Note per una toponomastica del centro storico di Cariati (sec. XV – XVII)
Mura della città
1491 – 12 ottobre dal Castelnuovo di Napoli. “Capituli et gratie: quale demanda la universita et homini de Cerentia … Item atteso la M. V. usando sua solita clementia in li vassalli et subditi de quella lo anno passato concese ad essa universita et ale altre terre del Contado de Cariati per generale ordinatione et pragmatice che non pagassero le dui grana per foco per le misate ala fabbrica de Cariati, atteso che per dicta fabrica pagano per ciascuno foco carlini tre lo anno, et tale gratia per V. M. concesa gauderono per certo tempo. Novamente per lo Signore Thesaurero de Calabria, so constricti ad pagare dicte due grana per foco lo mese o vero andare ad servire personalmente in dicta fabrica ultra li dicti tre carlini in grave danno et detrimento de dicta universita, piaza a V. M. gratiose concederli che loro sia observata dicta gratia et per V. M. concesa de non pagare le due grana per foco ne anco personalmente andare ad servire si como le altre terre del Marchesato de Cotrone non pagano. Placet Regie Majestati quod non solvant dicta duo grana durante alia solutione dictorum trium carlenorum pro quolibet foculario singulis annis.”.[i]
Cirò, 14 ottobre 1577. Compaiono Oratius Laurus de Scipius de Malcusus di Cirò da una parte, e Andrea Grecus dall’altra. Oratius Laurus possiede dentro la città di Cariati una casa palaziata “in loco ubi dicitur lo convicinio de la nunciata justa moenia terrae justa domum petri severini justa casaleni cesaris ciprioti et alios fines”. La vende per ducati trentotto al Grecus.[ii]
Cirò, 29 settembre 1583. Il magnifico Julius de Raho figlio di Paolo, assieme a sua figlia donna Dianora de Raho, possiedono la domus sita nella città di Cariati “juxta moenia d(ic)tae Civ.tis via med.te juxta domum R.di do. gio. gratiani et alios fines”.[iii]
“E circondato da mura pressoche diroccate”.[iv] “A gate and drawbridge form the only entrance to the town of Cariati; but the dilapidated state of its Walls allows ingress to pedestrians in many other parts”[v] (L’unica entrata nella città è attraverso un ponte levatoio, anche se si può entrare da ogni parte inquanto le mura sono in stato rovinoso).
Strada Capuana
L’itinerario Antonino, descrivendo la via proveniente da Capua che conduceva a Reggio lungo il versante ionico (“ab Equo tutico per Roscianum Regio”), evidenzia l’esistenza di un percorso che, transitando per “Turios”, si dirigeva a “Roscianum”, e per “Paternum”, “Meto” (Neto) e “Tacina”, proseguiva per “Scylacio”.[vi]
Cirò, 31 marzo 1578. Compaiono il nobile Piergiorgio Guerra e la nobile Luisella Barberina di Crotone da una parte, e dall’altra il nobile Joannis Dominico de Artesa di Cariati. I coniugi Guerra vendono per ducati 60 all’Artesa, una casa palaziata situata in Cariati “in loco ditto la ruga capuana justa stratam publicam occidentem versus iusta casalenum m.ci ortencii spiriagi notum versus iusta domos magistri Berardini Muntisani orietem versus et domos m.ci francisci la minula vinella mediante boream versus”.[vii]
