Crucoli all’inizio del Seicento (1613-1616)

Crucoli, KR, (foto di Giuseppe Celsi).

Toponomastica dell’abitato

La Portella, La Portella confine le mura della Terra.

La Tropia.

Scaccieri, La Costa di Scaccieri, Scaccieri confine le mura della terra, Lo Capo di Scaccieri.

Gugliermotta.

La Motta.

Forterizzi.

Castello, Sotto lo Spontone del Castello, Sotto lo Castello, Sotto lo Ponte del Castello, Sotto lo Ponte, Sotto lo Spontone dello Ponte, la Torre del Castello.

Lo Spontone di Santo Elia confine le mura della terra.

Santo Elia, Lo Capo di Santo Elia.

La Piazza.

Butulli, Lo Capo di Vutulli.

Santo Eunofrio seu Butulli.

La Stalla, Lo Capo della Stalla.

La Porta dello Fosso.

In Pizzo le Timpe.

Sotto la Cappella.

Altare del SS.mo Rosario.

Altare di Santa Monaca.

Altare di Santo Agostino.

La Madalena.

Lo Guzzo, “loco ditto lo guzzo nel capo di S. ta Maria confine le mura della t.ra”.

Crucoli, KR, (foto di Giuseppe Celsi).

Nobili, ecclesiatici, possidenti

Carlo Mascambrone sindaco di Cruculi (ottobre 1613).

Gio. Battista de Natale “publicus ad contractus iudex”.

Alfonso Garetto “publ. Reg.a aut.e not.s”.

Francesco Carlino U.J.D.

Joanne Vincentio de Gratia “contatore societatis gravis armaturae d.ni Principis de Conca”. Il 30 luglio 1618, il contatore Gio. Vincenzo de Grazia afferma che: “ritrovandosi d.o contatore Gio. Vincentio nel stato di Milano con la sua compagnia illà si morse il q.m Gio. Andrea de Gratia homo d’arme di d.a compagnia et lasciò in poter suo dui cavalli et arme che havessi venduti et il prezzo di quelli havessi consignato alli heredi”.[i]

Camillo Ferimondo Rationale del Principe di Castiglione.

Quintio Galterio capitano della terra di Cruculi (1612).

Gregorio de Aiello capitano della terra di Cruculi (ottobre 1613).

Marco Tullio Ferimondo capitano della terra di Crucoli (1614).[ii]

Joanne Maruca capitano della terra di Cruculi (dicembre 1615).[iii]

Fabio Milito luogotenente della terra di Cruculi (1612).

Ioanne Durante “de t.ra Cruculi Reg.o ad contractus iudice”.

Crucoli, KR, in evidenza il castello e l’abitato murato (terra) di epoca medievale (foto di Giuseppe Celsi).

L’abitato

La terra di Crucoli è tassata nel 1521 per fuochi 119, per 236 fuochi nel 1595 e nel 1669 per 146. L’abitato, circondato da mura e sottoposto al castello, è costituito: da rari palazzetti, da alcune case palaziate, composte quasi sempre da un alto e basso, o da un catoio e alto, da un’entrata ed un alto, oppure da due bassi e due alti, e da molte case terranee, costituite da una sola stanza. Ci sono anche numerosi casaleni, alcuni catoia e delle grotte. Attorno alla piazza ci sono alcune botteghe. Rari sono i magazzini.

Le chiese

Crucoli aveva due chiese parrocchiali: Santa Maria e Santo Pietro. La chiesa matrice era dedicata a Santa Maria ed era situata presso lo Capo di Santa Maria, che confinava con le mura della Terra. Arciprete e curato della chiesa di Santa Maria era il reverendo Cesare La Via. La chiesa di Santo Pietro aveva vicino la Piazza ed il luogo detto lo Capo di Santo Pietro, che confinava con le mura della terra. Il reverendo Francesco Grasso era il curato della matrice (?) e parrocchiale chiesa di Santo Pietro e vicario foraneo della terra di Crucoli.[iv] Nella chiesa vi era la cappella del SS. mo Sacramento con la confraternita omonima. Nel 1614 Troiano Bruno era il procuratore della cappella del SS.mo Sacramento.[v] In questi anni vi è fondato dai De Amico un oratorio con cappella dedicato a Santo Andrea.[vi]

Crucoli (KR), rappresentazione di Crucoli, dominata dal suo castello, con la chiesa di S. Pietro attorniata dalle abitazioni (immagine di S. Maria di Manipuglia “Patrona di Crucoli”).

Le botteghe

Le botteghe sono quasi tutte situate nel luogo detto La Piazza. I proprietari sono: Iulio de Amico, Iacobo Vitetta, Fabio Petrone, Francesco Caracciolo, i fratelli Montisano e Flaminio Salvato. (Minico de Natale Fabio Petrone possiede nel luogo detto la piazza una casa che confina da una parte con la bottega di Iulio de Amico e dall’altra con la bottega di Iacobo Vitetta).[vii] Sempre nella piazza vi è una continenza di case che confinano con la bottega di Minico de Natale; tali case erano appartenute ad Anna Caracciolo che le ha vendute a Gio. Gregorio e Gio. Carmignano.[viii] I coniugi Francesco Caracciolo e Laura Fiorentina possiedono nella piazza, una “potega terrana et un altro airo di botega,” che confinano con la “potega” di Fabio Petrone,[ix] ed i fratelli Montisano una “apoteca” confinante con la casa di Joanne Durante e la casa della curia principale, che vendono per ducati 40 ad Aniballe Nasca.[x]

Altre botteghe erano situate in luoghi diversi dell’abitato. Una, valutata del valore di 25 ducati, era “in loco detto lo spontone de Santo Elia”, e confinava con le mura e con una stalla appartenente alla cappella del SS.mo Rosario,[xi] mentre un’altra appartenente a Flaminio Salvato, era situata nel luogo detto “lo Capo di Santa Maria”.[xii]

