Il cappellano di palazzo Matteo Casole da Cotronei
Il marchese di Apriglianello Fabrizio Lucifero abitava a Crotone nel suo palazzo in parrocchia del SS.Salvatore nel quale vi era anche una cappella ed un oratorio. Nel luglio 1729 il marchese per testamento gravò il suo erede dell’elemosina di far celebrare nella cappella quattro messe ogni settimana; volle inoltre che la cappellania fosse “amovibile et ad nutum”, cioè che il cappellano potesse essere scelto liberamente e rimosso dal patrone della cappellania e che la cappella non fosse soggetta alla visita del vescovo della città. In un successivo testamento, fatto il 28 agosto 1731, il marchese obbligava il suo erede, il secondogenito Francesco, a far celebrare per la sua anima nei giorni di festa una messa bassa nella cappella del palazzo, pagando al celebrante per ogni messa l’elemosina di un carlino ed a far celebrare altre quattro messe la settimana nell’oratorio di casa.
Il marchese Fabrizio Lucifero morì il 16 dicembre 1731.
Il 29 gennaio 1732 in Crotone, con atto del notaio Pelio Tirioli, il patrizio Francesco Lucifero, figlio secondogenito del fu marchese Fabrizio, ed erede universale e particolare del medesimo e anche donatario di detto marchese in somma di docati 18.000 e per essi della tenuta della Baronia d’Apriglianello, fin tanto che la somma non fosse stata pagata dal successore, non potendo andare personalmente nella baronia, in quanto impedito da altri affari e anche da una indisposizione, fidandosi dell'”integrita del Rev. D. Matteo Casole delli Cotronei cappellano di nostro Palazzo”, lo incarica di prenderne, a suo nome, la vera reale, legittima e reale possessione, tanto della baronia, o feudo, corpo per corpo, quanto del palazzo della baronia, dei diritti e giurisdizioni (banca, mastrodattia ecc.) quanto dei corpi e delle rendite. Il giorno dopo Matteo Casole assieme al notaio di Crotone Pelio Tirioli ed a testimoni si reca ad Apriglianello a compiere tutti gli atti nel feudo nobile in nome del suo padrone. “Matteo Casole delli Cutronei” è ancora a Crotone nel gennaio 1734 come appare da un atto notarile in cui compare come testimone.
“Anno Domini Millesimo Septingent(esi)mo trigesimo Secundo Reg.te Die vero trigesima m.is Januarii Decima Ind.ne In Baronia Apriglianelli nos:
Cost(ituit)o nella p(rese)nza di me publico reg(i)o et Ap(ostoli)co Not(a)ro il Rev(eren)do Sacerdote Sig(no)r D. Matteo Casole delli Cotronei Capp(ella)no di casa del sig.r D. Fran(ces)co Lucifero Patritio di questa città di Cotrone et special proc(urato)re di d(ett)o S(igno)r D. Fran(ces)co a tenore di proc(ur)a stip(ulat)a in questa città di Cotrone per me sott(oscritt)o Not(ar)o sotto il di ventinove del cadente Gennaro mille settecento trenta due, quale proc(u)ra/ et infine p(rese)ntis in agg(ent)e inter(venien)te et stip(ulant)e a tutte lecose infratte per d(ett)o sig.r D. Fran(ces)co suo Prin(cipa)le, e per l’eredi et succ(esso)ri del med(esi)mo et asserì in pre(se)nza n(ost)ra come detto sig(no)r D. Fran.co Lucifero viene donatario dell’Ill(ustr)e Marchese Sig.r D. Fabritio Lucifero suo Padre in somma di docati diece otto mila e per essi la tenuta della Baronia d’Apriglianello fin tanto che detta somma non sarà pagata dal successore ditta tenuta di Baronia, con tutti membri, raggioni, attioni, frutti emolum.ti ed altro, come da d.a donat.e alla quale; come pure erede universale et particolare del medesimo a tenore del suo testam(en)to stip(ula)to per mano mia al quale\ ambedue detti donat(ion)e e testam(en)to passati nel caduto anno mille settecento trenta uno et incumbendo a d(ett)o sig.r D. Fran(ces)co Lucifero della Baronia sud(ett)a d’apriglianello e di tutti li corpi annessi, connessi, dependentino et emergentino pigliarne una vera, reale corporale, quieta e pacifica possessione e tenuta con tutti i frutti, raggioni, att(io)ni, jus, preminenze, prerogative, et altro a d(ett)a Baronia d’apriglianello spettantino e pertinentino in virtù di d.i donatione e testam(en)to di d(ett)o Ill(ustr)e Marchese q.m D. Fabritio Lucifero suo Padre alli quali s’abbia relatione, e non potendo esso S.r D. Fran.co esser di persona in d(ett)a Baronia d’Apriglianello a prenderne il possesso impedito in questa città di Cotrone, non solo d’altri affari, ma trattenuto d’una pertinace indisposit.ne, fidato intanto all’integrità, et prudenza di d.o Rev. Sig.r D. Matteo cost(itut)o come sopra al medesimo have commesso e costituito Proc(urato)re a tenore di d(ett)a proc(u)ra afine pigliasse la tenuta et possesso di d(ett)a Baronia d’Apriglianello.