Cariati, 31 gennaio 1594. Compaiono donna Sancta Mendoza, vidua senex del quondam Michaelis Mendoza “hispani”, col consenso del suo procuratore “mundualdi”, il m.co Joannes Jacobo Melsa, da una parte, e dall’altra il mag.co Joannes Thomas Consentino di Cariati. La Mendoza vende al Consentino per ducati 15, il “catogyum” sito in loco dicto la strada capuana subter palatium ipsius donnae sanctae juxta domum felicis galtatella juxta domum m.ci nici consentini viam pp.cam et alios fines”, redditizio per annui carlini quattro al monastero di S. Francesco di Cariati.[viii]
Cariati, 11 luglio 1594. Compaiono il serviente della Curia della città Joannes Fiscaldus da una parte, e dall’altra Anibale Maza di Cariati. Su richiesta di Joannis Antonio Aloisio fu posta all’asta metà della casa palaziata che era appartenuta all’erede di Scipione Ciuranna sita in “loco la strada capuana”, confinante con l’altra metà appartenente alla cappella del SS.mo Sacramento, e con la casa di Gio. Andrea Serino e la casa del magister Thomase Lopiano e altri confini.[ix]
Il castrum
27 dicembre 1439, Acerra. Si fa menzione di un atto di procura dato il 26 novembre 1439 “apud Castrum Cariati in quadam aula vulgariter nuncupata la camera de Sancta Anna”, “locum solitum habitacionis illustris et ex.tis d(om)ine d(om)ine Cubelle Ruffe de Calabria”.[x] 1440: “Incipit a flumine Trionta, et vadit per magnam stradam seu viam publicam, quae de Castro nostro civitatis Cariati itur in civitate Rosciani”.[xi] 11 ottobre 1446, in Castelnuovo a Napoli. Si fa menzione di un atto dato “in n(ost)ro Castro Civitatis Carriati” il 5 gennaio 1446, IX indizione.[xii]
Con ordinanza del 12 novembre 1480 fu provveduto alla fortificazione di Reggio e alla costruzione dei castelli di Cotrone, di Cariati, di Corigliano, di Belvedere, di Pizzo e d’altri luoghi.[xiii] “The baronial castle, in a commanding situation at one extremity of the town, is in ruins” (Una porta con un ponte levatoio è l’unico ingresso del paese… strada diritta… il castello baronale, posto su un’estremità del paese, in una posizione dominante, è in rovina).[xiv] “Una picciola città a cavaliere d’un colle, cinta di mura, divisa in due da una strada, fiancheggiata da altri viottoli, con un Vescovado, un seminario, e gli avanzi d’un castello”.[xv]
La chiesa di Sant’Anna e quella di San Giovanni
Cirò, primo giugno 1578. Jo : Battista Meliopera di Bisignano promette in dote alla figlia Salerna che va sposa a Julio Raus di Cariati, tra gli altri beni:“lairo del palazo” posto “al convic.o de s.ta Anna et san Jo(ann)e”, confine le case di m.r Petro Caruso e Julio Caruso ed altri fini.[xvi]
Santa Croce
Dentro le mura della città c’era la chiesa di S. Croce, che è il titolo di un canonicato, la chiesa era cadente ed abbandonata e fu dal vescovo Sebastiano de Francis (1678 – 1714). “Ecclesia S.tae Crucis vetustate iam diu collapsa mea diligentia iugiter recipit incrementum usquedum perficeatur”.[xvii] Parrocchiale (1646). “Intra moenia Civitatis Cariaten. erat ecclesia Sanctae Crucis quae est titulus Canonicatus, iam collapsa et diruta fuit à me restaurata”.[xviii]
La Valle
