mo Salvatore nel luogo detto il Largo del Castello, confinavano “dalla parte di tramontana la strada e chiesa d’essa venerabile Parocchia, via mediante, dall’altra parte di levante confine colla muraglia della Città e prospettiva del castello, ampla strada mediante. Dalla parte di mezzogiorno con il largo e veduta del detto castello e dalla parte di ponente con le case furono del q.m Rever.do D. Carlo Bonelli, oggi del Pio Monte de’ Morti di questa già detta Città, via mediante, volgarmente detto il comprensorio sudetto: Le case di Nola”. ASCZ, Not. Antonio Asturi, Busta 911, anno 1738, ff. 23-30.

[iv] Crotone, 10 marzo 1594. Su richiesta di Giovanni Camilli, regio capitano della città, il notaio Gio. Francesco Rigitano si reca nelle case del nobile Scipione Rotella situate “intus dictam Civitatem in parrocchia Sancti Salvatoris jux.a domum Joannis de Franco et rebellinum dictae Civitatis et alios fines”. ASCZ, Not. Gio. Fran.co Rigitano, Busta 49, anno 1594, f. 30.

[v] “Reverendissimus episcopus in generali visita …  et similiter reformavit R.mus Episcopus numerum parochialium, et cum essent duodecim ad quinque eas redigit …”. Status Ecclesiae Crotonennsis 1597, Croton. Vis. 29 Maij 1597.

[vi] Crotone, 1602. Renzo Marino per eredità paterna possiede una domum palatiatam cum domo terranea contigua sita et posita intus P.ta Civitate in parrocchia prius S.tae Dominicae in presentibus S. Salvatoris iux.a domum Marci Antonii Petrolilli jux.a q.dam Caterinellae Catizonis seu Jo.is Thomae de Lauria, iux.a domum dotalem Fran.ci Alvanise jux.a domum Scipionis Lantari et jux.a aliam domum maiorem Jo. Fran.ci Petrolillo et alios fines”. Crotone, 12 settembre 1620. Il Reverendo D. Jo. Francesco Petrolillo possiede una continenza di vigne in località “Vallonem dell’Ampusa”, che intende vendere per pagare un debito contratto con Tommaso de Secla , il quale gli ha venduto una casa sita dentro la città “in parochia  S.mi Salvatoris olim Sanctae Dominicae”. ASCZ, Not. Protentino G. A., Busta 117, anno 1620, f. 54. Crotone, 1 giugno 1626. Il Rev. D. Gio. Vincenzo Amato procuratore del Rev. Gio. Cropalati, rettore e cappellano del ius patronato della famiglia dei Syllani sotto il titolo della Circoncisione, e dall’altra il Rev. Gio. Battista Suriano procuratore della cappella del SS.mo Sacramento, riguardo alla cessione di un casalino “tutto disfatto” al presente in Sancta Vennera prima era in Santa Domenica. ASCZ, Not. Protentino G. A., Busta 118, anno 1626, f. 44.

[vii] Sculco G. M., Libro dei miracoli, Napoli 1824.

[viii] Il 15 luglio 1612 i parroci di Crotone erano Il R.do D. Gioseppe Jazzolino, il Rev.do D. Fran.co de Vite, il Rev.do Gio. Cola Basoino ed il Rev.do Gioanne Facente. ASCZ, Not. Rigitano G. F., Busta 49, anno 1612, ff. 75-78.

[ix] Crotone, 16 febbraio 1636. Hieronimo Milello della città di Strongoli/UJD Rev. Fabritio Bonello Paroco di SS.mo Salvatore della città di Crotone. Nel 1635 fu venduta all’asta pubblica nella piazza di Crotone una continenza di terre detta La Mortilla con un vignale sequestrata dalla Curia a Fabio Tricarico su richiesta del Rev. Fabritio Bonello. La Mortilla fu aggiudicata all’asta a Hieronimo Milello. Non avendo il Milello il denaro la cede al parroco. ASCZ, Not. Protentino G.A., Busta 119, anno 1636, ff. 10v-12.