I palazzetti

Rari sono i palazzi. Si sa dell’esistenza di un “palazzetto” situato nel luogo detto “la Porta dentro la detta terra di Crucoli”, che fa parte delle doti di Innocenza Grasso, promessa sposa di Gio. Laurentio de Simino,[xiii] ed uno dei Sanmarco in località La Portella.[xiv]

Nel maggio 1614 i fratelli Lupo Antonio e Iacobo Sanmarco si dividono l’eredità paterna. Nella divisione dei fabbricati a Lupo Antonio spetta “La casa cioè l’aire di s.a dove al p.nte habita Lup’Antonio loco ditto la Portella una con l’aire del palazzetto conticuo a detta casa confine le mura della terra et la stalla di fora la terra con conditione che habii di dare à detto Iacono d.ti sette cioè car.ni trentacinque in questo agosto, et car.ni trenta cinque ad agosto 1615”. A Iacobo toccano “Li catoye seu bassi di dette case una con il gallinaro di sotto la scala et il mezanile et airo sopra la stalla di fora la Terra”.[xv]

Crucoli (KR), la chiesa dei SS. Pietro e Paolo.

La Turricciola

La “turrricciola” fa parte delle mura che circondano l’abitato, vicino al luogo detto lo Capo di Santa Maria. Un luogo dove ci sono numerosi orti. Nell’aprile 1613 Dianella Scigliano ed il figlio Jacobo Salvato, promettono a Lucretia Salvato, figlia di Dianella, promessa sposa di Renzo Rao, “l’annata delli Celsi et horto del loco detto la turricciola”.[xvi]

Nel settembre 1614 Joanna de Leo, col consenso del padre Benedetto e del figlio Joanne Francesco, vende per ducati venti a Joanne Lauretio Nasca, un “hortale” situato nel territorio della terra di Crucoli. Detto “hortale”, nel luogo detto “lo Guzzo seu Turricciola”, confina con l’“hortale” di Scipione Salvato, “horreum heredum q.dam Arcangeli de Leone viam pub.cam quae itur ad divae Mariae dello Spirone viam pub.cam della turriciola”. Prima della vendita la De Leo ottiene l’assenso alla vendita da parte del feudatario, dove è scritto che “possa vendere uno suo orto de loco ditto lo guzzo nel capo di S.ta Maria confine le mura della terra che have pagato lo che spetta alla Corte per le galline”.[xvii]

Nell’agosto 1616 Andrea de Leone vende per carlini 20, un “hortale” situato nel luogo detto “sotto la turricciola”, confinante con l’orto di Gio. Laurentio Nasca, a quest’ultimo.[xviii]

Crucoli (KR).

Le case palaziate

In località Lo Capo di Santa Maria

Nei capitoli matrimoniali stipulati nel settembre 1613, tra Iacovella figlia di Salustia de Leo e Vincenzo Parise, troviamo che la De Leo promette una casa palatiata in località Lo Capo di Santa Maria, confinante con la casa di Francesco di Apprezzo e la casa dotale di Colella di Cropani.[xix]

Nel marzo 1615, Petro Vincenzo d’Amico vende per ducati 45 a Gio. Carmignano, una sua casa palaziata in località lo Capo di Santa Maria confinante con la casa di Parise Liotta e di Giulio de Amico e con un casaleno dello stesso D’Amico.[xx]

In località La Stalla

Nel febbraio 1614, Federico Guzzo possiede una casa palaziata in località La Stalla, confinante con la casa di Virginia La Via.[xxi]

In località Scaccieri

Nell’ottobre 1616, tra i beni promessi in dote da Giulio de Amico alla figlia Lucretia che va in sposa a Stefano Trovato, vi è una casa palaziata in località Scaccieri che confina con la casa di Crispino Cozza.[xxii]

In località Forterizzi

12 aprile 1615. I due fratelli Pratrice si dividono una casa palaziata situata in località Forterizzi, confinante con la casa di Petro Florio e la casa di Petro Filippello. Ad uno va il “catoyo” con l’entrata, all’altro “l’airo” della casa e “l’airo” del catoyo.[xxiii]

In località Santo Pietro

Nel marzo 1612, tra i beni dotali promessi dai coniugi Francesco Caracciolo e Laura Fiorentina, alla figlia Anna che sposa Gio. de Giovanne della terra di Savoia (“piemontese del contato de Nizza del stato di Savoya”), vi sono alcune case palaziate in località Santo Pietro, “con li casaleni à torno confine la casa dell’heredi del q.m Cola Coco”, del valore di ducati 200.[xxiv]

Novembre 1614. Tra i beni promessi in dote dai coniugi Francesco Caracciolo e Laura Fiorentina, alla figlia Anna promessa sposa al milite Luca Futuro, vi è una casa palaziata e casaleni in località “la piazza di Santo Pietro” del valore di ducati 200.[xxv]

Luglio 1616. I fratelli Nasca possiedono una casa palaziata nel luogo detto “dietro Santo Petro”.[xxvi]

In località Sotto lo Castello

Novembre 1614. Tra i beni promessi in dote dai coniugi Francesco Caracciolo e Laura Fiorentina alla figlia Anna promessa sposa al milite Luca Futuro, vi è “una casa palazziata et casaleno loco detto sotto lo castello di valore d.ti 40”.[xxvii]

In località La Portella

Giugno 1614. Tra i beni dotali di Dominica Nasca che sposa Ottavio Vasoino, vi sono “due airi seu alti di casa in loco ditto la Portella iusta la casa dell’heredi di Ciombo de Simino et la casa dell’heredi di Gio. Pietro Sanmarco li catoy seu bassi di detti airi dell’heredi di Petro Antonio Strafaci”.[xxviii]

Nell’ottobre 1616, tra le doti promesse dalla vedova Iacobella de Simino a Nicolao Filippello, vi è una casa palazziata in località La Portella confinante con la casa dei Filippello.[xxix]

Nell’ottobre 1616, tra i beni portati in dote dalla vedova Lucretia Longobucco che sposa Gironimo Nicoletta, vi è una casa palaziata in località la Portella confinante con una casa appartenente alla cappella del SS.mo Sacramento.[xxx]

Crucoli (KR).

