Pietrapaola tra medievale e moderna

Pietrapaola (CS).

Primi documenti

I primi documenti sull’abitato di Pietrapaola risalgono alla prima metà del secolo Dodicesimo. Edrisi nel “Libro del re Ruggero”, descrive le distanze tra gli abitati: “… Da Strongoli ad Umbriatico vi erano undici miglia e da Umbriatico a Pietrapaola (batr bawl) ventisette miglia e da Pietrapaola a Ipsigrò (Cirò) trentatre miglia …”.[i] In una donazione fatta nel gennaio del 1126 (a.m. 6634) da Goullielmos Morinos a “Roger, kathigoumène de la Kamilliana”, si descrivono i confini di alcuni fondi in territorio di Cariati “… il suit la route qui monte vers le mont (…), il s’éloigne de la route large et se jette sur la route qui vient des Pètropauloi et l’autre de Nikolinkos”.[ii]

Stemma di Pietrapaola (CS).

 

Il feudo

Sconfitti gli Svevi, il re Carlo I d’Angiò concesse nel 1269 al milite Elie de Tuella la terra con il castello di Pietrapaola, terra appartenente al Giustizierato di Valle del Crati e Terra Giordana.[iii] Il nuovo feudatario con soprusi e violenza impose subito nuove angherie e prestazioni, tanto che gli abitanti, non tollerando più tante usurpazioni, abbandonarono le loro abitazioni. Nel 1272 doveva intervenire il re per costringere gli abitanti a ripopolare Pietrapaola ed a ricondurre gli abitanti al feudatario.[iv]

Sempre in questi anni il Tuella è accusato di usurpare alcune terre in territorio di San Marco appartenenti alla Regia Curia[v] ed interviene assieme al castellano di Crotone Petro Flamingo a dirimere delle controversie territoriali tra il feudatario di Melissa e quello di Ipsgrò.[vi] L’imposizione delle nuove prestazioni da parte del Tuella non facilitarono il rientro degli abitanti, tanto che il re anni dopo, ordinava al Giustiziere di Valle di Grati e Terra Giordana di verificare se la terra di Pietrapaola era ancora abitata.[vii]

In seguito il re Carlo I concesse il feudo di Pietrapaola a Symone de Agulleriis.[viii] Pietrapaola riappare nel “Provinciale” al tempo di Martino VI.[ix] Alla fine del Trecento Pietrapaola fa parte dei feudi dei conti di Montalto. Nel pagamento dell’adhoa nel 1378 dei feudi di Antonio Ruffo, quarto conte di Montalto, sposato con Giovannella Sanseverino, troviamo “castro Petre Paule” che deve fornire “milites duos”.[x] Passò quindi a Carlo II Ruffo, quinto conte di Montalto,[xi] quindi alla figlia primogenita Polissena Ruffo, sesta contessa di Montalto. Morta costei nel luglio 1420, seguì la sorella Covella Ruffo.[xii]

Il 10 dicembre 1423 Luigi III da Aversa confermava a Covella Ruffo, duchessa di Sessa, il possesso delle terre a lei concesse dai sovrani precedenti e cioè: le terre di Montalto, Briatico, Mesiano, Motta Filocastro, con i casali di Simeri, Casabona, Rocca di Neto, Caccuri, la città di Acerenza con la salina di Meliati, le terre di Verzino, la città di Umbriatico, le terre di Curruculi, Scala, Cariati, Campana, Pietrapaola, Consa, Caloveto, Cropalati, Bocchiglieri, il feudo di Montalto sito nel distretto di Tropea ed ogni altra terra concessa precedentemente.[xiii]

Seguì poi le vicende di Marino Marzano Ruffo, figlio di Covella Ruffo e del duca di Sessa Antonio Marzano. In seguito il Marzano, principe di Rossano e sposato con Eleonora D’Aragona, si ribellò al re Ferdinando I. Il re nel 1464 gli confiscò Pietrapaola con tutti gli altri feudi. Quindi il feudo pervenne a Tommaso Quindazzo e poi nel 1472 a Diego Cavaniglia, conte di Montella, il quale ebbe anche Casabona, Crosia, Malvito e San Maurello.