Cariati, 31 dicembre 1593. Matrimonio tra Beatrice Severino, figlia di Orlando, e Andrea Bruno. Tra i beni dotali ci sono: una casa alla Valle, confine la casa de Joanpetro Rizo e la casa di Gesimina Severina, e un’altra casa posta “alla valle”, confine la casa di Francesca Affatata e la via publica.[xix]
Cariati, 19 aprile 1594. Compaiono Hieronimo de Artesa e Luca Joes Casula. L’Artese possiede una casa terranea “in loco dicto la valle”, confinante con la casa dell’erede di Andrea de Herrico e con la casa di Cesare Copriati e via pp.ca. La vende per ducati diciasette.[xx]
Cariati, 27 luglio 1594. Compaiono Scipione Montisano da una parte, e dall’altra donna Galisena Petrapaula, moglie di Gio. Bernardino Maiosini. Il Montisano possiede una casa palaziata “in loco la valle”, confinante con la casa di Gio. Domenico Gratiano, e con la casa di Francesca Florentino.[xxi]
Chiesa dell’Annunziata
Monastero femminile fondato nel sec. XIII e soppresso nel 1450.[xxii] Nel 1470 Antonio Rubeo, arcidiacono di Cariati, provvede della chiesa di B. Maria Annunziata, che fu monastero di monache O.S.B., per morte dell’ultima abatessa già da oltre 20 anni.[xxiii]
19 marzo 1513. “Aloysio de Gibraleon., clerico Neapolitan., qui cessit archidiaconatui ecclesiae Cariaten., et ecclesiis s.c. B. Mariae Annuntiatae, Cariaten … de quibus fuit prisum eidem a Iulio II (1503 – 1513), reservatur annua pensio 7 ducati, solvendi a Nicolao Iuranna, cui dicto archidiocanato et ecclesiis provisum est.”[xxiv]
8 giugno 1513. “Thomae de Rubeis, cubiculario suo (Leone X), providetur de archidiocanatu ecclesiae Cariaten. et de ecclesiis Annuntiationis B. V. M. Cariaten.”[xxv]
Cirò, 14 ottobre 1577. Compaiono Oratius Laurus de Scipius de Malcusus di Cirò da una parte, e andrea Grecus dall’altra. Oratius Laurus possiede dentro la città di Cariati una casa palaziata “in loco ubi dicitur lo convicinio de la nunciata justa moenia terrae justa domum petri severini justa casaleni cesaris ciprioti et alios fines”. La vende per ducati trentotto al Grecus.[xxvi]
Lo Spontone
Cariati, 7 marzo 1594. Ottavio de Milito della città di Napoli, in seguito ad una sentenza a favore del monastero di Santa Maria di Alvino di Napoli contro gli eredi di Agostino Caposacco, prende possesso dei beni esistenti nella città di Cariati, tra i quali “alla sopra dicta sala et camera posta intro la città di Cariati loco dicto lo spontone”.[xxvii] Baluardo del Principe, fortilizio feudale annesso al palazzo Venneri.[xxviii]
Lo Celso
Cirò, 8.febbraio 1579. Jo: Gregorio Milito della città di Cariati vende per ducati sette e mezzo ad Antonello Alitio di Cariati, il casaleno sito in loco detto “lo celso”, confine il casaleno di Antonio Trovato, la domus dotale di Ber.no de Leo, la domus di Hier.mo Scini, il casaleno di Fr.co Cornicelli ed altri fini.[xxix]
La Portella
Cariati, 13 gennaio 1594. Matrimonio tra Beatrice Albanense, figlia di Nicola Francesco, e Petro Ruga di Corigliano. Tra i beni dotali c’è una casa palatiata “in loco dicto la portella”, confine la casa di donno Tomase Calà, la via pp.ca e altri fini.[xxx]
Cariati, 26 settembre 1614. Compaiono Ioanne Ieronimo de Albiseo di Cariati e la moglie Laura Canneta da una parte, e dall’altra Matteo Li Castella, in relazione al matrimonio tra Lucretia Regenia, figlia di Laura, e Matteo li Castella. Gio. le Castella, padre di Matteo, possiede delle case poste dentro la città di Cariati, “loco ditto la Portella confine le case di Gio. Lau.o Cristaldi, le case della mensa vescovale via publica”.[xxxi]