Le case terranee

In località Scaccieri

Nell’aprile 1613, Vito de Turzo e la sorella Gilorma, madre del q.m Colella Funaro, possiedono una casa terranea in luogo detto Scaccieri, “confine la casa dotale di Francesco Longo dell’una parte et la casa di Soda Carone dall’altra parte. La casa fu donata dalla q.dam Gesimunda Migliazza al detto Colella suo nipote et essa gilorma successe come herede”.[xxxi]

Nel febbraio 1615, nei capitoli matrimoniali di Francesca Nasca, figlia di Lucretia de Falcone, vedova di Placido Nasca e Ottavio de Garotto, tra le doti vi è una casa terranea “in loco scaccieri iusta la casa di Beatrice di Sarro e la casa di Minico Siciliano”.[xxxii]

In località Lo Capo di Scaccieri

Nel settembre 1614 Margarita Pignola, vedova di Agatio Pelegrino, vende per ducati 25 a Cola Francesco Curto, la sua casa terranea posta nel Capo di Scaccieri, confinante con le case di Minico Meleni e Nutio di Togge.[xxxiii]

In località la Stalla

31 gennaio 1614. Isabella Fiscaldo possiede una metà di casa loco dove si dice la Stalla, “iusta la metà di d.a casa dell’heredi di Andrea de Amico quella verso la torre del castello et altri fini”.[xxxiv]

In località Butulli

Nell’ottobre 1613, nei capitoli matrimoniali stipulati tra Ieronima Nasca e Gio. Paulo Rizzo, nella dote vi è una casa terranea “loco ditto Butulli”, confine la casa di Petro la Via.[xxxv]

Nel maggio 1614, nei capitoli matrimoniali tra Francisca Bruno e Gio. Dominico Scavello, vi è una casa terranea in “loco ditto Butulli”, confine la casa di Gori Trovato e la casa di Gio. Batt.a Longobucco.[xxxvi]

In località lo Spontone del Ponte

Novembre 1614. Tra i capitoli matrimoniali di Madalena Risolca, che sposa Ieronimo Delbi, vi è una casa terranea “loco detto sotto lo spontone dello ponte”, confine la casa di Lutio Lucifero.[xxxvii]

In località La Tropia

Marzo 1615. Tra i beni dotali di Antonella Nasca che sposa Agostino Longobucco, vi è una casa terranea in luogo detto La Tropia, confine la casa di D. Laurentio Nasca.[xxxviii]

Cappella del SS.mo Sacramento

Nell’agosto 1614, Troiano Bruno, procuratore della cappella del SS.mo Sacramento, concede in enfiteusi una casa terranea situata nel luogo detto “sotto la cappella”, confinante con la casa di Gio. Andrea de Gratia.[xxxix]

29 luglio 1615. Antonio Galasso cede a Bongio de Amico, una casa terranea “dove si dice sotto la Cappella iusta le mura di d.a cappella”.[xl]

Santo Pietro

Il 14 febbraio 1616, tra le doti promesse da Dominica Polito alla figlia Dianora che sposa Petro de Florio, vi è una casa terranea situata a Santo Petro, confinante con la casa di Marcantonio Nasca e la casa degli eredi di Hettore de Leone.[xli]

Lo Capo di Santa Maria

Nel luglio 1615 Antonio Galasso e Bon Gio de Amico, raggiungono un accordo per porre fine ad una lite riguardante l’eredità di Giulio Cesare Fosso. I beni riguardavano le case palaziate e terranee poste “dove si dice lo Capo di Santa Maria”, confinanti con la casa del fu Gio. Vincentio Petrone, la casa terranea confinante con la casa di Francesco Rito, ed un casaleno situato sempre nel luogo detto Lo Capo di Santa Maria, confinante con la casa degli erdi di Giulio de Gratia.[xlii]

Crucoli (KR).

Casaleni

Giugno 1613. Gio. Vincentio de Gratia vende a Tiberio Caiazza una casa con un casaleno nel luogo detto la Costa di Scaccieri, confinante con la casa di Gio. Bisanti e la casa di Gio. Ieronimo Nigro.[xliii]

Febbraio 1614. Il dottore U.J.D. Francesco Carleno della terra di Crucoli dona a Gio. Vincentio de Gratia, contatore della compagnia di gente d’arme del sig.r Principe di Conca, una “continentia di casaleni” situati dentro la terra di Cruculi, nel luogo detto “Santo Eunofrio seu Butulli”, confinanti con le case che furono del fu notaio Horatio de Tuglia e la casa di Stilla de Simino. La donazione avviene in quanto il Carleno “si ritrova debitore al detto Sig.r contatore di molti notabili ricevuti beneficii ad esso et a tutti di sua casa prestiti et parimente per l’affetione et obligo che li porta come suo nepote non sapendo quella sodisfare in parte cossi come è obligo e desiderio”.[xliv]

Marzo 1614. Iulio Longo e la moglie Placidea che possiedono un “locum molendini”, lo scambiano con i frati del monastero dell’Annunziata, che possiedono una parte di casaleno nel luogo detto “La porta dello fosso”, confine con la casa di Gio. Tomaso Salvati e l’altra parte del casaleno di Gio. Petro Simino.[xlv]

Marzo 1614. Nei capitoli matrimoniali tra Lucretia de Fera e Gio. Leonardo Mancuso “de rure Celici”, vi è una metà di casaleno posto dentro la terra di Cruculi loco Scaccieri, confinante con la casa di Gasparro Lamanno, le mura della terra et altri confini.[xlvi]

Settembre 1614. Anna Caracciolo possiede “una casa et casaleno poste in loco ditto sotto lo castello con una grotta in mezo l’intrata confine l’heredi di Gio. Filippello la casa di Vergilio Migali et altri fini di valore d.ti 40”.[xlvii]

Ottobre 1614. Verginia La Via possedeva “uno casaleno alla piazza confine la casa di Andrea Nasca e lo basso di Gio. Pietro Nasca”.[xlviii]

2 febbraio 1615. I fratelli Montisano possiedono un casaleno cum gisterna” in località Forterizzi, confinante con la casa di Laura Rito, la casa di Orazio Iacobo Patrice e la casa di Iulio Pignola.[xlix]

Marzo 1615. Nei capitoli matrimoniali stipulati tra Stefana de Gratia e Renzo Puleri, vi è un casalino in luogo Scaccieri, confinante con la casa degli eredi di Arcangelo de Gratia.[l]

3 gennaio 1616. Salustio Flascina dota la figlia Elisabetta che sposa Andrea Filippello. Tra i capitoli matrimoniali vi è “uno casalino posto dentro d.a terra in lo capo di S.ta Maria iusta la casa di d.o Salustio et altri fini et lo detto Salustio l’habbia di fabricare di modo che si possa habitare et lo detto And.a lo habbia d’agiutare con la sua persona”.[li]

Crucoli (KR).