Morto nel 1481 il Cavaniglia, la baronia di Pietrapaola fu incamerata dalla Corona, passando poi a Roberto Sanseverino, il quale nel 1483 la cedette al figlio Giovan Francesco, che però a causa della sua ribellione perse il feudo. La baronia di Pietrapaola confiscata al Sanseverino fu venduta da re Federico nel 1501 al fratellastro Ferrante d’Aragona. “In anno 1501 a’ 15 Giugno il Serenissimo Re Federico asserendo tenere, e possedere la Terra di Pietra Paula con le Castella di Santo Maurello, Calvito, Crosia, Casabona e Cropalati, devolutoli per ribellione di Gio. Francesco San Severino, vendè quella all’Illustre D. Ferrante D’Aragona suo fratello con tutte sue intrate, ragioni, giurisditioni, et bagliva, banco di giustitia, e cognitione di prime, e seconde cause, civili, criminali e miste”.[xiv]

La baronia di Pietrapaola fu poi confermata dal re Ferdinando il cattolico nel 1507. Morto nel giugno 1543 Ferdinando D’Aragona, primo duca di Montalto, i feudi passarono al figlio Antonio, secondo duca di Montalto, il quale morì pochi mesi dopo nell’ottobre dello stesso anno.[xv]

Pietrapaola (CS).

 

La baronia di Pietrapaola ed i Duchi di Montalto

Tra i feudi, che all’inizio del Cinquecento appartengono ai Duchi di Montalto, troviamo la baronia di Pietrapaola, composta da “Petra Paula, Santo Maurello, Crusia, Calviti et Cropalati”.[xvi] Nel “Relevio” presentato il 17 settembre 1544 dagli eredi di Antonio d’Aragona, così sono elencate le entrate ed uscite del feudo di Petra Paula: “Li pagamenti fiscali duc.225. Dalla Un(niversi)ta per la difesa di Sevino duc.120. La Bagliva et censi duc.104. La Mastrodattia duc.30. Lo herbagio per malo albergo et Laccora duc.114. Lo afficto de S.to Helia duc. 60. Lo prato de petra paula duc. 38.2.10. La polisa deli Baglivi duc.1. Lo terragio de grano tt.a 50 ad carlini tre lo tom.o duc.15” per un totale di ducati 707.2.10.[xvii]

Sempre nello stesso “Relevio” troviamo elencate le entrate e le uscite relative all’anno 1543/1544, ed una nota che fa riferimento alla donazione di un giardino con “citrangoli et olive” fatta dal duca al convento domenicano di Santa Maria Jacoba: “Vi e in ditta terra uno giardino quale fo dato allo monasterio de santa maria Jac.ba delordine de s.to dom.co per la bona memoria delo Ill.mo S.or Ducha se solia vendere duc.ti vinti lo anno”.

Pietrapaola (CS), porta detta “Arco del Colonnello”.

 

Una indagine del regio Commissario

Da una “informazione” presa nell’aprile/maggio 1544 dal regio commissario Alfonso Riccho di Napoli, sulle entrate spettanti al Duca di Montalto nella prima Indizione 1543, quando morì Ferdinando D’Aragona nel mese di giugno, e nella seguente seconda indizione, quando morì nel mese di ottobre dello stesso anno suo figlio Antonio, apprendiamo alcune notizie riguardanti la baronia di Pietrapaola.

Gulielmo de Alimena era generale percettore ed aveva tenuto in affitto tutte le entrate dello stato del duca di Montalto nelle province di Calabria dalla XII Ind.e 1537 fino a tutto il 1543. Lo stato del Duca era costituito da: “Montalto et soi casali/ Cropalati/ Crosia/ Calivite/ Petrapaula/ Santo Maurello/ Casu bono/ La motta di Santo Joanne/ Lo scannagio bagliva et gabella de rigio/ Ducati ottocento di pagamenti fiscali sopra lo bianco et la amendolia”.

Per questo affitto l’Alimena pagava annualmente duc. 9000, mentre il Duca “faceva acconciare li pox.ni, vigne, trappiti et moline ad soi dispese”. Era erario generale della baronia di Pietrapaola Nicola Grisaro di Crosia, il quale affermò che in Pietrapaola la Corte ducale esigeva dall’università per i pagamenti fiscali ordinari ducati 220 tari 1 e tre terzi. Per due terreni a erbaggio detti Li Laccora e Malo Albergo dati in fitto per sei anni e prolungati per altri due a Galasso Scarnato e Jhyero di Rose di Spezzano Grande annui ducati 114. La bagliva era stata data in fitto per tre anni a Onofrio Mingrone di Pietrapaola per ducati annui 85. La mastrodattia di tutta la baronia era stata affittata per tre anni al notaio Giovantonio Scafioto di Rossano per annui ducati 100. La difesa di Santo Elia era stata prima affittata ad Angelo de Mayo alias Gacciona di Longobucco e poi a Gioanbernardino Pisciolo di Calopezzati per annui ducati 60. La difesa di Serino che era stata data in fitto per ducati 120 per molti anni all’università di Pietrapaola, dopo la morte del duca Ferrante era stata rinunziata. I terraggi di grano di Pietrapaola di circa 80 tomola erano stati esatti da Stefano Muzari di Pietrapaola e venduti “a cridenza” a grana 25 il tomolo. La Corte Ducale possedeva un giardino di citrangoli e ulivi che si affittava a ducati 20 annui ma circa tre anni prima il Duca Ferrante lo aveva donato per elemosina al monastero domenicano.[xviii]

Pietrapaola (CS).