E fatta la detta ass.ne, volendo esso Rev(eren)do D. Matteo Casole proc.re come sopra eseguire puntualmente quanto da d.o S.r D. Fran.co suo Principale li viene commesso, et ordinato però esibitaci la proc.ra in sua persona, fecci istanza esser ammesso, et introdotto in una vera, legitima, reale, corporale et pacifica posessione e tenuta di d.a Baronia d’Apriglianello, et quia juxta petenti non est denegandus assensus fu a tale effetto da me sud.o not(a)ro in p(rese)nza delli sott.i Giudice a Contratto, e Testimonii esso S.r D. Matteo Proc.re come sopra introdotto a salire e scendere la scala del Palazzo, seu torre in detta Baronia d’Apriglianello sistente, quale sig.r Proc(urato)re sali e scendè la scala sud(ett)a di d(ett)o Palazzo, seu torre, aperse e chiuse l’antiportico di d(ett)a Scala, la porta della sala porta del balcone di ferro grande della sala porte e finestre di tutte le camere di d.o Palazzo, seu torre, e saliti alla loggetta grande di fabrica di d.o Palazzo, seu torre esso S.r D. Matteo franse più imbrici seu ceramidi, e discesi poi al quarto di basso di detta torre, seu palazzo, esso sud.o sig.r D. Matteo aperse e chiuse la porta, sali e scendè la scala di legno, aperse e chiuse la porta e fenestre, passeggiò buon pezzo per le camere, dimorò sedendo e fece tutti quelli atti, circostanze e funtioni soliti e consueti con atto di dominio che significano una vera reale, quieta, pacifica et corporale posessione e tenuta di d.o Palazzo seu torre pacifice, quiete et nemine discrepante anzi per giubilo col sparo di più scoppi.
E passati alle carceri di detta Torre seu palazzo ivi ritrovassimo carcerato per disattentione Paulo Cara d’Apriglianello, al quale esso Sig.r Proc.re fece Gratia a nome e parte di d.o suo Principale e col piede fece s’aprisse la porta di d.o carcere e si liberasse e restituisse in libertà detto Paulo quale liberato in n.ra p.nza ringratiò a d.o S. Proc.re e fece un Viva a d.o S. D. fran.co Lucifero novello marchese di d.a Baronia d’Apriglianello.
E continuando tal atto ci portassimo nella fontana detta di Paradiso nella Gabella detta Paradiso pertinenza di d.a Baronia nella quale fontana esso S.r Proc.re impedì il corso dell’acqua per un pezzo, e doppo diede il med.mo camino al canale dell’acqua pacifice, quiete et nemine discrepante; dalla quale fontana ci portassimo nel giardino et vigne di Paradiso in detta gabella sistente in qual giardino esso s.r D. Mattia Casole Proc.re come sop.a a nome e parte di d.o Sig.r D. Fran.co suo Principale ne pigliò possesso con strappar erba, rompere rami d’arbori e viti, buttar da un luogo ad un altro lifoni e sassi, quali atti tutti significano una vera reale e corporale posessione e tenuta di d.i giardino e vigne pacifice, quiete ac nemine paenitus discrepante et contradicente; doppo diche si fece ora di pranzo, e doppo d’aver pransato con l’istessi numero de testimonii e giudice continuando l’atto sud.o andassimo nella gabella detta l’impetrata pertinenza di d.o feudo, seu Baronia d’Apriglianello, confine le terre dette Gio. Cavaleri l’Arcidiaconato e Scarano Territorio della pertinenza di questa med.a città nella quale Gabella esso S.r D. Matteo Casole Proc.re come sopra a nome e parte di d.o S.r D. Fran.co Lucifero suo principale pigliò in detta Gabella il possesso, vero e reale strappando erba verde e che secondo il suo genere faceva frutto, rompendo arbustelli e facendo altri atti, e dominio, che significano una vera, reale pacifica, corporale, e quieta posessione e tenuta di d.a Gabella pacifice et nemine discrepante.
Ac etiam pervenuti nella Gabella detta Troncone negro, membro et pertinenza di d.o feudo seu Baronia d’Apriglianello, confine le terre dette li Brullogni et le terre dette Gulli nelle quali terre esso S.r D. Matteo Casole Proc.re come sop.a mostrando dominio in detta Gabella a nome e parte di d.o suo Prin(cipa)le pigliò in quella una vera leg.ma reale ecorporale posessione facendo l’istessi atti di dominio pacificè quiete.