I catoia

Nel febbraio 1613, Tiberio Caiazza vende a Prospero Perticone per ducati 20, “dua catoya intus terram Cruculi loco ubi dicitur la portella iusta domum Lupi Antonii Sanmarco, domum Fra.ci Perticone, domum heredum q.dam Iero.mi de Simino”.[lii]

Nell’agosto 1613 sono stipulati i capitoli matrimoniali tra Ieronima figlia di Dianella Scigliano ed Arcangelo Montello. Tra i beni dotali vi è “uno catoyo seu basso della casa dove al presente habitano iusta la casa di Gio. Pietro Cimino, la casa di Antonello Scigliano et altri fini loco ditto sotto lo ponte”.[liii]

Maggio 1614. Nei capitoli matrimoniali stipulati tra Micuzza Scavello, figlia di Caterina Pilusa, ed Alfonso Bruno. Nella dote vi è “una metà di catoyo dove al presente habitano loco ditto lo capo di vutulli”, confine la casa di Cesare Frascina e la casa di Bartulo Leto.[liv]

Le grotte

Vicino all’abitato ci sono alcune grotte. Soprattutto “fora la Portella seu sopra la Fischia”.[lv] Altre sono dentro l’abitato: “una metà di grutta … pp.o sotto la casa di Mico Guzzo”.[lvi]

I magazzini

Oltre al magazzino appartenente al feudatario, ci sono altri pochi magazzini per la conservazione del grano. L’otto novembre 1615, Bono Joannes de Amico fa testamento, e dichiara di aver fatto un oratorio dedicato a Santo Andrea nella chiesa di Santo Pietro. Egli ne ha lo iuspatronato e vuole adempiere la promessa fatta di dotarlo. Consegna a Gio. Simone, prete e cappellano della cappella e altare, un magazzino che aveva comprato da Antonio Galasso.[lvii]

13 febbraio 1616. Salvatore Previtera consegna a Gio. Andrea Boniti, una sua casa in loco detto Santo Pietro, confinante con la casa dotale di Gio. Battista Auda, “lo magazeno della Corte et altri fini”.[lviii]

Crucoli (KR).

Gli orti

Molti orti erano all’interno dell’abitato, altri erano situati appena fuori le mura. Nel febbraio 1613 Nutio Toge, dopo aver ottenuto il permesso dal feudatario, il principe di Castiglione Carlo d’Aquino, vende per ducati venti un orto a Tiberio Caiazza. L’ orto è così descritto: “hortale cum sicomis ficubus et aliis arboribus in terr(itori)o p.ttae T.rae loco ubi dicitur Scaccieri seu sotto le timpe iusta poss(ession)em heredum q.dam Iacobi Salvati viam publicam”.[lix]

Nell’agosto 1613 Fabio Pulzeri vende a Quintio Galteri, un orto che così è descritto: “ortale cum sicomis positum intus terr.m t.rae Cruculi loco ubi d.tur sotto la Portella iusta hortale Marii de Leone”.[lx]

Nell’aprile 1614, Jacobo Salvato, per adempiere alla dote della sorella andata in sposa ad Arcangelo de Montello, dona a quest’ultimo un orto del valore di dieci ducati. L’orto è così descritto: “Hortale positum intus t.ram Cruculi loco ubi dicitur in pizzo le timpe iusta hortale J.nis Ier.mi Ferrari”.[lxi]

Nel febbraio 1614 i fratelli Petro Vincenzo e Giulio de Amico, si dividono i beni che hanno in comune. Tra questi vi sono due case in località “lo Capo di Santa Maria”. “lo detto Giulio in una parte si piglia la casa confine la vinella che viene dalla casa di Gio. de Gratia una con lo catoyo e lo detto Petro Vinc.o si piglia la casa confine le case di Parise Liotta et altri fini declarando che con detta parte di casa intocca a Petro Vinc.o si ci intende l’horto della piazza confine l’horto dell’herede di Lelio Abate et altri fini q.li pure resta al detto Petro Vinc.o si bene al detto Giulio resta lo jus di possirci andare a detto horto durante sua vita et lo casaleno che è inanzi detta casa resta incomune et indiviso”.[lxii]

Nel maggio 1614 i fratelli Lupo Antonio e Iacobo Sanmarco si dividono l’eredità paterna. Tra i beni vi sono due orti. “Iacono si ha pigliato quello dell’airicella et quello della Portella Lup’Ant.o et perche l’orto che ha pigliato Iacono in parte sua è di magior valore di quello di Lup’Ant.o in ricompensa del de piu detto Iacono cese a detto Lup’Ant.o la parte sua li compesia s.a la sumarra”.[lxiii]

Agosto 1614. Teodora de Falcone possiede un “ortale cum olivis loco ubi dicitur lo cozzo di pignataro iusta ortale cum olivis Julii longo dotale”.[lxiv]

26 febbraio 1615. L’erede di Berardino Nasca possiede “sei pedi di celsi loco d.o la porta dello fosso una con l’ortale iusta l’horto di Carlo Mascambrone”.[lxv]