 

La baronia nella Seconda Metà del Cinquecento

La baronia di Pietrapaola seguì le vicende dei Duchi di Montalto e, tranne alcune vendite con patto di ricompra, da Pietro d’Aragona passò al fratello Antonio d’Aragona ed infine alla figlia di quest’ultimo Maria d’Aragona.

Nell’entrate dei beni feudali e burgensatici di “Petrapaula e sua baronia”, presentate in Regia Camera nel (15 marzo)1585 da Camillus de Alemagna, procuratore di Maria de Aragona (Duca di Montalto), sono descritti dettagliatamente i beni feudali e burgensatici con i loro confini: “La baronia di petra paula consistente nelle infrascritte terre et lochi: In petra paula S.to maurello caloveti cropalati crosia sita in la Prov.a di Cal.a confina e si limita suo territorio: corpi et entrate de petrapaula et s.to maurello feud.li et burg.ci.; Lo curso di male albergo sito nel territorio di petra paula jux.a lo lido delo mare la fiumarella di s.to maurello e lo vallone adirto di lucia et lo vallone et pendino de carameli et calamita sta affittata D. 325; Lo curso terreno et herbaggio de la laccora sito nel territorio di petra paula confina con la difesa di s.to elia con la fiumarella de calviti con le muraglie et con lo prato della corte con la fiumara del acquiuibus et lo vallone detto lucia sta affittato D. 235; La defesa de s.to elia de herbaggio et gliandre sita nel territorio di detta terra jux.a uno lato la defesa dela terra di calopiczati detta de anfatto jux.a la ripa jux.a la mandra dello curso della corte che si dice laccora jux.a li beni di gio. cola misignano et lo fundo de lasaccia sta affittato D. 146; L’herbaggio del prato detto lo taglio sito nel territorio di detta terra et proprio nel loco detto manganelo et arusio jux.a lo prato de manganico lo fiume del angelo, lo jardino de silvestro mingrone lo territorio detto la vignita et lo vallone scendente de milito sta affittato D. 127 – 2 – 10; L’herbaggio del corso del prato nel territorio di s.to maurello confina con lo territorio de cariati p.p.o detto lo vallone delli borelli lo lito del mare la fiumarella del arso con lo territorio della scala in loco detto l’acqua ramata et s.to joe con la defesa de palumbo della città di cariati appare per lo rel.o che la metta e burg.co D.- 195; La defesa de serino confina con lo vallone dela mala et la cala alla fiumara de laurenczano per un allo vallone delli ardilli et lo territorio de longobucco D. 300; Lo curso de s.to maurello sta affittato D. 180; La bagliva de petra paula sta affittata D. 231 – 2 .10; La mastro dattia di petra paula D. 122 – 1 – 14; Bagliva di s.to maurello D. 42; Mastro dattia di s.to maurello D. 20; Un.ta di petra paula per le accuse D. 33; Li terraggi di petra paula et s.to maurello de fertile et infertile grano tt.a trentacinq.”[xix]

Pietrapaola (CS).

 

Il feudo di Pietrapaola nel Seicento

Fabio Alimena, barone di Poligroni e Marri, comprò le terre di Pietrapaola e San Morello dalla Duchessa Maria d’Aragona per il prezzo di D. 40.000 e con regio assenso del 1609. Poi passò al figlio Pietro Paolo Alimena. Nel 1612 Vincenzo Ruffo, principe di Scilla, acquistò all’asta per il prezzo di duc. 33.520 la terra di Pietrapaola.[xx]