[x] Settembre 1640. “De archipresbyteratu, cum illi annexa poenitentiaria, ecclesiae Cotronen. Vac. per ob. Petri Antoni Bombini, providetur Fabritio Bonello, iud nobili in LX aetatis suae anno constituto, qui als vicarius generalis et capitularis existit, cum decreteto dimittendi parochialem ecclesiam S. Salvatoria.” Russo F., Regesto, VII, 33653.

[xi] 5 dicembre 1640. “De Parochiali ecclesia S. Salvatoris vac per dimissionem Fabritii Bonelli, providetur Io. Baptista Ventura.” Russo F., Regesto, VII; 33704.

[xii] Crotone, 18 dicembre 1643. Rev. U.J.D. Gio. Battista Venturi parroco di SS. Salvatore. ASCZ, Not. Protentino G. A., Busta 229, f.lo 1643, f. 67v. Crotone, 4 maggio 1646. Gio. Domenico Venturi parroco di San Pietro e Gio. Battista Venturi parroco di SS. Salvatore e Camillo Venturi presbitero. Gio Paolo e Francesco Venturi erano rispettivamente nonno e figlio. ASCZ, Not. Protentino F. G., Busta 229, f.lo 1646, f. 50.

[xiii] Febbraio 1665. “De parochiali ecclesia S. Salvatoris Cotronen., vac. per dimissionem Io. Baptista e Venturi, providetur Carolo Bonelli, pbro oriundo”. Russo F., Regesto, VIII, 40462.

[xiv] “Terza parrocchia: Chiesa del SS.mo Salvatore. Parroco e rettore D. Carolo Bonelli.” AVC, Acta Sanctae Visitationis Ill.mo ac Rev.mo Episcopo D. Marco Rama, 1699, f. 13.

[xv] Parroco di San Salvatore D. Antonino Asturello. AVC, Anselmus de la Pena, Visita 1720, ff. 16v-53.

[xvi] Il 30 aprile 1747 il Rev. parroco D Antonino Asturello è tra i testimoni del matrimonio tra Andrea Morano e Angela Jannice in Santa Maria, parroco Benedetto Avarelli. Liber in quo coniugati adnotantur Regie Ecclesiae S.ae Mariae Par.co D. Benedicto Avarelli et eius successore D. Michaele Villaroja A. D. 1747 ad a. 1847.

[xvii] “La terza sotto il titolo del SS. Salvatore di cui è rettore il R. Parroco D. Michele Labonia”. Nota delle Chiese e Luoghi pii ecclesiastici, e secolari esistenti nel distretto della giurisdizione del regio governatore della Città di Cotrone. Cotrone 18 Febbraro 1777.

[xviii] Aprile 1781. “De Thesaurariatu, qui est quarta dignitas, cathedralis Cotronen., cuius fructus 24 duc., vac. per ob. Dionisii Arzeri, de mense Februarii def., providetur Michaeli Labonia, pbro oriundo 40 an., Rectori parochialis S. Salvatoris Civ. Crotonen., in Seminario S. Scripturae professori, convisitatori, esaminatori synodali, ab Ordinario commendato, cum decreto vacationis parocchialis praedictae”. Russo F., Regesto, XII, 67498.

[xix] Maggio 1782. “De parocchiali S. Salvatoris civ. Crotonen., vac. per promotionem  Michaelis Labonia ad Thesaureriatum cathedralis providetur Brunoni Sacco, pbro oriundo 40 an., in Seminario aeducato, actu dictae parochialis oeconomo, in cantu gregoriano versato, in praesenti concursu approbato”. Russo F., Regesto, XII, 67585.

[xx] Stato delle anime. Popolazione 1801/1802: San Salvatore: Maschi 292, Femmine 483. Tot. 789. Parroco Nicola Pollinzi; Stato delle anime 1803/1804: San Salvatore maschi 367. Femmine 391. Tot. 758.

[xxi] Stato delle Chiese e benefici. 1807. SS. Salvatore. Ecclesiastici: Parroco assente D. Nicola Pollinzi. Economo curato D. Bruno Sacco. Preti n. 12. Anime 774. Rendite: Lorda 120:65. Stola: 1:20 circa. Pesi: 85:36. Netta 35:29. Abbenchè il totale delle anime ascendesse al numero di 5031 per la città di Cotrone e Papanice, terra di questa Diocesi, pure le anime attualmente esistenti in questa città di Cotrone e suo territorio, ascendono al numero di 3878, atteso anime numero 739 mancano, perché emigrati e carcerati in questa ultima emergenza, ed altre anime numero 414 appartengono alla terra di Papanice. Diocesi di Cotrone. Dicembre 1809. Bruno Sacco economo curato.