Ottobre 1615. I frati del convento agostiniano Zumpano della SS.ma Annunziata, (priore fra Gilermo di Cruculi, fra Angelo di Cruculi e Fra Philipo di Cruculi), ottenuto il permesso del vicario generale Fra Cesare de Zumpano, e “consegnato ciò che spetta alla Corte”, permutano un “hortale” con piante di “olive et altri arbori”, situato in località “lo canalicchio”, con un pezzo di terra in località “lo piro”, appartenente al dottor Francesco Carlino.[lxvi]

23 ottobre 1615. È messo all’asta un “hortale arborato” di Nicola la Via, situato in località “lo giardinello”. Lo acquista Carolo Mascambrone.[lxvii]

Nel gennaio 1616. Federico Guzzo vende a Gio. Petro Crispo un suo orto situato fuori le mura della terra in loco detto Gugliermotta, confinante con l’orto di D. Gio. Linardo Butulli, currituro d’acque e vie pubbliche”.[lxviii]

Nel febbraio 1616 Nutio de Toggi fa testamento, lasciando l’orto situato in località Scaccieri a Domenica Palegrina ed alle sue nipoti, “che tra loro se lo dividano”.[lxix]

Nel marzo 1617 Beatrice Patrice fa testamento e lascia a Francesco Grasso “tre piedi di celsi siti et posti dentro il territorio di detta Terra in loco detto la porta dello fosso una con uno terreno vacuo confine l’hortale dell’herede di Placito Vesconto”.[lxx]

“Horto di celsi in loco detto S.to Sabestiano che fu di francesco e Gio. battista Montisano”.[lxxi]

Crucoli (KR).

Il monastero della SS.ma Annunziata

Nel monastero dell’ordine di Santo Augustino della SS.ma Annunciata, vi erano il refettorio e la camera della cucina. Nella chiesa dell’Annunziata aveva sede la confraternita omonima e vi erano molti altari e cappelle, tra i quali: la cappella della SS.ma Annunciata, l’altare della Consolatione, la cappella dei Caraccioli Fiorentino sotto il titolo di Santa Maria del Carmine, e l’altare di S. Francesco di Paula.

Nel 1614 è priore frate Possidonio Rizzo della terra di Crucoli,[lxxii] segue l’anno dopo frate Gilermo di Cruculi.[lxxiii] Sono presenti nel monastero i frati: Zumpano di Crucoli, Angelo di Crucoli e Pissidonio di Crucoli.[lxxiv]

“Cappella delli Caraccioli Fiorentini et del q.dam Gio. Pietro Fiorentino posta dentro la SS.ma Annunciata del monasterio delli frati heremitani di S.to Agostino di d.ta t.ra eretta per essi sub titulo di S.ta Maria dello Carmino”.[lxxv]

Il 16 settembre 1614, Colella Palazzo afferma che per sua devozione e per intervento dei superiori, fu fatto oblato della SS.ma Annunziata, come appare per bolle spedite dalla città di Roma. Egli per elemosina di detta chiesa, promise di donare al monastero un pezzo di terra in territorio di Crucoli in località Frassia.[lxxvi]

Nel monastero il 10 gennaio 1615, fa testamento Horatio Broni “de rure Abrigliani dello vico”. Il Broni ferito a morte da Marsilio Letteri, prima di morire lo perdona.[lxxvii]

Crucoli (KR).

L’ospedale

L’ ospedale era situato vicino alla porta di S. Elia. Nel 1615 ne era procuratore Prospero Perticone. Il 6 dicembre 1615, l’arciprete Cesare La Via afferma di possedere metà oliveto nel luogo detto “sella rota”, confinante con la possessione di Petro La Via, e l’altra metà dell’oliveto che è stata acquistata dall’ospedale. Vende la sua metà al procuratore dell’ospedale Prospero Perticone per ducati 70.[lxxviii]

Il territorio

Il territorio è composto da vigne, vignali, terre aratorie, possessioni, “continentie de terreno” e terre.

Le vigne

4 maggio 1613. Isabella de Nasca possiede una “possessionem vitatam arboribus et vitis in loco la Frassia iusta possessionem haredum q.dam marcionis de Tuglia t.ras aratorias Franciscae Carisae”.[lxxix]

I Sanmarco possiedono una pezza di vigna alla Marina, confine la possessione di Hier.o Montisano e la possessione dei Sanmarco.[lxxx]

Il 3 agosto 1613, Iacova de Natale dà in dote alla figlia Ribecca Durante, che sposa Jo. Antonio Montisano, “una possessione loco ditto Sirviti iusta la possessione de Giorgino Piluso e la possessione dell’herede di Benignio de Leone via pu.ca et altri fini arborata con molti arberi patto che Ant(oni)o figlio di d.a Iacova vi possa piantare una vigna dentro detta possessione cioè alla volta confine la detta poss.e di Giorg. no Piluso et le terre della Corte et habia d’havere la trasuta che possa andare a detta poss.e”.[lxxxi]

Nel contratto matrimoniale tra Virgilia de Simino, figlia di Mario de Simino e Portia de Tuglia, con Angelo Cesare de Serrara “ruris Burrelli”, i genitori di Virgilia promettono in dote “uno vignale loco Ciadà confine la possessione di Antonio Filippello via pub.ca de due tt.e incirca nello quale esso Angelo Cesare sia obligato piantarci vignie et magnificarlo et fratanto che non frutteranno le vignie che ci pianterà habia d’agiutare ad accomodare la vignia di esso Mario promissore”.[lxxxii]

Vigne della Finia.[lxxxiii]

Vigna “loco lo colfo”, confine le vigne di Carlo Mascambrone, le vigne di Berardo Lucifero.[lxxxiv]

2 settembre 1616. Fanella Trovato possiede una “vineam cum aliis arboribus loco Santa Caterina iusta vineam Jo. Vincentii de Leone”.