Morto nel 1616 Vincenzo Ruffo, (Vincenzo Ruffo, principe di Scilla, fu seppellito nella chiesa della Compagnia di Gesù in Napoli il 4 giugno 1616), nel “Relevio” presentato dal procuratore Nardo Mirante per conto della figlia Giovanna Ruffo, baronessa di Fiumara de Muro, Calanna, Città di Santa Severina, Melicucca e Pietra Paola, così sono riportate le entrate e le uscite della Terra di Pietra Paola “nell’anno 1615 per tutto Agosto 1616”: Mastrodattia affittata a Detio Terano 55, Catapania 18, Bagliva 97 – 2 – 10, fida di Calopizzati 28, Curso di Mal Albergo 250, Curso di Laccora 210, Difesa d’ergia 25, Difesa di Serino 210, Difesa di S. Elia 170, Pene di Capitoli 33, Pene civili 30, Quinterni di Calopizzati et altri 39, Prato di Cinolea 30, terraggi di grani tt.a 15.” Le uscite erano: “Lo Regio adoho -, Al monastero di S.ta Maria Giacoma dei Domenicani gr. Anno 12, all’Abb. Di Caloviti D. 32 sopra la difesa di Serino 32, Provisione di erario 24, Provisione di m.ro. Can.ra D. 15.”[xxi]

Da una “Informazione sul Relevio di Giovanna Ruffo presentato per morte del padre Vincenzo Ruffo presa da camerario della Regia Camera della Sommaria Antonio de Filippo in terra Petra Paula il 18 maggio 1618”,[xxii] possiamo conoscere alcuni aspetti economici. Da alcune testimonianze sappiamo che molte terre in quegli anni “per lo più restano vacue per non esserci chi li semina per esserno pochi genti a petrapaula”, il feudatario aveva usurpato una difesa (“detta Corte dopo che è pervenuta in potere del principe de scilla Don Vincenzo Ruffo ha posseduto detta difesa d’orgia et per prima si possedeva per l’universita dela terra et crede che se l’habia pigliato cum poco raggione dela sud.ta”), l’economia era basata principalmente sulla semina ed il pascolo, tra i prodotti principali della semina vi erano “grano, ciceri, cicerchie et orgio”, mentre il pascolo (gestito quasi sempre in società da pastori dei casali silani) era regolato da usi locali.[xxiii]

Il feudo passò poi alla figlia Giovanna Ruffo, marchesa di Licodia e poi principessa di Scilla. Nel 1619 fu acquistato da Giovan Michele Mandatoriccio, poi nel 1622 è del figlio Francesco e nel 1624 è del fratello di questo Teodoro. Da Francesco Mandatoriccio, figlio di Teodoro, passò poi alla sorella Vittoria. Dal 1698 è dei Sambiase, principi di Campana, con Bartolo, Felice Nicola, Giuseppe Domenico, Vincenzo, Giuseppe Maria e Ferdinando.[xxiv]

Pietrapaola (CS), murales.

 

La Chiesa arcipretale di Santa Maria

Il “Castrum Petrapaulae” in diocesi di Rossano,[xxv] all’inizio del Trecento è sede di un arciprete, “dompnus Costantinus”, e di un numeroso clero.[xxvi] Bisognerà attendere il 26 ottobre 1454 per conoscere il titolo della sua chiesa arcipretale di Santa Maria.[xxvii] Nel 1459 è arciprete “d.nus Anthonius”.[xxviii]

Diversi decenni dopo nel 1560, troviamo l’arciprete “d.nus Hieronimus Marius”, che ha ottenuto l’arcipretura per morte di Agamennone de Celico.[xxix] L’anno dopo, il 14 giugno 1561, Pio IV, essendo la chiesa parrocchiale della Beata Maria di Pietrapaola vacante per cessione da parte del rettore e chierico di Rossano Terentio Pennachio, la dà in commenda a Vincenzo Ferrari, vescovo di Montepilosi.[xxx]

Sappiamo che in questo anno, sia la chiesa arcipretale di Santa Maria che la chiesa parrocchiale di San Nicola, sono gravate di alcune annue pensioni dovute al chierico Adriano Zoboli di Reggio.[xxxi] Non passa molto tempo ed il primo dicembre 1561 il vescovo di Montepiloso, che aveva avuto in commenda la chiesa parrocchiale arcipretale di Santa Maria della terra di Pietrapaola, la cede a Laurentio Rossano.[xxxii] Morto Laurentio Rossano nel 1571, i frutti e le rendite della chiesa arcipretale sono gestiti da Fabio Celico, laico di Rossano, fino al settembre 1573, quando ne è investito il sacerdote di Rossano Aloisio Coco.[xxxiii]