[xxii] Cotrone 19 novembre 1826 parroco Vincenzo Smerz.

[xxiii] 18 settembre 1854. “Larentio Aquilani, in 27 aetatis an. constituto providetur de parochiali ecclesia S. Salvatoris Cotroni, vac. per dimissionem Vincentii Smerz, qui archipresbyteratum maioris ecclesiae Cotronen. adeptus est.” Russo F., Regesto, XIV, 77848.

[xxiv] La chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore possedeva “Una Gabella nom.ta Giancavalieri vicino la Terra di Pap.ci conf.e la Gabella di Scarano del S.r Pietro Suriano, e li vignali di Gio. Vincenzo Raymondo. In denari doc. cinquanta in circa.in grano tt.a cento vinti. Un vignale dentro la sud.a Gabella di Scarano e Pironte. Sempre in denaro car.ni vinti. Un vignale conf.e Le Tre Chiese del Can.to sotto il titulo dell’Annunciata e madamma Ortenza delli Milelli di Strongoli. Sempre in denaro car.ni quindici. Un vignale conf. La Valle delli Piro del S.r Gio. Pietro Presterà, Mutrò del S.r D. Tomaso Sculco. In denaro Car.ni trenta. In grano tt.a nove. Un Vignale in S. Gio. di Minago di tt.a dui confr.e il territorio di Migarolo posseduto da Dionisio Sacco di S. Severina habitante in Cutro hoggi del Monastero della SS.ma Concettione di Cutro non si può assignare di detto. Un vignale salito il vallone di Pudano, cioè il secondo confine il territorio detto il Campanaro di Domenico Raymondo. Si sole affittare doc. tridici in circa l’anno. Quest’ultimo vignale risulta in lite con il Raymondo. Una casa palatiata vicino la sud.a Parocchia e le case del Can.co D. Fabio Junta. S’affitta doc.sei. Due case basse nella sud.a Parocchia nel largo di S. Nicola vicino le case di Giuseppa Sillano. S’affittano doc. quattro l’una.

Canoni. Sopra le terre dette La Torre di Piterà, hoggi dell’heredi del q.m Ottavio Nobile di Catanzaro annui car.ni sette. Sopra il vignale avanti il giardino del q.m Gio. Tomaso Catizzone, hoggi d’Ant. Gallucci annui car.ni sette.

Onera censuum. Carlini dieceotto, e mezo annui al Primiceriato di questa cattedrale sopra la sud.a Casa palatiata per la portione che ne spetta a d.a Parocchia.

Mobilia. Un Quadro con l’Imagine de Padre Eterno, e crocifisso. Sei tovaglie d’Altare. Quattro candalieri di legno, croce, e carta di gloria. Una pianeta di laniglia pavonazza con punti di seta. Una pianeta di laniglia verde. Una pianeta di tiletta di seta a scacco giallo e torchino. Dui cammisi. Dui missali.il Calice con coppa e patena d’argento e piede d’ottone indorato. Un confessionario. Un campanello d’ottone. Una campana grande.” AVC, Acta Sanctae Visitationis Ill.mo ac Rev.mo Episcopo D. Marco Rama, 1699, f. 116.

[xxv] “Una gabella nominata Gio. Cavaliere in territorio di Papanice confine Scarano dell’Eredi del q.m D. Pietro Suriano in denaro D. 50, in grano tt. 120. Un Vignale dentro la detta Gabella Scarano in denaro carlini 20, in grano tt.a 6. Un Vignale confine Tre Chiese del canonicato sotto il titolo dell’Annunziata e Madama Ortenza delli Milelli di Strongoli in denaro carlini 15 in grano tt.a 4. Un Vignale confine la valle delli Pera delli Presterà e Mutrò di D. Tomaso Sculco in denaro carlini 30 in grano tt. 9. Un vignale in S. Giovanni Minagò di tt. 3 confine il territorio di Minarolo di Dionisio Sacco hoggi del Monastero della Concezzione di Cutro per esser corso quando si affitta in grano se ne percepiscono tt. 3. Un vignale salito il vallone di Pudano cioè il secondo confine il territorio de il Campanaro dell’eredi del q.m Dom.co Raimondo di Cutro in denaro D. 13 quali non si percipono per esser occupato da d. di Raimondo e si stà proseguendo lite. Una casa palaziata vicino la sud.a Parocchia e le case di Onofrio Puglise D. otto. Due case basse nella med.ma Parocchia nel Largo di S. Nicola vicino le case di Giuseppa Sillano detta la Galla per ogn’una D. 4.