I vignali

24 agosto 1613. Gio. Francesco de Tuglia possiede “un vineale in loco Santo Petro lo Bosco iusta vineale Antonii Filippelli iusta defensa loco ditto la Serra universale”.[lxxxv]

6 ottobre 1613. Il Reverendo Francesco Grasso possiede “un vineale loco lo piro iusta vineale Jo.nis Peregrini vineale fran.ci la Scalea”.[lxxxvi]

Vineale “loco lo colfo”.[lxxxvii]

27 novembre 1614. I coniugi Laura Fiorentina e Francesco Caracciolo, possiedono tre vignali arborati con “olive, fico, pera et terre vacue loco detto la marina”, di valore d.ti ottanta.[lxxxviii]

Vignale “in loco d.o Santa Caterina”, confine la possessione di Fabio Leone. Altro vignale “in loco d.o la colla della Carrara confine l’istesso Fabio de Leone”.[lxxxix]

27 giugno 1615. Silvestro Trovato possiede “un vineale in loco lo Poro iusta hortum lo piro, possessionem Joannis Iacobi de Parise”.[xc]

Le terre aratorie

16 marzo 1614. Angela de Amico possiede un pezzo di terre aratorie in loco Diviti.[xci]

27 novembre 1614. I coniugi Laura Fiorentina e Francesco Caracciolo, possiedono un pezzo di terre aratorie di tt.e ventidue in circa posto in loco detto la palumbara di valore d.ti 44, confine le terre del monasterio, li beni della corte et altri fini.”[xcii]

29 luglio 1615. Petro Niger possiede terre aratorie in loco detto Patrice.[xciii]

Le possessioni

4 maggio 1613. Isabella Terretta possiede una possessione “vitata arboribus et vitis loco frassia iusta possessionem haredum q.dam Marchionis de Tuglia t.ras aratorias Franciscae Catusae”.[xciv]

24 febbraio 1614. Lite tra Julia Britti e Petro Nasca riguardante la possessione detta Santo Leo, confinante con la possessione dotale di Julia de Gratia e la possessione dell’erede di Antonino de Gratia.[xcv]

16 febbraio 1614. Petro Vinc.o ed il fratello Julio si dividono i beni dell’eredità paterna. Detti beni consistono nelle terre di “yemmo”, “lamacchia”, di “migliardo”, e la possessione di “migliulo”, confine la possessione di Gio. Francesco di Tuglia, le terre in località Patrice e quelle di Tilarmaco.[xcvi]

Possessione con vigna “in loco federico confine lo vallone di Sirviti la Carrara della via pu.ca possessione dela Corte”.[xcvii]

27 novembre 1614. I coniugi Laura Fiorentina e Francesco Caracciolo, possiedono una possessione “loco detto li nuci con olive vigne fico pera et altri arbori fruttiferi et terre vacue à torno di valore d.ti 40”. Una possessione “loco stornace con vigne, celsi, fico pera et altri arbori con terre vacue a torno di valore d.ti 20”, confine la possessione del monastero dell’Annunciata e quella del clerico Julio Coco. Una possessione “loco stornaci con vigna celsi fico pera et altri arbori et terre vacue attorno”. Una possessione “loco ditto la Fiorentina et la Zafarana arborata con vigne fico pera olive et altri diversi alberi fruttiferi e terre aratorie a torno di valore d.ti 300, confine da levante l’hortale de manopuglia di D. Cesare la Via via intermedia da scirocco la possessione di Scipione Grispo di D. Francesco Nasca et Gio. Laur.o Cantangrone da ponente la via pub.ca et da tramontana l’olive furno del q.dam Marco Gratiano.”[xcviii]

26 febbraio 1615. Carlino erede di Berardino Nasca, possiede una possessione “con fico et vigne et altri arbori in loco d.o Solviti iusta la possessione di Gio. Paulo de Montello dotale, la possessione di Gio. Flatetio”.[xcix]

8 aprile 1615. Caterina Salvato possiede la metà di una possessione arborata “variis arboribus” in località Curonà.[c]

Continentia di terreno

27 novembre 1614. I coniugi Laura Fiorentina e Francesco Caracciolo, possiedono un pezzo di terra in loco detto “lo varco la mortilla” di tt.e dieci di valore d.ti 20, confine “il vallone di ielo”. Un pezzo di terra di tt.e undici “loco ditto lo prato lo taglio di papamoneco”, di valore d.ti 50, confine “lo vallone di soscianici”, le terre della Corte e altri fini. Un pezzo di terra loco detto “le mandre”, arborato con olive, celsi, pera e terre vacue, di valore d.ti venti.[ci]

26 febbraio 1615. L’erede di Berardino Nasca possiede “una continentia di terreno” con molti piedi di olive, confine la possessione “di loco d.o lo salice”, confine la possessione di Gio. Andrea de Gratia, la possessione di Virgilio Migali. La metà delle terre “de loco d.o S. Stefano”, confine la via pubblica. Un pezzo di terra “de loco d.o le fosse di S.to Stefano iusta le terre di Carolo Mascambrone”.[cii]

Crucoli (KR), in primo piano visto dal colle S. Elia e dietro Terravecchia (foto di Giuseppe Celsi).

La Carrara

Nella descrizione dei confini della possessione di Salustio de Leo in loco detto Sirviti, si trova: “per dritto alla carrara pub.ca”.[ciii]

Possessione con vigna loco detto “federico”, confine lo vallone di Sirviti, “la Carrara della via pub.ca possessioni dela Corte”.[civ]

Vignale “in loco d.o la colla della Carrara confine l’istesso Fabio de Leone”.[cv]

“uno pezzo sopra Castelluzzo confine le terre del Clerico Giulio Coco, le terre della Corte, la Carrara a bascio et altri fini”.[cvi]

I mulini

Fuori dell’abitato ci sono alcuni mulini nei torrenti. Uno è situato sul luogo detto “la Rittusa seu Calamitti”,[cvii] un altro in località detta “la macchia dello molino”.[cviii] Il 7 marzo 1614 Julio Longo e la moglie Placidea possiedono un luogo detto “la rittusa” dove ci sono dei “molendina”. Lo scambiano con un casaleno dei frati del monastero agostiniano.[cix]

Crucoli (KR), panorama della frazione Torretta (foto di Giuseppe Celsi).

Santa Maria di Manopuglia

La chiesa dedicata a Santa Maria in località Manopuglia (“hortale de Manopuglia di D. Cesare La Via”)[cx] ebbe in questi anni molti piccoli lasciti per messe in suffragio. Dai documenti risulta che nel 1616 la chiesa fu restaurata. Il Reverendo Francesco Nasca era rettore di Santa Maria de Manopuglia.[cxi] La chiesa possedeva alcuni terreni.