Vitullo o vutullo
Cariati, 21 gennaio 1594. Compaino Donna Camilla Melissiota, vidua senex di Battista Melissiota, assieme a Luca Serino di Cariati, in solido, e detta Camilla col consenso del suo procuratore “mundualdi”, il m.co Jo. Larentius de Cristaldo, da una parte, e dall’altra Joannes Montandrus di Cariati. La Melissiota ed il Serino possiedono insieme, una casa terranea “in loco dicto vitullo” con un casaleno contiguo, confinante con vie vicinali e con un altro grande casaleno del Serino. Lo vendono per ducati tredici.[xxxii]
Cariati, 7 settembre 1594. Donna Iacoba Laminalda, vedova di Thadeo Lavoratore di Cariati, essendo in debito con il R. D. Massentio Cozolino di Rovito in ducati dieci, gli dona una sua casa palaziata sita dentro la città di Cariati “in loco dicto vutullo”, confine la casa di Neranda Cornicella, la casa e il casaleno del clerico Benedetto de Cristaldo, e altri fini.[xxxiii]
La Travaglia
Cariati, 2 febbraio 1594. Compaino Donna Maria Balsani, vedova di Alfonso Inglisi, e donna Munda Inglisia, madre e figlia, col consenso del loro procuratore “mundualdi” il nobile Cesare Cosentino da una parte, e dall’altra il clerico Nicola Maria Furgiuelis. Madre e figlia possiedono una casa terranea nella città di Cariati “in loco dicto la travaglia”, confinante con la casa di Alfonso Cappello e altri fini. La vendono al clerico per ducati diciotto.[xxxiv]
Sant’Antonio
Confraternita.[xxxv] Chiesa parrocchiale (1646).
Cappella del SS.mo Sacramento
Cariati, 11 luglio 1594. Cappella del SS.mo Sacramento.[xxxvi] SS. Corpo confraternita nella cattedrale.[xxxvii] “Duae in Civitate adsunt Confraternitae S.mi Corporis Xpi altera vero S.ti Antonii”.[xxxviii]
Piazza
Crucoli, 12 settembre 1614. Compaiono Panfilio de Sanmarco della terra di Melissa e Lacino Zaccone della città di Cariati. Il Lacino possiede in Cariati una casa palaziata “loco ubi dicitur la piazza iusta domum heredum q.dam Iacobi natale iusta casalenum heredum q.dam Hettori intersati viam pub.cam”, che permuta con il Zaccone.[xxxix]
Cattedrale di San Pietro
La chiesa di San Pietro di Cariati era anticamente una cappella di iuspatronato dei Ruffo, conti di Montalto e feudatari della città. Nel 1437 a preghiera della patrona Covella Ruffo, contessa di Montalto, nota come duchessa di Suessa, o Sessa, accolta da papa Eugenio IV, fu eretta in cattedrale. Unito a quello di Cerenzia, il nuovo vescovato ebbe per diocesi, oltre a Cariati, le due terre di Scala e Terra Vecchia ed il villaggio di San Maurello, abitati che prima facevano parte della diocesi di Rossano.[xl] Il nuovo vescovato di Cariati, unito a quello di Cerenzia, fu posto sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Santa Severina. La duchessa, per maggior decoro del nuovo vescovato, e per indulgenza per sé e per i suoi progenitori, concesse al vescovo ed ai suoi successori, una rendita annua di 10 once d’oro sui diritti di passaggio, dogana e fondaco di Cariati. Il figlio di costei, Marino Marzano Ruffo, principe di Rossano, per la difficoltà di esazione, il 9 settembre 1448, accogliendo la richiesta del vescovo Giovanni, la trasferì sull’entrate del suo corso di Malapezza, posto in tenimento di Rocca di Neto.[xli]