Canoni. Sopra le terre dette La Torre di Piterà, hoggi dell’heredi del q.m Ottavio Nobile di Catanzaro annui car.ni sette. Sopra il vignale avanti il giardino del q.m Gio. Tomaso Catizzone, hoggi di Fran.co Gallucci annui car.ni sette.

Onera. Al Primic.to di questa Cattedrale carlini 18 – 5 infissi sopra la casa vicino la sud.a chiesa parocchiale e quella di Onofrio Puglise.

Mobilia. Un Quadro colla Trasfigurazione del Signore. Un Quadro coll’ Imagine della Trinità. Un Quadro coll’ Imagine di S. Antonio di Padova. Un Quadro coll’Imagine della Beata Vergine del Capo. Tovaglie sei di Altare. Sei candelieri di legno croce e carta di Gloria. Una Pianeta di Damaschello Bianco con trena di oro falso. Una pianeta di catabuffo rossa e bianca. Una pianeta di leniglia paonazza. Una pianeta di leniglia verde.due camici e due Messali. Il calice con coppa e patena di argento e piede di ottone indorato. Un confessionario ed uno Guardarobba nuovo. Un campanello di ottone. Una campana grande. un rituale con coperta di peltro negra. Quattro veli di calice di più colori.una borsa di calice di damaschello bianco e rosso. Una borsa di color verde e paonazzo di damaschello. Quattro corporali e 3. Palla di calice.” AVC, Visita del vescovo di Crotone Anselmo de la Pena, 1720, f. 31.

[xxvi] Parroco Antonino Asturello. Possiede un territorio chiamato Giancavalieri di tomolate 110, confine Scarano, stimato d’annua rendita effettiva di ducati 48. Un vignale di tomolate 4 ½, confine Mutrò, stimato d’annua rendita effettiva ducati 3:60. Un altro vignale di tomolate 2 ½ entro Scarano, stimato d’annua rendita effettiva ducati 2:50. Un altro vignale di tomolate uno e mezzo, confine le Tre Chiese, stimato d’annua rendita ducati 1:50. Un altro vignale confine il Campanaro, che per esser litiggioso, non si rubrica la rendita. Più tre case, che loca nella Parocchia sudetta per annui ducati 18, dalle quali dedotto il quarta per l’acconci, restano ducati 13:50. Sopra le terre dette Piterà dell’Illustre Marchese D. Francesco Cesare Berlingieri, annui grana 70. Sopra le terre dette la Garrubba del signor D. Francesco Gallucci, annui grana 70. (Sommano in tutto oncie 235) Sopra delle quali vi tiene di peso. Alla dignità del Primocerato di questa Cattedrale sopra una casa di dette case, annui ducati 1:80. Più la celebrazione della messa in ogni giorno di festa, annui ducati 9:60. ASN, Catasto Onciario dell’Università di Cotrone del 1743, Vol. 6955, f. 279v.

[xxvii] “La Parr.a sotto tit.o del SS.mo Salvatore tiene di rendita tra affitti di territori, casa e censi, annui 120.65 delli quali deducendone il peso di decima, e doppia decima in d.9:31 ed un annuo canone che paga al Primic.o della Cattedrale in D. 1:85, resta la rendita attuale in annui D. 109:49. Sopra de’ quali vi è il peso delle solite messe pro populo, mantenimento di chiesa, accomodo di casa, ed altro, come dal rivelo richiesto, per cui si rileva, che questa Par.a tiene una rendita minore di quella prescritta da S. Maestà.” Stato delle attuali Rendite e Pesi delle Parrocchie della Città e Diocesi di Cotrone.