Il 13 maggio 1594 il Papa Clemente VIII, essendo la chiesa arcipretale vacante per rinunzia di Nicola Maria Britti, la concede a Gio. Leonardo Britti, clerico di Rossano.[xxxiv] In seguito divenne arciprete Orazio Maleni ed alla sua morte, avvenuta nel settembre 1624, il 29 novembre 1624 il Papa Urbano VIII concedeva la chiesa parrocchiale e arcipretale a Gio. Battista Graziano.[xxxv] In questi anni, l’undici luglio 1644, la chiesa e l’abitato furono saccheggiati dai Turcheschi.[xxxvi] Alla metà del Settecento troviamo che la chiesa parrocchiale arcipretale di Pietrapaola è intitolata a Santa Maria La Nova.[xxxvii] Tra i benefici semplici esistenti nella chiesa sono ricordati quello di San Cristoforo e di S. Mariae a Giacobbe.[xxxviii]

Pietrapaola (CS), chiesa matrice di Santa Maria delle Grazie.

 

Altre chiese

Oltre al convento domenicano di Santa Maria Giacoba, soppresso al tempo di Innocenzo X, nel territorio di Pietrapaola vi erano altre chiese; tra queste è ricordata la parrocchiale di San Nicola. Nel 1561, essendo morto il rettore Agatocle Celico è nominato Nicola Maria Britti.[xxxix] La chiesa parrocchiale di San Nicola è anche richiamata in un regesto dell’ottobre 1664, quando è assegnata a Giuseppe Labonia per morte del predecessore Gio. Giacomo Viola.[xl] Nel 1525 è ricordata la chiesa parrocchiale di Santa Maria Iacobi.[xli] Nel 1591 c’è la chiesa senza cura di patronato laico di Sant’Angelo[xlii] e nel 1640 è ricordata la chiesa di S. Nicola de Casia in territorio di Pietrapaola.[xliii]

Pietrapaola (CS), iscrizione che ricorda il saccheggio turchesco e statua di Santa Maria Giacoma, nella chiesa matrice di Santa Maria delle Grazie.

 

Note

[i] L’Italia descritta nel “Libro del re Ruggero” comp. da Edrisi. Testo arabo pub. con versione e note da M. Amari e C. Schiaparelli, Roma 1883, p. 112.

[ii] Guillou A., Les actes grecs des fonds Aldobrandini et Miraglia (XI – XII s.) Città del Vaticano, 2009, p. 24.

[iii] 1269-1270. “Elie de Tuella mil. et fam., concessio terre et arcis Petre Paule.” Reg. Ang. III, 242; Reg. Ang. IV, 121.

[iv] 1272-1273 “Mandat ut homines Petrepaule et Calviti, Vassalli ascriptitii Helie de Tuella mil. Redeant ad incolandum in pred. Terris et eorum domino servitia debita prestent.” Reg. Ang. IX, 273.

[v] 1272-1273 “Mandat ne Petrus de Pornoy dom. Malveti, Elias de Quanta, Elias de Tuella dom. Petrepaule et Iordanus de Lilla dom. Acri et Coriliani, usurpent quedam bona R. Curie in tenimento Sancti Marci.” Reg. Ang. IX, 275.

[vi] 1273-1277. “Helie de Petrapaula et Petro Flamingo, castellanis Cotroni, mandat ut quandam questionem componant de finibus inter territoria Odoardi de Ribecurt mil., domini Melisse, et Iohannis Turbecti, domini castri Ipsigri.” Reg- Ang. XI, 143.

[vii] 1285-1286. Si ordina al Giustiziere di Val di Grati e Terra Giordana di verificare se veramente la terra di Pietra Paula già donata al mil. Elia de Tuella sia rimasta disabitata per le emigrazioni di quelli che vi dimoravano. Reg. Ang. XXVIII, 124-125.

[viii] 1291-1292. Carlo II il 23 luglio 1292. Symone de Agulleriis nomina Milectum de Coiart suo procuratore a prendere possesso del Castro di Pietra Paola, a lui concesso dal padre Carlo I. Reg. Ang. XXXVIII, 267.

[ix] “Terra Petrapaula tenetur solvere rar. X.” Russo F., Regesto, 9981.

[x] Biblioteca Comunale di Bitonto, Fondo Rogadeo, M.s 423.

[xi] Secondo il Fiore in questi anni il feudo fu posseduto da “Ruggiero Sambiasi, indi Roggiero Britti per dono del re Ladislao, a cui venuto in odio ne lo spogliò”. Fiore G., Della Calabria Illustrata, I, p. 236.

[xii] Pellicano Castagna M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Ed. CBC, Vol. III, pp. 210-211.