Dalle quale terre dette Troncone negro passati fussimo nella Gabella detta ficuzza pertinenza di d.a Baronia confine le Vigne di Lampusa e le terre dette di Lampusa, dico Santo Silvestro terr.rio della pertinenza della città di Cotrone ivi d.o Signor Matteo Casole a nome e parte di d.o D. Fran.co Lucifero suo Principale pigliò di detta Gabella il vero reale effettivo e corporale posesso e tenuta facendo l’istessi atti, evellendo erba viventem et juxta gunus suum fructum facientem erumpendo ramos arbustorum saxa eijcuendo, et alias faciendo. quae acta significant veram realem corporalem et effetivam possessionem et tenutam praedictae gabellae quiete pacifice et nemine discrepante.
Et continuatis actibus ci portassimo nelle vigne di d.o q.m Marchese D. Fabricio Lucifero nella Gabella detta di S. Giovanne contigua alla torre, seu palazzo con più e diversi arbori fruttiferi e piedi d’olive con casella con parmento e trappeto nelle quali vigne alberi e caselle esso D. Matteo Casole a nome e parte di d.o Sig.r D. Fran.co donatario et herede universale e particolare di d.o q.m Marchese D. Fabricio Lucifero suo Prin.pale ne pigliò il vero reale corporale pacifico quieto e vero possesso col passeggiare per le strade di detta vigna rompere rami d’arberi e di viti sedendo alquanto strappando erba aprendo e chiudendo le porte di d.e vigne e caselle, rompendo ceramidi e facendo tutti quell’atti che significano possessione e dominio pacifice quiete et nemine penitus contradicente et discrepante.
Dalle quali vigne ci conferissimo nell’oliveto di detto q.m Marchese D. fabricio Lucifero sito nella Gabella detta S. Giovanne con alcuni piedi di fichi pera et altro dove intendendo esso S.r D. Matteo Casole Proc.re come sop.a pigliarne a nome e parte di detto suo Prin.pale al vero Dominio e possesso di q.llo però in pre.nza n.ra e delli sott.i testimonii e giudice strappando erba rompendo rami d’albori buttando sassi da un luogo ad un altro ne pigliò il vero reale corporale quieto et pacifico posesso et dominio quiete pacifice et nemine penitus contradicente vel discrepante.
Et ad alios estraneos actus non deveniendo da d.o oliveto ci portassimo nel giardino grande in detta Baronia dentro la Gabella detta del Spinetto confine la gabella di S. Giovanne e q.lla del Torrazzo con più e diversi arbori fruttiferi verume di varii sorti con tre fonti d’acque canneto e casella del quale giardino grande con detti alberi fonti casella e canneto esso sig.re ne pigliò il vero reale corporale posesso e tenuta di d.o Giardino rompendo rami d’alberi d’ogni sorte entrando et uscendo dalla casella aprendo e chiudendo la porta e facendo tutti e ciascheduni atti di dominio che significano una vera reale e corporale tenuta et posesso di detto giardino grande quiete pacifice et nemine discrepante et contradicente presentibus semp. testibus et iudice.
Et ad predictis non descendendo in die sequente trigesima prima m.s januarii anni p.cti millesimi septingentesimi trigesimi p.mi pers. contulimus tam in taberna quam in omnibus domibus orreis et aliis edificiis tam abitatis quam non de quibus premissis actibus praefatus rev. D. Mattheus Casule Proc. ut sup.a accepit nomine et pro parte dicti sui principalis veram realem corporalem pacificam possessionem et tenutam praedictarum domorum orreorum pacifice quiete et nemine contradicente.
Et per ultimo ci conferissimo nella Gabella detta Caramalle nel comprensorio di detta baronia confine la Valle della Donna e La Manca del Sig.r Giuseppe e li Varranche nella quale Gabella esso Rev. D. Matteo Casole Proc.re come sopra a nome e parte di detto suo Principale ne pigliò una vera reale quieta pacifica et corporale possessione e tenuta intendendo pigliar posesso non solo di d.i corpi come supre detti e spiegati ma di tutto e quanto possedea detto q.m marchese Lucifero pacifice quiete et nemine contradicente de quo possessionis instr.o requisiti fuimus ut publicum conficere deberemus actum et qui fuimus unde. Presentibus Dom.co Asturi reg. ad C, Iud.e Onphrio Sculco di Scandale, Salvatore Drammis di Scandale, Gio. Dom.co Altamura d’Arena, Filippo de Paula di Pietrafitta, Gaetano Mele di Pietrafitta et aliis.
Meque Pelio Tirioli Crotonem Stip.e”.
(ANC. 666, 1729, 217; 664, 1732, 38-43).
Creato il 13 Marzo 2015. Ultima modifica: 3 Maggio 2015.