Seminario
“Seminarium clericorum à Predecessore nostro fundato, et in terra Verzini constructum nunc de speciali licentia Sac.ae Cong.ni in Civitatem Cariati translatum est ubi in ampliss.mam formam à fundamentis erectum reperitur”.[xlii] Il vescovo Gonzaga “in anno 1635 traslabit ad civitatem Cariatem”.[xliii]
Chiesa di Santa Margherita
Cirò, 20 ottobre 1575. Ricchisenso Banis Albo di Cirò permuta con Nicolao Joannes Constantino della città di Cariati, il suo casaleno sito in Cirò “loco la valle in convicinio s.ti mennae”, confine il casaleno di Catherina Aurificis, la domus degli eredi di Nicolai Alici, la via pubblica ed altri fini, con una domus terranea di detto Nicolao Joannes sita nella città di Cariati ,“Iusta templum S.tae Margaritae casalinos fr.ci malatacchae viam pp.cam et alios fines”.[xliv]
Oratorio della SS.ma Trinità
“In oratorio SS.mae Trinitatis adest Confraternitas Mortis et celebratur Congregatio compuntina”.[xlv] “sub invocatione SS.mae Trinitatis intus Civitatem Cariatem ecc.a quasi diruta restauravi, et in ea ecc.a magna populi frequentia congregatio nom.ta la compuntina exercetur”.[xlvi]
Chiesa di San Marco
(Clemente VII). “Archidiacono ecclesiae Cariaten. et Vicario generali episcopi Cariaten mandat ut Paulo Card.li de Cesis faciant assignare fructus Decanatui ecclesiae Cariaten. … et parochialis ecclesiae S. Marci Cariaten vac. per ob. Nicolai de Mileto, decani.”[xlvii]
Ospedale
“Nella Città non vi è altro loco pio che una povera habitatione per hospitale”.[xlviii] “In cariati si è eretto nuovamente un ospitale”.[xlix] “Hospitale quasi dirutum et necessariis destitutum omnino”.[l]
Monte di Pietà
In Cariati si è eretto nuovamente un ospedale col monte di Pietà.[li]
Oratorio del SS.mo Rosario e chiesa di Santa Maria del Carmelo
“Confraternita del SS.mo Rosario in un horatorio”.[lii] “societas vero SS.mi Rosarii in alia ecclesia B.tae Mariae de Carmelo nuncupata”.[liii]
Giudecca
Nel 1490 e nel 1491, anno in cui un Gabriele di C. risiedeva a Santa Severina e un Anania di C. a Corigliano, il nucleo ebraico locale si lamentava per una tassa di tre carlini per fuoco, imposta per i lavori delle fortificazioni, venendo esentato dai tributi richiesti dal comune in ragione dello stato di povertà.[liv] Il 22 settembre 1491 un ordine della Camera della Sommaria diretto al tesoriere Vinceslao Campitello accoglieva una supplica della giudecca di Cariati. Gli ebrei di Cariati facevano presente che, oltre ai pagamenti ordinari, sia dei fuochi che del sale, che la giudecca pagava insieme all’università di Cariati, essi erano costretti a pagare altri tre carlini per fuoco imposti per “la fabrica delle castelle, contra lo tenore et forma deli privilegi et capituli per la Maiesta del signor Re concessi ali Iudei del Regno ”. Pertanto la Camera della Sommaria ordinava di esentare da tal pagamento gli ebrei di Cariati.[lv]
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, parrocchiale (1646).