[xiii] Reg. Ang. XXXIV, 19; Orefice I., Registro della Cancelleria di Luigi III d’Angiò per il Ducato di Calabria, ASCL 1977 -1978, p. 295.

[xiv] Ryllo F., Scioglimento di promiscuità tra S. Nicola e Carfizzi, Catanzaro 1910, p. 64.

[xv] Pellicano Castagna M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria Vol. IV, p. 76.

[xvi] Feudi del Duca di Montalto: Montalto, Motta san Jo.e, Rigio, Bianci et Amendolea, Belcastro, Cropani, Zagarise, Petra Paula, Santo Maurello, Crusia, Calviti, Cropalati Caso Bono, Varisano e Presenzano. ASN. Relevi, Vol. 348, “Per lo Relevio dello Ill.mo S.r q.o donno Ant.o de aragonia Duca De Montalto. Volume Singolare et diverse Informationi del 1544.”

[xvii] ASN. Relevi, Vol. 348, “Per lo Relevio dello Ill.mo S.r q.o donno Ant.o de aragonia Duca De Montalto. Volume Singolare et diverse Informationi del 1544.”, f. 6.

[xviii] Nel Quinterno seu notamento dele intrate tene lo Ill.mo S.r Ducha di montalto in le p.vincie de cal.a fatta per lo Mag.co M.s Gugl.mo de alimena gener.l gover.re delo stato de sua S.ria Ill.ma (1544)/ “Petra paula paga lo anno per li pagam.ti fiscali duc.ti duicento vinti tre 223:0:0. Per li censuali de ditta t.ra sene hebe lo anno pass.to da innocentio mingrone comperature ducati ottanta cinque 085:0:0. Per la mastrodattia de tutta la baronia cioe de tutte le ret.o scripte t.re et santo maurello se sole affittare lo anno duc.ti cento 100:0:0. Per Laccora et mali alibergo che sono erbagi de ditta t.ra se affittano alla hereda de galasso scarnato sene hebe lanno passato duc.ti cento et quattordici non so quanto siano affittati questo anno           114:0:0. Per la difisa de S.to Lia de ditta t.ra se sole affittare lo anno duc.ti sessanta 060:0:0. Per lo territorio de Serino qual tenia in affitto la un.tà per duc. cento vinti et lo hanno rinunciato quanto sia affittato al presente non lo so. Sono in ditta T.ra de grano t.a ottanta che se vendio lo anno pass.to a grana vinti cinque lo t.o. Vi e in ditta t.ra uno giardino quale fo dato allo monasterio de santa maria Jac.ba delordine de s.to d.nico per la bona memoria delo Ill.mo S.r Ducha se solia vendere duc.ti vinti lo anno 020:0:0”. ASN. Relevi, Vol. 348, “Per lo Relevio dello Ill.mo S.r q.o donno Ant.o de aragonia Duca De Montalto. Volume Singolare et diverse Informationi del 1544.”, ff. 79, 104-106.

[xix] ASN. Cam. Som. Relevi, B. 355, Relevio del q.m Don Vincenzo Ruffo Pren.e delo Sciglio denun.to per Nardo Mirante procuratore de Donna Gioanna Ruffa Baronessa de Fiumara de Muro Calanna Città di S. ta Severina Melicuccà et Petra Paula, f. 567.

[xx] Pellicano Castagna M, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, p. 77

[xxi] ASN. Cam. Som. Relevi, B. 355, Relevio del q.m Don Vincenzo Ruffo Pren.e delo Sciglio denun.to per Nardo Mirante procuratore de Donna Gioanna Ruffa Baronessa de Fiumara de Muro Calanna Città di S. ta Severina Melicuccà et Petra Paula.”

[xxii] ASN. Cam. Som. Relevi, B. 355, Relevio del q.m Don Vincenzo Ruffo Pren.e delo Sciglio denun.to per Nardo Mirante procuratore de Donna Gioanna Ruffa Baronessa de Fiumara de Muro Calanna Città di S. ta Severina Melicuccà et Petra Paula”ff. 597-599.