Il 3 marzo 1613. Marco Antonio Pinnetta vende per ducati sette al R.do Francesco Nasca, rettore di Santa Maria di Manopuglia, un “vineale” situato in località Ciadò, confinante con la possessione di Petro Francesco Puglise e la possessione di Antonio Fiscaldo.[cxii] Oltre al vignale in località Ciadò, la chiesa possedeva delle terre in località “lo prato”.[cxiii]

I lasciti. 1613: Francesco de Rossano lascia a Santa Maria di Manopuglia carlini cinque per una messa cantata;[cxiv] Cornelia Formaro lascia “una gonnella di domasco a rosa secca che si ne facci uno avanti altare a ditta chiesa per Dio et l’anima di essa testatrice”.[cxv] 22 marzo 1614: Thomas Guerra lascia “dui ciarcelle l’una dell’anno passato, l’altra di quest’anno”;[cxvi] Antonella Durante lascia un carlino per una messa.[cxvii]

8 giugno 1614: Aurelia de Leone lascia un carlino per una messa;[cxviii] Minico de Natale carlini dui.[cxix] 10 gennaio 1615: Horatio Broni lascia carlini cinque per tante messe.[cxx] Gennaio 1615: Dianora Siciliana lascia a Santa Maria di Manopuglia un carlino per una messa.[cxxi] 24 marzo 1616: Lucretia de Simino lascia a Santa Maria di Manopuglia “uno filondente lavorato a torno et uno avanti uno per Dio, et l’anima sua et lo filondente era di sua madre”.[cxxii] 3 aprile 1616: Ottavio Garetto lascia a Santa Maria di Manopuglia “car.ni diece in benefi.o della frabica che si fa per una vice tantum”.[cxxiii]

6 ottobre 1616: Aurelia Bruno lascia a Santa Maria di Manopuglia “car.no uno per reparatione alla frabica per una vice tantum”.[cxxiv] 9 dicembre 1616: Lucretia Cariale d’Artesa lascia a Santa Maria di Manopuglia “uno paro di … di velluto seu inbroccato, quali si habbino di vendere per reparatione di detta chiesa”;[cxxv] Luciana Lamanno lascia un carlino “per reparatione”;[cxxvi] Arcangelo de Montello lascia carlini tre “quali havea fatto voto dare”;[cxxvii] Cassandra de Leone lascia carlini due “per reparatione per una vice tantum”.[cxxviii]

Crucoli (KR), Santa Maria di Manopuglia (Manipuglia).

Le galline del principe

All’inizio del Seicento, al tempo in cui la terra di Cruculi era soggetta al principe di Castiglione Carlo d’Aquino, prima di ogni vendita, di case, di botteghe, di terreni, ecc., il venditore doveva avere l’assenso del feudatario, al quale era obbligato portare delle galline.

“Concedemo licentia a Tiberio Caiazza che possa vendere li soi catoya a Prospero Perticone, et che possa far cambio con sua moglie per esser robbe dotale havendo pagato lo che spetta alla Corte data in Crucoli die 20 mensis Maji 1607.”[cxxix] “Concedemo licentia a Gioseppe di Gio(vanne) che possa vendere una sua casa et potegha posta nella t.ra di Cruculi confine a Giulio d’Amico a Gio. batt.a Natale havendo consig.to le galline spettano alla Corte in Cruculi lo p.o di luglio 1613. Camillo Ferimundi R.le.”[cxxx] “Don Carlo d’aq.no P.e di Castig.ne concedemo licentia a Margarita Pignola vidua del q.dam Agatio Pelegrino che possa vendere una sua casa posta dentro la t.ra di Cruculi dove si dice lo Capo di Scaccieri iusta la casa di minico Meleni, Nutio Togge e via pub.ca et altri fini à Cola fran.co Curto et perche ha consignato q.llo spetta alla Corte potra ciaschiuno not.o fare la stipola di detta vendita in Cruculi il di ultimo di magio 1614 Camillo Ferimundi R.le.”[cxxxi]

“Concedemo licentia a D. Gio. Fran.co de Gratia che possa vendere uno suo orto de loco ditto lo guzzo nel capo di S. ta Maria confine le mura della t.ra che have pagato lo che spetta alla Corte per le galline in Cruculi il di 24 di giugno 1614. Camillo Ferimundi R.le.”[cxxxii] “Concedemo licentia à Cola fran.co dele Castella che possa vendere una sua possessione con vigna de loco ditto federico terr.o di Cruculi confine lo vallone di sirviti la carrara della via pub.ca possessioni della Corte et altri fini, per che ha portato le galline che spettano alla Corte et la possa vendere à Gio. Trovato in Cruculi li 29 di giugno 1614. Camillo Ferimundo R.le.”[cxxxiii] “Concedemo licentia al sop.to D.r fran.co carlino che possa permutare con il detto monasterio le sop.tte terre del piro confine le t.re della Corte con l’hortale di d.o monasterio loco detto lo canalicchio che hanno pagato lo che spetta alla Corte in Cruculi 3 di luglio 1615. Camillo Ferimundo R.le.”[cxxxiv] I fratelli Montisano vendono una bottega situata in Piazza ad Aniballe Nasca. Prima però devono ottenere il permesso dal feudatario: “Concedemo la supp.ca licenza al supp.te havendo pagato lo che spetta a n.ra Corte in Necastro a di 4 9bre 1612. Il Principe di Castiglione.”

Interventi del principe

La Curia della terra di Crucoli esigeva ogni anno un censo di carlini 18 per capitale di ducati venti, infisso sui vignali di Rossella Lucifero, in località “lo pluppo”, con la possibilità di affrancare il capitale. Francesco d’Aprezzo il 28 maggio 1613, affranca il capitale consegnando il denaro all’erario della curia Fabio de Melito. In precedenza, il feudatario aveva concesso il permesso: “Carlo d’aquino Prencipe di Castiglione restano contenti che il sop.tto censo si affranchi in poter del n.ro er.o che tale è n.ro volere in necastro li 10 di 7bre 1612 il Prencipe di Castiglione Carlo de Assisa per secretario.”[cxxxv]

Arme della famiglia Aquino (Ferrante Della Marra, Discorsi delle famiglie …, 1641, p. 41).