Convento dei frati minori dell’Osservanza di San Francesco (fuori le mura)
“S. Francesco, edificato con Bolla di Papa Eugenio IV l’anno 1440 da Bonaccurso Capisucco, cittadino del luogo.”[lvi] 18 marzo 1489, il monastero è menzionato in occasione del passaggio da Cariati del Duca di Calabria: “Die xviij. In cariate. Partio da lo ciro et uenne a cariata et mangio per una volta et ando a vespro a l osservantia et poi torno in casa: et quel di uenne uno cauallaro da napoli: et passo quel di buluri et la schomonicata” (sic).[lvii] “Ci è uno monasterio di frati zoccolanti, dove stano sei frati fra sacerdoti et laici”.[lviii] “Est etiam Conventus S.ti Francisci de observantia in quo pauci frates morantur”.[lix]
Cariati, 25 aprile 1604. Nel refettorio del monastero di San Francesco d’Assisi si riuniscono i frati: P. Marcus de Bisignano guardiano del monastero, fr. Nicolaus de San Marco, fr. Bonaventura de Casobono, fr. Elia de Montalto, fr. Damianus de Bisignano.[lx] “Vi è un un convento di padri osservanti di S. Francesco bene stante di fabrica, e vi dimorano frati di bono esempio al numero di otto”.[lxi]
16 dicembre 1646. Dietro la richiesta del “Padre frà Antonio Lamanna de Cariati novitio de minimi osservanti”, al presente “habitante” nel Monastero di S.ta Maria della Spina di Policastro, il notaro si porta nella “Piazza publica di d.to loco” per stipulare il testamento. Il testatore disponeva che il suo corpo fosse seppellito nella chiesa di S.ta Maria della Spina, oppure in quella chiesa, o monastero, in cui si troverà. Istituiva erede Diamante Mesoraca di Cariati, sua sorella, alla quale, morendo senza eredi, sarebbe successo il Monastero di “S. Fran.co” di detto loco.[lxii] “Nel 1400 l’avea aperto Bonaccursio caposacco. Convento dei minori conventuali soppresso nel 1652.”[lxiii]
Chiesa di San Cataldo (fuori le mura)
“Adest in territorio Cariaten. Prope Civitatem ecclesia sub tit. S. Cataldi vetustate iam collapsa, et à biennio infra ob diversas gra.s fidelibus ipsius Sancti intercessione à Divina Misericordia collatas et quae in dies conferuntur est elemosinis restaurata, de necessariis ad celebrandum provisa”.[lxiv]
Note
[i] Trinchera F., Codice Aragonese o sia lettere Regie, Napoli 1866 – 1868, Vol. III, XI, pp. 222-223.
[ii] ASCZ, Not Alboccino G., Busta 13, f. 70.
[iii] ASCZ, Notaio Durande G. D., busta 35, ff. 153-154.
[iv] Ramage C. T., Calabria pittoresca e romantica, Rubbettino. 2014, p. 183.
[v] Keppel Craven R, A tour through the Southern Provinces of Kingdon of Naples, London 1821, pag. 223.
[vi] “Turios” mpm XX, “Roscianum” mpm XII, “Paternum” mpm XXVII, “Meto” mpm XXXII, “Tacina” mpm XXIIII, “Scylacio” mpm XXII. Parthey G. e Pinder M., Itinerarium Antonini Augusti et Hierosolymitanum, 1848, pp. 52-53.
[vii] ASCZ, Not. Alboccino G., Busta 13, ff. 90-91.
[viii] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 306.
[ix] ASCZ,Not. Consulo B., Busta 9, f. 319v.
[x] ACA, Cancillería, Reg. 2941, ff. 3v-4v.
[xi] Rosis L., Cenno Storico della Città di Rossano e delle sue Nobili Famiglie, Napoli 1838, p. 355.
[xii] ACA, Cancillería, Reg. 2908, ff. 176-177v.
[xiii] Dito O, La storia Calabrese, Cosenza 1979, p. 249.
[xiv] Keppel Craven R, A tour through the Southern Provinces of Kingdon of Naples, London 1821, pag. 223.
[xv] Malpica C., La Toscana L’Umbria e la Magna Grecia, Napoli 1846, pag. 318.
[xvi] ASCZ, Notaio Consulo B., Busta 8, ff. 274v-275.
[xvii] ASV, SCC. Relationes. Cariaten. Geruntin., Francesco Gonzaga 1654.
[xviii] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Sebastiano de Francis 1701.
[xix] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 300.
[xx] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 316.
[xxi] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 321.
[xxii] Russo F., Storia della Chiesa in Calabria, II, 1982, p. 411.
[xxiii] Russo F., Storia della Chiesa in Calabria, II, 1982, p. 404.