[xxiii] Entrate del feudo di Pietrapaola nell’annata 1614/1615: “Roberto Scarnato e compagni affitto delo curso de malo bergo per duc. 255 l’anno successivo a Santelmo Cosentino per duc. 210; Pietro Vincenzo Valente affittato lo curso del acquaro per duc. 210, l’anno successivo Antonio Bisacca e compagni per duc. 185; I Corsi sono affittati anno per anno dal mese di ottobre fino all’estate seguente; La difesa di serino affittata per cinque anni continui a vespasiano mingrone a duc. 512 l’anno; La difesa di S.to elia affittata per cinque anni continui a Francesco Antonio Copulo e compagni per duc. 170 l’anno; La difesa d’ergia fu affittata anno per anno; Lo prato di ciuralta l’anno 1616 fu affitato a a Gio. Arnone per duc. 80 e l’anno dopo fu seminato per li patroni delle terre, ma restarono per prato altre terre in loco detto maganico similmente apatronate quale prato si vendio per duc. 140 quali prati per l’ordinario sono l’inverno da decembre per tutto maggio et poi sole essere comune a tutti declarando che quando la Corte gode un prato detto de Croroleano puo godere l’altro prato de maganico come terre apatronate alias un anno si sementa uno, et l’altro anno si sementa l’altro per li patroni di dette terre; Li terraggi de grani et orgi delle terre di d.a Corte importano da vinti rotola incirca per causa che per lo più restano vacue per non esserci chi li semina per esserno pochi genti a petrapaula; La corte have jus de fare pascere et godere l’herba delli prati deli particolari sono in detti lochi però un anno gode lo prato de Ciorleo et laltro anno lo prato de manganico atteso li patroni delle terre di detti lochi un anno li seminano et laltro che restano vacue sono a prato della sudetta, ASN. Cam. Som. Relevi, B. 355, Relevio del q.m Don Vincenzo Ruffo Pren.e delo Sciglio denun.to per Nardo Mirante procuratore de Donna Gioanna Ruffa Baronessa de Fiumara de Muro Calanna Città di S. ta Severina Melicuccà et Petra Paula” ff. 597-599.

[xxiv] Pellicano Castagna M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Vol. IV, pp. 76-79.

[xxv] 1266-1270 “Ven. Angelo Archiepiscopo Rossani, provisio pro decimis baiulationis Rossani, Sancti Mauri, Petrepaule et Campane.” Reg. Ang. IV, 106.

[xxvi] Nel 1325 e nel 1326, in occasione del versamento delle decime papali, “in castro Petrapaule” compare “dompnus Costantinus , archipresbiter, tar. Duos et gr. decem”, assieme ad altri sei sacerdoti e cinque chierici. Russo F., Regesto, 5230 e sgg., 5641.

[xxvii] 26 ottobre 1454 (Nicolò V). “Archipresbytero ecclesiae S. Mariae de Petrapaola, Rossanen. Dioc., mandat ut Antonium Curanteni, monachum monasterii S. Johannis de Calovito, O. S. Bas., Rossanen. Dioc., praeficiat in abbatem dicti monasterii, vac. per liberam resignationem factam ab Arsenio Abbate, propter infirmitatem, coram Antonio de Campana de Rossano notario.” Russo F., Regesto, 11347.

[xxviii] 10 febbraio 1459. “d.nus Anthonius, Archipresbyter petre paule.” Russo F., Regesto, 11578.

[xxix] 7 ottobre 1560 (Pio IV). “D.nus Hieronimus Marius, clerico Cremen. Civ. vel dioc., cui de archipresbyteratu ac parochiali ecclesia loci seu oppidi de petra paula et cappella seu prepositura cappellanie S. Nicolai, Rossanen. Civ. vel dioc., quam quondam Agamennon de Celico, obtinet, per ob. Ipsius vac., provideri concessum existit, consensit assignationi annue pensionis super fructibus dicti archipresbyteratus et cappelle in favorem d.ni Adriani Zoboli, clerici Bononie, iuxta supplicationem.” Russo F., Regesto, 20865.

[xxx] Russo F., Regesto, 20959, 20965.

[xxxi] 28 giugno 1561 (Pio IV). “D. Adrianus Zoboli, clericus Regien., cui als pensio annua 25 duc. auri de camera, 13 videl. super parochialis ecclesie seu cappelle S. Nicolai, terre Petre Paule, Rossanen. Dioc., quam predictus antea obtinebat, et reliquorum 12 super canonicatus et prebende ecclesie Rossanen., quas Nicolaus Maria Britti, pbr., tunc obtinebat et adhuc obtinet, respective fructibus; necnon altera pensio aliorum 25 duc., 15 videl. super parochialis ecclesie, archipresbyteratus nuncupati, S. Marie de Petra Paula, et reliquorum 10 super canonicatus et prebende ecclesie Rossanen. Ac ecclesie seu cappelle B. Mariae Magdalene de longo bucas, dicte dioc., quas Terentius Pinnachius, clericus Rossanen., obtinet, respective fructibus, per ipsos Nicolaum Mariam et Terentium integre persolvende, auctoritate aplca, reservate et assignate fuerunt, presens sponte cassationi et extinctioni pensionum predictarum, nonnullis solutionibus seu terminis anticipatis, in manibus S.mi D.N. ppe consensit, prout in binis supplicationibus.” Russo F., Regesto, 20963.