I cavallari

Il 29 ottobre 1613 il sindaco Carlo Mascambrone, a nome dell’università, paga i due cavallari Gio. Battista Auda e Antonio Bonello. Essi hanno fatto la guardia, giorno e notte, alla marina, dal primo maggio al 15 ottobre. Per tale servizio i cavallari hanno avuto per ciascuno ducati 5 al mese, secondo l’ordine spedito il 13 aprile 1613 dal regio governatore di Calabria Citra Ber.no de Cardona, il quale aveva ordinato che “alla p(rim)a di magio dell’istesso anno fossero posti li cavallari seu sentinelle nella marina della d.a t.ra di Cruculi per guardia e custodia dell’infedeli”.[cxxxvi]

I soldati

Il 14 dicembre 1614, Cola Russo Ferriero della compagnia del Principe di Caserta, afferma che col contatore della compagnia e con altri 15 soldati, ha alloggiato e dimorato in Crucoli, dal 22 luglio fino ad oggi 14 dicembre, e dichiara di aver ricevuto dall’università carlini 4 al giorno per ogni soldato, e carlini 16 per il contatore. Dichiara, inoltre, che è stato soddisfatto “tanto esso come detti soldati “di ogn’altra cosa che l’havesse spettato a detti soldati e contadore”, perciò “libera quieta et absolve” la detta università da ogni obbligo.[cxxxvii]

Uccisioni nelle campagne

Il 10 gennaio 1614 Horatio Brogo “de rure Abrigliani”, nella camera della cucina del monastero agostiniano fa testamento: “Item vole esso testatore che a Marsilio Letteri il quale l’have dato dette ferite non li si dia fastidio per la sua morte porche lo penti et esculpa che vole morire christianamente”.[cxxxviii]

Il 21 aprile 1614, nelle case della Curia situate nel luogo detto “sotto il ponte”, in presenza di Marco Tullio Ferimundo U.J.D., capitano della terra, Cesare e Dianora Barba ritirano la denuncia contro Joseph de Gratia, per l’uccisione del fratello Antonio Barba, avvenuta nell’aprile 1613 in territorio di Crucoli, nel luogo detto “li stritti della serra”.[cxxxix]

Note

[i] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 425.

[ii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, ff. 92. e 110.

[iii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 242.

[iv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 102v.

[v] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 102.

[vi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 175v.

[vii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 71.

[viii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 109v.

[ix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 114.

[x] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 278.

[xi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 46.

[xii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 49.

[xiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 12.

[xiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 100.

[xv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 100.

[xvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 10.

[xvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 107.

[xviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 286/287.

[xix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 44v.

[xx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 212.

[xxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 77.

[xxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 288/289v.

[xxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 224v.

[xxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 114.

[xxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 132.

[xxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 284/285v.

[xxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 286/287.

[xxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 101v.

[xxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 290/291v.

[xxx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 291/290.

[xxxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 13.

[xxxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 208.

[xxxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 108v.

[xxxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 267v.

[xxxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 52.

[xxxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 99.

[xxxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 128v.

[xxxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 211v.

[xxxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 102.

[xl] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 224.

[xli] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 277.

[xlii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 225.

[xliii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 26.

[xliv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 75.

[xlv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 86v.

[xlvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 89v.

[xlvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 114.

[xlviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 126v.

[xlix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 207.

[l] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 210v.

[li] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 262.

[lii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 6.

[liii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 32.

[liv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 98.

[lv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 290/291v.

[lvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 126.

[lvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 175v.

[lviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 277v.

[lix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 4v.

[lx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 36.

[lxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 91.

[lxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 80v.

[lxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 100.

[lxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 104v.

[lxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 208v.

[lxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 234.

[lxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 237.

[lxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 265.

[lxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 181v.

[lxx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 312v.

[lxxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 246.

[lxxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 86.

[lxxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 234.

[lxxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 236.

[lxxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 114v. (4440).

[lxxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 119v.

[lxxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 166.

[lxxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 242.

[lxxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 16.

[lxxx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 17v.

[lxxxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 29.

[lxxxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 124.

[lxxxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 175v.

[lxxxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 209v.

[lxxxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 34.

[lxxxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 47.

[lxxxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 117.

[lxxxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 130.

[lxxxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 210v.

[xc] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 223v.

[xci] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 109.

[xcii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, ff. 114 e 130.

[xciii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 224.

[xciv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 16v.

[xcv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 79.

[xcvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 81.

[xcvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 123.

[xcviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, ff. 114 e 130v.

[xcix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 208v.

[c] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 218v.

[ci] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, ff. 114 e 130v.

[cii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 208v.

[ciii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 43.

[civ] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 123.

[cv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 210v.

[cvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 232v.

[cvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 86.

[cviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 239v.

[cix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 86v.

[cx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 114.

[cxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 7.

[cxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 7.

[cxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 126v.

[cxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 63v.

[cxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 138v.

[cxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 146.

[cxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 148v.

[cxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 154v.

[cxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 161v.

[cxx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 166v.

[cxxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 168.

[cxxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 185.

[cxxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 191.

[cxxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 197v.

[cxxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 201v.

[cxxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 307v.

[cxxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 304v.

[cxxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 297.

[cxxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 6.

[cxxx] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 37v.

[cxxxi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 108v.

[cxxxii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 107v.

[cxxxiii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 123.

[cxxxiv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 236v.

[cxxxv] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 22v.

[cxxxvi] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 53.

[cxxxvii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 134v.

[cxxxviii] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 166v.

[cxxxix] ASCZ, Not. Goretto Alfonso, Busta 110, f. 92.


Creato il 22 Febbraio 2015. Ultima modifica: 21 Giugno 2024.

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