[xxviii] AVC, Stato delle anime: Parrocchia del SS. Salvatore 1775/1776: maschi 301. Femmine 381. Sacerdoti 9. Nati 21. Nate 9. Totale 721. Morti 17; Parrocchia del SS. Salvatore 1776/1677: maschi 263. Femmine 325. Nati 13. Nate 17. Sacerdoti 10. Tot. 630. Morti 53; 1807. SS. Salvatore. Ecclesiastici: Parroco assente D. Nicola Pollinzi. Economo curato D. Bruno Sacco. Preti n. 12. Anime 774.

[xxix] Perizia = Della Chiesa soppressa sotto il titolo del SS.mo Salvatore di questa Città di Cotrone, eseguita da due publici Maestri Muratori provisionati Carlo Juzzolini e Giuseppe Gerace. Detta Chiesa esistente in distretto di detta Città in Contrada detta del Salvatore, isolata per ogni lato, confina da mezzo giorno, cui tiene la porta maggiore colla strada di rimpetto la casa di M.ro Giuseppe Gerace, da Oriente, cui tiene altra porta, colla strada di rimpetto il Palazzo di D. Francesco Antonio Farina; dall’Occidente, alla via convicinale, che affaccia alla casa del qm. D. Gregorio Pugliese, e da Tramontana colla via publica. La seguente nota indicherà il valore in cui ascende la chiesa cennata. Proprietà. Tegole num.o due mila, che a ragione di docati sei a migliaro – 12; Travi num.o sei, lunghi palmi venti quattro , grossi e larghi palmetto e palmetto, a carlini quindici l’uno – 9; Tijlli numero cento, a grana 2 l’uno – 2; Castane num.o tredici, a carlini 2 l’una – 2:60; Tavole dell’intempiata num.o sessanta cinque ad un carlino l’una – 6:50; Porte num.o due valutate – 4; Cantoni di tufo palmi cento cinquanta ad un carlino – 15; Fabriche in tutto canne quarantasette, e mezza a carlini trenta la canna – 142:50. Totale 193:60. Cotrone 26 Febraro 1788. ASCZ, C. S. 268/14.

[xxx] “Chiesa del Salvatore. La medesima è tutta rovinata e quasi cadente.” ASCZ, C. S. Stato attuale delle fabriche, 1790.

[xxxi] ASCZ, 1788 – CS – SE Cart. 41, fasc. 934.

[xxxii] “… ut in illa Sanctis.mi Savatoris expertum, quae a fundamentis noviter erecta, fuit longitudine, et latitudine aucta”. Crotonen 26 die xbris 1795. Vescovo Ludovicus Ludovici (1792-1797).

[xxxiii] La chiesa del SS.mo Salvatore è isolata da tutti i lati … confina a oriente, ove tiene altra porta, strada dirimpetto il palazzo Farina”. Spogli degli apprezzi de’ fondi di luoghi pii di Cotrone, 1790.

[xxxiv] 18.12.1839, Decreto col quale accordasi il real beneplacito per la permuta stabilita fin dal 1828 di una casa della chiesa parrocchiale del SS.mo Salvatore in Cotrone con due casette del barone Luigi Barracco. Valente G., La Calabria, p. 326.

[xxxv] 2 febbraio 1909 – Limiti della Parrocchia del SS. Salvatore. Piazza Albani – via Zeusi – Arco Morelli – Via Garibaldi – Via Saccari – (parte sinistra) vicoli Saccari e Vetrella – via Cavour – Via Risorgimento – Conigliera – Lavatoio – Bastione Fosso – e Orto Barracco – rasenta detto Bastione – attraversa Villa Margherita – via Fosso – via Francesco Antonio Lucifero – via Ducarne – Largo Pergola – via Concordia – via Demostene – sbocco via Orefici – Piazza Albani. AVC, Laurentius Chieppa Episcopus Cariaten et administrator apostolicus Cotronen.

[xxxvi] G. Maone, Crotone: Cento Chiese di ieri, di oggi, di domani, Crotone 1993, p. 113.


Creato il 16 Ottobre 2025. Ultima modifica: 16 Ottobre 2025.

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