[xxiv] Russo F., Regesto, III, 15463.
[xxv] Russo F., Regesto, III, 15511.
[xxvi] ASCZ, Not Alboccino G., Busta 13, f. 70.
[xxvii] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 309.
[xxviii] Barillaro E., Calabria, Pellegrini 1972, pag. 140.
[xxix] ASCZ, Notaio Consulo B., Busta 8, f. 328v.
[xxx] ASCz. Not. Consulo B., Busta 9, f. 303v.
[xxxi] ASCZ, Not. Goretto A., Busta 110, ff. 51v- 52.
[xxxii] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 305v.
[xxxiii] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 323.
[xxxiv] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 307.
[xxxv] ASV, SCC. Rel. Lim. Cariaten. et Geruntin., 1602.
[xxxvi] ASCZ,Not. Consulo B., Busta 9, f. 319v.
[xxxvii] ASV, SCC Relationes, 187 A.
[xxxviii] ASV, SCC. Rel. Lim. Cariaten. et Geruntin., 1602.
[xxxix] ASCZ, Not. Goretto A., Busta 110, f. 47.
[xl] Primo vescovo della diocesi di Cerenzia- Cariati fu nel novembre 1437 Bernardo Faiardo. Russo F., Regesto, II 10355. ASV, SCC. Rel. Lim. Cariaten. Geruntinen., 1621.
[xli] Scalise G. B. (a cura di), Siberene, Cronaca del Passato per le diocesi di Santaseverina – Crotone – Cariati, p. 376 sgg.
[xlii] ASV, SCC. Relationes Cariaten Geruntin. Francesco Gonzaga, 1643.
[xliii] ASV, SCC. Relationes. Cariaten. Geruntin. Agazio de Summa, 1659.
[xliv] ASCZ, Notaio Consulo B., Busta 8, ff. 143-143v.
[xlv] ASV, SCC Francesco Gonzaga, Relationes, 1654.
[xlvi] ASV, SCC. Relationes, Geronimo Barzellino, Relationes, 1667.
[xlvii] Russo F., Regesto, III, 17199.
[xlviii] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Filippo Gesualdo, 1605.
[xlix] ASV, SCC. Relationes Cariaten Geruntin. Filippo. Gesualdo, 1612.
[l] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Francesco Gonzaga, 1634.
[li] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Filippo Gesualdo, 1616.
[lii] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Filippo Gesualdo, 1605.
[liii] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Francesco Gonzaga, 1640.
[liv] Colafemmina C., The Jews in Calabria, 2012, doc. 275, 276.
[lv] Colafemmina C., Per la storia degli ebrei in Calabria, 1996, pp. 72-73.
[lvi] Fiore G., Della Calabria Illustarata, II, p. 403.
[lvii] Filangieri G., Effemeridi delle cose fatte per il Duca di Calabria (1484-1491) di Joampiero Leostello da Volterra da un codice della Biblioteca Nazionale di Parigi, in Documenti per la Storia, le Arti e le Industrie delle Provincie Napoletane raccolti e pubblicati per cura di Gaetano Filangieri principe di Satriano, Volume I, Napoli 1883, p. 206.
[lviii] ASV, SCC Relationes, Cariaten. Geruntin. Properzio Resta, 1589.
[lix] ASV, SCC. Relationes. Cariaten Geruntin. Filippo Gesualdo 1602.
[lx] ASCZ, Not. Consulo B., Busta 9, f. 196.
[lxi] ASV, SCC. Relationes Cariaten. Geruntin. Filippo Gesualdo, 1605.
[lxii] ASCZ, Notaio G. B. Guidacciro, Busta 80 prot. 307, ff. 105-105v.
[lxiii] Russo F., Regesto, VII, 36846
[lxiv] ASV, SCC. Relationes, Francesco Gonzaga, Relationes,1649.
Creato il 8 Maggio 2023. Ultima modifica: 3 Ottobre 2024.