[xxxii] Russo F., Regesto, 21002, 21003.

[xxxiii] Russo F., Regesto, 22543, 22553.

[xxxiv] Russo F., Regesto, 24831.

[xxxv] Russo F., Regesto, 29154.

[xxxvi] Un graffito della parrocchiale ricorda l’evento: “Die 11 IVLII 1644/ TEMPLVM ET OPPIDVM/ HOC TURCHARVM CLAS/ SIS DEVASTAVIT”. Già in precedenza il territorio di Pietrapaola aveva subito le incursioni turchesche. “12 luglio 1541. Indulgentia pro redemptione Iohannis de Duraso, laici Rossanen. Dioc., Fabii Ferrari, Terrae Petrepaulae, dicta dioc., ac Briseydae, eius uxoris, dictae terrae, cum eorum liberis, qui a piratis fuerunt capti et pro quorum redemptione tallia 100 duc. requiritur.” Russo F., Regesto, 18408.

[xxxvii] Novembre 1767 (Clemente XIII). “De parochiali archipresbyteratu nuncupato, S. Mariae La Nova, terrae Petrapaula, rossanan. Dioc., cuius fructus 24 duc., vac. per ob. Francisci Bono, de mense Octobris def., providetur Matthaeo Ursi, pbro in concursu approbato.” Russo F., Regesto, 66002.

[xxxviii] Gennaio 1591 (Gregorio XIV). “De ecclesia s.c. S. Angeli, terrae Petrae paulae, de iurepatronatus laicorum, et de simplici beneficio s. Christopheri, in maiore ecclesia dictae terrae, de iurepatronatus laicorum, quorum fructus XX duc., vac. per ob. Alphonsi Prancalli, a duobus mensibus def., per devolutionem providetur Antonio Gratiano, clerico Rossanen.” Russo F., Regesto 24201.

Giugno 1747 (Benedetto XIV). “De beneficio simplici S. Mariae a Giacobbe terrae Petrapaola, cuius fructus 24 duc. a primaeva eius erectione, auctoritate aplca a pluribus annis facta, providetur Domenico de Capua.” Russo F., Regesto, 61576.

[xxxix] 26 febbraio 1561 (Pio IV). “Nicolao Maria Britti providetur de ecclesia seu cappella S. Nicolai, Terrae Petrapaule, vac. per ob. Agathonis Celici, rectoris.” Russo F., Regesto, 20918.

[xl] Ottobre 1664. “De parochiali ecclesia S. Nicolai, terrae Petrapaola, cuius fructus 24 duc., vac per ob. Io. Iacobi Viola a biennio et ultra def. providetur Iosepho Labonia.” Russo F., Regesto, 40367.

[xli] 21 Agosto 1525. “Io Baptistae Inglesii de Campana providetur de parochialis ecclesiis S. Marinae de Cimaratis et S. Mariae Iacobi de Petrapaola, Umbriaticen. Et Rossanen. Dioc., per resignationem Antonii Inglesii de Campana.” Russo F., Regesto, 16531.

[xlii] Gennaio 1591 (Gregorio XIV). “De ecclesia s.c. S. Angeli, terrae Petrae paulae, de iurepatronatus laicorum, et de simplici beneficio s. Christopheri, in maiore ecclesia dictae terrae, de iurepatronatus laicorum, quorum fructus XX duc., vac. per ob. Alphonsi Prancalli, a duobus mensibus def., per devolutionem providetur Antonio Gratiano, clerico Rossanen.” Russo F., Regesto, 24201.

[xliii] Giugno 1640 (Urbano VIII). “De S. Nicolai de Casia, in territorio Petrapaula, et Annuntiationis B:M:V:, extra muros campana, ecclesiis sive cappellis, quarum fructus insimul XXIIII duc. vac. per ob. Petrantonii de Madaro de mense Maii def., providetur Io. Bernardino Martino, pbro S. Severinae.” Russo F., Regesto, 33557.

Luglio 1654. Morto Io. Bernardinio Martino dopo quattro anni provvede Salvatore Foresta. Russo F., Regesto, 37350.


Creato il 16 Marzo 2022. Ultima modifica: 16 Marzo 2022.

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